Erodoto

Gige e la moglie di Candaule ( 1,8 - 1.13.2 )

 

La tentazione di Gige ( 1.8 )

Testo originale

Dunque questo Candaule fu veramente innamorato della sua sposa, ed amandola pensava di avere per moglie di gran lunga la più bella di tutte. Dato che pensava così - era infatti tra le guardie un certo Gige, figlio di Dascilo, a lui molto caro - Candaule gli confidava anche gli affari più importanti ed in particolare elogiava la bellezza della moglie. Passato non molto tempo, era infatti destino che capitasse a Candaule una disgrazia, diceva così a Gige: "Gige, penso che tu non mi creda quando ti parlo della bellezza di mia moglie ( succede infatti che gli uomini credano più agli occhi che alle orecchie ), fa' in modo di vederla nuda". Allora egli, gridando a gran voce per lo sconcerto, disse: "padrone, che discorso immorale fai, chiedendomi di vedere la mia padrona nuda? Una donna quando si toglie la veste contemporaneamente perde anche il pudore. Molto tempo fa gli uomini hanno scoperto i buoni precetti, dai quali bisogna imparare; in mezzo ad essi c'è questo, ognuno guardi le proprie cose. Io poi credo che essa sia la più bella di tutte le donne, e ti prego di non chiedermi cose immorali".

 

Il piano segreto di Candaule ( 1.9 )

Testo originale

9 Allora egli, dicendo così, rifiutava, poichè temeva che gliene potesse venire qualche male. Ma l'altro replicava in questo modo: "fatti coraggio, Gige, e non aver timore nè di me, che io ti dica questo per metterti alla prova, nè di mia moglie, che ti possa venire da parte sua qualche danno: infatti innanzi tutto farò in modo che lei non si accorga nemmeno di essere osservata da te. Io infatti ti collocherò nella stanza in cui dormiamo, dietro la porta aperta: appena sarò entrato, sarà giunta anche mia moglie per dormire. Vicino alla porta di ingresso c'è uno sgabello: su questo, spogliandosi delle vesti una ad una, le appoggerà e tu potrai con molta calma ammirarla. Quando poi si dirigerà dallo sgabello al letto e ti troverai alle sue spalle, fai attenzione allora che non ti veda mentre attraversi le porte".

 

Da dietro la porta ( 1.10 )

Testo originale

10 Dunque egli, dato che non poteva evitare l'ordine, era pronto ad obbedire. Allora Candaule, quando gli sembrava che fosse giunto il momento di andare a dormire, condusse Gige nella camera, e subito dopo giungeva anche la moglie; Gige la guardava entrare e deporre le vesti. Quando poi, mentre la donna andava verso il letto, si trovò alle sue spalle, fuggì via di nascosto. e la donna lo scorse mentre usciva. Tuttavia, pur avendo compreso cosa il marito avesse fatto, non gridò di vergogna nè mostrò di essersene accorta, dato che aveva in mente di punire il marito Candaule: infatti presso i Lidi, e quasi presso tutti gli altri barbari, anche il fatto che un uomo sia visto nudo porta ad un grande disonore.  

 

 

La regina mette alle strette Gige ( 1.11 )

Testo originale

11 Così, dunque, in quel momento, facendo finta di niente, rimaneva tranquilla. Appena però si era fatto giorno, dopo aver fatto preparare i servi che riteneva più fedeli, mandava a chiamare Gige. Ed egli, dato che credeva che ella non sapesse nulla dei fatti accaduti, chiamato si recò da lei: infatti era solito anche prima, quando la regina lo chiamava, andarla a trovare. Appena però Gige giunse, la regina gli disse così: "dato che ti stanno davanti due strade, Gige, ti do una possibilità di scelta, per quale tu vuoi dirigerti: o, infatti, una volta ucciso Candaule, prendi me ed il regno dei Lidi, oppure bisogna che tu stesso muoia subito, così che per l'avvenire tu, obbedendo in tutto a Candaule, non debba vedere ciò che non si deve. Ma dunque bisogna che muoia colui che ha progettato queste cose o che tu che mi hai visto nuda e che hai fatto ciò che non era lecito. Allora Gige prima si stupiva per ciò che era stato detto, poi la supplicava di non costringerlo a fare una scelta di tal genere; ma non la persuadeva affatto, anzi vedeva realmente che gli toccava la necessità di uccidere il padrone oppure di essere a sua volta ucciso da altri. Sceglie di sopravvivere. Poneva questa domanda: "Poichè mi costringi ad uccidere il mio padrone anche se io non voglio, suvvia ora che io sappia in che modo lo assaliremo"; ella interrompendolo disse: "l'attacco avrà luogo dallo stesso posto proprio dove egli mi mostrò nuda, e sarà mentre egli dorme".

 

Gige ottiene il regno dei Lidi ( 1.12 - 13 )

Testo originale

12 Così essi tramarono il piano, e, appena fu notte ( infatti Gige non veniva lasciato libero, e non aveva alcuna possibilità di scampo, ma bisognava che morisse lui o Candaule), seguiva nella stanza da letto la donna. Ella, dandogli un pugnale, lo nasconde dietro quella porta. Poi, mentre Candaule riposava, introdottosi di soppiatto e fattolo a pezzi, Gige ottenne la mogli ed il regno, ed anche Archiloco di Paro, vissuto nello stesso periodo, lo menzionò in un suo trimetro giambico. 13  Ottenne così il regno e fu confermato dall'oracolo di Delfi. Poichè infatti i Lidi consideravano orribile la morte di Candaule, e si erano armati, i partigiani di Gige e tutti gli altri Lidi si accordarono così: se l'oracolo avesse scelto lui per essere re dei Lidi, egli avrebbe regnato, se no, avrebbe restituito il potere agli Eraclidi.