Al principio della seconda fase, il potenziale del complesso era ovviamente vincolato dai volumi di produzione del Portello, e si aggirava sulle 100.000 unita annue.

Giunti, quindi, al 1966 ad Arese erano operanti:

-tutti i reparti connessi con lo stampaggio e l'assemblaggio delle vetture Giulia berlina e Giulia GT (famiglie intanto ampliate con successive versioni);

- il reparto verniciatura delle sopracitate vetture;

- il reparto assemblaggio e vestizione finale, dove le scocche verniciate ricevevano le meccaniche (che arrivavano dal Portello) oltre agli arredi del corpo vettura, prodotti in Alfa o da fornitori esterni;

- la mensa aziendale;

- una pista di prova per testare eventuali problematiche di ogni singolo esemplare;

- il primo magazzino prodotti finiti, che riceveva non solo le vetture prodotte ad Arese ma anche quelle prodotte al Portello (capienza: 1600 vetture), dislocato un po' discosto dal resto dell'impianto;

- il magazzino della "ricambi", peraltro dotato dei primi calcolatori IBM per la gestione sia delle richieste da parte dei concessionari che della gestione del magazzino.

Parti fondamentali della terza fase erano anche la realizzazione della fonderia leghe leggere e la forgia materiali ferrosi.

Lo stabile destinato ad ospitare queste lavorazioni veniva realizzato a sud est di quello delle presse, ovvero al livello del magazzino ricambi, a valle quindi della spina mensa principale e ad est di quella secondaria. Nella pratica, era suddiviso in due al suo interno.

Purtroppo non dispongo di immagini dell'epoca specifiche dell'esterno dell'edificio, per cui posso solo utilizzare un'immagine presa come ricordo in uno dei primi viaggi "approfonditi" ad Arese. Quà io ed un amico milanese siamo davanti alla portineria est, quella di accesso ai reparti produttivi. Alla sinistra di chi guarda, è visibile la portineria. Dietro di noi c'è l'ala della mensa secondaria (sotto il grande tondo Alfa, che mi pare essere il medesimo della "ricambi" mentre a destra si intravede purtroppo solo un angolo del capannone della forgia / fonderia nello stato di fatto in cui si trovava.

 

Nel secondo semestre del 1968 l'Alfa Romeo aveva a listino alcuni modelli riconducibili alla vecchia produzione (serie 2600) nonchè le Giulia (ancora proliferate) e la nuova berlina di classe medio alta 1750, su base Giulia, nonchè le derivazioni di questa (GT Veloce e Spider). Nello stesso anno si registra l'introduzione del primo robot ad Arese.

I segni, comunque, più tangibili perchè molto visibili agli occhi dei passanti, della terza fase sono sicuramente il nuovo autosilo multipiano ed il palazzo del centro tecnico.

Il primo magazzino dei prodotti finiti era sicuramente insufficiente, daltronde era stato realizzato, volutamente distante dallo stabilimento, quale soluzione tampone, e va visto con la logica dei piccoli numeri che ancora erano propri dell'Alfa Romeo quando venne ideato. Con una produzione stimata, a regime, di 700 vetture al giorno, di certo 1600 posti coperti per gli stock stagionali erano pochi.

Ecco quindi il momento dell'ampliamento verso sud ovest, in quel rettangolo "incastonato" visibile dalla piantina, che ancora era rimasto largamente inutilizzato se escludiamo il primo autosilo.

Cinque piani, due rampe a spirale (uno per la salita ed uno per la discesa, un'originale scelta architettonica delle facciate tale da renderlo perfettamente riconoscibile. Davanti, verso la strada e quindi il confine dello stabilimento, un grande piazzale dotato di bracci di sostegno per le reti antigrandine a protezione delle vetture. Verso lo stabilimento, invece, era collegato da un sovrappasso, rivelatosi poi inutile. Il sottopasso, difatti, venne realizzato in previsione di una strada - passante di collegamento fra il viale Alfa Romeo e il comune di Lainate, posto poco più a nord ovest dello stabilimento. Nella previsione, quindi, la strada sarebbe passata sotto la rampa di collegamento, per poi risalire e sovrappassare un binario ferroviario nonchè il torrente Lura (che costituisce il confine a nord ovest del sito) e prendere la via dei campi verso Lainate.

Non se ne fece nulla, ma il sottopasso rimase. Ho accennato ad un binario ferroviario.  Dalla stazione di Garbagnate giungeva infatti un binario dedicato che, aggirando l'abitato, entrava da nord est in stabilimento dietro il capannone delle presse subito dopo aver sovrastato il torrente Villoresi, faceva una curva ed andava a dividersi presso il lato nord del fabbricato della verniciatura. Quella zona, infatti, posta a ridosso dell'uscita delle vetture dal reparto di abbigliamento e vestizione finale, era destinata a stoccaggio vetture. Altro ramo del binario, invece, correva parallelo al confine nord ovest e raggiungeva, in trincea, la parte posteriore del silos, di fatto costituendo il limite fra esso e il parcheggio fornitori del costruendo centro direzionale.

Il silos visto da ovest. In alto campeggiano due scritte luminose in corsivo Alfa Romeo, di cui una (quella a ovest) ancora esistente, l'altra (a sud) rimossa. A sinistra della rotonda sul viale Alfa Romeo iniziava il sottopasso per Lainate di cui si trova cenno nel testo. Le torrette sovrastanti il tetto sono in corrispondenza delle due rampe a spirale che permettono una la discesa, l'altra la salita ai piani superiori. La parte sterrata e verde che si nota in primo piano, utilizzata quì per stoccare dei veicoli commerciali, fa intuire la trincea della ferrovia (notare il contrafforte in cemento). Il posteggio ancora più in primo piano è separato, ed è quello "fornitori" del centro direzionale. Antistante il silos, ed a destra nella foto, vaste aree di stoccaggio vetture finite.

 

La terza fase poteva dirsi conclusa, ma mancavano ancora tutte quelle lavorazioni meccaniche (assemblaggi di motore, di cambi, di ponti) rimaste al Portello.

All'uopo sarebbe stato realizzato apposito stabile, collocato vicino a quello della ricambi e subito a ridosso della mensa secondaria. Avrebbe quindi completato il fronte che possiamo definire "secondario" degli edifici, quello rivolto verso la strada che porta a Garbagnate.

Questa immagine è del 2001 e mostra l'angolo dell'edificio delle lavorazioni meccaniche rivolto verso la ricambi e la strada per Garbagnate, che corre subito fuori la cancellata visibile sulla destra. Percorrendo il viale interno, si giunge alla portineria est e quindi al reparto fonderia / forgia.

Mentre, entro il 1970 venivano trasportate tutte le attrezzature atte alla produzione, anche delle piccole serie, e si ingrandivano gli edifici destinati a servizi sociali e di supporto, la direzione, la progettazione e l'esperienze erano rimaste al Portello.

Nonostante le lotte sindacali susseguitesi al 1968, e continuate fino agli anni '80, che all'Alfa Romeo (statale) hanno avuto parecchi proseliti e risvolti anche tragici (non solo riguardo la produzione) - da quì l'appellativo di "cattedrale dei metalmeccanici" - il programma di costruzione dello stabilimento continuava.

Occorreva realizzare il centro tecnico, ove sarebbero stati ospitati tutti gli uffici legati alla progettazione ed a tutti i risvolti tecnici della produzione e dell'assistenza.

Ancora, il centro direzionale, adibito ad uffici non solo della dirigenza, ma anche commerciali, corredato dalla filiale di vendita diretta ai dipendenti nonchè da, voluto da Satta, un museo aziendale che coprisse la storia dell'Alfa Romeo. Fu una lodevole intuizione, se non la prima fra le prime, di un museo aziendale. Anche questo la dice lunga sulla lungimiranza di quest'uomo, che ha contribuito a far grande l'Alfa Romeo.

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