Quando l'umanità ha preso la strada sbagliata ?
Questa è una domanda che molte persone si pongono quando incominciano a studiare senza pregiudizio le antichissime civiltà che ci hanno preceduto da diverse migliaia di anni e notano che in molti campi erano avanzatissimi. Notano spesso che certe conoscenze di allora noi le abbiamo acquisite solo da poco e che per migliaia di anni queste conoscenze le abbiamo trascurate e spesso derise come fossero pure fantasie o combattute come eresie. Perché è successo questo? Se ciò non fosse avvenuto l'umanità sarebbe molto diversa e probabilmente sarebbe già alla conquista dello spazio da diversi secoli.
Non ci troveremmo a porci questa domanda e constatare che spesso l'umanità ha subito delle regressioni. La nostra scienza e cosiddetta alta tecnologia ci fa credere di essere al massimo dell'evoluzione umana. Invece siamo forse al massimo della regressione essendo incapaci di riconoscere quali sono i valori fondamentali che rendono veramente una civiltà evoluta qualunque sia il suo momento storico e avanzamento tecnologico.
Prima di dare una risposta, penso sia utile prendere in considerazione alcune constatazioni che ho fatto durante le mie letture, poi la risposta verrà come ovvia conseguenza.
Le strabilianti conoscenze scientifiche degli antichi: Platone e Proclo
Platone (Roma, Musei Capitolini) e Proclo (Museo di Atene)
Numerosi libri sono stati scritti negli ultimi anni su una perduta antica civiltà che aveva conoscenze avanzatissime in diversi campi, ma la cultura accademica non ha ancora preso seriamente in esame tale constatazione né tantomeno spiegato come potessero le antiche civiltà possedere conoscenze nei vari campi paragonabili alle nostre e a volte superiori alle nostre. Ritroviamo negli antichi scritti egizi o sumerici frammenti di conoscenze in campo astronomico, matematico, medico, farmaceutico, metallurgico, giudiziario ecc che sembrano impensabili che fossero conosciute oltre 5 mila anni fa. Per esempio certe cognizioni di astronomia, come la precessione degli equinozi, o di fisica nucleare che noi conosciamo da poche decina di anni erano già note agli antichi. Se leggiamo i testi di Platone (428-327A.C) o i Commentari dei suoi seguaci, i cosiddetti Neoplatonici come Proclo (412-485 D.C ) troviamo conoscenze scientifiche note a noi solo da pochi decenni e comunque ancora sconosciute ad una grossa maggioranza delle persone colte contemporanee. Possiamo citare alcuni frasi di Proclo:
""(...) è evidente che nei cieli sussistono terra e fuoco, ma soprattutto il fuoco che ne definisce l'essenza, anche se ogni altro elemento è consustanziale ad esso (...)Siccome gli elementi sono concepiti puri, in un certo senso, ma in un altro sono frammisti, e la loro mescolanza produce i cieli che contengono tutte le cose in forma e qualità di fuoco.(..) Il Fuoco dei corpi celesti è leggero e luminoso, e non bisogna confonderlo con quello oscuro e pesante delle regioni terresti. Fuoco che non è perfettamente fuoco ma più un'energia..""( Proclo , Commentario al Timeo di Platone Lib.III)
In questo brano vengono esposti in modo semplice usando termini comprensibili a qualsiasi persona anche non colta, concetti di chimica e di fisica nucleare e stellare che solo persone esperte nel campo possono comprendere pienamente nella loro esattezza e per tale motivo penso non siano state finora prese in seria considerazione nel loro vero significato dagli storici della filosofia o delle scienze perchè anche per loro probabilmente non comprensibili. Se un uomo di scienze contemporaneo leggendo queste righe dà alla parola elementi il significato che ogni chimico conosce e alla parola Terra sostituisce Massa o Materia e a Fuoco sostituisce Energia (come Proclo stesso dichiara) allora tutto diventa chiaro ma anche sorprendente.
Non si può sapere, usando solo la fantasia, che tutti gli elementi vengono concepiti puri in un processo di fusione nucleare sulle stelle. Questa conoscenza è stata appurata relativamente da pochi anni dopo rigorosi studi di fisica nucleare. Proclo dice, come noi ora sappiamo, che l'universo è formato soprattutto di Energia, il fuoco che ne costituisce l'essenza, ma ogni elemento è consustanziale all'Energia . Materia ed energia sono legate tra loro. Anche questa verità scientifica è stata appurata da poco dopo la famosa equazione di Einstein. La materia si può trasformare in Energia e viceversa secondo questa relazione (E = mc2 ). Nell'esplosione delle supernove od altre entità stellari si sprigiona energia e si ha anche la combinazione dei vari elementi, la loro mescolanza produce i cieli, che dà luogo alla materia che produce gli astri non stellari, come i pianeti, le comete o il gas interstellare ed altri corpi.
Queste conoscenze sono state scoperte solo da pochi decenni ma ora possiamo chiederci, con stupore, come facessero allora a sapere come era formato l'universo, sapere che gli elementi si formano puri nei processi di fusione nucleare sulle stelle. Sappiamo solo che personaggi come Platone ed altri come Pitagora e gli Atomisti avevano attinto queste conoscenze dagli antichi Egizi o Sumeri. Molte di queste loro conoscenze, certamente incomprensibili anche per loro, venivano tramandate da generazioni ed in seguito probabilmente trasformate in mito o in fantastiche epiche. Credo che il mito nascesse dalla necessità di preservare queste conoscenze che però la ragione non riusciva a capire. Penso che in tal modo Platone trasformò tutta la fisica e la cosmologia in miti perchè non riusciva a capire con la ragione queste conoscenze che lui aveva ricevuto come iniziato dei misteri Egizi o come seguace dei Pitagorici. In particolare gli antichi filosofi greci non conoscendone più appieno il loro significato fecero notevoli modifiche a tali "miti" che erano derivati dai cosiddetti misteri o riti Egizi o Babilonesi. In seguito tali miti furono considerati il frutto di menti molto fantasiose e ancora oggi da parte di studiosi e insegnanti si continua a dire che le loro affermazioni erano frutto di solo fantasia. Ma un serio ricercatore di discipline sperimentali inconfutabili e non soggettive sa che tali risultati non possono essere frutto di fantasia.
Il brano di Proclo sopra riportato è tratto da Commentari molto estesi del Timeo di Platone, ma rileggendo le versioni tramandate del Timeo di Platone (per esempio seconda parte 54-57)si nota che molti di questi concetti sono spariti o semplificati da essere compresi in tutto altro modo. Anzi per me, che non sono avvezzo a tali letture mi sembrano discorsi senza senso e totalmente incomprensibili se non addirittura vaneggianti. Molto probabilmente nelle varie trascrizioni che Platone ha avuto, data la enorme popolarità che ha goduto nelle varie epoche, vi sono state manipolazioni per rendere il testo comprensibile a quei tempi ma in modo errato e forse per questo sono a volte vaneggianti. E' come se uno volesse tradurre un trattato di Fisica Nucleare o Chimica senza averne una minima conoscenza: Ne verrebbe fuori un testo senza senso. Ma Proclo, (412-485 D.C ) essendo stato il direttore dell'accademia Platonica di Atene per molti anni, deve aver letto il testo originario o perlomeno non manipolato, e quindi deve aver colto appieno il suo significato . Ma anche se Platone non avesse espresso così chiaramente questi concetti come ha fatto Proclo a dirli così chiaramente? Anche lui era un iniziato ai misteri Egizi e seguiva le dottrine orfiche e pitagoriche pur essendo già in pieno cristianesimo e quindi per queste idee perseguitato
In un brano di Platone nel Fedone si dice :
Mi sono convinto che la terra con la sua forma di sfera, non abbisogna d'aria o d'altra necessaria forza per non precipitare. A reggerla basta l'omogeneità diffusa in tutto il cielo in ogni direzione (...) posa pura in cielo. Quanto confluisce costantemente nelle viscere della terra è il fondo di cielo. A noi sfugge che abitiamo in queste viscere (...) La nostra aria la chiamiamo cielo, come fosse l'altro cielo, con gli astri che orbitano. (...)Se una persona giungesse al vertice dell'aria sporgendo il capo darebbe un'occhiata- e come un pesce affiorando scorge il nostro mondo- così potrebbe vedere l'altro cielo.
Quella terra, l'assoluta terra , a contemplarla dall'alto, apparirebbe all'occhio , più o meno , come quei palloni di cuoio a dodici riquadri con distinti colori. Una parte è porporina di miracoloso splendore. Un'altra parte oro (...) il resto è uno spettacolo di colore scintillante nell'iride dei diversi colori (...) Platone Fedone LVII-LVIII.
L'esattezza di questa immagine della terra vista dall'alto, come viene descritta da Platone nel Fedone è stata possibile verificare solo dopo le prime foto inviateci dai nostri satelliti artificiali. Platone dice che di tutto ciò
ne è stato persuaso da una persona. Spiegare che sono pura verità, questo è più complicato dell'arte di Glauco. Sapessi farlo, poi ho l'impressione che la mia vita non durerebbe a sufficienza.(...) Platone Fedone LVII
Da ciò si può capire che Platone è stato convinto della giustezza della sua immagine della terra soprattutto dall'alta saggezza della persona incontrata che non può nominare perchè probabilmente anche lui iniziato a questi misteri che dovevano rimanere segreti e per questo più avanti li definisce fantasie per non tradire totalmente il voto di segretezza. Inoltre dice chiaramente che non sa spiegarli con la ragione ma le accetta come verità perché rivelate da prestigiosa persona. Quanto fosse importante non svelare tali segreti lo conferma il mito di Orfeo.
Alcuni ,come Pausania, riportano 2 che Orfeo fu ucciso da Zeus con una folgore per aver divulgato i segreti degli Dei .
Come si può constatare queste conoscenze scientifiche soprattutto astronomiche che si ritrovano anche in testi più antichi, scritti o tramandati da antichissimi Sacerdoti, hanno trovato una esatta conferma nella scienza contemporanea. Per secoli questi antichi "Sacerdoti" avevano nascosto il vero significato dei loro misteri occultandoli in storie che sembrassero di pura fantasia. Solo i loro adepti o successori in quella carica potevano conoscere il vero significato. Alcuni Greci iniziati a questi misteri, furono i primi a rivelare al mondo queste conoscenze, che nelle epoche successive furono disperse e spesso ostacolate da religioni o istituzioni presuntuose e intolleranti che hanno imposto le loro false verità.
Ora mi chiedo: se siamo riusciti a cogliere in questi antichi testi, dopo che qualche millennio è trascorso dalla loro primaria fonte, scoperte scientifiche comprensibili solo ora, forse riusciremo, con una più attenta lettura, ritrovare in questi testi anche conoscenze che ancora non comprendiamo e che forse ci richiederanno altri secoli prima di trovare la loro evidenza. E come dice Proclo, la verità si trova negli antichi!
Oppure le mie sono solo Fantasie!!
Prof Graziano Baccolini
Dipartimento di Chimica Organica
Facoltà di Chimica Industriale, Viale Risorgimento 4 , 40136
Università di Bologna , Italy
E mail:baccolin@ms.fci.unibo.it
http://www.fci.unibo.it/~baccolin/
15 ottobre 2001
Bibliografia
1)Per avere alcune informazioni su Proclo, filosofo, matematico e astronomo poco conosciuto nonostante la sua notevole e sconvolgente produzione letteraria in diversi campi, leggere la monografia di Giovanni Reale Introduzione a Proclo ed Laterza 1989.
2)R. Graves I miti Greci ed Bompiani pg 100 ( Pausania, IX, 30,3, II,30 2;III 14 5.)
 
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