Medicine naturali spesso dannose

Erbe e tisane, no al fai-da-te

Di Laura Laurenzi, © La Repubblica, 14 giugno 2000

Roma - Allarme rosso sulle piante. Occhio al fai da te, al bricolage di chi si cura da solo con prodotti che possono risultare altamente tossici. L'equivoco di fondo, il luogo comune più diffuso, è che tutto ciò che è naturale non può fare male. E invece spesso è proprio l'opposto. Per tutelare il consumatore dalle innumerevoli insidie che si possono nascondere nei medicamenti vegetali si terrà oggi a Roma un convegno dal titolo "Piante medicinali, ruolo della fitomedicina, aspettative, limiti e sicurezza".

Curarsi secondo natura, pulsione veicolata dall'onda lunga delle mode New Age, sta diventando, oltre che una fede, un business anche in Italia, dove piuttosto scarsa è la conoscenza delle proprietà delle erbe pure fra i medici, e dove la legge che regolamentaun settore tanto delicato, attesa da una ventina d'anni, approvata alla Camera, deve ancora essere discussa al Senato. La nuova normativa prevede che i fitofarmaci siano suddivisi in due grosse categorie: la lista A, che include i medicamenti che possono essere venduti solo in farmacia e unicamente su presentazione di ricetta medica, e la lista B, che comprende invece tutti gli altri, liberamente acquistabili come integratori alimentari.

In un clima immancabilmente definito "da Far West", le vendite di fitofarmaci e di prodotti alle erbe segna nel nostro paese un incremento dell'11 per cento l' anno, contro il 20 per cento circa di paesi come la Germania e gli Stati Uniti. Si tratta di un grosso boom, che in Italia ha superato i mille miliardi annui.

Secondo l'Istat, il 22 per cento della popolazione fa uso di medicine non convenzionali, delle quali quella a base di erbe rappresenta una buona fetta. Le erboristerie nel nostro paese sono circa 4.300. Un dato per tutti: negli ultimi dieci anni l'importazione di ginseng, la radice dell'"albero della vita" le cui proprietà antiossidanti sono ancora in discussione, sono decuplicate, e hanno raggiunto i 2.620 quintali annui.

Ci si cura con le piante spesso saltando del tutto la figura del medico, e magari senza interpellare neppure l'erborista. La casistica più impressionante viene dagli Usa, dove sono stati censiti migliaia di avvelenamenti, reazioni allergiche gravi, danni permanenti alla salute e anche decessi. Il convegno di Roma, organizzato dall'Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali in collaborazione con l'Ordine provinciale dei medici, è il primo a porre al centro della discussione le garanzie da offrire al consumatore. Si parlerà di effetti collaterali e soprattutto di interferenze fra farmaci, di quello che può succedere quando si abusa di un medicamento naturale o di quando lo si associa a una medicina chimica. Si discuterà dei pericoli che la fitoterapia può rappresentare durante la gravidanza e l'allattamento, e in età pediatrica, e anche dei benefici in menopausa e nella terza età.

Ma soprattutto si approfondirà il problema dei controlli. Gli estratti delle piante, specie quelli provenienti dal Terzo Mondo, andrebbero monitorati per rilevare eventuali carichi di pesticidi, di metalli pesanti, di radioattività. Controlli che vengono eseguiti molto sporadicamente o non vengono eseguiti affatto. Si discuterà anche di sofisticazioni delle piante, spesso addizionate con farmaci e sostanze chimiche, e si sottolineerà l'importanza di esibire protocolli scientifici di ricerca che siano attendibili per non alimentare false speranze.

Quello che finora appare confermato è che le fitomedicine sono in grado di curare determinati disturbi lievi o cronici e non le forme acute: in genere si tratta di disturbi legati al sistema digerente, cardiovascolare, urinario, nervoso, respiratorio, muscolo-scheletrico. Un nuovo principio antitumorale sarebbe stato scoperto nell'aloe, in una sostanza che si chiama aloe-emodina, su cui sta lavorando un gruppo di ricerca italiano. Una nuova speranza per i malati di Alzheimer verrebbe invece dal bucaneve, e in particolare dalla galantamina, alcaloide in esso contenuto, secondo uno studio condotto in Israele. I fitoestrogeni contenuti nella soia prevengono l'osteoporosi e mitigano notevolmente le vampate di calore nelle donne in menopausa, mentre dalle radici della Moringa oleifera, o "albero che purifica", e dall'Artemisia annua vengono estratte sostanze che sembrano rivelarsi efficacissime contro la malaria.

 
 
"Avevo il collo bloccato con me ha funzionato"

© La Repubblica, 14 giugno 2000

Roma - (L.Lau.) Miracolata dalle erbe. Diffidente per natura, sia della medicina tradizionale che di quella alternativa, Maria De Filippi in poche ore ha risolto il suo problema.

Qual era la sua patologia?

«Avevo da sempre il muscolo del trapezio infiammato, perché dormo in una posizione sbagliata, a pancia in giù con la testa ruotata a sinistra, il che mi provocava di tanto in tanto, oltre a dolori lancinanti, il blocco completo del collo. Ci fu un giorno in cui non riuscivo quasi più a muovermi, nonostante le iniezioni di Voltaren, nonostante il chiropratico. Una mia amica mi ha fatto conoscere un dottore che cura con le erbe, un esperto di fitomedicina. Io ero molto scettica, ma mi sono dovuta ricredere. Dopo una visita accurata, mi ha dato un unguento e nel giro di un paio di giorni ho risolto il mio problema, senza dovere ingerire nulla».
E che erbe erano?
«Questo non lo so, mi sono fidata e basta, e ha funzionato. Ha funzionato anche quando ho avuto una forte infiammazione dopo un intervento a un dente. Ho fatto degli sciacqui ed è passato. Per curiosità mi sono cominciata ad interessare alla fitomedicina e mi sono ben presto resa conto quanto possa essere pericoloso entrare in erboristeria e comprare dei preparati senza nulla sapere degli effetti collaterali. La gente pensa che i prodotti alle erbe siano acqua di rose rispetto alle medicine che si acquistano in farmacia: un grande equivoco. E invece occorre la stessa cautela. Occorrerebbe al più presto una regolamentazione del settore, una legge. I pericoli sono due. Oltre ai fai da te, la grande quantità di imbroglioni e ciarlatani in circolazione: persone ignoranti e pericolose, che pretendono di curarti con preparati vegetali di cui spesso neanche loro conoscono le potenzialità.»
 
 
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