Sommario
Maggio 1999 - Editoriale
Maria e l'Islam
Giustino Bèthaz
Secondo
una tradizione ormai secolare i cattolici onorano in maniera speciale la
Madonna durante il mese di maggio.
Giovanni
Paolo II, sia negli scritti sia nei discorsi, manifesta una devozione profonda
a Maria Madre del Salvatore.
Non
dubitiamo che egli inculcherà il suo messaggio mariano, quando si recherà nella
Chiesa tormentata del Vietnam.
E
chissà se la venerazione dei musulmani alla Vergine Maria, un giorno, aprirà la
via alla pace in tanti paesi islamici dell'Asia dove si perseguitano i
cristiani?
Nel
Vangelo, solo in alcuni momenti speciali della vita di Gesù, Maria interviene
direttamente per mettere meglio in risalto l'iniziativa di suo Figlio, il primo
missionario, nell'opera della salvezza.
Nella
Chiesa primitiva, dopo la presenza determinante di Maria, maestra di preghiera
prima della Pentecoste, gli Apostoli concentrano la loro predicazione su Gesù.
Così,
anche durante le grandi persecuzioni, l'attenzione dei cristiani martiri è
focalizzata su Gesù primo martire.
Solo
dopo i primi secoli, quando la preminenza di Cristo unico salvatore è ben
affermata, i Padri della Chiesa illuminano gradualmente la funzione di Maria
nell'economia ecclesiale. Nel XIII secolo i grandi dottori, come Sant'Anselmo,
San Bernardo e San Bonaventura, dànno rilievo alla presenza della Madonna nella
comunità cristiana.
Anche
se contestata dalla Riforma protestante, la Vergine rimane presente nel cuore
dei cattolici e Paolo VI ha definito il suo ruolo Madre della Chiesa.
Fuori
dell'ambito cristiano, Maria non è riconosciuta da altre religioni se non
dall'Islam.
Il
nome di Maria è citato parecchie volte (34) nel Corano e il capitolo 14,
chiamato appunto Sura Maryami (Capitolo di Maria) le è consacrato. In esso
viene ordinato a Maometto quanto segue: «Ricorda nel Libro (Corano) Maria,
quando si appartò dalla sua gente in una località verso oriente, ed essa prese
un velo.
E
Noi (Allah) le inviammo il nostro spirito che apparve a lei sotto forma di un
uomo perfetto.
Maria
gli disse: "Io mi rifugio nel Dio misericordioso, davanti a te".
Rispose il messagero: "Io sono l'inviato del Signore tuo per donarti un
fanciullo purissimo". Replicò Maria: "Come potrò avere un figlio,
proprio io?"
E
il messagero: "Così sarà, perché il Signore tuo ha detto: 'Cosa facile è
per me questa cosa'"».
Fin
dall'inizio (VII secolo) ci fu una certa vicinanza spirituale dell'islam col
cristianesimo, come riconoscono i padri del Concilio Vaticano II nella
"Dichiarazione sulle religioni non cristiane" (n.3): "La Chiesa
guarda anche con stima i musulmani.
Essi
onorano la Madre Vergine, Maria, e talvolta pure la invocano".
Però
la storia dei rapporti cristiano-musulmani ci lascia un sapore amaro di
opposizioni, lotte e sopraffazioni mutue che hanno causato diffidenza e
concorrenza, specialmente durante i due secoli di crociate per liberare i
Luoghi santi.
Attualmente
queste tensioni, volute dai fondamentalisti, esistono in molti Paesi islamici,
in Asia come in Africa, e tendono a radicalizzarsi con gravi persecuzioni
contro i cristiani, sopratutto in Pakistan, Indonesia, Sudan...
Laddove
una certa intesa religiosa è possibile, la Chiesa, nel rispetto delle
diversità, invita i cristiani al dialogo con i musulmani e a cercare punti
d'incontro e di collaborazione nell'azione civile e sociale.
Se,
uniti nella preghiera comune alla Vergine Maria, cattolici e musulmani, due
gruppi così importanti di credenti nel Dio unico, potessero riconciliarsi e
collaborare in pace, compirebbero un gradissimo passo nalla globalizzazione
pacifica di centinaia di milioni di uomini.
La
preghiera a Maria di Madia Kafumbe, musulmana d'Africa, "Ascoltami
stasera", citata in questo numero, ci potrebbe aiutare in questo desiderio
di riconciliazione e di pace.
http://www.gesuiti.it/popoli/anno1999/05/ed199905.htm