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 A chi dice che si tratta del mestiere più vecchio del mondo io dico che é un animale! –

 Da un po’ di tempo assistiamo ad un dibattito di basso profilo sulla prostituzione che vorrebbe riprendere l’ormai celebre legge Merlin (che nel 1958 chiese definitivamente le cosiddette “case chiuse”, riportando un’attenzione alla donna in quanto persona e non oggetto di piacere) per dare riconoscimento alla prostituzione, stabilendo luoghi e modalità per la sua esplicazione.

 

In realtà non si vuole prendere sul serio il problema: oggi la prostituzione, quella che fa clamore, quella di strada, é collegata per 80% allo sfruttamento sessuale di donne straniere, provenienti da vari Paesi, costrette con la coercizione a prostituirsi.

 

Ecco perché prostitute!

La criminalità organizzata, che a livello internazionale gestisce questo traffico, trae ingenti guadagni da questo scandaloso commercio. Secondo dati delle Nazioni Unite il guadagno supererebbe quello del traffico di armi e del traffico di droga (cfr. anche box).

 

Diventa impellente, innanzitutto, riportare i termini della problematica nei giusti binari e trovare soluzioni forti a questa criminalità: non solo attraverso l’intervento determinante delle Forze dell’Ordine, ma anche tramite una coscientizzazione dell’opinione pubblica.

 

Non basta infatti denunciare eventuali “disturbi della quiete pubblica”, é necessario anche prendere coscienza di quelle situazioni di sfruttamento che spesso sono vere e proprie forme di schiavitù.

 

     La vigente legge sull’immigrazione contiene l’articolo 18, che va proprio in questa direzione: lotta ferma alla criminalità e tutela, attraverso garanzie di recupero e inserimento nelle società, delle donne straniere vittime di tratta.

 

     L’applicazione di questo articolo ha portato a grossi successi: molti sfruttatori sono stati assicurati alla giustizia e molte donne si sono salvate grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine o delle Associazioni.

 

Ma tutto questo non basta perché il fenomeno é molto ampio, é presente nei territori italiani ed europei, anzi si sta espandendo ancor più.

 

E’ difficile contrastare la criminalità quanto é organizzata a livello internazionale e gli Stati collaborano poco o sono poco coordinati.

 

     La Caritas italiana – da anni impegnata tramite l’azione di tante Caritas diocesane, di tantissime religiose, nella tutela delle vittime – ha voluto recentemente esprimere la propria opinione di Organismo ecclesiale… anche per questo ci si domanda, se é immorale vendere parti del proprio corpo, é possibile accettare che il corpo sia messo in vendita sotto qualsiasi forma?

 

La testimonianza delle donne liberate dalla strada sono molto dure: “Hanno usurpato la nostra libertà, hanno violato il nostro corpo, hanno schiavizzato la nostra mente, ci hanno schiacciato perché donne. Forse il mondo dovrebbe riconquistare la sua parte femminile!”.

 

IL TURPE MERCATO DA MARCIAPPIEDE

Secondo l’ONU, il fatturato annuale del traffico di esseri umani é stimato in sette miliardi di dollari ed ogni anno ben 4 milioni risultano schiavizzate.

 

L’OIM denuncia che il giro d’affari del mercato del sesso sarebbe di dodici miliardi e mezzo di dollari; ogni anno nella sola Europa occidentale i nuovi schiavi in arrivo sarebbero 500.000.

 

Ma per l’Interpol sarebbero almeno il doppio. E ancora, secondo una ricerca del Dipartimento Pari opportunità e dell’associazione Parsec, in Italia e solo in Italia 50.000 donne straniere sono coinvolte nella prostituzione. Per il 35% delle prostitute l’età é al di sotto dei 18 anni.

 

 Il numero degli acquirenti-clienti del sesso a pagamento é stimato in 9.000.000 di persone, in maggioranza coniugati, mentre gli occupati sarebbero 80.000, con un giro d’affari di 50.000 miliardi all’anno.

Non servono commenti a questo orrore.

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(Articolo tratto dalla “Caritas Italiana – c.c.p. 347013 – viale F. Balzelli, 41 – 000146 Roma  -

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