COSTRUZIONE DI UNO SCAFO IN LEGNO

   

L’OSSATURA

 

Se esaminiamo da un punto di vista costruttivo lo scafo in legno di tipo tradizionale, vedremo che il suo scheletro è composto, anzitutto, da un lungo e robusto elemento centrale chiamato chiglia, di solito rinforzato superiormente da un corrispondente elemento longitudinale chiamato paramezzale. Nella sua parte anteriore la chiglia si collega alla ruota di prua, spesso con l'aiuto di un bracciolo o di una controruota che aumentano la solidità della giuntura; il tratto a curvatura più accentuata che raccorda la ruota di prua con la chiglia è detto piè di ruota.  Altrettanto avviene all'estremità posteriore, dove la chiglia si attacca al dritto di poppa con un bracciolo o, nelle barche più grandi, con un controdritto; l'unione del dritto alla chiglia è detto calcagnolo .

 

Dalla chiglia e dal paramezzale (che rappresentano un po' la spina dorsale dello scafo) partono quelle che possiamo considerare le costole di questa ossatura, vale a dire le costole (dette anche corbe, coste) le quali, procedendo via via verso prua o verso poppa, diventano sempre più stellate, cioè sempre più angolate nella parte bassa

Nella parte interna esse sono collegate longitudinalmente tra loro da una o più lunghe strisce chiamate serrette, sulle più alte delle quali, dette dormienti, si appoggiano trasversalmente le teste dei bagli (travi che collegano i fianchi dello scafo e sostengono la coperta).  Se la barca è Piccola e non ha coperta, sulla serretta . Più alta si appoggiano le teste dei banchi .

 

Sulle strutture più basse si appoggia, invece, il pagliolato (o pagliolo), cioè il pavimento della barca, composto da diverse parti, spesso amovibili, allo scopo di consentire di raggiungere agevolmente la parte interna più bassa della barca, vale a dire la sottostante sentina.

La parte più bassa di una costola (piatta, oppure variamente angolata, cioè stellata) è chiamata madiere e le sue parti più alte (più o meno vicine alla verticale) sono chiamate staminali o scalmi.  I tratti a curvatura più accentuata che raccordano le parti

anzidette sono chiamati ginocchi.  Per consentire il flusso dell'acqua che inevitabilmente

si raccoglie in sentina, si praticano nei madieri dei fori chiamati biscie.

 I bagli hanno la funzione di chiudere superiormente l'ossatura dello scafo, di dare solidità alla struttura delle ordinate e di fornire un sostegno alla coperta.  Essi presentano quasi sempre una leggera curvatura verso l'alto, che facilita lo scolo laterale dell’acqua dalla coperta .  La saetta di questa curvatura viene chiamata bolzone

La curva che lo scafo presenta longitudinalmente nella sua parte più alta si chiama curva dei cavallino (o cavallino, o insellatura e la prua, quasi sempre, è leggermente più alta della poppa.  In certe barche la curva del cavallino, invece di essere concava, è convessa verso l'alto e, allora, si chiama cavallino rovescio .

L’attuale forma del cavallino ( neutro) offre buona stabilità allo scafo.

 

 

IL FASCIAME E LA COPERTA

 

Per rendere galleggiante lo scafo, l'ossatura viene ricoperta all'esterno col fasciame, costituito da corsi di lunghe tavole di legno fissate alle ordinate e che, con le loro teste, si incastrano anteriormente in un'apposita scanalatura (battura) della ruota di prua, e posteriormente nella battura del dritto di poppa oppure direttamente sullo specchio di poppa, detto anche quadro se si tratta di una barca che ha la poppa quadra anziché affilata.  Si chiama comento la linea di unione di due corsi di fasciame attigui .

 

Nelle barche maggiori, il primo corso (o filo) di fasciame che si attacca alla chiglia e al paramezzale , incastrandosi nella battura , si chiama torello.  Partendo dal torello e proseguendo verso l'alto, troveremo, via via, il controtorello, i corsi del piano di carena ,quelli del ginocchio (o lomboli), quelli di murata (o dei fianchi), per terminare in alto coi corsi di cinta ed infine con le soglie (o suole) .

 

 

Il collegamento dei bordi con la ruota di prua viene rinforzato mediante la cosi detta ghirlanda, e allo specchio di poppa mediante due braccioli , (o da una struttura unica detta coronamento)[1].

Nella sua parte superiore, lo scafo viene chiuso dalla coperta (ponte), fatta anch'essa di lunghe tavole fissate sui bagli (o di fogli di legno compensato); la tavola più esterna (si chiama suola (e, talvolta, trincarino) e copre le teste dei bagli.  Nelle barche maggiori, sopra le suole, si trova un ulteriore corso di fasciame, chiamato falchetta.  In questo caso, per consentire l'uscita dell'acqua convogliata verso i bordí dalla convessità della coperta, vi si praticano dei fori chiamati ombrinali .

 

Si chiama masca o mascone la zona laterale della parte prodiera dello scafo; in particolare, è detta anca quel punto in cui la fiancata (cioè la parte laterale della barca, detta pure murata), si arrotonda per formare la poppa.

Nelle barche a chiglia fissa c'è una zona a poppavia detta pozzo o pozzetto, in cui prende posto l'equipaggio. Il resto della coperta è chiuso con una tuga, la quale ha, però, diverse aperture per consentire il passaggio sia degli uomini (attraverso i boccaporti o portelli) che dell’aria e della luce (attraverso gli osterie) .

Il pozzetto deve essere stagno con la particolarità di vuotarsi da solo per Mezzo

 

di alcuni orifizi, posti nella sua parte bassa, che scaricano subito all’esterno l'acqua

che eventualmente vi penetri .



[1] Si chiamava coronamento la parte più alta e riccamente ornata della poppa degli antichi vascelli; n nome ,è rimasto per indicare la parte superiore della poppa in genere.