Nel 1974, quando Luraghi veniva costretto a lasciare la sua carica di presidente, tutto il management si era da poco spostato nel nuovo centro direzionale di Arese, precisamente al quinto piano. Portello sud, quindi, stava correndo verso la sua fine. Nel 1985 vennero prese le ultime fotografie che ci mostrano uno stabilimento oramai smantellato sotto una copiosa coltre di neve che copre delle Alfetta invendute. Mentre Arese festeggiava la 75 e l'Alfa celebrava quindi i suoi primi 75 anni, una zona del Portello moriva. La Fiera di Milano, poco distante, era affamata di spazi. Dobbiamo essere grati alla "nuova Portello" che ha mantenuto lo storico angolo di via Gattamelata 45 così come era.

         

Si sta implementando lo stile della 164 presso il centro stile della casa: questi sono gli studi totalmente "made in Alfa", poi abbandonati quando la dirigenza opterà per le proposte di Pininfarina.

Ma Portello nord era ancora in vita: ufficio stampa, salone di vendita, esperienze (con non molto lavoro, a dire il vero, visto che vi era un reparto esperienza anche ad Arese) erano ancora operativi, così come il vasto centro stile.

Buchi nel pavimento per l'ispezione delle auto: questo era il centro esperienze, dove fu messa a punto anche l'Alfetta prima del lancio. Ubicato all'angolo fra la Circonvallazione e Via Traiano, è stato uno degli ultimi edifici rasi al suolo all'inizio del 2002.

Stesso posto, visto dal lato opposto, qualche anno dopo.

L'ultimo reparto chiuso fu il centro stile durante gli anni '90. Dopo che la Fiat comperò l'Alfa, il Portello fu totalmente dismesso e: lo showroom fu chiuso, il centro stile spostato ad Arese dove la "ricambi" era stata smantellata (le parti vennero tutte portate a Volvera, dove è il magazzino ricambi di tutto il gruppo Fiat), il reparto esperienze fu totalmente trasferito ad Arese.

Una vista del centro stile: ci sono tre studi per la 164: da destra a sinistra, il primo è un prototipo di forma visto anche sulla rivista "il Quadrifoglio", costruito dal centro stile e poi scartato dalla dirigenza. La seconda (quella sul tetto) è sicuramente una maquette di Pininfarina. L'ultima sembra essere un edizione rinnovata della 164.

Il Portello stava quindi morendo senza interessi su di se: solamente gli Alfisti ogni tanto andavano in una sorta di "pellegrinaggio" mirato, il più delle volte, ad ottenere qualcosa usando i tipici sistemi italiani (e sovente con successo). Il nuovo proprietario dell'Alfa lascio l'area abbandonata per qualche anno, poi la cedette al Comune di Milano: non aveva, evidentemente, l'interesse per trasferirvi magari il museo o tenere viva una testimonianza della storica sede che da dato origine alla tradizione Alfa. Contestualmente, quindi, alle tante citazioni nelle brochures relative alle storia gloriosa del passato Alfa Romeo, nella realtà il Portello stava diventando una zona adatta a fare da sfondo o da cornice a films e a spots. Nello showroom, addirittura, venne collocato per alcuni mesi un supermarket. Ma il Portello era anche, più tristemente, la casa di extracomunitari o drogati. Entrare, di straforo, al Portello era un rischio. Di notte poi equivaleva a volersi mettere nei guai. Ci furono molti episodi di vandalismo, come mi ha riferito personalmente una persona che entroò: "ho visto una notevole quantità di sedili ed altri particolari degli interni buttati nei buchi di ispezione e poi bruciati". Dal rombo delle Giulietta al presente zeppo di atti vandalici e distruzione.

Una vista esterna di Via Grosotto 7, dove era ubicato lo showroo,. Molto sviluppato in lunghezza, alto due piani più lo scantinato, pieno di finestre, questa vista ce lo mostra non ancora adibito a supermercato come sarà nel 2000.

Nel 1988 iniziò la demolizione dell'area sud: questa zona è quella dove oggi è collocato il parcheggio della Fiera di Milano ed alcuni padiglioni chiamati appunto "padiglioni Portello". Dove camminavano persone del calibro di Busso, Satta e Jano ora si può parcheggiare qualsiasi vettura. Ogni cosa è business, non c'è troppo spazio per le memorie od il tributo.

Una visione interna: è visibile la rampa che veniva usata per arrivare, in auto, al primo piano del centro stile. Questa rampa è menzionata in un numero de "il Quadrifoglio" allorchè si parla della genesi dell'Alfa 90: "l'Alfetta blindata con a bordo il Presidente Massacesi entra dall'ingresso di Via Traiano e raggiunge il centro stile, dopo aver salito una rampa circolare". Eccola quì.

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Una vista più ravvicinata e dell'interno della rampa

 

 

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