Ho scattato questa foto da Via Traiano e guardando verso l'angolo oppsto; dietro gli alberi c'era il vasto centro stile, che arrivava, senza soluzione di continuità, quasi fino a muro che si vede verso sinistra e che delimita lo stabilimento dalla Circonvallazione (ci sono, sopra, i cartelloni pubblicitari). E' visibile, a sinistra, un'altro angolo del reparto esperienza. Il grande capannone visibile dietro gli alberi, in secondo piano, è la fonderia.

La mia visita del gennaio 2002 - riassunto e carrellata fotografica

Talvolta la vita è strana! Ho iniziato ad andare frequentemente a Milano fin dal 1997. Sono oramai passati sei anni. Ho iniziato perchè entrato in contatto con un altro Alfista, che fra l'altro vive non lontano dalla zona del Portello, e che mi ha portato per la prima volta a fare un giro attorno ai siti Alfa. Per me Milano è l'Alfa e l'Alfa è Milano. Andrea D.D. è il proprietario della 2000 berlina usata e ritratta nelle foto del nostro primo randevouz. Mi ricordo come se fosse oggi che un pomeriggio (io all'epoca lavoravo in proprio e lui studiava, per cui tempo libero eccome se ce n'era!) ebbe l'idea di andare a fare un giro con la sua Alfetta 2.0 L. E per la prima volta vidi il Portello da fuori. Mi apparve (quasi mi vergogno a dirlo ora!) un qualcosa di poco interessante, sicuramente era poco invitante, di scarsamente interessante. In quel periodo io ero interessato a scoprire tutto dell'Alfetta, ero nel direttivo di un club Alfa, continuavo la mia opera di collezionista di manualistica: non avevo tempo e voglia di mettermi a studiare anche le fabbriche.  Anche quando guidavo la mia Alfetta sul ponte della Ghisolfa o sulla Circonvallazione non mi ricordavo di essere nella zona della storica fabbrica dell'Alfa. Ogni volta io mio amico doveva ricordarmelo. Da quel momento e fino alla fine del 2001 io non ho avuto più occasione di vedere il Portello. Ad Arese andavo spesso, ma al Portello non ci ero andato più. Ma alla fine del 2001 la situazione stava precipitando. Le testimonianze dirette degli amici me lo confermavano. Uno dei miei amici deve passare ogni mattina in una strada che corre ai lati del Portello e così ogni mattina, all'ora della colazione, io venivo informato tramite SMS della situazione reale, giorno per giorno. E mi venne in mente di quando un conoscente mi disse di essere entrato senza permesso, di nascosto, trovando una marea di automobilia e di altre cose. Non avevo voglia di entrare senza permesso. Lo avrei forse fatto se ad una richiesta esplicita mi avessero risposto "picche". Come si può vedere, infatti, le fotografie di dicembre sono prese tutte dall'esterno. Stavamo arrivando oramai a Natale ed all'anno nuovo. Nonostante la neve gli operai ci davano dentro di brutto, la demolizione proceveda alacremente.  Avevo un timore ricorrente: i padiglioni sopravvissuti del Portello avrebbero visto il nuovo anno? Ed allora l'orgoglio Alfista prese il sopravvento. Mi decisi che mi ero scocciato di fare i giri del perimetro, di prendere foto da fuori, di rischiare di rompermi un qualcosa arrampicandomi alle malferme e malmesse recinzioni di sicurezza del cantiere per vedere dentro. Basta cancelli fra me e lo stabilimento, era tempo di entrare nello storico stabilimento prima della fine almeno una volta. E tutto è nato così, come una fiammata. Chi mi conosce sa che sono così. Pondero, pondero, poi quando dico che mi sono scocciato mi infiammo e parto a testa bassa. E di norma col metodo giusto, ed ottengo. Oltretutto ero convinto che qualcuno avrebbe accettato la mia richiesta, che veniva da un cuore innamorato dell'Alfa e senza fini di lucro. Così ho scritto una lettera col cuore in mano, cercando di unire il sentimento che ovviamente traspariva con una certa forma che non facesse archiviare tutto come l'atto di uno psichicamente instabili. Ne sono venute fuori due pagine, faxate subito ad una persona che mi era stata segnalata, dopo ricerche mie, come la responsabile del cantiere presso la nuova proprietà. Alla fine delle vacanze di Natale il cellulare suona, è un altro cellulare il cui numero non conosco. Era l'ingegnere: aveva ricevuto, aveva accordato la visita, si sarebbe tenuta il 16 di gennaio 2002. Da una provincia un Alfista fattosi da se era andato a segno. Sembro esagerato ma è così. Chiesi con congruo anticipo un paio di giorni di ferie, ed io e mio cugino, presa la mia 75, arrivammo a Milano il giorno prima. Un amico ci offrì ospitalità. La mattina dopo, di buon'ora, dopo aver sghiacciato la macchina eravamo dinanzi al Portello per entrare nella zona sacra. I paragrafi seguenti e le foto sono il riassunto di quel giorno particolare.

" Non c'è più molto da vedere" furono le prime parole dette, dopo i saluti di rito, dall'Ingegner Moroni della "nuova Portello". Avevo da poco parcheggiato la 75 in Viale Papa, appena fuori dal cancello da dove di norma entravano le maestranze e da dove passavano le macchine dell'Autodelta, un cui ufficio era proprio a destra del cancello, appena entrati. Io comunque la situazione la conoscevo parecchio bene: ancora la sera prima, faceva un freddo da morire, eravamo andati sul luogo usando un'Alfetta ed avevamo dato un'occhiata: ero mancato da Milano due settimane, la demolizione era andata avanti, ed infatti mi "mancavano" un paio di muri. Grazie ai potenti fari della Fiera, sul lato opposto, la nostra "delegazione" avevamo visto che lo showroom oramai non esisteva più, neanche quel centimetro che era rimasto una settimana dopo la foto ricordo che, grazie a Dio, avevamo scattato su mia intuizione. La sorpresa, però, l'aveva data la fonderia. Si trattava di un capannone in realtà costituito di due porzioni. Una facciata, quella verso la circonvallazione, nel massimo splendore del Portello andava dall'angolo della fonderia sino all'angolo delle esperienze. L'angolo delle esperienze l'avevano buttato giù, ma la facciata che occludeva alla vista la parte, più bassa, retrostante, della fonderia era rimasta in piedi. Compreso un enorme buco che non capivo: come se da dentro qualcosa fosse stato lanciato all'esterno, pareva fosse scoppiata una bomba. Adesso la fonderia era stata cancellata per 1/4. Ad ogni modo l'importante era entrare, fosse solo per dire: "sono entrato là". L'Ing. Moroni, con una buona dose di pazienza, è stato un'ottima guida: siamo andati ogni posto dove abbiamo potuto, dentro, fuori, sopra, sotto; ha risposto alle nostre domande, e via discorrendo. Ho scoperto del Portello un sacco di cose: il Portello, infatti, lo avevo iniziato a studiare solamente un mese prima. Tranne un volume "sui generis" il cui autore poi ho avuto modo di frequentare, non avevo trovato, sul Portello, che la solita "aria fritta".

La mensa è in secondo piano. Dove si vede la rete di sicurezza arancione c'era la rampa di accesso al primo piano del centro stile.

 

Una vista più vicina della zona della rampa.

Guardando da sud a nord, avendo alle spalle la circonvallazione e davanti il cancello dove siamo entrati. Quà siamo nella zona del centro stile, anzi, questi sono gli scantinati del centro stile. Questo padiglione, parecchio ampio, fu usato negli anni '90 come set per il film "Nirvana" di G. Salvatores. Durante le riprese, fra addetti ai lavori e comparse, molte persone hanno avuto occasione di entrare e parecchio materiale che ancora era al Portello fu portato via.

Il centro stile sarebbe dietro di noi, noi adesso siamo camminando verso l'area sud. Questo è uno dei tanti sottopassaggi. Date le dimensioni, questo era carrozzabile dalle automobili ad eccezione di altri che sono solamente pedonali. Questo sottopasso è collocato fra la fonderia ed il reparto esperienze. Guardando dritto davanti, è visibilissima la luce che arriva dall'alto alla fine del sottopassaggio. La luce arriva dalla zona sud, e precisamente da quel piazzale che presto verrù usato come parcheggio per la fiera.

Siamo arrivati fino a dove potevamo: l'acqua, filtrando dall'altro, ha creato una sorta di laghetto, ed era impossibile arrivare dall'altro lato. E' ora molto visibile la curva a sinistra alla fine del tunnel.

 

Dopo essere entrati un po' all'interno, abbiamo scorto un altro passaggio laterale su entrambi i lati. Ho scattato questa foto che mostra il lato sinistro. Questo lungo passaggio arriva fino all'angolo del reparto esperienze su Via Traiano. Ci è stato detto che il Portello ha una "seconda città" sotto la sua area.

 

Uscendo dal sottopassaggio, possiamo vedere meglio che siamo a sinistra di quello che era il reparto esperienze. Sulla sinistra, appena dopo i tre alberi, inizia la parte retrostante della fonderia.

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