INTRODUZIONE
La Lumen
Gentium del Vaticano II riepiloga l'insegnamento della Chiesa su Maria.
Strategicamente, il concilio colloca la
sinossi alla fine della sua Costituzione dogmatica sulla Chiesa.
Questa scelta conciliare rappresenta un
avvenimento notevole per la teologia mariana, mettendo fine alla mariologia
isolata che aveva iniziato ad affermarsi dopo il Concilio di Trento.
Gli approcci più recenti alla mariologia sono
essenzialmente biblici, cristocentrici, ecclesiologici, ecumenici e pastorali.
La
vita e l'apostolato di san Lorenzo da Brindisi (1559-1619) si sviluppano in
questo periodo post-tridentino.
Il mio studio, Il significato teologico di alcuni simboli biblici nel
"Mariale" di san Lorenzo da Brindisi, è una trattazione ermeneutico-teologico.
L'obbiettivo primario di tale tesi è la
decodificazione del procedimento ermeneutico nell'uso da parte di Lorenzo da
Brindisi del linguaggio figurato e [di] un numero selezionato di simboli
biblici nella formulazione della sua dottrina sull'assunzione di Maria nel Mariale.
Non c'è stato alcuno studio ampio sul
linguaggio figurato e/o [sui] simboli biblici nel Mariale del Dottore brindisino. Emilio da Cavaso ha studiato il
simbolo biblico della luce nel pensiero mariano laurenziano.
La ricerca su Lorenzo da Brindisi ha messo a
fuoco in larga misura la sua dottrina.
Il procedimento interpretativo di Lorenzo nel
Mariale ci dà una mariologia isolata
o si muove verso una mariologia biblica, cristocentrica,
ecclesiologico/ecumenica e pastorale?
Joel
C. Weinsheimer, interpretando il pensiero di Hans. G. Gadamer, osserva che
l'interpretazione non è meramente qualcosa che un soggetto o la coscienza
compie nei riguardi un oggetto, ma più fondamentalmente qualcosa che accade a
ciò che l'interprete è. Sappiamo che Lorenzo da Brindisi era più che un
erudito.
Egli era un santo che incentrò la sua vita su
un profondo amore per Cristo e Maria.
Vi sarà pertanto un ulteriore obbiettivo nel
nostro studio.
È il Mariale
qualcosa di più che una trattazione dottrinale sulla Vergine Maria?
La devozione che questo Dottore cappuccino
della Chiesa nutre nei confronti di Cristo e di Maria influenza il suo
procedimento interpretativo?
Tale tesi intende recare un piccolo
contributo ad una migliore comprensione della predicazione
cristologico-mariologica di Lorenzo da Brindisi.
Nei
primi tre capitoli di questo studio, entreremo nel mondo dell'autore del Mariale, Lorenzo da Brindisi.
Il primo capitolo ne presenterà brevemente
vita e opere.
I suoi scritti e il suo procedimento
interpretativo scaturiscono dalla sua vita come [dal]la sua formazione.
Essi riflettono il suo ministero primario,
cioè la predicazione in diverse culture, e la concezione del mondo del suo
periodo storico.
La fine del 1500 e l'inizio del 1600 sono un
tempo di restaurazione, rinnovamento e rievangelizzazione nell'Europa centrale
e occidentale.
Il secondo capitolo si occupa delle varie
fonti usate da Lorenzo da Brindisi nella formulazione della sua teologia
mariana.
Benché il predicatore cappuccino non abbia
sempre chiari riferimenti alle sue fonti, gli editori dell'Opera Omnia hanno ricercato il suo pensiero.
Le fonti basilari del Mariale sono Scrittura e Tradizione.
Il testo liturgico è il punto di partenza
nell'esposizione di ogni sermone.
In questo secondo capitolo, ci prefiggiamo di
stabilire le principali fonti patristiche e francescane per la mariologia di
Lorenzo e il suo approccio ermeneutico.
Si evidenzia l'influenza di qualche
particolare Padre o teologo o scuola di pensiero teologico?
Il suo pensiero e la sua teologia sono
eclettici o originali?
Lorenzo segue le regole interpretative del
Concilio di Trento?
Padre Antonio Neri