Sofocle

Edipo a Colono

 

La vita e la morte ( vv. 1211 - 1237 )

Testo originale

 

    Chiunque desidera una parte maggiore di vita, trascurando la parte giusta, per me sarà il custode di un’evidente follia. Perché i giorni lunghi molte cose producono più vicine al dolore e non riusciresti a vedere dove stanno i piaceri, quando uno dovesse cadere oltre al limite conveniente. Il tuo soccorritore, invece, che rende tutti uguali, quando si è rivelata l’ora di Ade priva di Imenei, priva di suoni e priva di danze, è la morte che pone fine a tutto. Non essere nati batte ogni discorso. Il secondo (bene) a grande distanza, invece, è andare, appena nati, là da dove si è giunti. Quando allora la giovinezza cessa di arrecare le leggere incoscienze, quale pena vaga per molto fuori (dalla tua vita)? Quale sofferenza non vi sarà compresa? Uccisioni, rivolte, discordia, battaglie ed invidia: ed è sopraggiunta la vecchiaia disprezzata, estrema, priva di forze, priva di amici ed ostile, dove tutti i mali peggiori convivono.