MAOMETTO ERA UN PEDOFILO?
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Parvez Masih, un insegnante
cristiano, affronta l'obiettivo come se si trovasse sul palco di un teatro. Le
catene che indossa per la causa di Cristo sono messe in mostra per il mondo.
Cristiani Pakistani alla ribalta per Cristo
- La maggioranza dei fratelli
nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ordine
nell’annunciare senza paura la parola di Dio.” Filippesi. 1,14
L’apostolo
Paolo aveva familiarità con le catene e ne conosceva le virtù di testimoni per
Cristo. S. Paolo inoltre ricorda che siamo “uomini condannati a morte, poiché
siamo diventati uno spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini” (1 Cor.
4,9)
L’insegnante Cristiano Parvez
Misah è stato accusato ingiustamente di blasfemia nei confronti di Maometto
(vedi notiziario n° 7/2001 di Uomoni Nuovi)
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L'unica
volta in cui nel Nuovo Testamento appare la parola greca theatron,
teatro, è in un pungente capitolo di 1 Corinzi 4:6-21. L'apostolo ricorda a una
chiesa debole, apatica, che siamo "uomini condannati a morte; poiché siamo
diventati uno spettacolo (theatron) al mondo, agli angeli e agli
uomini" (1 Corinzi 4:9).
L'insegnante
cristiano Parvez Misah è stato accusato ingiustamente di blasfemia nei
confronti di Maometto (vedi notiziario N. 7/2001 ) allo stesso modo in cui
l'apostolo Paolo era stato accusato di costituire una minaccia per il governo e
per le religioni imperanti. Come Paolo, Parvez in prigione è diventato un
pubblico spettacolo per le bande incollerite di fanatici musulmani e per le
autorità curiose.
Il nostro fratello
in Cristo Parvez è stato accusato di blasfemia nei confronti di Maometto in
base alla legge 295c e rischia attualmente una condanna a morte. Quando a
scuola i suoi allievi gli chiesero se era vero che Maometto aveva una moglie di
nove anni, Parvez ne pronunciò senza malizia il nome, Aisha, e li esortò a
consultare il Corano.
Essi si rivolsero
allora al capo della moschea che si arrabbiò perché era stata loro rivelata
quella verità. L'estate scorsa il compagno di cella musulmano di Parvez nel
carcere distrettuale di Siaikot, strappò la Bibbia dell'insegnante e lo colpì
in faccia con un bicchiere che si ruppe e ferì Parvez a un occhio. Da allora
Parvez è stato trasferito in una minuscola cella d'isolamento, costretto a
espletare i suoi bisogni fisiologici nello stesso ambiente in cui dorme e a
prendere il cibo attraverso le sbarre.
Il 3 agosto 2002,
nel corso di un'udienza processuale, Parvez ha rivolto lo sguardo verso i
nostri colleghi della missione per la
chiesa perseguitata, e ha detto: "Voglio ringraziare e fratelli e
le sorelle che mi stanno aiutando. Voglio dir loro che sono innocente, che non
sono colpevole di blasfemia nei confronti di Maometto e li esorto a continuare
a pregare per me".
Pregate per lui.
Diversi leader della comunità islamica hanno parlato in favore di Parvez.
Sebbene il Corano esorti a "uccidere gli
infedeli", non dobbiamo dare per scontato che tutti i musulmani desiderino
perseguitare i cristiani.
Gli attacchi contro
i cristiani in Pakistan affondano spesso le loro radici nell'ignoranza,
nell'avidità, nella rabbia e nella disinformazione.
Lo stesso scenario
si ripete nel teatro dei santi nel Nuovo Testamento.
È importante
ricordare che il nostro Dio sovrano provvede opportunità ai cristiani.
Considerare quest'opportunità sul palcoscenico del mondo come buona o cattiva
rappresenta unicamente la nostra limitata visione fisica.
Pregate affinché
Parvez continui a usare ogni secondo della sua vita per vivere come testimone
di Cristo.
Ha uno spirito di
martire, di testimone, non un complesso di martire che racchiude la volontà di
morire.
Chiedetevi: Vate la
pena rischiare la mia vita e la mia autostima per stare di fronte ad
avvocati, giudici e platee non credenti come testimoni amorevoli di Gesù
Cristo?
Per comunicare e
protestare con le autorità pakistane riguardo a Parvez e ad altri cristiani qui
menzionati, scrivete al seguente indirizzo: Presidente del Pakistan Pervez
Musharraf - President House - Aiwan-E-Saddar - Islamabad, Pakistan
Scrivete messaggi
di incoraggiamento a Parvez Masih al seguente indirizzo:
Parvez Masih – Prìsoner of 295c - District Jail - Siaikot,
Pakistan
Pazzi per Cristo
I cristiani del
Pakistan si identificano con le sofferenze di Cristo anche per il fatto di
essere "disprezzati" (1 Corinzi 4:10).
Sono considerati
"pazzi a causa di Cristo", costretti a vivere come operai meno
pagati.
Alcuni non vogliono
continuare a soffrire in questo modo e si convertono all'Islam per avere
impieghi meglio remunerati.
In un precedente
notiziario (N.5/2001) abbiamo scritto del padre di Zeba, Shahf Masih, un
operaio generico.
Sua moglie morì tra
le fiamme appiccate da musulmani perché aveva protestato contro le percosse di
cui era stata vittima la figlia Zeba.
la missione per la chiesa perseguitata
ha mandato aiuti
economici alla famiglia per pagare i suoi debiti.
Alcuni cristiani
hanno venduto un rene per sfuggire a situazioni del genere.
I loro superiori
musulmani li tentano: "Se accetti Maometto ti condoneremo il debito".
Molti cristiani sono costretti a decidere
quale sia il debito più gravoso: il peccato con la dannazione eterna o la
povertà con la gloria eterna. Vale la pena scegliere Gesù, il nostro Redentore?
È una giovane
cristiana pakistana che vive a Nashatabad, Faisalabad.
Suo padre, Mukhtar,
lavora in una fabbrica di mattoni e sua madre fa le pulizie in case
di musulmani.
Marriam era a casa con il fratellino quando entrarono tré uomini. Due di
essi trattennero
all'esterno il fratellino mentre il terzo, AbduI Majed, la stuprava.
Il padre di Marriam
tornò a casa e li colse sul fatto, ma non riuscì a far valere le sue ragioni di
fronte alle autorità che gli dissero: "Non c'è niente che tu possa fare.
Questo è un paese musulmano e noi possiamo fare quello che vogliamo".
È una tragedia,
eppure essere disprezzati dagli uomini significava poco per l'apostolo Paolo di
fronte alla gloria che sarebbe giunta in seguito.
"Fino a questo
momento, noi abbiamo fame e sete. Siamo nudi, schiaffeggiati e senza fissa
dimora, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani", continua
l'apostolo Paolo (1 Corinzi 4:11-12). Non c'è da meravigliarsi che alcuni
storici ritengano che molti nella chiesa respinsero Paolo quando fece ritorno
da una visita a Corinto. Non volevano essere associati al suo mondo. Nel primo
capitolo della stessa lettera l'apostolo scrive loro che "Dio ha scelto le
cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli
del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e
le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose
che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio" (1 Corinzi 1:27:29).
Persino oggi nella
chiesa c'è qualcuno che non crede che la "potenza" di cui l'apostolo
scrive in 1 Corinzi 4:20 possa manifestarsi in un gruppo di cristiani afflitti
da povertà e disprezzati. Ci vogliono gli occhi della fede per credere che il
sanguinante corpo di Cristo è più che vincitore per mezzo di lui.
Sono molti i cristiani spinti alla ribalta in Pakistan.
La mattina del 5 agosto 2002 un gruppo di musulmani fanatici prese d'assalto la scuola internazionale di Murree.
I nostri colleghi
pakistani della missione per la chiesa
perseguitata riferiscono che si è trattato del primo attacco contro una
scuola cristiana da quando il Pakistan si è costituito come nazione nel 1947 e
raccontano: "Ci siamo precipitati sul luogo, a sei ore d'auto dalla nostra
sede.
Non abbiamo potuto
entrare nella scuola perché la polizia l'aveva sigillata. Grazie a Dio nessuno
dei 160 studenti e insegnanti è stato ucciso.
I terroristi,
giovani in tuta da ginnastica, avevano preso di mira il cancello principale con
una scarica di proiettili, uccidendo cinque impiegati della scuola e un
passante e ferendo in modo grave altri cinque impiegati. Tra le vittime c'erano
anche dei musulmani. Dobbiamo pregare pure per le loro famiglie.
Al cancello è stata
ritrovata una lettera firmata da un'organizzazione musulmana denominata La vendetta
della jihad.
Per sette ore abbiamo seguito su strade
polverose il carro funebre che riportava al loro villaggio i corpi di due
cristiani.
Babar Masih, ventiquattrenne,
era addetto alla ricezione nella scuola e avrebbe dovuto sposarsi in dicembre. Javed
Masih, quarantunenne, padre di tré figli, era cuoco nell'istituto. Arrivati
al villaggio siamo stati accolti da una folla di persone in lutto….. ecc… un dolore
e un orrore senza fine… ecc….
MAOMETTO ERA UN PEDOFILO? http://web.tiscali.it/martiri
Se c’è una cosa che mi manda in bestia è proprio
questa!
La storia va interpretata e
spiegata con la storia!
Ne noi cristiani possiamo essere
ignoranti del metodo con cui si devono studiare le Sacre Scritture, come,
purtroppo, sono ignoranti i musulmani e i Testimoni di Geova che hanno una
interpretazione letterale o fondamentalista delle Scritture e che non sanno
cosa significa la interpretazione storico-critica.
Nelle S. Scritture vi è un fondamento teologico eterno, ovvero
delle verità rivelate intangibili, che necessariamente sono rivestite di quelle
categorie culturali linguistiche e di mentalità proprie di quei profeti che
hanno materiaLmente scritto le S. Scritture.
Se
Dio volesse oggi per la prima volta riscrivere le S. Scritture, la rivelazione
sarebbe la stessa, ma si rivestirebbe della sensibilità degli uomini del nostro
tempo.
Bisogna
distinguere quindi il vestito dal corpo.
Quello che è
importante è il corpo (la verità teologica), non il vestito (la sensibilità di
1500 anni fa o le particolari condizioni sociali del profeta) che giustamente
deve e può cambiare, perché l’umanità si evolve e si perfeziona continuamente
pur essendo guidata da leggi eterne ed immutabili che fedelmente guidano al
bene e al vero.
Il grande profeta
Maometto se lo giudichiamo con la nostra sensibilità è un pedofilo!
Ma realmente non può esserlo!
Poteva il grande
profeta Maometto dare scandalo ai suoi contemporanei e pregiudicare la sua
missione e la credibilità della rivelazione che gli era stata affidata? Certo
che no!
Maometto, ha preso
in moglie una bambina (e forse all’epoca era già donna, visto che la vita media
era di 40 anni) di nove anni, ma questo era del tutto normale per la
consuetudine dell’epoca.
Anche
Maria la madre di Gesù per i nostri attuali criteri di giudizio non era che una
adolescente, eppure fu data legalmente in moglie a Giuseppe.
Per me, che sono un
innamorato dell’islam è una grande sofferenza vedere i fratelli musulmani
barcollare nelle tenebre dell’ignoranza, ignoranza che nuoce grandemente prima
a loro e poi agli altri, perché mettono sullo stesso livello sia il corpo della
rivelazione che la forma del vestito.
A tutti pace. http://web.tiscali.it/martiri