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SITUAZIONE CRITICA DELLA DIFESA

Il seguente editoriale, parlando della Difesa Italiana, ovviamente riserva amarezza e preoccupazione. Ebbene sì, la situazione delle FF.AA sta degenerando, gli impegni industriali, di rinnovamento, di ricerca, operazione di vario genere (fra tutte quelle di mantenimento della pace) non sono più sostenibili. E ciò purtroppo non è un problema della sola Marina o Aeronautica, ma affligge tutte le Forze Armate nella loro integrità. I fondi sono assolutamente insufficienti e le acquisizioni quindi sempre più ridotte, con i risultati che ci ritroviamo con un primordiale F 104 Starfighter, per non parlare delle unità della Marina, sommergibili e non, e a dare il colpo di grazia ci pensa l' Esercito, con una prima linea di Ariete (quantitativo di ben 200 carri!) affiancata dai Leopard 1A3, degli M113...meglio non andare oltre, è troppo doloroso. Ad ogni modo i problemi non sono i programmi di sostituzione delle unità, che abbondano in questo senso, anzi ce ne sono fin troppi (in quanto numerosi sono scartati, buttando via studi ad elevata tecnologia)! Il punto critico, come ho detto precedentemente, è legato principalmente all'entità dei fondi assegnati al Ministero della Difesa, oltre al non trascurabile tempo richiesto dalle industrie per completare i propri progetti (in questo sono maestre le ditte aeronautiche e dell'ala rotante che mettono sul mercato attuale macchina nate da richieste degli anni 70'-80' (vedi EH-101 e NH-90, Typhoon, A400 M) e infine agli iter burocratici a cui son soggette le acquisizioni militari. Dall'emissione per la specifica passano lunghi tempi per la selezione del progetto e, dulcis in fundo, per la preziosa firma sul contratto di avvio alla produzione passa qualche annetto (caso U 212, Orizzonte, C 27J). Tutto ciò non fa che ritardare l'ammodernamento e causare non pochi problemi a livello generale; esempio lampante sono i sommergibili: immettendo in servizio 2 U 212 nel 2006(con un ritardo di 2-3 anni rispetto alle previsioni), un'altra coppia nel 2015 e gli ultimi nel 2020 o oltre, come si spera di avere un Sistema d'Arma efficace, nonostante lo sviluppo di una 2^ e 3^ serie? Certo i sistemi di bordo saranno all'avanguardia ma lo scheletro del sottomarino, i materiali impiegati, la segnatura magnetica e così via saranno sempre piò o meno gli stessi. Ma nel 2020 ci saranno tecnologie che permetterano di avere qualcosa di molto migliore di un U 212, questo è lampante. Il ragionamento è estensibile in lungo e in largo anche ad Aeronautica ed Esercito e ciò è davvero grave. A conseguenza di ciò i partner NATO, vedendo le Forze Armate italiane con l'acqua alla gola, sono sempre più restii ad assegnarci ruoli significativi all'interno dello scacchiere europeo, dominato da Gran Bretagna e Francia.