Anche
dal punto di vista religioso, l'Albania presenta degli aspetti degni di
interesse. È opportuno premettere che la terra delle aquile è quasi sempre
stata caratterizzata da una convivenza pacifica tra i credenti musulmani, cattolici ed
ortodossi. L'Albania
può essere infatti considerata come uno dei pochi paesi al mondo dove vi sia una grande
tolleranza religiosa. Al contrario, le tre maggiori religioni presenti
favorirono probabilmente la conservazione
di una comune identità nazionale, preservandola dai processi di assimilazione
che i popoli stranieri e quelli confinanti avevano tentato di attuare. Si può difatti affermare che la
diffusione del cattolicesimo difese l'Albania dalla pressione dell'impero
bizantino; o che, successivamente, la diffusione dell'Islam ( imposto spesso
brutalmente ) frenò le mire espansionistiche degli slavi. A
tal proposito è importante notare che lo stesso Islam albanese si rese con il tempo differente dalla
fede centrale musulmana ( la cosiddetta "UNNA"
). Molti musulmani albanesi
preferirono seguire fedelmente i propri capi spirituali locali, i MUFTI,
ma anche la setta "dervish" dei Bektashi
(dal nome del fondatore Hagi
Veli Bektasch
) raccolse le adesioni di molti adepti.
Apollonia - Chiesa Cristiana Tirana - Moschea
Nel
XX secolo la religione si legò più o meno esplicitamente al processo di
liberazione. Prima della proclamazione dell'indipendenza
nel 1912, in Albania si
assistette al dilagare di un nazionalismo di stampo religioso che ebbe origine
in quell' istinto di conservazione e di sopravvivenza della nazione che è stato
da sempre caratteristica del popolo albanese. Da qui nasce l'affermazione
di Pashko Vasa: "La
religione degli Albanesi è l'albanesità". Con
la Rilindja
( la Rinascita - il risorgimento
nazionale iniziato dalla seconda metà del diciannovesimo secolo, dopo il
periodo dell'invasione ottomana ) il
sentimento nazionale divenne uno straordinario collante,
un elemento di coesione e d'unione tra le quattro grandi confessioni religiose del Paese:
quella musulmana sunnita, l'ortodossa, la cattolica e quella dei bektashiani.
Tale compattezza si rese possibile anche perché, effettivamente, le
religioni vivevano in un grande spirito di reciproco rispetto e di tolleranza
. Si verificarono,
anzi, molte occasioni di solidarietà,
ispirate
dall'unità della nazione,
che misero in secondo piano le pur forti divergenze dottrinali e teoretiche.
Significativo è il fatto che durante la seconda Guerra Mondiale e gli orrori dell'Olocausto, gli albanesi non solo protessero i propri connazionali di religione ebraica ma accolsero anche Ebrei fuggiti dall'Austria, dalla Serbia e dalla Grecia. Le gesta di questi albanesi ( indistintamente musulmani e cristiani) che contribuirono alla salvezza degli Ebrei sono state solennemente commemorate nel Righteous Among the Nations durante lo " Yad Vashem Memorial " a Gerusalemme, inoltre i loro nomi sono incisi nel celebre " Rescuers Wall " allo " US Holocaust Memorial Museum " di Washington.
Da uno studio, seppur superficiale, di questo popolo, traspare nitidamente l'orgoglio di appartenenza alla propria terra, alla propria cultura ed alla propria fede. Ed è probabilmente stato quest'ultimo elemento ad aver permesso l'unità nazionale e ad aver mantenuto unito un popolo che altri volevano dividere .
-----------------------------------
« Non facciamo distinzioni religiose...dobbiamo convincerci che siamo tutti fratelli di una nazione, di una sola stirpe, di un sangue solo, figli cioè di quei valorosi che rifulsero in questa terra con onore, con eroismo e con sapienza. Ed è per questo che dobbiamo amarci cordialmente, senza differenza onorarci reciprocamente e che dobbiamo unirci tutti con la " besa " ( promessa ) per l'avvenire e la gloria dell'Albania. »
Pashko Vasa da " L'Albania e gli Albanesi " , Corigliano Calabro, 1916
Alla
memoria di Papàs
Giuseppe Ferrari che a
Bari,
nel centro di S. Giovanni Crisostomo,
dedicò tutta la sua
vita a impostare collegamenti e rapporti religiosi e interculturali tra l'Italia e
l'Albania.
Alla
memoria della
"madre dei poveri", magnifico e,
straordinario esempio di vita : AGNES
GONXHA BOJAXHIU
" Sono solo una matita, nelle mani di Dio"
Madre Teresa
Da un grande desiderio di Madre Teresa, nasce a Tirana...
Ospedale "Nostra Signora del Buon Consiglio"
Rruga
e Kavajes
96100 Tirana
Tel. 00355.42.23906 - Fax 00355.42.31125
Responsabile: P. Mariano Passerini
Per contribuire al completamento dell'Ospedale:
C/C BANCARIO N.
50005/30
Banca di Roma Ag. 18 - Roma
Pro Ospedale
"Nostra Signora del Buon Consiglio"
ABI: 3002.3 CAB: 05037.7
C/C POSTALE N.
26616037
intestato a:
Associazione "Amici Fondazione Nostra Signora del Buon Consiglio"
ONLUS
BIBLIOGRAFIA
R.
MOROZZO DELLA ROCCA, NAZIONE
E RELIGIONE IN ALBANIA (1920 - 1944),
Bologna.
LORENZO TACCHELLA, ILCATTOLICESIMO IN ALBANIA NEI SECOLI XVII E XVIII , Biblioteca Capitolare di Verona, Verona, 1984.
LORENZO TACCHELLA, LE ANTICHE SEDI EPISCOPALI LATINE, GRECHE, E BULGARE DELL'ALBANIA ETNICA E DELLA MACEDONIA, Biblioteca dell'accademia Olubrense, Milano, 1990.
ELEUTERIO F. FORTINO, LA FEDE CRISTIANA. BESA E KRISHTERË,, SCUOLA TIPOGRAFICA ITALO-ORIENTALE "S. NILO", Grottaferrata-Roma, 1992.
ELEUTERIO F. FORTINO, LA CHIESA BIZANTINA ALBANESE IN CALABRIA. TENSIONI E COMUNIONE, BIOS, 1994.
Testi di GEORGHIOS K. GHIAKOUMIS; fotografie di GREGORIS VLASSA, MONUMENTI BIZANTINI IN ALBANIA.
AA.VV., 1946-1996. GESUITI MARTIRI IN ALBANIA, SAN FEDELE EDIZIONI, 1996.
CARMELO
LA ROSA, IL SAPORE
DEL PANE. FRAMMENTI DI CHIESA IN ALBANIA, LA
MERIDIANA ED., MOLFETTA (BA), 1995.
San Fedele Edizioni