Giordania
POPOLAZIONE: 4.522.000
RELIGIONE: islam 92%; cristianesimo 8%
Cattolici:
107.797
Diocesi:
Petra e Filadelfia dei Greco-Melkiti - 30.500; Esarcato patriarcale di
Antiochia dei Siri: Gerusalemme (Palestina e Giordania) - 3.197; Esarcato
Patriarcale di Antiochia dei Maroniti - 3.650; Esarcato patriarcale di
Gerusalemme dei Latini (Palestina, Giordania e l'isola di Cipro) - 70.000;
Patriarcato di Cilicia degli Armeni (Amman e Gerusalemme) - 450
Secondo
la Costituzione del 1952, modificata nel 1976, l'islam è la religione di Stato,
ma è salvaguardato l'esercizio di tutte le forme di culto e di riti (purché
siano in accordo con i costumi del Paese e tranne nei casi in cui ciò sia
incompatibile con l'ordine pubblico e il decoro), proibisce le discriminazioni
fondate su motivi religiosi.
Ma
la Costituzione stabilisce che nessuno "accede al trono se non è […]
musulmano generato da una moglie legittima e di padre e di madre
musulmani".
Il controllo governativo sulle istituzioni
islamiche è gestito dal Ministro per gli affari religiosi, che nomina gli imam
e sovvenziona le attività promosse dalle moschee.
Le
Congregazioni hanno diritto di stabilirsi e di mantenere scuole per
l'educazione dei propri fedeli, purché ottemperino alle disposizioni di legge e
si sottopongano al controllo del governo sui programmi e gli scopi educativi.
La
legge sui partiti politici non consente l'utilizzo di luoghi di culto per
attività partitiche e ciò appare come un mezzo per prevenire che venga svolta
propaganda politica nelle moschee da parte di parlamentari.
L'istruzione
religiosa è obbligatoria per gli studenti musulmani nelle scuole pubbliche.
Il
governo non interferisce con la pratica del culto della minoranza cristiana
residente in Giordania, di cui gli Arabi cristiani rappresenterebbero il 3 per
cento della popolazione.
Ma
molti cristiani si sentono minacciati dall'islamismo militante ed emigrano
verso i Paesi occidentali.
Nel
1996, il governo ha proclamato il Natale festa nazionale e ha consentito
l'insegnamento del Cristianesimo nelle scuole pubbliche. La religione baha'i
non è riconosciuta, ma non è proibito praticarne il culto.
La
legge proibisce il proselitismo.
I
musulmani che si convertono ad altre religioni lamentano discriminazioni
sociali e da parte delle autorità, poiché il governo non riconosce pienamente
la legalità di tali conversioni e considera i convertiti ancora musulmani
soggetti alla shari'a, secondo la quale sono apostati e possono essere loro
confiscate le proprietà e negati alcuni diritti.
Vi
sono alcune tendenze all'applicazione sempre più estesa della shari'a, per
esempio riguardo al divieto di consumo di bevande alcooliche.
Influente
l'azione dei Fratelli Musulmani, che nel periodo della Guerra del Golfo hanno
partecipato al governo del Paese, discriminando i cristiani soprattutto nel
campo dell'educazione scolastica.
Vi
è, per contro, una corrispondente azione della monarchia a favore dei
cristiani, che si inserisce nel quadro di una politica tesa a ostacolare
l'espansione dell'islamismo politico.