http://web.tiscali.it/martiri

 

----------------------

 Martedì 1 Ottobre 2002

 

Berardo da Calvi, Pietro da Sangemini, Ottone da Stroncone, Accursio e Adiuto da Narni:

                 

tutti ternani i protomartiri del Santo di UMBERTO MAIORCA

 

TERNI - Il 16 gennaio 1220 cinque frati francescani, partiti dall'Umbria e dopo aver vissuto i mille disagi di un lungo viaggio a piedi, venivano martirizzati in Marocco, dove si erano recati per predicare il Vangelo tra i musulmani.

 

Armati solo della parola evangelica non portavano alcun atteggiamento di violenza o di offesa, ma solo la volontà e il desiderio di conformarsi a Gesù Cristo, nella totale fedeltà al Vangelo.

 

Accursio, Adiuto, Berardo, Ottone e Pietro sono ricordati dalle cronache francescane tra coloro che accorsero per primi attratti dal messaggio di Francesco; ma per molto tempo è rimasta sconosciuta la provenienza.

 

Riportata alla luce dal volume di Paolo Rossi (Francescani e Islam, Intra Tevere et Arno editore) la vicenda dei protomartiri ripropone, adesso, con forza, nel mutato contesto storico internazionale, il rapporto tra le religioni, in particolare con l'Ebraismo e l'Islam e parla del dialogo e dell'annuncio come di due aspetti dell'unica missione della Chiesa. "Mi pare significativo ricordarli ora mentre il rapporto con l'Islam torna ad agitare le cronache.

 

Allora, eravamo all'inizio del confronto tra francescani e Islam.

 

Era un rapporto complesso che Francesco volle affrontare in modo del tutto originale, forte unicamente della parola evangelica - dice monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia - Per il cristiano non è concepibile una morte che comporti la distruzione della vita altrui; il martire è un testimone, non uccide, dà la vita per gli altri.

 

Il martire cristiano non potrà mai aderire a quella mentalità che farebbe dire: muoia Sansone con tutti i filistei".

 

La cronaca riproposta dallo storico locale Paolo Rossi indica con sicurezza la provenienza dei cinque giovani martiri: la vallata ternana, la bassa Umbria (Terni, Calvi, Stroncone, Sangemini e Narni) per la quale Francesco "ebbe una specie di predilezione" pari a quella per la valle spoletana, dove nacque e morì, e per quella dove ricevette le Stimmate (la valle del casentino).

 

La presenza minoritica è, inoltre, attestata dai frequenti viaggi di Francesco (a seguito di uno di questi e all'interessamento del santo alcuni storici riportano la decisione di papa Onorio III di ricostituire la diocesi di Terni nel 1218) e dai molti luoghi francescani sparsi nel territorio dell'odierna Provincia di Terni.

 

"L'esperienza francescana ha toccato questa terra in modo singolare - dice monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia - come testimoniano non solo i cinque martiri, ma anche i 4 beati e i molti frati che ricoprirono cariche importanti all'interno dell'ordine; per non parlare degli eremi e delle chiese".

 

Attratti dalla predicazione di Francesco, i cinque giovani fecero proprio il sogno di proclamare il Vangelo tra i musulmani e partirono spinti dal senso della missione, dimensione irrinunciabile della Chiesa di ogni tempo.

 

"E' importante recuperare, attraverso le vite dei martiri francescani, la memoria storica di questa terra ed il contributo dato alla crescita del francescanesimo - prosegue monsignor Paglia - come fa pensare che i cinque "ternani" sono alla base della conversione di quello che sarà, poi, sant'Antonio da Padova".

http://web.tiscali.it/martiri

Con la loro esperienza i cinque si pongono sulla scia dei martiri cristiani dei primi secoli, per i quali l'effusione del sangue conduceva alla vetta della perfezione, entrando a far parte di quella schiera di testimoni del Vangelo che hanno segnato l'inizio del secondo millennio e che fecero dire a San Francesco, quando apprese la notizia della loro morte: "Ora posso dire di avere i primi cinque veri frati minori!".

 

La vicenda missionaria dei protomartiri francescani assume un "particolare profumo: quello lasciato dai figli della spledida valle ternana".

 

http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021001/06_UMBRIA/38/APRE.htm

---------------------