Eschilo

 

AGAMENNONE

L’ubris degli uomini ( Agam. vv.750-781 )

TESTO ORIGINALE

    Fra i mortali esiste un antico discorso ripetuto fin dall’antichità, che la fortuna di un uomo, giunta al suo culmine di grandezza, generi figli e non muoia senza figli. E da una buona sorte per la stirpe germogli una sciagura insanabile. Io ho un pensiero unico e diverso dagli altri: l’azione empia, infatti, dopo un po’ ne genera di più, simili alla propria stirpe; invece il Destino delle case che vivono in perfetta giustizia ha sempre bei figli. Un atto di tracotanza antica è solito generarne fra i malvagi mortali uno nuovo, prima o poi, quando giunge il giorno prefissato di una nuova nascita: è Ate insolente, nera nelle case, demone invincibile in guerra, invincibile in battaglia, empio, simile ai suoi genitori. La Giustizia brilla, invece, nelle case con cattivi sistemi di aerazione, ed onora l’uomo pio. Abbandonando invece le case incrostate d’oro con sporcizia di mani volgendo gli occhi indietro, si accosta a quelle pie, poiché non venera la potenza della ricchezza falsamente insignita di lode: e tutto guida a compimento.