Futurismo

Movimento letterario ed artistico sorto nel primo decennio del 1900. I principi furono esposti nel primo "Manifesto" redatto da Marinetti a Parigi nel 1909. Il movimento futurista era caratterizzato dal rifiuto delle forme artistiche tradizionali per un linguaggio proiettato verso il futuro tecnologico, dell'automazione e delle macchine in genere, della velocità. Si trattava anche di sorprendere il pubblico, di creare scandali nei caffè e nelle conferenze, provocarlo con ogni mezzo, per esempio con la coincisione della prosa nella quale le parole possono anche essere slegate e disposte in modo completamente libero sul foglio ("parole in libertà"). Il sostegno alla guerra e il mito nelle vittorie furono un'altra componente rilevante dei futuristi che miravano a "ripulire" il mondo della vecchia tradizione. Questi temi poi si trasformarono nel culto della violenza, in esaltazione nazionalista e fascista (almeno per Marinetti, Palazzeschi invece ruppe con il gruppo). In sostanza il puro riferimento ad una "forma" artistica senza alcun valore concreto (la tecnologia, da loro tanto esaltata, è un altro aspetto superficiale e formale della nostra società), porta il movimento futurista a scivolare e a scomporsi in valori distruttivi e reazionari. Nel campo delle arti figurative invece i risultati sembrano più consistenti. Per esempio la ricerca dei pittori futuristi, tra i quali figurano Boccioni e Carrà, è sfociata nel tentativo di esprimere la plasticità delle forme sia apparenti che interiori.

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