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JSF: SCELTA POSSIBILE OD OBBLIGATORIA?

Il programma JSF (Joint Strike Fighter) gode di un'ottima reputazione sul piano internazionale; avviato da qualche anno per volontà del Pentagono, venne concretizzato in tre modelli assai diversi tra loro prodotti da Northrop-Grumman, Boeing e Lockeed-Martin. Mentre la prima casa costruttrice fu esclusa alle prime selezioni, il confronto tra l'F 35 (velivolo Lockhed) e l'F 32 (velivolo Boeing) ha visto prevalere il primo nell'anno 2001. Il progetto è dunque da poco entrato nella fase viva, di sviluppo e ricerca con ampio utilizzo di fondi. Esso darà origine a tre principali versioni di questo piccolo caccia-bombardiere stealth: una per impiego imbarcato con fusoliera più corta, una a decollo verticale di dimensioni maggiori e un' ultima versione a decollo standard inizialmente prevista per l'USAF. Molte forze aeree nel mondo, per la data nella quale saranno disponibili i JSF, o meglio F 35, avranno la necessità di aggiornare la loro linea di volo e questa macchina, che gode dell'appoggio e di tutta la tecnologia statunitense, sembra ricalcherà i successi dei vari F 104, F 5, F 18 ecc. Al di là della qualità del mezzo, mi viene da chiedermi come finirà l'industria aeronautica non-statunitense. Infatti, benchè all'Italia spettino compensi, nel caso di scelta dell'aereo, concretizzati nella produzione di parti dello stesso velivolo, è possibile che si ricorra sempre alla tecnologia di oltreoceano, quando le capacità ci sono e con un po' più di esperienza, che non producendo non si può acquisire, i risultati sarebbero buoni? Nasce quindi la vera ragione, gli stanziamenti: i governi USA investono profondamente nel campo militare perchè ne ricavano ingenti benefici economici, con vendite dei loro prodotti, con l'offerta di occupazione... La fiducia riposta nelle produzioni nordamericane è cieca, i casi in cui anche velivoli (ma si possono scegliere anche altri mezzi) scadenti non abbiano avuto successo in Paesi esteri si contano sulle dita di una mano; basta pensare al carro M-113, in forza a moltissime forze mondiali (tra le quali il nostro Esercito), ma nato da un progetto non affatto entusiasmante. Quando qualcuno obiettava che all'AMX era preferibile l'acquisto di F-16 o di qualcos'altro di già pronto e collaudato con ottimi risultati, si rispose che bisognava fornire occupazione, accrescere il know-how dell'industria nazionale, vi era la possibilità di ottenere guadagni da vendite estere. Mi trovo d'accordo, ma perchè ora riporre ciecamente fiducia nel JSF invece che aver avviato a suo tempo un nuovo programma? Allora era giusto al tempo preferire gli F-16, viste anche oggi le grane che attanagliano i "Ghibli". Il timore è quello che non tanto l'industria europea (che potrà contare sempre sul colosso Airbus, sull'EADS, sulla BAe), ma quella italiana si estingua; possiamo solo ricordare che i prodotti nazionali vantano alcuni casi di qualità eccellente e altrettanti di non buona fattura. Tuttavia non si riesce a vendere, se non gli A.109, gli SF.260 e pochi altri. Infatti il nostro Paese non ha sino ad oggi avuto l'appoggio della classi politiche nell'ambito della progettistica militare, che invece non è mancato negli USA, portando a queste conseguenze: gli USA sono esportatori mondiali per la fama conseguita nella storia degli ultimi 50 anni, l'Italia produce con la speranza di esportare mentre gli unici ordini provengono da enti nazionali.