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Forum: dare una chiesa in disuso ai musulmani?

 

Le richieste della comunità islamica per una moschea a Venezia, una proposta per dare loro una chiesa in disuso, le risposte dei parroci. Torna di attualità il rapporto tra cristiani e musulmani, spesso trattato su GVOnLine (vai al forum del 2000)

 

Ecco le vostre opinioni:

 

Se volete partecipare, scrivete qui

 

Marco Gemmani - 2 settembre 2002

 

Anche se in ritardo voglio rispondere alla nota di Redazione di Gente Veneta del 4 giugno u. s.

 

Trovo molto comodo mettersi un'aureola di neutralità e citare una critica di altri.

 

In merito alle obiezioni tratte da "Mondo e Missione" vorrei controbattere che: 1) La guerra di religione c'è già ed è praticamente planetaria.

 

Lo scopo finale è la cancellazione totale del cristianesimo.

 

Anche in Italia assistiamo ad un lento e, seppur incruento, molto efficace smantellamento delle cultura cristiana che produce, guarda caso, anche una riduzione numerica progressiva che sta sotto gli occhi di tutti.

 

2) Nel libro di Socci, per motivi, forse, di spazio, non viene citata la persecuzione che sta avvenendo in Colombia ma per gli stessi motivi non vengono citate nemmeno le centinaia di vescovi martirizzati dal regime sovietico. Eppure anch'essi stavano dalla parte dei poveri.

 

3) Il caso Romero è puntualmente citato a pag. 54 del libro di Socci.

 

Suggerisco ancora una volta di andarsi a leggere il Libro di Socci.

 

 

 

Federico - 19 luglio 2002

 

La stessa chiesa Cattolica ha fatto uno spot pubblicitario su come essa sia impegnata a devolvere parte dell' 8 per mille all' integrazione dei musulmani a Mazara del Vallo.

 

Dalle mie parti, in Toscana, c' e' stato un prete che ha dato la canonica ad un insegnante islamico per fare la dottrina ai figli dei musulmani della zona, con avallo del Vescovo (Mons. Edoardo Ricci).

 

      Tutto questo crea una grossa confusione, e in persone come il sottoscritto fa nascere la sicura rinuncia a devolvere l'8 per mille alla Chiesa Cattolica.

 

Se non erro, il Cristianesimo non puo' mai ridursi ad una religione sincretista, ed in secondo luogo esiste uno "specifico cristiano" inderogabile dal quale nessuno, soprattutto se si tratta di consacrati, puo' prescindere, ed e' quello di annunciare il Cristo crocifisso e risorto per tutti quelli che lo accettano come Uomo-Dio (cosa che gli islamici non fanno sicuramente).

     

      Con tutto questo dilagante buonismo e permessivismo viene meno la figura di Cristo come PIETRA D' INCIAMPO, il "segno della contraddizione", "lo scadalo della croce", inevitabile per la salvezza. Ed ancora, si parla di nuova evangelizzazione per l' Europa e per la stessa Italia, ma allora in che cosa dovrebbe consistere questo nuovo annuncio in terra cristiana scristianizzata? Consiste forse nel consentire alle altre religioni di conquistare ulteriore terreno a scapito della nostra? Non si annuncia piu' il Vangelo del verbo incarnato, ma si da' spazio alla "catechesi degli infedeli islamici" quando non abbiamo piu' il coraggio di annunciare la catechesi cristiana?

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Charette - 18 luglio 2002

 

In linea di principio, permettere agli infedeli di avere luoghi di culto è lecito, quindi se questi signori vogliono costruire o usare strutture dove pregare la cosa deve essere permessa.

 

       Attenzione però, la moschea non è solo un luogo di culto, così come l'imam non è solo un autorità di tipo spirituale, ma entrambi conseguenzialmente alla natura dell'Islam ricoprono anche ruoli che da noi sarebbero definiti culturali e anche e soprattutto "politici" .

 

      Questi centri sono usati per la diffusione di progetti che hanno come fine la conquista di ogni tipo di società all'Islam, il che significa fondare l'ordine civile e dello stato sul Corano e sulle sue prescrizioni.

 

      Qui è in ballo la sopravvivenza della nostra civiltà, del mondo come noi lo conosciamo che, pur con tutte le storture e deviazioni, garantisce la dignità dell'uomo e anche della donna e dei bambini, un mondo e una civiltà che hanno permesso la nascita di strutture come gli ospedali, cosa sconosciuta al mondo pagano,lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, la diffusione del benessere.

 

      Perciò le moschee non sono, per così dire, "chiese musulmane" e quindi ne vanno proibite le costruzioni e anche l'adibizione di strutture preesistenti.

Per quanto riguarda l'uso di una chiesa sarebbe poi da chiedere a coloro che da cristiani vivono in terra d'Islam...

 

 

 

Franco Piazzon - 12 luglio 2002

 

Sono contrario alla cessione, all'affitto o a qualsiasi altra forma di alienazione di un luogo di culto cristiano, benché dismesso, non certo per mancanza di rispetto per le altre religioni, ma perchè molti musulmani, e soprattutto i loro massimi esponenti, continuamente si esprimono con parole di ostilità nei confronti delle altre religioni, ci definiscono infedeli, hanno il preciso obiettivo di insediarsi e imporre la loro religione.

 

Con questo non sono contrario al dialogo continuo tra le religioni nella ricerca di nuovi motivi di convergenza e convivenza pacifica.

 

Vi invito a leggere un trafiletto presente nel sito di Repubblica riguardo ai conflitti interni all'Islam proprio riguardo ai luoghi di culto

 

 

 

Maurizio - 3 luglio 2002

 

"Beati gli operatori di pace perchè saranno chiamati figli di Dio" (Matteo 5,9).

 

"Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso" così s'iniziano spesso le sure del Corano.

 

 Davvero noi cristiani abbiamo perso il senso di queste parole e non riusciamo a deporre gli argomenti che vedono nel nostro prossimo un 'nemico', solo perchè professa un'altra religione? Credo che la fede si debba testimoniare nell'accoglienza totale di ogni nostro fratello, che saprà così apprezzare il messaggio della Buona Novella.

 

 

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Alessandro - 2 luglio 2002

 

Ciao, sembra semplice rispondere ad una domanda chiara come questa,la libertà di culto è parte della nostra cultura cattolica, la sacralità di un edificio consacrato ed in particolare di una chiesa credo sia indiscutibile, per queste ed altre motivazioni personalmente opterei per altre vie di soluzione di questo tipo di richiesta.

 

 Il nostro comune, regione od altro ente, tenga presente e valuti tale richiesta richiesta, c'è da ammettere i vari rapporti instaurati con altre tradizioni religiose e credo sia corretto dar loro un luogo dove dare atto al loro culto, che sia un luogo dignitoso e appropriato, e come trovo corretto che da parte delle loro comunità ci sia volontà di impegnarsi a gestire e a mantenere agibili tali strutture.

 

Tornando alla domanda, nella sua natura, personalmente non darei una chiesa consacrata o sconsacrata che sia.

Vi ringrazio della possibilità di esprimere la personale opinione in svariate occasioni.

Cordiali saluti.

 

 

 

Francesco e Monica Coralli - 18 giugno 2002

 

Esiste dialogo con chi dialogo non lo vuole? Diciamo questo per non dimenticare la strage di religiosi e fedeli cattolici che ogni anno insanguina l'Algeria.

 

Provate a chiedere, non dico di poter erigere una chiesa, ma di poter fare una Eucarestia in un paese a regime islamico e capirete come i "fratelli" islamici considerano le religioni o le fedi altrui.

 

Comunque la nostra fede cristiana e cattolica ci impedisce di accettare una simile proposta, ma non ci impedisce di amare tutti gli uomini portando a tutti l'amore che Gesù Cristo Risorto ha portato nella nostra vita.

 

 

 

Davide - 9 giugno 2002

 

Mi chiamo Davide, ho 19 anni e sono di Cosenza. Sono contrario a questa proposta. Secondo me non è giusto perchè se io Credo in Dio Uno e Trino, se Credo nella Chiesa Cattolica, se Credo nella Comunione dei Santi ecc. non posso permettere che un luogo consacrato a Dio, anche se in disuso, venga utilizzato da fratelli che condividono una fede diversa.

Questa è la mia opinione, naturalmente posso anche sbagliarmi.

 

 

 

Gianni Marascalchi - 7 giugno 2002

 

Ma ce l'hanno chiesta?

 

 

 

redazione - 4 giugno 2002

 

A proposito del libro di Socci "I nuovi perseguitati", da alcuni citato nel forum:

Una recensione della rivista "Mondo e missione" affianca apprezzamento a critiche per un'inchiesta che "ha tutte le carte in regola, quali che siano le intenzioni dell'autore, per essere strumentalizzata".

Così, se da un lato "Mondo e Missione" elenca i pregi di una ricerca ricca e accattivante, evidenziandone il merito principale - "quello di ricordare, a una cristianità non di rado distratta, una parola evangelica spesso ignorata ai nostri giorni: “Se hanno odiato me, odieranno anche voi”" -, dall'altro vengono posti una serie di dubbi.

Il primo: "Denunciare una “guerra di religione” ai danni dei cristiani con toni che, almeno in qualche passaggio, vanno oltre la pur legittima polemica, non rischia di scatenarne altre?".

Il secondo: "il fatto che sia pressoché taciuto il martirio di Chiese che pagano la loro fedeltà ai poveri contro i soprusi dei ‘paramilitari' al soldo dei potenti di turno (un caso lampante: la Colombia) si deve a mancanza di spazio o ad altro?".

 

Il terzo: "perché nel libro non v'è nemmeno una riga per monsignor Oscar Romero, uno dei testimoni più limpidi degli ultimi anni?"

Ma forse è l'ultima domanda quella più sferzante: "perché Socci, uno degli opinionisti solitamente più documentati, oltre che agguerriti, in circolazione, non ha trovato il tempo di sfogliare qualche rivista missionaria in più?

 

Di tragedie che egli – a ragione - sostiene essere ignorate dall'opinione pubblica anche ecclesiale (Cina e Sudan, per fare qualche esempio) – avrebbe trovato tracce abbondanti".

 

Interessante, ad ogni modo, l'invito finale: "bene fa Socci, in chiusura, a citare una frase di don Luigi Giussani, tratta da un commento al solenne mea culpa del Papa durante l'Anno santo: “A nulla fuorché a Gesù il cristiano è attaccato”.

 

L'auspicio è che i lettori di I nuovi perseguitati (che ci auguriamo numerosi) sfoglino quelle pagine con i sentimenti di don Giussani nel cuore".

 

 

 

Carlo Cavalli - 30 maggio 2002

 

Non credo affatto che concedere una chiesa ai Musulmani favorirebbe il dialogo interreligioso.

E non vedo il senso di un simile gesto: non è forse una chiesa, anche se dismessa, una testimonianza della nostra fede, storia, cultura?

Perché rinunciarvi?

 

Non è dimenticando le nostre radici che si costruisce dialogo, ci sono altri spazi, modi, forme. Non ci rendiamo conto che, mentre ci affanniamo inutilmente a chiudere le frontiere, siamo già conquistati e sopraffatti nel momento in cui perdiamo la nostra memoria, la nostra identità?

 

 

 

Fr. Igor - 25 maggio 2002

 

Dare una chiesa in disuso per favorire i musulmani nei loro impegni di preghiera vorrà dire perdere per sempre questo luogo. Occorre aver ben chiara questa conseguenza perchè verrà sicuramente fatta valere da loro, in quanto la loro legge dice che un qualsiasi luogo ove si è pregato, deve diventare per sempre loro proprietà.

 

Al riguardo ho letto diverse conferenze episcopali che sconsigliavano vivamente, anzi proibivano questi gesti di "inspiegabile" generosità, e di faciloneria.

 

 

 

Pauline - 24 maggio 2002

 

Penso che non sussista il problema. Se c'è, è quello di dare una chiesa... penso che la moschea è un centro di potere e di cultura e non bisogna che siamo ingenui... chi vive in missione c'insegna a che punto giunge l'integralismo... anch'io non sarei del parere.. non si tratta di dialogo tra chiese separate, se vogliono la moschea se la costruiscano.

 

 

 

Luigi Zambianchi - 23 maggio 2002

 

Primo, come gia scritto di don Fabio non darei mai una chiesa dismessa, per un loro vanto che non hanno. Secondo, se loro vogliono una moschea che se la facciano pure, ma con le loro collette, noi al massimo potremmo mettere a disposizione prestiti agevolati.

Terzo, mi piacerebbe tanto che nei loro paesi di origine anche loro avessero le attenzioni che noi abbiamo con loro nel rispetto della loro religione. Con questo non sono contrario alle moschee ma non con il nostro coinvolgimento.

 

 

 

Marco Gemmani - 17 maggio 2002

 

E' una vera pazzia. Anche solo il pensarlo mi fa inorridire.

Ogni giorno, oggi, muiono in media non meno di 200 cristiani per mano islamica nel mondo e noi dovremmo regalare una chiesa per trasformarla in una moschea?

ndatevi a leggere l'ultimo libro di Antonio Socci: I nuovi perseguitati Ed. Piemme, e comicerete a piangere di dolore. Altro che persecuzioni di Diocelziano!

Oggi viviamo tempi di martirio incessante di cristiani.

Dico martirio, non intolleranza.

Ma non vi rendete conto che ci prendono in giro e poi se la ridono di noi, questi musulmani?

Oppure siete in accordo con loro?

Spero proprio di no.

Spero che non odiate la vostra fede fino al punto di sacrificarla per un becero progetto politico della sinistra!

 

 

 

Demetrio Mafrica - 16 maggio 2002

 

Attenzione! Sono giusti tutti gli interventi. Sappiate che gli islamici considerano le moschee come "istituti di cultura islamica". Hanno lo scopo di civilizzare gli "infedeli" cioè noi!!!

 

 

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Carla Caberlotto Pellegrini - 16 maggio 2002

 

Assolutamente no, non spetta nè alla Chiesa nè allo Stato o agli Enti Locali. Eventuali finanziamenti, solo se ve ne sono i presupposti nelle leggi esistenti senza cedere a ricatti buonisti che non hanno ragione d' essere.

 

 

 

Vittoria - 16 maggio 2002

 

Per ogni musulmano ciò significherebbe che noi cristiani riconosciamo in questo modo la superiorità della religione islamica. I musulmani sono convinti che un giorno tutti i cristiani abbracceranno l'Islam.Maometto è per loro "il sigillo" dei profeti, più grande di Mosé e del Signore Gesù. Noi possiamo dimostrare loro la nostra fraternità cristiana in tanti altri modi, ma non così. In Arabia Saudita - la Terra Santa Musulmana - i pochi cristiani che ivi si trovano per lavoro, sono strettamente sorvegliati e vengono imprigionati o uccisi se trovati in possesso di Bibbie o di croci.

Questa è la loro reciprocità religiosa! Consiglio la lettura del libro di Antonio Socci : "I nuovi perseguitati" Ed. Piemme.

E' molto istruttivo in materia!

Cordiali saluti.

 

 

 

Nadia66 - 16 maggio 2002

 

Purtroppo devo "schierarmi", se così si può dire con Don Longoni, spero in un futuro più sereno, in cui sentirò parlare con più rispetto per tutte le religioni, di cambiare opinione!!

 

 

 

Franco Damiani - 16 maggio 2002

 

Quanta ipocrisia nelle risposte. A parte il fatto che S.Simon piccolo non è affatto in disuso ma ogni domenica vi si celebra una Messa (è una Messa della tradizione, che forse per questo è considerata inesistente; il lunedì di Pasqua 1980 vi tenne una celebre omelia Mons. Lefèbvre)non siamo tutti credenti nello stesso Dio, che assume nomi diversi? Le varie religioni non sono come parti di un grande arcobaleno? L'Islam non è una religione rivelata, Allah non è lo stesso nostro Dio "grande e misericordioso"? Giovanni Paolo II non ha baciato il Corano e visitato una moschea? Perché soffermarsi sulle quisquile che dividono, anziché guardare i grandi motivi che uniscono?   Propongo di dare ai musulmani la chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, dopo averne tolto la pelle di Marcantonio Bragadin, custodita in un'urna sulla navata destra, per non rovinare l'atmosfera. I sacerdoti che hanno parlato contro sono dei biechi integralisti, che non hanno capito niente di dialogo interreligioso.

 

http://www.genteveneta.it/forum/forumoschea.htm