STATE
GIÀ RICONOSCENDO QUALCUNO?
RICONOSCETE
ANCHE ALCUNE VOSTRE TENDENZE CONTRO CUI LOTTATE? Non è facile.
Non è facile vivere ed essere consapevoli di ciò che ci scivola
attorno. Ad esempio: perché tanta mediocrità in politica? Perché tanti
nazionalismi che risorgono, illogici e crudeli, apportatori di lutti e
sofferenze? Perché tante coppie e famiglie in crisi? Perché così pochi bambini?
Perché siamo tutti sempre un poco più soli?
Perché, perché, perché?
Vivere consapevolmente la nostra vita significa interrogarci
sulle cause. Che certamente sono più d'una, tra queste c'è il malefico
influsso, quello che Giorgio Gaber definisce il «dio BAMBINO».
Il dio BAMBINO è il titolo dello spettacolo, un unico lungo
toccante monologo, che Gaber ha portato sul palcoscenico del Piccolo Teatro di
Milano un anno fa.
Ma il «dio BAMBINO» è anche una divinità tirannica che ci vuole
prigionieri in un'eterna fanciullezza.
Che ci impedisce di crescere.
L'adulto mai cresciuto, l'adulto MALATO d'infantilismo, il
bambinone ha, secondo Gaber, le seguenti caratteristiche: più che ad amare, i suoi sforzi sono rivolti a rendersi
amabile, quindi anziché a donare è tutto proteso a ricevere; è egocentrico e
misura gli eventi mondiali in base all'influenza che possono avere sulla sua
vita; è narcisista, ossia si piace molto e gode nel sentirsi contemplato; è
individualista, non avrà alcun senso comunitario e godrà nell'esporre le
proprie idee mentre quelle altrui non avranno per lui alcun interesse; dirà
sempre «io-io» e mai «noi-noi».
Gratificazioni cercasi: il nazionalista vede tutto il bene nel
proprio gruppo e nessun bene negli altri gruppi. E’ incapace di confronto. Il
nazionalismo è il narcisismo elevato alla potenza: non del singolo individuo ma
della singola nazione. Se il patriottismo è positivo, il nazionalismo ne è la
banalizzazione infantile.
I popoli-bambini, non cresciuti, privi di solidità interiore, si
danno una solidarietà esteriore: l’esaltazione del dato raziale.
Non
come scrisse Einstain nel suo certificato d’immigrazione negli Usa: “appartengo
alla razza umana”.
Chiuso nel suo individualismo narcisista, vittima della più
cruda solitudine, cercherà di circondarsi sempre più di oggetti che lo
gratifichino.
Di più: tratterà gli stessi individui come se fossero oggetti. Poiché
una delle leggi del consumismo è “usa e getta”, il consumista si perderà in un
vortice di capricci (cambierà molte donne, divorzierà, condurrà un tenore di
vita dispendioso) e non riuscirà mai a colmare la sua insoddisfazione e
solitudine. Un vicolo cieco, nel quale l’avrà condotto anche il dio BAMBINO.
(Umberto Folena Milizia Mariana sett. 94, n.7, p.9 )
La
terra appartiene a tutti gli uomini, anche a quelli meno attrezzati!
Non sa ascoltare, chi deride il prossimo solo perché non sa
esprimersi correttamente.
Non sa dialogare chi non sa ascoltare, perché con violenza va
dove lo spinge il suo interesse materiale e non quello spirituale.
La
Verità può essere cercata solo con umiltà.
L'arroganza è il vestito dei cattivi, di chi si crede "il
padrone" e non comprende che è mortale e che "le sue viscere sono
ripugnanti", di chi a parole o atteggiamenti dice: "tu non sai chi
sono io".
Maestri di ipocrisia, sepolcri imbiancati, esperti in malizia, “essi scagliano nel buio la freccia per
colpire i retti di cuore” (Salmo).
Costoro a rovina
del povero innocente scavano una fossa, ma cadono nella fossa che loro stessi
hanno scavato, perché alla disonesta prevaricazione è stato posto un termine,
che nessuno potrà oltrepassare.
I malvagi SEMBRANO pasciuti, tranquilli e felici.
Ma sono posti in un luogo scivoloso ad un termine che è loro
fissato cadranno (Bibbia).
Gli empi, gli operatori di iniquità saranno abbattuti in questa
esperienza terrena.
Sono comunque infelici e angosciati avendo rinnegato e
pervertito la natura progettata per amare e per essere in atteggiamento di
servizio verso ogni uomo mio fratello?
Com'è difficile per l'uomo trascendere l'animale che è in lui!
Per non disumanizzarmi devo anch'io affrontare una lotta
durissima che sembra schiacciarmi.
Nella consumazione delle energie resta forse una piccola voce,
una piccola luce, prima di essere vinto anch'io dalla logica della violenza, ma
una nuova speranza risorge in me.
Sono proprio le tenebre a rendere più forte e salda la fede e la
speranza, con la conseguente capacità di amare.
Ora come una quercia posso rimanere nel "qui ed ora"
della storia senza temere le tempeste.
La BARBARIE viene istituzionalizzata attraverso la volgarità, la
pornografia e i film di terrore, da parte di chi naturalmente dovrebbe cercare
il vero, il bello, il buono ed invece sceglie il turpe, il brutto, l'osceno.
La BARBARIE diventa costume quando l'anelito religioso,
insopprimibile in ogni uomo, viene vissuto come superstizione, essoterismo,
magia ed occulto.
Quante violenze deve subire questa nostra terra?
Fino a quando?
L'unica strada è la Speranza, ma già essa è poesia, ordine, armonia.
Una poesia insopprimibile, di tutti e per tutti; non di alcuni per tutti.
Insopprimibile perché la vita è di tutti, quella vita che per essere viva deve
essere poesia.
Avvolte l'uomo si sente schiacciato dalla
violenza, dalla arroganza e dalla volgarità. Chi cerca di difendere i valori
fondamentali della vita si trova a sperimentare anche la persecuzione dei
"ben pensanti" dei “religiosi”, e di quelli che hanno rinunciato alla
spiritualità ed ai valori autentici che partono sempre dall’uomo, invece che
dalle opinioni alla moda.
Ma i valori autentici vanno vissuti e non
teorizzati!
Chi può sottrarre ai ben pensanti il criterio
di poter giudicare fra valore e valore? Sarà la poesia!
Con la sua forza dirompente e rivoluzionaria
a trovare quell'uomo che si è smarrito in noi.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è
il regno dei cieli.
Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa
nei cieli. (Mt 5,10-12)
La
bugia è un atto gravissimo di degradazione morale.
Un
amministratore, un dirigente devono essere subito degradati della loro carica.
Non
può avere e godere di tutti i diritti il bugiardo in una società metafisica.
Tutti
i cibi e tutti gli alimenti devono essere biologici in una società metafisica.
E’
molto triste notare in alcuni uomini e donne, la durezza del cuore, la loro
umanità è bruciata, chi potrà risuscitarla?
Purtroppo, in diversi, vi è anche cattiveria.
Gli incendi dei boschi o delle oasi naturalistiche sono assurdi.
Il bosco deve essere diviso in settori e deve essere dato alla
cura e al beneficio di agricoltori che potranno vendere la legna che sarà
possibile procurare, diradando alberi, arando settori di bosco, provocando
bruciature localizzate e controllate delle erbe secche.
In cambio della legna o di un limitato sfruttamento del bosco
gli agricoltori, potranno gratuitamente operare la manutenzione del bosco e la
sua sorveglianza rendendo più capillare il controllo delle guardie forestali,
che a loro volto sovrintenderanno a questi coltivatori.
CR 488/05 COSTUME: si diffonde il “bullismo” tra i bambini, ed
il teppismo tra i ragazzi(15 giugno 1996, n.488 Cor.romana).
Secondo una ricerca effettuata dall'Istituto di Neuropsichiatria
infantile dell'Università “La Sapienza” di Roma, diretto dal prof. G. Levi, in
Europa il fenomeno coinvolge il 15% degli alunni delle scuole elementari e
medie di cui il 7% sono classificabili come "bulli".
In Italia la situazione sembra anche peggiore: sarebbero vittime
di questi comportamenti violenti il 40% degli scolari delle elementari e il 30%
di quelli delle medie, e i ribelli sarebbero circa il 9% (cfr. l'Unità, 4 maggio 1996).
Questi dati vengono grosso modo confermati da uno studio scritto
recentemente dallo psicologo Dan Olweus, docente all'Università di Bergen, nel
suo libro intitolato Bullismo a scuola.
Intervistato da l'Unità (7 maggio1996), lo studioso ha
dichiarato che il fenomeno del "bullismo" non ha niente a che fare
con la solita violenza tra ragazzini, che a volte le danno e a volte le
prendono, ma costituisce un fenomeno nuovo caratterizzato da una forma di
oppressione che viene spesso tacitamente accettata dalla vittima, che non si
sente in diritto di reagire, mentre il carnefice si sente in diritto di
violentare.
Lo psicologo ha avuto cura di smontare un diffuso pregiudizio
giustificatorio verso i violenti, secondo cui costoro non farebbero che
nascondere la loro insicurezza con un comportamento trasgressivo: "I
risultati empirici vanno in direzione opposta: i bambini prepotenti hanno un
livello di ansia e di insicurezza particolarmente basso; non si sentono affatto
colpevoli e sono sicuri di sé. Quando chiedo: perché lo fai? La risposta è
quasi sempre la stessa: mi divertivo”.
Quello che trasforma un normale ragazzino in “bullo”, secondo
Olweus, è il fatto di non aver ricevuto una minima educazione da parte dei
genitori: "vivono senza regole, in assoluta libertà".
Questo comportamento trasgressivo, se non viene represso o
almeno corretto, è destinato a segnare il futuro del ragazzino: una volta
diventato grande, infatti, la sua prepotenza si aggraverà estendendosi al campo
della leva militare, al posto di lavoro, alla famiglia che formerà; spesso,
poi, la conclusione di questo processo è la delinquenza: il 60% dei
"bulli" infantili, una volta cresciuto, diventa un delinquente con
una condanna sulle spalle e il 40% con tre condanne.
Non c'è quindi da meravigliarsi se, nel panorama complessivo, i
dati forniti dal Dipartimento per la
Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni sul fenomeno della
delinquenza minorile in Italia segnalino per il 1995 un aumento del 5,8%
rispetto all'anno precedente: da 22.239 siamo saliti a 23.368.
L'aumento più grave; riguarda gli omicidi, cresciuti del 41,67%,
seguiti dal commercio delle droghe (+19,77%) e dai furti o rapine (+13,11%). Il
totale dei minorenni denunciati nel 1995 per crimini vari è salito a 16.680 con
un incremento del 3,49% rispetto all'anno precedente (cfr. Il Tempo, 8
maggio1996). (CR 488/05/CF96)
Di chi è la colpa per i meninos Da Rua? Dire che è della società
è fin troppo semplice.
Il disagio ha radici più complesse che affondano nella storia.
Negli ultimi decenni il Brasile ha conosciuto un repentino processo di
industrializzazione ed urbanizzazione che ha avuto un impatto distruttivo
sull'economia e la cultura contadina prima dominante.
I contadini hanno lasciato le campagne per cercare nelle città migliori
condizioni di vita, ma né loro avevano la preparazione per inserirsi nel nuovo
contesto, né la città aveva le strutture per accoglierli. Come risultato:
povertà ed emarginazione per tutti e in particolar modo per i più deboli
(vecchi, bambini, popolazione di colore).
Ma neanche la spiegazione storica soddisfa: tutte le società
contadine dei paesi industrializzati hanno subito uno sconvolgimento analogo,
senza produrre lo stesso effetto.
La causa della povertà e della emarginazione è piuttosto da ricercarsi
nel modello economico, istauratosi in Brasile negli ultimi decenni, basato
prevalentemente sullo sfruttamento.
La ricchezza del Brasile è una delle più mal distribuite del
mondo. Dal punto di vista economico il Brasile è l'ottavo paese al mondo, dal
punto di vista sociale è il cinquantaduesimo, dopo Filippine e Thailandia, non
molto distante dalla Nigeria.
Il 50 per cento della popolazione produce, ma non gode di alcun
beneficio derivante dal proprio lavoro.
Gli investimenti in mano a pochi, vengono fatti sulla base di
interessi egoistici di espansione, produzione, consumo e fabbricazione di armi.
Si aggiungano a questo quadro le radici storiche alla base della
struttura sociale brasiliana.
Sono passati poco più di cento anni da quando la schiavitù è
stata abolita, ma di fatto lo stato di sottomissione del popolo brasiliano è,
anche frutto di un retaggio culturale di oppressione e di ingiustizia duro a
morire.
A questa cultura vanno anche attribuite le passate dittature
militari, tristemente famose per crudeltà e scempio dei più elementari diritti
umani.(da Messaggero di sant’Antonio- Giugno 1994- Dedicato ai meninos da rua,
di Giulia Cananzi, p.45)
In
Brasile sono otto milioni bambini abbandonati che vivono di espedienti per le
strade. Ai figli che nessuno vuole, è rivolta quest’anno la solidarietà
antoniana:
1
- Un centro di accoglienza ad Alagoinhas, Bahia; un rifugio nel cuore della
città, per essere ogni giorno sulle strade accanto ai bambini soli.
2
- Una scuola professionale a Sao Bernado do Campo, Sao Paolo, per dare ai
bambini preparazione al lavoro, dignità, speranza in un futuro migliore.
3
- Un centro di reinserimento sociale per i minori con precedenti giudiziari, a
Campo limpo, Sao Paolo. L’alternativa umana all’inferno delle carceri.
Per
uccidere un bambino di strada sono sufficienti 40 dollari e una contrattazione
di 5 minuti con un pistolero locale.
“Sono
un bandito! Quando uscirò di prigione voglio ammazzare e rubare più di prima, e
se la polizia mi prenderà, che mi uccida pure”(R. 12 anni, ABC Paulista).
“Io
trovo che queste cose succedano a causa dei ricchi, perché loro vogliono tutto
per sé. Per questo mi sento offesa quando vedo i miei fratelli soffrire”. (S. -
11 anni - Mourao -CE).
Nelle carceri ci sono bambini di cinque anni. Questi dati non
hanno bisogno di commenti (da Messaggero di sant’Antonio- Giugno 1994- Dedicato
ai meninos da rua, di Giulia Cananzi, p.45).
La
burocrazia è un demone!
La
Svizzera in questo ha molto da insegnare!
In
Svizzera la pensione viene recapitata a domicilio, in Svizzera non ci sono code
negli uffici.