La seconda fase della guerra civile:

 Cesare e Pompeo

Il volto di G. Cesare

    Nel 58 a.C. Cesare lascia Roma per recarsi in Gallia alla guida di un'impresa immortalata dai suoi stessi diari, i Commentarii de bello Gallico. Al suo posto a Roma rimase Clodio, cui Pompeo - anch'egli impegnato fuori dall'Urbe per le continue campagne militari e forse memore di quanto già era accaduto a Silla - contrappose Milone. Tra il 58 ed il 56 a.C. Cesare completò la conquista di tutta la Gallia, ennesima provincia che sarebbe stata annessa alla gloria di Roma. Pompeo e Crasso, allarmati per l'enorme potere ( e consenso ) che Cesare stava accumulando, si incontrarono con quest'ultimo a Lucca nel 56 a.C.. Al termine dell'incontro, chiariti i rispettivi ruoli, Pompeo si recò in Spagna, Cesare in Gallia, dove tra il 54 ed il 52 a.C. si battè contro Vercingetorige sconfiggendolo infine con l'assedio di Alesia, e Crasso partì per la Siria, dove però trovò la morte assieme alle sue legioni per mano dei Parti, che ne catturarono anche con sommo disonore per Roma - le insegne militari.


    Nel 52 a.C. nel corso di una delle tante sedizioni organizzate a Roma dalle bande armate di cui Clodio e Milone si servivano a danno l'uno dell'altro, Clodio viene ucciso da Milone e viene difeso in tribunale proprio da Cicerone, che tuttavia era talmente terrorizzato dalla folla rumoreggiante che circondava i rostri ( le tribune degli oratori ) e dalle disagevoli condizioni per raggiungere la tribuna - aveva dovuto viaggiare in una portantina con le tende tutte tirate - da balbettare ed incespicare più volte durante la sua arringa. 

    La plebe, che sapeva bene che dietro Milone si nascondeva Pompeo, entrò in rivolta ed il senato nominò Pompeo consul sine collega per domare la rivolta. Come prima mossa Pompeo ed il senato, di comune accordo, ordinarono a Cesare di cedere la provincia della Gallia ad un successore ed a congedare il proprio esercito. 

    Cesare, dopo aver respinto la proposta, nel 49 a.C. varcò il Rubicone, che segnava il confine dell'Italia con la Gallia Cisalpina, e marciò su Roma. Pmpeo ed il senato, di fronte al pericolo, decisero di trasferirsi in Macedonia. Cesare affrontò le prime legioni di Pompeo a Durazzo e nel 48 a.C. a Farsalo sbaragliò definitivamente le sue truppe. Pompeo, sconfitto, cercò riparo in Egitto presso Tolomeo, ma fu ucciso dai cortigiani del sovrano, che tentavano di ingraziarsi Cesare. Cesare si invaghì di Cleopatra, che era in lotta con il fratello Tolomeo per il controllo del regno, ed a lei affidò il trono d'Egitto. La lunghissima serie di vittorie di Cesare proseguì con la sconfitta di Farnace, re del Ponto, nel 47 a.C. a Zela, con la sconfitta dei Pompeiani a Tapso nel 46 a.C. ed infine con la vittoria sui figli di Pompeo a Munda nel 45 a.C.. 


    Il 15 marzo del 44 a.C. - le famose idi di marzo - Cesare viene assassinato in una congiura ordita da Bruto e Cassio in nome della repubblica, perchè - sostenevano i congiurati in un discorso tenuto davanti al popolo ancora con i pugnali insanguinati - Cesare sarebbe stato pronto a proclamarsi re ed a porre fine alla democrazia così come fino ad allora da tempo immemorabile era stata concepita. 

Indice