http://web.tiscali.it/martiri

 

 

DETRATTORI DELLA RESURREZIONE.

Testo centrale: Luca 24:1-12

 

     Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati.

 

     E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro.

     Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù.

     Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti;

tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro:

         "Perché cercate il vivente tra i morti?

 

Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare".

 

     Esse si ricordarono delle sue parole.

Tornate dal sepolcro, annunziarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri.

 

     Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. Quelle parole sembrarono loro un vaneggiare e non prestarono fede alle donne.

 

     Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto.

 

     In questo brano, Luca dice che le donne che avevano seguito Gesù, il primo giorno della settimana, cioè la domenica, la mattina molto presto, andarono al sepolcro con degli aromi che avevano preparato.

 

     Non erano guidate da nessuna particolare intuizione né erano animate da una segreta speranza. Andavano per l'ultimo servizio che potevano rendere ad un amico.

 

     Ma arrivate davanti al sepolcro, videro che la pesante pietra che ne chiudeva l'ingresso, era stata rotolata ed il corpo di Gesù non era più nella tomba. Disorientate e senza parole, videro due angeli apparire loro con degli abiti sfolgoranti. Spaventate e non potendo resistere a quella manifestazione di gloria, abbassarono gli occhi verso terra.

 

     Il Vangelo di Matteo, riportando lo stesso episodio, dice che prima si verificò un grande terremoto, e poi comparve un angelo soltanto (ma il loro numero è ininfluente) che rotolò la pietra e vi sedette sopra.

 

     I soldati di guardia davanti al sepolcro si spaventarono al punto da cadere svenuti per terra.

 

     Alle donne, invece, gli angeli, calmate le loro paure, dicono: "Egli non è qui, ma è resuscitato" e ricordano loro che Gesù lo aveva predetto.

 

     Ripresesi dallo spavento, le donne corrono dagli apostoli per riferire quello che avevano visto e udito al sepolcro, senza però essere credute. Ma Pietro non poteva restare inattivo ascoltando queste notizie, e così corse con Giovanni alla tomba a vedere come stavano le cose.

 

     Al loro arrivo, però, gli apostoli non trovano degli angeli, ma solo le lenzuola in cui era stato avvolto il corpo del Signore. Pietro ritorna quindi a casa perplesso e meravigliato per quello che aveva visto.

 

     Quindici giorni fa, abbiamo sottolineato alcuni elementi sull'evidenza della resurrezione, oggi vogliamo continuare a riflettere su quest'argomento, provando a rispondere alle perplessità di alcuni critici.

 

     E cominciamo con una teoria che sostiene che le donne e i discepoli si erano sbagliati di tomba, ed entrarono in un'altra in cui Cristo non era mai stato messo, e quindi la trovarono vuota. Come fosse stato possibile lo scambio, la teoria non lo dice, visto che Luca 23:55 ci dice proprio che le donne guardarono bene dov'era la tomba del loro Maestro.

 

     In più come abbiamo già notato quindici giorni fa, le autorità che governavano la Palestina in quel periodo, al primo annunzio della resurrezione da parte dei discepoli, avrebbero immediatamente rettificato l'errore producendo il cadavere ancora in loro possesso. Del resto, lo stesso Giuseppe d'Arimatea, il proprietario del sepolcro, si sarebbe affrettato a correggere l'errore, indicando il luogo esatto dove lui stesso aveva seppellito Gesù.

 

Un'altra teoria è quella della morte apparente che afferma che in realtà Gesù non era morto ma solo caduto in uno stato di catalessi o morte apparente. Poi, dopo un certo tempo, ripresosi per la debolezza dovuta al sangue versato, il lungo digiuno e i colpi ricevuti e scossosi dall'intorpidimento dal freddo della tomba e dall'acuto odore degli aromi di cui essa era stata riempita, sarebbe tornato in vita ed apparso ai discepoli.

 

Anche ritenendo accettabili queste spiegazioni, possiamo chiederci come Gesù sarebbe riuscito ad uscire dalla tomba dopo le prove fisiche che aveva subito, con i 33 kg di aromi che aveva sopra, ma soprattutto a rotolare la pesantissima pietra che la chiudeva e ad eludere la sorveglianza dei soldati di guardia se era così esausto?

 

Un'altra di queste teorie parla del trafugamento notturno del cadavere di Gesù da parte dei suoi discepoli. Si tratta della spiegazione data dai sacerdoti in Matteo 28:11-15.

 

Anche in questo caso dobbiamo manifestare le nostre perplessità.

 

Diciamo subito che questo trafugamento sarebbe stato alla base di una menzogna, e noi sappiamo che queste non durano a lungo, anzi si dice che le bugie hanno le gambe corte.

 

I capi religiosi, Pilato ed il popolo avrebbero scoperto la verità molto in fretta. E poi gli apostoli che annunciavano la Verità, avrebbero messo una bugia alla base del loro insegnamento?

http://web.tiscali.it/martiri

E possiamo immaginare quegli uomini che si lasciano martirizzare e muoiono per un uomo che si dice essere il Messia stesso e che invece avevano visto morire in croce ed il cui cadavere era nelle loro mani? No, non si muore martiri per un ideale che si sa essere una menzogna, e che quindi è privo di valore e di forza morale. No, i discepoli videro il Gesù vivente e parlarono con Lui.

http://web.tiscali.it/martiri

     Ma entriamo più nello specifico, visto che sia la teoria della morte apparente che quella del trafugamento del cadavere non spiegano come sarebbe stato possibile eludere la sorveglianza dei soldati. In un caso di massima sicurezza, come questo, veniva assegnata una guardia, cioè sedici soldati romani che si disponevano a quadrato, con quattro soldati per lato.

 

Erano necessari cinque anni per addestrare un legionario a combattere in quadrato di due metri per lato. Alla fine dell'addestramento, ogni soldato sapeva difendere ogni centimetro di quel quadrato. Si riteneva che sedici soldati romani in quadrato potevano difendersi contro un esercito in attesa dell'arrivo dei rinforzi.

 

Erano armati di gladio, che era una spada corta 60 cm, affilata sui due lati, per uccidere da entrambi. Essendo una spada corta, era necessario essere molto abili per usarla bene, ma i legionari sapevano usarla molto bene, perché durante l'addestramento venivano mandati a combattere contro soldati con delle spade lunghe e delle lance. Insomma, questo per dire che potevano combattere anche nemici numericamente superiori di dieci volte.

 

     Non solo. La tomba era chiusa e sigillata. Conosciamo la struttura dei sepolcri dell'epoca, e la pietra che li chiudeva pesava 1,5 - 2 tonnellate. Il sigillo posto era quello di Tiberio Cesare, era fatto con un po' di cera sul muro e sulla pietra ed un filo che collegava i due sigilli. Se qualcuno rompeva il sigillo era passibile di morte, perché sfidava l'imperatore e quindi tutto l'impero romano.

 

Quindi Gesù era stato deposto nella tomba e i soldati avevano controllato che fosse veramente morto, ma quando le donne arrivano la tomba era vuota.

 

L'unica spiegazione ufficiale che viene fornita dai soldati è che mentre dormivano, i discepoli sono arrivati e hanno rubato il corpo. Possiamo immaginare un legionario davanti ad una corte marziale che ammette di essersi addormentato durante una guardia?

 

Questo implicava la pena di morte.

 

In secondo luogo c'erano sedici soldati e quindi avrebbero dovuto dormire tutti e sedici, sapendo che se passava a controllare un ufficiale, come un centurione, e li avesse trovati addormentati, avrebbe dato fuoco al loro mantello e quando si fossero alzati li avrebbe uccisi sul posto.

 

Immaginiamo quindi la corte marziale con i soldati che dicono di essersi tutti addormentati, e mentre dormivano arrivavano undici uomini che facevano rotolare una pietra di una tonnellata e mezza senza che nessuno sentisse nulla?

 

Ricordiamo che gli undici per vigliaccheria erano scappati dal Maestro e si tenevano ben nascosti, e adesso invece ritrovano il coraggio e con un'azione da "commando" vanno a sfidare dei soldati addestrati per rubare un corpo e predicare che invece Gesù è risorto dai morti?

 

Insomma è evidente che questa teoria non tiene: se i discepoli fossero arrivati, anche se invece di undici fossero stati abbastanza da portare via il corpo, e anche se i soldati fossero stati davvero addormentati, questi si sarebbero svegliati mentre veniva fatta rotolare la pietra, e avrebbero ucciso alcuni discepoli: ai superiori i soldati, a loro discolpa, avrebbero mostrato i corpi di quelli che avevano ucciso nella difesa della tomba. Quindi questa teoria non regge egli evangelisti dicevano la verità.

 

Vediamo adesso un'altra di queste teorie che è quella che sostiene che le apparizioni di Gesù, in realtà non erano altro che allucinazioni di soggetti psicolabili.

 

L'allucinazione, è quello che si vede in una condizione alterata della coscienza, come in uno stato particolare di tensione nervosa, o sotto l'effetto di particolari sostanze dette, appunto, allucinogene.

 

Si tratta quindi del parto di una mente o di una fantasia o di un'immaginazione malata.

 

Sono fenomeni psicopatologici, che consistono nel vedere e ritenere reale ciò che è soltanto immaginario.

 

Su questa base si è cercato di spiegare l'apparizione di Gesù a Maria Maddalena davanti al sepolcro. Si dice che Maria, fervente discepola di Gesù, esaltata dai miracoli compiuti dal Maestro, non poteva arrendersi davanti al fatto che era morto. Stanca per la veglia della notte precedente, profondamente addolorata nel cuore ed in rivolta nella sua mente, "credette" di vederlo vivo davanti alla sua tomba, dove lei si era recata quella mattina presto per imbalsamarne il corpo. Lo stesso avvenne anche a tutti gli altri.

 

Ma le apparizioni del Cristo vivente sono molto differenti da quanto sappiamo delle allucinazioni.

 

Infatti è apparso a persone molto diverse tra di loro, a volte ad una soltanto, come nel caso di Maria Maddalena o di Tommaso, altre volte a gruppi di persone: agli undici apostoli, che lo vedono mangiare del pesce arrostito, e poi a cinquecento fratelli (1 Corinzi 15:6), o ad altre ancora che magari non si aspettavano affatto di vederlo, come nel caso dei due discepoli sulla strada di Emmaus, che infatti non lo riconoscono se non alla fine.

 

Luca e gli altri evangelisti non descrivono il modo in cui avvenne la resurrezione di Gesù, così come fecero per la sua crocifissione.

 

Infatti videro Gesù non al momento della resurrezione, ma quando il Cristo era già risorto. Del resto è impossibile all'uomo, con i suoi limiti, descrivere la gloria della resurrezione di Gesù. Per quanto sia un evento cruciale nella storia della nostra salvezza, ci sfugge, perché è al di là di ogni rappresentazione umana.

 

Quando Gesù appare a Pietro sul Lago di Tiberiade, dove l'apostolo era andato con Giovanni ed altri cinque compagni a pescare per reagire all'abbattimento che lo aveva colto dopo avere rinnegato tre volte il suo Signore che stava per essere crocifisso, dà loro dei consigli, accende un fuoco e cuoce del pesce che aveva pescato Lui stesso, tutte attività inusuali per un'allucinazione.

 

Tutte queste persone videro e riconobbero Gesù, lo toccarono e conversarono con Lui.

 

Alla fine Gesù apparve anche a Saulo da Tarso, anche se qui si è trattato probabilmente di una visione, che fu completamente trasformato da quell'incontro da feroce persecutore della Chiesa, a Paolo, il fervente predicatore dell'Evangelo ai non ebrei.

 

Insomma è chiaro che non si è trattato delle allucinazioni di pochi psicopatici, ma di apparizioni che cominciarono da pochi momenti dopo il rotolamento della pietra che chiudeva l'ingresso al sepolcro, e prima che la notizia si diffondesse e l'immaginazione avesse la possibilità di svilupparsi.

 

Quaranta giorni dopo la resurrezione, esse cessarono del tutto, fatte salve le visioni come quelle di Paolo e di Giovanni.

 

Nella nostra storia, non troviamo nulla che possa essere paragonato ad un simile fenomeno. No, Gesù è veramente morto e poi è resuscitato.

 

E del resto, se i discepoli avessero avuto solo delle allucinazioni, cosa li spinse a credere ad una resurrezione corporale di Cristo?

 

Ma soprattutto, al di là di tutte le nostre riflessioni, la teoria dell'allucinazione cozzerebbe col fatto che la tomba era inequivocabilmente vuota.

 

Alcuni cultori dello spiritismo parlano poi delle apparizioni come di un fenomeno provocato dalle virtù medianiche dei discepoli. Ma anche qui non possiamo essere d'accordo.

 

Innanzi tutto perché in Luca 24:37-39 è Gesù stesso a negare di essere un fantasma, ma anche perché per avere una seduta spiritica, ci vogliono persone che desiderino un contatto, un luogo dove svolgere la seduta, ed un medium che la diriga.

 

Le apparizioni di Gesù, nei quaranta giorni che seguirono la sua morte, non ebbero né il luogo della seduta, nessuno che Lo cercasse, nessun medium che presiedesse.

 

 

E poi Gesù apparì in carne ed ossa, non come ectoplasma, si fece toccare, e si comportò e si espresse esattamente come i suoi discepoli ricordavano si esprimeva e si comportava prima della sua morte, salvo portare sulle mani e sui piedi i segni del martirio che aveva subito.

 

     Queste apparizioni non furono quindi bugie, miti o leggende ma fatti reali narrati da testimoni oculari vissuti al tempo di Gesù.

 

Matteo, Pietro e Giovanni rischiarono la loro vita e la loro reputazione per diffondere quello che per loro era l'evento più caro ed importante della loro vita. I loro racconti delle apparizioni di Gesù sono semplici, ed essenziali, al contrario di quelle di certi letterati.

 

     Eppure, al di là di tutte queste discussioni, noi crediamo perché abbiamo una relazione vivente con Gesù e da questa verità di fede noi sappiamo che grazie alla sua resurrezione dai morti Lui per noi è il Signore ed il Vivente, e grazie a Lui per noi un cimitero cristiano cessa di essere un luogo di dolore disperato, perché Cristo è la primizia di coloro che dormono nella certa speranza di una prossima gloriosa resurrezione.

 

     C'è un altro importante risvolto pratico. Quando i bimbi imparano a scrivere, la maestra scrive una frase sul loro quaderno e chiede loro di ricopiarla sulle altre pagine.

 

I bimbi si applicano ma capiscono di non riuscire a scrivere bene come la maestra, fino a quando lei non viene e con tanta dolcezza guida la loro mano, fino ad una sempre più perfetta riproduzione del modello.

 

     Così agisce ancora oggi Gesù, il nostro Maestro divino.

 

Non solo Lui è per noi esempio e modello di vita, ma grazie alla sua resurrezione è anche una speranza vivente e potente che ci guida e ci aiuta a vivere.

 

Può essere che il nostro cristianesimo manchi di qualcosa di essenziale.

 

Se questo succede, è perché, come facevano le pie donne, cerchiamo il Vivente tra i morti, cioè cerchiamo qualcuno che non vede e non risponde all'angoscia umana.

 

     Ma questa mattina noi vogliamo andare a Dio come il padre dell'epilettico e dirgli: "Signore io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità". Il Signore ti benedica.

http://web.tiscali.it/martiri