Questo
ipertesto è del 1994. E' uno dei primi realizzati in
Italia e nel suo genere continua a rimanere unico. Era stato
programmato (una quarantina di di pagine di linee di codice)
in Hypertalk, il linguaggio di programmazione multimediale
(in seguito ripreso dal Lingo di Direcror e da Toolbook, per
esempio), che tutti i computer Macintosh avevano a
disposizione fin dagli anni ottanta grazie al software
Hypercard. Ora ho realizzato questa versione per Internet
per quanto possibile fedele all'originale, anche se perde un
po' del suo fascino. Questo ipertesto ha una storia
particolare. Non è un lavoro didattico, non ha alcuno
scopo "pedagogico", ma è il tentativo di mettere
insieme un gruppo di amici per interpretare, ciascuno con la
propria sensibilità e professionalità, una
poesia contro la guerra. Questa storia è stata
raccontata nel convegno che io, Giancarlo Povero, Maresa
Vottero e Pompilio Ferraro, abbiamo organizzato a Torino nel
1995. La relazione presentata allora, è qui sotto
riprodotta. Questo lavoro
ipertestuale, proposto come ipotesi di lettura di un testo
poetico, nasce dall'intento di unire lettura e analisi
critica. L'interazione tra lettore e testo favorisce la
curiosità necessaria per il corretto approccio alla
letteratura ed alla poesia. Dal brano poetico si ramificano
connessioni logiche e strutturali che individuano le diverse
chiavi di lettura proposte. Dieci MB compattati in tre
dischetti racchiudono un complesso di oltre 300 schede delle
quali 263 di lettura con 239 rimandi che danno luogo ad
oltre un migliaio di collegamenti ipertestuali, lettura
vocale del testo integrale della poesia e 12 brani musicali,
permettendo un vasto e differenziato approccio. Questo primo lavoro
potrà essere integrato e rifinito (anche su CD), solo
attraverso l'utilizzo e la sperimentazione necessaria per un
prodotto che si propone insieme come mezzo e messaggio.
Questo ipertesto non
è una piccola enciclopedia. Si tratta del modo del
tutto personale con il quale due insegnanti: Alberto Pian di
lettere e Gian Carlo Povero di tecnica grafica, con la
preziosa collaborazione di Gian Maria Ferraro, attore di
teatro e direttore artistico, di Alberto Varaldo e Fabio
Gurian, compositori specializzati in musica per immagini,
hanno elaborato un proprio messaggio critico e formale a
partire dal testo di Ungaretti. In nessun caso il punto di
vista di Veglia è quindi stato nascosto (come la
scelta di realizzare la struttura in bianco e nero in
relazione al tema sulla guerra ed alla valenza che i termini
"notte" e "nottata" hanno avuto per il poeta, o sottolineare
una critica letteraria di cui non condividiamo i giudizi,
come nel caso della tradizionale critica espressa da
Ossola). Infatti si è
convinti che gli strumenti multimediali, iconici, di
comunicazione possano contribuire al rafforzamento del
messaggio e dei contenuti, alla proliferazione e discussione
di punti di vista critici e indipendenti. Il discorso di una
forma fine a se stessa non risulta interessante (tranne che
sotto il profilo artistico, naturalmente), e non ci sembra
didatticamente utile. Questo lavoro quindi
non è un'opera su Ungaretti, né tantomeno
sulla cultura del periodo in cui visse, benché vi
siano molti riferimenti. Si tratta invece di avvicinare
l'utente il più possibile ai collegamenti critici,
attraverso un percorso frutto di una personale valutazione
ed esperienza sia culturale che didattica. Non è una
"guida ipertestuale", ma un mezzo per comunicare in modo
diverso le proprie idee suscitando altre riflessioni in
colui che "naviga" nell'ipertesto. Ci si domanda infatti se
sia possibile dare, una volta per tutte, una sola
interpretazione di un testo letterario, valida in ogni epoca
e circostanza. E' possibile limitare il campo culturale ad
una specie di enciclopedismo? Sono domande che gli autori
sottopongono al pubblico, non nascondendo che prediligono un
impiego degli strumenti multimediali non per uniformare, ma
per diversificare le potenzialità critiche ed
intellettuali, per allargare il dibattito, socializzare i
punti di vista, esprimere dei giudizi. Gli autori sono
curiosi di vedere le reazioni del mondo scolastico e del
normale pubblico (Veglia non è creato espressamente
per la scuola), cogliendo l'occasione per contribuire ad
allargare l'uso didattico e critico - espressivo del
computer, argomento ancora largamente sottovalutato dagli
ambienti informatici, ma che merita una grande
attenzione.
Incontro - Convegno "Scuola &
Computer"