Salvemini

Gaetano (Molfetta 1873 - Sorrento 1957). Storico intellettuale laico ed anticlericale aderì al Partito Socialista che abbandonò nel 1912 dopo essersi battuto senza successo per il suffragio universale. Grande denunciatore della corruzione e del clientelismo dei governi dell'epoca, Giolitti era da lui additato come "il ministro malavita". Rifiutò egli stesso di essere eletto quando scoprì che i suoi amici usavano mezzi poco puliti per favorirlo. Oppositore dell'aggressione colonialista italiana alla Libia, ruppe con La Voce (che invece era favorevole), e fondò l'Unità. Fu però interventista nella prima guerra mondiale, si arruolò ed andò sul Carso, ma venne posto in congedo per la sua fragilità fisica, aveva tuttavia previsto la disfatta di Caporetto. Favorevole ad una pace che rispettasse le nazionalità, organizzò gli ex combattenti e fu eletto deputato. Sostenitore energico della democrazia e dell'uguaglianza sociale, fu un grande oppositore del fascismo in patria ed all'estero (Stati Uniti), fu tra i fondatori di "Giustizia e Libertà" (rivista antifascista animata dai fratelli Rosselli). Accusato dal giornale filofascista "New York Times" di essere il promotore di un attentato in San Pietro, sfidò pubblicamente Mussolini a chiedere la sua estradizione. Nel secondo dopoguerra fu oppositore del regime democristiano, sostenitore della necessità di abrogare il Concordato e di liberare l'Italia dalla tutela clericale, difese fino all'ultimo la scuola pubblica contro le riforme reazionarie dei governi. Fu un intellettuale sempre osteggiato per le sue opinioni politiche e sociali opposte a quelle della classe dominante. Realizzò numerosi studi soprattutto a carattere storico.

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