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Così l'Islam mostra il vero volto
Il
terrorismo islamico ha rivelato interamente il suo volto.
È un errore pensare che esso sia limitato alla questione
palestinese e al problema di Israele.
Fare
del terrorismo islamico una questione ebraica è dimenticare che esso è stato
all'origine di una questione cristiana.
Per la sua natura e per la sua vocazione, l'Islam ha il compito di
superare il cristianesimo nella rivelazione definitiva di Maometto,
"sigillo della profezia".
L'America è stata colpita certamente perché
ha espresso la solidarietà cristiana verso Israele ma soprattutto perché è una
nazione cristiana non immemore della sua origine come accade a molte nazioni
europee.
Abbiamo scritto più volte che la
persecuzione musulmana - dall'Algeria al Sudan, all'Afghanistan - dei cristiani
è una guerra contro l'Occidente: che l'Occidente si illude se pensa di poter
separare nei rapporti con l'Islam la questione cristiana dalla questione occidentale.
La persecuzione dei cristiani è essenziale all'Islam come la sua
ostilità all'Occidente.
Oggi, nonostante l'ipocrisia dei governi, il mondo musulmano sarà
in festa per l'umiliazione che il coraggio dei musulmani ha inflitto al grande
Satana, come l'imam iraniano Khomeini chiamava gli Stati Uniti.
Non ci si illuda: il mondo
musulmano sarà in festa perché vedrà la mano di Allah nella sconfitta della più
grande potenza cristiana. Ora gli Stati Uniti dovranno decidere di rispondere
con atti di guerra a un atto di guerra.
Il
nome di Bin Laden autore di tutti gli attentati contro gli Stati Uniti è il
primo che viene alla mente.
Ma occorre ricordare che i talebani sono
armati dal Pakistan, che è armato dagli americani.
E che la guerriglia islamista contro i sovietici venne sostenuta
dagli Stati Uniti.
"Gli afghani", cioè i militanti musulmani della guerra
antisovietica, sono stati i promotori della guerra musulmana in Bosnia come dei
massacri algerini. Ora comprendiamo meglio la guerra dei russi contro i ceceni.
Occorre ricordare che il "martirio
islamico", proprio della tradizione sciita, è entrato anche nella
tradizione sunnita: e che l'Occidente ha a che fare con il suicidio religioso
islamico in una maniera molto più violenta e militante che con i kamikaze
giapponesi.
Attendiamo il pieno riconoscimento da parte
della Chiesa cattolica che la risposta all'offerta di dialogo è avvenuta a New
York e a Washington con un atto di guerra motivato dalla religione.
È da tredici secoli che i cristiani conoscono, attraverso il
dominio, la pirateria, la conversione forzosa, il martirio, la volontà islamica
di sostituire con la violenza il cristianesimo nella storia.
Degli attentati di New York e di
Washington, l'islamismo politico è responsabile: e, per quanto l'Occidente non
voglia riconoscerlo, la guerra di religione è entrata nella storia perché
l'Islam non distingue tra politica e religione.
I talebani o l'Iran sono i responsabili
dell'attentato di ieri: ed è certo che esso non può essere considerato
l'attentato di una mafia senza padre né madre. Auguriamo all'America di non
essere vile, anche se temiamo che l'Europa, ormai senza vero volto, lo sarà.