Storia 1928a

IL CORTEO ATTRAVERSO LA CITTA DI TRIESTE

Segue la banda "G. Verdi" una squadra di giovani marinai con gagliardetto; vengono poi, l'azzurro gagliardetto della "Pullino" d'Isola, fiancheggiato dai componenti la Direzione, la corona d'alloro guadagnata ad Amsterdam e quindi, sempre portati a spalla, i baldi azzurri.
Subito dopo, il corteo di gonfaloni, gagliardetti e bandiere delle societa sportive, fra le quali abbiamo notato: la "Diadora" di Zara, .sezione di Trieste, con il presidente ing. Strena, il segretario signor Renzo Sisgoreo, i signori Savin e Pagan della Direzione; l'Associazione Sportiva- Edera, sezione nautica, con il signor Bosich; la Societa Ginnastica Triestino_; il medagliere dell'ex Club Veloce, ora 58.a Legione .sportiva; la Societa "Adria"; l'associazione XXX Ottobre; la Sezione nautica della Ginnastica; la "Filonautica", la bandiera della Lega Navale Italiana, sezione di Trieste, con il suo presidente cav. Manincor e il segretario signor Premuda; l'Unione Sportiva Triestina, il R. Yacht Club Adriaco, con il signor Strena ed alcuni .soci; l'Associazione sportiva "Sempre Avanti"; la "Timavo" di Monfalcone; la "Saturnia", molta altra folla e quindi la banda "Giuseppe Verdi" di Isola, diret'a dal maestro Virgilio Gotardi, con la bandiera e con i direttori signori Giovanni Goina e Giovanni Troian; il segretario del Podesta di Isola, signor Di Drusco e numerosi isolani, venuti espressamente a Trieste per accogliere e seguire i loro baldi cittadini.
Lungo tutto il percorso, la gente applaude e dalle finestre e da alcune vetture vengono lanciati fiori, mentre i campioni commossi. salutano.
Durante il vermouth d'onore, successivamente offerto dalla citta di Trieste, entusiastici discorsi vengono pronunciati da Autorita e rappresentanti di sodalizi triestini e giuliani all'indirizzo dei neocampioni e della societa.
Il saluto di Trieste viene porto dal vicepode.sta, dott. Grego, che dice:
"Col ritmo fervente e pulsante di vita che la nuova Italia impresse a ogni piu alta manifes'azione nazionale, voi avete riportato una vittoria, degna delle nobili tradizioni adriatiche, che sono in pari tempo gloriose e intatte tradizioni italiane.
In nome del podesta sen. Pitacco, oggi assente da Trieste, in nome mio, io vi saluto e vi esprimo tutta la grata ammirazione di Trieste non solo per la vittoria cosi luminosa, ma per la magnifica fede che avete avuto in essa, per l'ardore sicuro, con il quale l'avete raggiunta.
La vostra, prima di essere gloria istriana, prima di essere gloria adriatica, e e deve essere gloria d'Italia: ili Lei foste degni nel presente, di Lei sarete certamente degni nel futuro, se il pensiero di questa grande Madre amorosa, a cui tutto si deve, vi sorreggera nelle nobili gare sul mare, che Trieste, per mio mezzo, vi augura anche nell'avvenire brillanti e vittoriose.
Il vice-presidente della "Pullino", Dandri, si leva quindi a parlare.
"Valorosi reduci! Ho ricevuto l'ambito incarico di portarvi il prirrto saluto e l'espressione di riconoscenza da parte dei colleghi della Direzione e di tutti i soci della "Pullino".
"Non voglio aggiungere altre parole che esaltino la vostra vitto, ria.
"I fatti e non le parole glorificheranno le magnifiche gesta conipiute da voi per il trionfo sportivo d'Italia.
"La vostra citta sta per tributarvi gli onori dovuti e vi verra inc,,miro con il cuore di madre, orgogliosa d'aver potuto offrire alla grc;ride Patria l'ardire dei suoi figli.
_:E' piu che ttn fatto, o valorosi compe!,ui questo sara un rito.
"E' un rito anche questo omaggio fatto dalle atttori'a, dalle rappresentanze delle varie Societa, da Trieste ittita, alle quali io, a nome della nostra Societa, porgi i piu senlit rinf;raziatnen"i.
Si alza quindi a parlare il vicepresidente della sezione giuliana della Federazione Italiana di Canottaggio, sig. Nussa:
"Il presidente del Coinitolo sezionale giuliano, della Reale Federazione Italiana di Canottaggio, avv. Giorgio Amodeo, dolentissimo di non aver potuto esternarvi i1 plauso e la riconoscenza degli sportivi nairici della nostra Regione, e cio per uno sfortunato ritardo telegrafico, riti affida l'onorifico e quanto mai gradito incarico di porgervi, o eletti campioni, il suq piu entusiastico fervido .saluto.
"E questo il saluto dei Canottieri Giuliani, e il saluto commosso e sincero, ette viene dal piu profondo del cuore di ogni vostro compagno d i voga.
"E' il saluto che vi dice, o gloriosi camerati, tutto i1 nostro amore, fatta la nostra riconoscenza, tutta la nostra ammirazione.
"Poiche e solamente per esclusivo merito vostro, se oggi noi canottieri giuliani possiamo sen'irci pieni di orgogliosa fierezza. E sara ancora per merito vostro se oggi noi canottieri giuliani, dal vostro mirabile esempio di tenace volonta, di duro sacrificio di entusiastica fede, trarremo lo sprone a seguirvi nella via che ci avete meravigliosamente segnata.Verso Isola
Trieste 18 agosto 1928. Una folla di tifosi porta in trionfo per le vie della citta, gli olimpionici del 4 con ed il nuotatore Perentin
 

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L'IMBARCO SUL "TRIESTE"

"Dopo il vermio d'onore, sempre portati a spalla, gli olimpionici, seguiti dalle rappresentanze e dai gagliardetti, si sono recati quindi alla riva dove li attendeva il piroscafo "Trieste" dell'Istria-Trieste messo gentilmente a loro disposizione dalla Societa. In brevi momenti il piroscafo fu preso d'assalto e dopo poco era pieno di folla e di bandiere. Alle 18.30, accompagnati dal suono delle musiche e dagli evviva della folla sui moli, i vittoriosi vanno verso la loro citta che li attende ansiosa".
In precedenza, alla notizia della grande vittoria, il comitato organizzatore dei festeggiamenti aveva indirizzato alla popolazione di Isola il seguente manifesto.
"Sono sulla via del ritorno in Patria gli insuperabili nostri canottieri, gli imbattibili vogatori della Pullino, i formidabili atleti del remo, che alle Olimpiadi di Amsterdam, cinsero, nel nome d'Italia, la fronte dell'alloro della vittoria.
Or e tilt mese li abbiamo salutati partenti per la, meta invidiata. Li abbiamo abbracciati, li abbiamo baciati. Il nostro saluto era commosso. Nessuna parola di augurio, nessuna parola di raccomandazione, che noi conoscevamo i cuori, conoscevamo il braccio dei nostri ragazzi.
Modesti, semplici, dotati come sono di volonta tenace ed indomita, hanno coronato di ambito successo la nostra piu alta aspirazione. Conoscevano i ragazzi il loro grande e difficile dovere e, dopo di averlo assolto in maniera laudabile, facevano giungere a noi, per le vie dell'aria, la spartanamente laconica novella: "Nel nome dell'Italia, di Pullulo, di Armando Diaz, abbiamo vinto".
Hanno vinto!
Hanno superbamente trionfato! Per ben cinque volte la prora azzurra del nostro fragile legno, fregiato dal nome del leggendario condottiero delle legioni del Piave di Vittorio Veneto, ha violato per prima l'invidiato traguardo olimpionico.
I nostri azzurri canottieri lo hanno violato con la velocita del venlo, quasi a voler fra proprio motto il verso dantesco: "De' remi, facemmo ali al folle volo".
E .sull'antenna dell'onore, alle Olimpiadi, ad annunciare al mondo sportivo attonito, ed ammirato, la vittoria della giovinezza italica, e salito maestoso il sacro vessillo della Patria.
Cittadini!
Il Comitato prepara ai nostri giovani accoglienze riserbate ai grandi vincitori.
Tutta la cittadinanza che ha esultato all'annuncio primo di si grande vittoria, sapra accoglierli, come si accolgono gli eroi, come si accolgono i trionfatori.
Ai nostri azzurri rematori siano donati tutti i fiori dei nostri olezzanti giardini, tutti i ramoscelli, intrecciati a corona, dei nostri verdi lauri".
"L'ultimo saluto di Trieste fu dato all'armo vittorioso dalle imbarcazioni della "Diadora" e della "Saturnia" di Trieste. A bordo del piroscafo "Istria" regnava la piu schietta allegria e ben presto tutti gli.sportivi cantavano i1 ri'±ornello isolano: "La corrente elettrica e una corrente forte, chi tocca la Pullino pericolo di morte".
Appena fuori della diga s'incontra il piroscafo "Borgolauro" della Muggesana e, all'altezza di Punta Grossa, il piroscafo "Salvore", che salutano entusiasticamente il piroscafo che sventola la bandiera della "Pulliino".
Durante il tragitto la banda cittadina di Isola suona allegre marcie. Si era poco distanti da Isola quando alccme imbarcazioni della "Libertas" di Capodistria e della "Pollino" diedero il primo saluto ai reduci.

L'ASPETTO DELLA CITTADINA
Isola presenta l'aspetto piu festoso. Il molo assiepato di popolo aveva in testa un magnifico arco di tri;nfo.
Tuta la citta era imbandierata; non c'e finestra senza Tricolore. Un secondo arco di tri~rlfo e eretto di fronte alla colonia Principe Umberto, con la scritta: "Isola d'Istria saluta i prodi campioni olimpionici". Anche la canottiera e ornata a festa e vediamo prima em grande striscione con la scritta: "Diese de borse". Sulla Tacciata dell'tnnile casetta, elle serve da canottiera e da Direzione, c'e la .scritta: "Poverta di mezzi, ricchezza di virtu. De' remi facemmo ali a1 folle volo".
Anche la riva Nazario e ditta imbandierata e lo stesso le barche peschereccia. Nella piazza Garibaldi sorge un palco per le autorita e gli invitati.
Nella sala maggiore del Mzmicipio, completameute addobbata, e preparato per il rinfresco. Tutto l'addobbo era affidato e scrupolosamente eseguito dal pittore concittdino An'onio Zamarin.
Sul molo, assieme alle autorita e ai rappresentanti della Liberlas, della Pullino e di altre societa, pure la famiglia e la vedova Sauro.
La piazza Garibaldi e zeppa di cittadini. Si forma quindi uri corteo con in testa i Balilla, le Piccole Italiane, le Giovani lialiaue, le colonie marine, la Societa degli Amici dell'Infanzia di Trieste, bande cittadine, vigili al fuoco, autorita, e quindi oltre una trentina tra bandiere e gagliardetti.
Finalmente seguono i campioni, che sono portati a spalla dai loro amici. Viene quindi la banda cittadina e poi un lungo .stuolo di cittadini e i soci della "Ptdlino". Il coreo percorre la citta al canto e al suono di inni nazionali, mentre daee folte ali di popolo inneggiano ai baldi campioni e da tutte le finestre continua una pioggia di fiori.
Dopo una breve sosta davanti alla canottiera, il corteo riprende il canturino e finalmente si arriva in piazza Garibaldi. Le autorita prendono posto. Gli oratori entrano in Municipio e s'affacciano alla finestra; il Podesta dice:

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