[1]Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per
vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio,
[2]che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture,
[3]riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne,
[4]costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione
mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.
[5]Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per
ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo
nome;
[6]e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo.
[7]A quanti sono in Roma
diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro,
e dal Signore Gesù Cristo.
[8]Anzitutto rendo grazie al mio Dio per
mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si
espande in tutto il mondo.
[9]Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo
del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi,
[10]chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una
strada per venire fino a voi. [11]Ho
infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale
perché ne siate fortificati,
[12]o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo
in comune, voi e io.
[13]Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono
proposto di venire fino a voi ma finora
ne sono stato impedito per raccogliere
qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili.
[14]Poiché sono in
debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli
ignoranti:
[15]sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a
voi di Roma.
[16]Io infatti non mi vergogno del vangelo,
poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e
poi del Greco.
[17]E` in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come
sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.
[18]In realtà l'ira di Dio si rivela dal
cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità
nell'ingiustizia,
[19]poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha
loro manifestato.
[20]Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni
invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui
compiute, come la sua eterna potenza e divinità;
[21]essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno
dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro
ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.
[22]Mentre si
dichiaravano sapienti, sono diventati stolti [23]e hanno cambiato la gloria
dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di
uccelli, di quadrupedi e di rettili.
[24]Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità
secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,
[25]poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno
venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei
secoli. Amen.
[26]Per questo Dio li ha abbandonati a
passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti
contro natura.
[27]Egualmente anche
gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di
passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini,
ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.
[28]E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati
in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno,
[29]colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia,
di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità;
diffamatori,
[30]maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel
male, ribelli ai genitori,
[31]insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.
[32]E pur
conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la
morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
[1]Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia,
o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso;
infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose.
[2]Eppure noi sappiamo
che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali
cose.
[3]Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e
intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?
[4]O ti prendi gioco
della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza,
senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?
[5]Tu,
però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te
per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio,
[6]il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere:
[7]la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria,
onore e incorruttibilità;
[8]sdegno ed ira contro coloro che per
ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia. [9]Tribolazione
e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il
Greco;
[10]gloria invece, onore e pace per chi opera
il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco,
[11]perché presso Dio non c'è parzialità.
[12]Tutti quelli che hanno peccato senza la
legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la
legge, saranno giudicati con la legge.
[13]Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio,
ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati.
[14]Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo
la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi;
[15]essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come
risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi
ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. [16]Così
avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di
Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
[17]Ora, se tu ti vanti di portare il nome di
Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio,
[18]del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai
discernere ciò che è meglio,
[19]e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle
tenebre,
[20]educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella
legge l'espressione della sapienza e della verità...
[21]ebbene, come mai tu, che
insegni agli altri, non insegni a te stesso?
Tu che predichi di non rubare, rubi?
[22]Tu che proibisci l'adulterio,
sei adultero?
Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi?
[23]Tu che ti glori
della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?
[24]Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani,
come sta scritto.
[25]La circoncisione è utile, sì, se osservi
la legge; ma se trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno
non circonciso. [26]Se
dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della legge, la sua non
circoncisione non gli verrà forse contata come circoncisione?
[27]E così, chi non è circonciso fisicamente,
ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la
circoncisione, sei un trasgressore della legge.
[28]Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la
circoncisione non è quella visibile nella carne;
[29]ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del
cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini
ma da Dio.
[1]Qual è dunque la superiorità del Giudeo?
O quale l'utilità della circoncisione?
[2]Grande, sotto ogni aspetto. Anzitutto
perché a loro sono state affidate le rivelazioni di Dio.
[3]Che dunque?
Se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può forse annullare la fedeltà
di Dio?
[4]Impossibile! Resti invece fermo che Dio è
verace e ogni uomo mentitore, come sta scritto:
Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue
parole
e trionfi quando sei giudicato.
[5]Se però la nostra ingiustizia mette in
risalto la giustizia di Dio, che diremo?
Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira?
Parlo alla maniera umana.
[6]Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio
giudicare il mondo?
[7]Ma se per la mia menzogna la verità di Dio
risplende per sua gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore?
[8]Perché non dovremmo fare il male affinchè venga il bene, come alcuni la cui condanna è ben giusta ci calunniano, dicendo che noi lo
affermiamo?
[9]Che dunque?
Dobbiamo noi ritenerci superiori?
Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci,
tutti, sono sotto il dominio del peccato,
[10]come sta scritto:
Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,
[11]non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
[12]Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è
neppure uno.
[13]La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,
[14]la loro bocca è piena di maledizione e di
amarezza.
[15]I loro piedi corrono a versare il sangue;
[16]strage e rovina è sul loro cammino
[17]e la via della pace non conoscono.
[18]Non c'è timore di Dio davanti ai loro
occhi.
[19]Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice
la legge lo dice per quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni
bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. [20]Infatti
in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a lui,
perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.
[21]Ora invece, indipendentemente dalla
legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai
profeti;
[22]giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che
credono. E non c'è distinzione:
[23]tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,
[24]ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della
redenzione realizzata da Cristo Gesù. [25]Dio
lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede,
nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza
usata verso i peccati passati,
[26]nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo
presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
[27]Dove sta dunque il vanto?
Esso è stato escluso! Da quale legge?
Da quella delle opere?
No, ma dalla legge della fede.
[28]Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente
dalle opere della legge.
[29]Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei?
Non lo è anche dei pagani?
Certo, anche dei pagani!
[30]Poiché non c'è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i
circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi.
[31]Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede?
Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.
[1]Che diremo dunque di Abramo, nostro
antenato secondo la carne?
[2]Se infatti Abramo è stato
giustificato per le opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a
Dio.
[3]Ora, che cosa dice la Scrittura?
Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
[4]A chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma come
debito;
[5]a chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua
fede gli viene accreditata come giustizia.
[6]Così
anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia
indipendentemente dalle opere:
[7]Beati quelli le cui iniquità sono state
perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
[8]beato l'uomo al quale il Signore non mette
in conto
il peccato!
[9]Orbene, questa beatitudine riguarda chi è
circonciso o anche chi non è circonciso?
Noi diciamo infatti che la fede fu accreditata ad Abramo come giustizia. [10]Come
dunque gli fu accreditata?
Quando era circonciso o quando non lo era?
Non certo dopo la circoncisione, ma prima. [11]Infatti
egli ricevette il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia
derivante dalla fede che aveva gia ottenuta quando non era ancora circonciso;
questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché anche
a loro venisse accreditata la giustizia [12]e fosse padre anche dei circoncisi,
di quelli che non solo hanno la circoncisione, ma camminano anche sulle orme
della fede del nostro padre Abramo prima della sua circoncisione.
[13]Non infatti in virtù della legge fu data
ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma
in virtù della giustizia che viene dalla fede;
[14]poiché se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe
resa vana la fede e nulla la promessa.
[15]La legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge,
non c'è nemmeno trasgressione.
[16]Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e
così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella
che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il
quale è padre di tutti noi. [17]Infatti
sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli; (è nostro padre) davanti
al Dio nel quale credette, che dá vita ai morti e chiama all'esistenza le cose
che ancora non esistono.
[18]Egli ebbe fede sperando contro ogni
speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così
sarà la tua discendenza.
[19]Egli
non vacillò nella fede, pur vedendo gia come morto il proprio corpo aveva circa cento anni e morto il seno di Sara. [20]Per
la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede
gloria a Dio,
[21]pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di
portarlo a compimento.
[22]Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
[23]E non soltanto per lui è stato scritto
che gli fu accreditato come giustizia,
[24]ma anche per noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che crediamo
in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore,
[25]il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato
per la nostra giustificazione.
[1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo
in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo;
[2]per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa
grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di
Dio.
[3]E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben
sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata
[4]e la virtù provata la speranza.
[5]La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
[6]Infatti, mentre noi eravamo ancora
peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. [7]Ora,
a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere
chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. [8]Ma
Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi. [9]A
maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira
per mezzo di lui. [10]Se
infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della
morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati
mediante la sua vita. [11]Non
solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal
quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.
[12]Quindi, come a causa di un solo uomo il
peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha
raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. [13]Fino
alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere
imputato quando manca la legge,
[14]la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato
con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che
doveva venire.
[15]Ma il dono di grazia non è come la
caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la
grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si
sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini.
[16]E non è accaduto per
il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo
atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la
giustificazione. [17]Infatti
se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo,
molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della
giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
[18]Come dunque per la colpa di uno solo si è
riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia
di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dá vita.
[19]Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati
costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno
costituiti giusti.
[20]La legge poi sopraggiunse a dare piena
coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la
grazia,
[21]perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la
grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro
Signore.
[1]Che diremo dunque?
Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia?
[2]E`
assurdo! Noi che gia siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel
peccato?
[3]O
non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati
battezzati nella sua morte?
[4]Per
mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte,
perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre,
così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
[5]Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile
alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
[6]Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui,
perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del
peccato.
[7]Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
[8]Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che
anche vivremo con lui,
[9]sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più
potere su di lui.
[10]Per quanto
riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per
il fatto che egli vive, vive per Dio.
[11]Così
anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
[12]Non regni più dunque il peccato nel
vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri;
[13]non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma
offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come
strumenti di giustizia per Dio.
[14]Il
peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge,
ma sotto la grazia.
[15]Che dunque?
Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la
grazia?
E` assurdo!
[16]Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come
schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del
peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia?
[17]Rendiamo grazie a Dio, perché voi
eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento
che vi è stato trasmesso [18]e così, liberati dal peccato, siete diventati servi
della giustizia.
[19]Parlo con esempi umani, a causa della
debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio
dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre
membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.
[20]Quando infatti eravate sotto la schiavitù
del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia.
[21]Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi
vergognate?
Infatti il loro destino è la morte.
[22]Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi
raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la
vita eterna.
[23]Perché il salario del
peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro
Signore.
[1]O forse ignorate, fratelli parlo a gente esperta di legge che la legge ha potere sull'uomo solo per il
tempo in cui egli vive?
[2]La donna sposata, infatti, è legata dalla legge al marito finché egli
vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge che la lega al marito.
[3]Essa sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il marito, passa a
un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera dalla legge e non è più
adultera se passa a un altro uomo.
[4]Alla stessa maniera,
fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a
morte quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui che fu
risuscitato dai morti, affinchè noi portiamo frutti per Dio. [5]Quando
infatti eravamo nella carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla legge, si
scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte.
[6]Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci
teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime
vecchio della lettera.
[7]Che diremo dunque?
Che la legge è peccato?
No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né
avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non
desiderare.
[8]Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato
scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è morto
[9]e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il
peccato ha preso vita [10]e io sono morto; la legge, che doveva servire per la
vita, è divenuta per me motivo di morte.
[11]Il peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto
e per mezzo di esso mi ha dato la morte.
[12]Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento. [13]Ciò
che è bene è allora diventato morte per me?
No davvero! E` invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la
morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura
peccaminoso per mezzo del comandamento.
[14]Sappiamo infatti che la legge è
spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. [15]Io
non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io
faccio, ma quello che detesto. [16]Ora,
se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona;
[17] quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. [18]Io
so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il
desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;
[19]infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.
[20]Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il
peccato che abita in me.
[21]Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il
male è accanto a me.
[22]Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio,
[23]ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della
mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie
membra.
[24]Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla
morte?
[25]Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io
dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del
peccato.
[1]Non c'è dunque più nessuna condanna per
quelli che sono in Cristo Gesù. [2]Poiché
la legge dello Spirito che dá vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge
del peccato e della morte. [3]Infatti
ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio
lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella
del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne,
[4]perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo
secondo la carne ma secondo lo Spirito.
[5]Quelli infatti che vivono secondo la
carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo
Spirito, alle cose dello Spirito.
[6]Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello
Spirito portano alla vita e alla pace.
[7]Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non
si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero.
[8]Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
[9]Voi però non siete sotto il dominio della
carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.
Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non
gli appartiene. [10]E
se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito
è vita a causa della giustificazione.
[11]E
se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che
ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per
mezzo del suo Spirito che abita in voi.
[12]Così dunque fratelli, noi siamo debitori,
ma non verso la carne per vivere secondo la carne;
[13]poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto
dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.
[14]Tutti quelli infatti che sono guidati
dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio.
[15]E voi non avete ricevuto uno
spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da
figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».
[16]Lo
Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
[17]E se siamo figli,
siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo
alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
[18]Io ritengo, infatti, che le sofferenze
del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere
rivelata in noi.
[19]La creazione stessa attende con
impazienza la rivelazione dei figli di Dio;
[20]essa infatti è stata sottomessa alla caducità non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha
sottomessa e nutre la speranza [21]di
essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella
libertà della gloria dei figli di Dio. [22]Sapppiamo
bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del
parto;
[23]essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito,
gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro
corpo.
[24]Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si
spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno gia vede, come
potrebbe ancora sperarlo?
[25]Ma se speriamo quello che
non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
[26]Allo stesso modo anche lo Spirito viene
in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia
conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi,
con gemiti inesprimibili;
[27]e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché
egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
[28]Del resto, noi sappiamo che tutto
concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il
suo disegno.
[29]Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche
predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli;
[30]quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati
li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
[31]Che diremo dunque in proposito?
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
[32]Egli che non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà
ogni cosa insieme con lui?
[33]Chi
accuserà gli eletti di Dio?
Dio giustifica.
[34]Chi condannerà?
Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e
intercede per noi?
[35]Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il
pericolo, la spada?
[36]Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il
giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
[37]Ma in tutte queste cose noi siamo più che
vincitori per virtù di colui che ci ha amati. [38]Io
sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né
presente né avvenire,
[39]né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai
separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
[1]Dico la verità in Cristo, non mentisco, e
la mia coscienza me ne dá testimonianza nello Spirito Santo:
[2]ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
[3]Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a
vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
[4]Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le
alleanze, la legislazione, il culto, le promesse,
[5]i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra
ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
[6]Tuttavia la parola di Dio non è venuta
meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele,
[7]né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No,
ma: in Isacco ti sarà data una discendenza,
[8]cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma come
discendenza sono considerati solo i figli della promessa.
[9]Queste infatti sono le parole della promessa: Io verrò in questo
tempo e Sara avrà un figlio.
[10]E
non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro
padre:
[11]quando essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di
male perché rimanesse fermo il disegno
divino fondato sull'elezione non in base alle opere, ma alla volontà di colui
che chiama [12]le fu dichiarato: Il
maggiore sarà sottomesso al minore,
[13]come sta scritto:
Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
[14]Che diremo dunque?
C'è forse ingiustizia da parte di Dio?
No certamente!
[15]Egli infatti dice a Mosè:
Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.
[16]Quindi non dipende dalla volontà né dagli
sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia. [17]Dice
infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la
mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. [18]Dio
quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole
[19]Mi potrai però dire: «Ma allora perché
ancora rimprovera?
Chi può infatti resistere al suo volere?
».
[20]O uomo, tu chi sei per disputare con Dio?
Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto
così?
».
[21]Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima
pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?
[22]Se pertanto Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la
sua potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, gia pronti per
la perdizione,
[23]e questo per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di
misericordia, da lui predisposti alla gloria,
[24]cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma anche tra
i pagani, che potremmo dire?
Chiamerò mio popolo quello che non era mio
popolo
e mia diletta quella che non era la diletta.
[26]E avverrà che nel luogo stesso dove fu
detto
loro:
«Voi non siete mio popolo»,
là saranno chiamati figli del Dio vivente.
[27]E quanto a Israele, Isaia esclama:
Se anche il numero dei figli d'Israele
fosse come la sabbia del mare,
sarà salvato solo il resto;
[28]perché con pienezza e rapidità
il Signore compirà la sua parola sopra la
terra.
[29]E ancora secondo ciò che predisse Isaia:
Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato una discendenza,
saremmo divenuti come Sòdoma
e resi simili a Gomorra.
[30]Che diremo dunque?
Che i pagani, che non ricercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia:
la giustizia però che deriva dalla fede;
[31]mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è
giunto alla pratica della legge.
[32]E perché mai?
Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno
urtato così contro la pietra d'inciampo,
[33]come sta scritto:
Ecco che io pongo in Sion una pietra di
scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
[1]Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia
preghiera sale a Dio per la loro salvezza.
[2]Rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo
una retta conoscenza;
[3]poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria,
non si sono sottomessi alla giustizia di Dio.
[4]Ora, il termine della legge è
Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede.
[5]Mosè infatti descrive la giustizia che
viene dalla legge così: L'uomo che la pratica vivrà per essa. [6]Invece
la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi
salirà al cielo?
Questo significa farne discendere Cristo;
[7]oppure: Chi discenderà nell'abisso?
Questo significa far risalire Cristo dai morti.
[8]Che dice dunque?
Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della
fede che noi predichiamo.
[9]Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e
crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai
salvo.
[10]Con il cuore infatti si
crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per
avere la salvezza.
[11]Dice infatti la
Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso.
[12]Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è
il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano.
[13]Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
[14]Ora, come potranno invocarlo senza aver
prima creduto in lui?
Ecome potranno credere, senza averne sentito parlare?
E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?
[15]E
come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?
Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto
annunzio di bene!
[16]Ma non tutti hanno obbedito al vangelo.
Lo dice Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?
[17]La fede dipende dunque
dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di
Cristo.
[18]Ora io dico: Non hanno forse udito?
Tutt'altro:
per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino ai confini del mondo le loro parole.
[19]E dico ancora: Forse Israele non ha
compreso?
Gia per primo Mosè dice:
Io vi renderò gelosi di un popolo che non è
popolo;
contro una nazione senza intelligenza
susciterò il vostro sdegno.
[20]Isaia poi arriva fino ad affermare:
Sono stato trovato da quelli che non mi
cercavano,
mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano
a
me,
[21]mentre di Israele dice: Tutto il giorno
ho steso le mani verso un popolo disobbediente e ribelle!
[1]Io domando dunque: Dio avrebbe forse
ripudiato il suo popolo?
Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della
tribù di Beniamino.
[2]Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da
principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia
ricorre a Dio contro Israele?
[3]Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia
vita.
[4]Cosa gli risponde però la voce divina?
Mi sono riservato settemila uomini, quelli
che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal.
[5]Così anche al presente c'è un resto,
conforme a un'elezione per grazia. [6]E
se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più
grazia.
[7]Che dire dunque?
Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli
eletti; gli altri sono stati induriti,
[8]come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non
sentire,
fino al giorno d'oggi.
[9]E Davide dice:
Diventi la lor mensa un laccio, un tranello
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!
[10]Siano oscurati i loro occhi sì da non
vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!
[11]Ora io domando: Forse inciamparono per
cadere per sempre?
Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per
suscitare la loro gelosia.
[12]Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro
fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione
totale!
[13]Pertanto, ecco che cosa dico a voi,
Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero,
[14]nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di
salvarne alcuni.
[15]Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo,
quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?
[16]Se le primizie sono sante, lo sarà anche
tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami. [17]Se
però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato
innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa
dell'olivo,
[18]non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che
non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
[19]Dirai certamente: Ma i rami sono stati
tagliati perché vi fossi innestato io!
[20]Bene;
essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in
ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi!
[21]Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali,
tanto meno risparmierà te!
[22]Considera dunque la bontà e la severità
di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te,
a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai
reciso.
[23]Quanto
a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio
infatti ha la potenza di innestarli di nuovo! [24]Se
tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e
contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono
della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!
[25]Non voglio infatti che ignoriate,
fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una
parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.
[26]Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
[27]Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
[28]Quanto al vangelo, essi sono nemici, per
vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, [29]perché
i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
[30]Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete
ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,
[31]così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia
usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia. [32]Dio
infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!
[33]O profondità della ricchezza, della
sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e
inaccessibili le sue vie!
[34]Infatti, chi mai ha potuto conoscere il
pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
[35]O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio?
[36]Poiché da lui, grazie a lui e per lui
sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
[1]Vi esorto dunque, fratelli, per la
misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e
gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
[2]Non conformatevi alla mentalità di questo
secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la
volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
[3]Per la grazia che mi è stata concessa, io
dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi,
ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno
secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. [4]Poiché,
come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la
medesima funzione,
[5]così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno
per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.
[6]Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di
noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede;
[7]chi ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento,
all'insegnamento;
[8]chi l'esortazione, all'esortazione. Chi dá, lo faccia con semplicità; chi
presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con
gioia.
[9]La carità non abbia finzioni: fuggite il
male con orrore, attaccatevi al bene;
[10]amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a
vicenda.
[11]Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito,
servite il Signore.
[12]Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti
nella preghiera,
[13]solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.
[14]Benedite coloro che vi perseguitano,
benedite e non maledite.
[15]Rallegratevi con quelli che sono nella
gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. [16]Abbiate
i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte,
piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.
[17]Non rendete a nessuno male per male.
Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini.
[18]Se possibile, per quanto questo dipende
da voi, vivete in pace con tutti.
[19]Non fatevi giustizia da voi stessi,
carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la
vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore.
[20]Al contrario, se il tuo nemico ha fame,
dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti,
ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo.
[21]Non lasciarti vincere dal male, ma vinci
con il bene il male.
[1]Ciascuno stia sottomesso alle autorità
costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono
stabilite da Dio. [2]Quindi
chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che
si oppongono si attireranno addosso la condanna. [3]I
governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il
male. Vuoi non aver da temere l'autorità?
Fà il bene e ne avrai lode,
[4]poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora
temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per
la giusta condanna di chi opera il male. [5]Perciò
è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche
per ragioni di coscienza. [6]Per
questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo
compito sono funzionari di Dio. [7]Rendete
a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse
le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.
[8]Non abbiate alcun debito con nessuno, se
non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto
la legge.
[9]Infatti il precetto:
Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi
altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come
te stesso. [10]L'amore
non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.
[11]Questo voi farete, consapevoli del
momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più
vicina ora di quando diventammo credenti.
[12]La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le
opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
[13]Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a
gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e
gelosie.
[14]Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne
nei suoi desideri.
[1]Accogliete tra voi chi è debole nella
fede, senza discuterne le esitazioni.
[2]Uno crede di
poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi.
[3]Colui
che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi
mangia, perché Dio lo ha accolto.
[4]Chi
sei tu per giudicare un servo che non è tuo?
Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il
Signore ha il potere di farcelo stare.
[5]C'è chi distingue giorno da giorno, chi
invece li giudica tutti uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue
convinzioni personali.
[6]Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi
mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi
non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio.
[7]Nessuno
di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso,
[8]perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per
il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.
[9]Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per
essere il Signore dei morti e dei vivi.
[10]Ma tu, perché giudichi il tuo fratello?
E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello?
Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio,
[11]poiché sta scritto:
Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
[12]Quindi ciascuno di noi renderà conto a
Dio di se stesso.
[13]Cessiamo dunque di
giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di
scandalo al fratello.
[14]Io so, e ne sono persuaso nel Signore
Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come
immondo, per lui è immondo.
[15]Ora se per il tuo cibo il tuo fratello
resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal
rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto!
[16]Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete!
[17]Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è
giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo:
[18]chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli
uomini.
[19]Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione
vicendevole.
[20]Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è
mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo.
[21]Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la
quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.
[22]La fede che possiedi, conservala per te
stesso davanti a Dio. Beato chi non si condanna per ciò che egli approva.
[23]Ma
chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per fede; tutto
quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.
[1]Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di
sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi.
[2]Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per
edificarlo.
[3]Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto:
gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me.
[4]Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per
nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che
ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza.
[5]E
il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni
verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù,
[6]perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del
Signore nostro Gesù Cristo.
[7]Accoglietevi perciò gli uni gli altri come
Cristo accolse voi, per la gloria di Dio.
[8]Dico infatti che Cristo si è
fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le
promesse dei padri;
[9]le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta
scritto:
Per questo ti celebrerò tra le nazioni
pagane,
e canterò inni al tuo nome.
[10]E ancora:
Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo
popolo.
[11]E di nuovo:
Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.
[12]E a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
[13]Il Dio della speranza vi riempia di ogni
gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello
Spirito Santo.
[14]Fratelli miei, sono anch'io convinto, per
quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni
conoscenza e capaci di correggervi l'un l'altro.
[15]Tuttavia vi ho scritto con un
pò di audacia, in qualche parte, come per ricordarvi quello che gia sapete, a
causa della grazia che mi è stata concessa da parte di Dio [16]di essere un
ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro del vangelo
di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo
Spirito Santo.
[17]Questo è in
realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio;
[18]non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo
mio per condurre i pagani all'obbedienza, con parole e opere,
[19]con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da
Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine la predicazione
del vangelo di Cristo.
[20]Ma mi sono fatto un punto
di onore di non annunziare il vangelo se non dove ancora non era giunto il nome
di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, [21]ma come sta scritto:
Lo vedranno coloro ai quali non era stato
annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare,
comprenderanno.
[22]Per questo appunto fui impedito più volte
di venire da voi.
[23]Ora però, non trovando più un
campo d'azione in queste regioni e avendo gia da parecchi anni un vivo
desiderio di venire da voi,
[24]quando andrò in Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi
aiutato per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra
presenza.
[25]Per il momento vado a Gerusalemme, a
rendere un servizio a quella comunità;
[26]la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto fare una colletta a favore dei
poveri che sono nella comunità di Gerusalemme.
[27]L'hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti, avendo i
pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere un
servizio sacro nelle loro necessità materiali.
[28]Fatto questo e presentato ufficialmente ad essi questo frutto, andrò
in Spagna passando da voi.
[29]E so che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della
benedizione di Cristo.
[30]Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore
dello Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio,
[31]perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a
Gerusalemme torni gradito a quella comunità,
[32]sicché io possa venire da voi nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi
in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.
[1]Vi raccomando Febe, nostra sorella,
diaconessa della Chiesa di Cencre:
[2]ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque
cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.
[3]Salutate Prisca e Aquila, miei
collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro
testa,
[4]e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili;
[5]salutate anche la comunità che si riunisce
nella loro casa.
Salutate il mio caro Epèneto, primizia
dell'Asia per Cristo.
[6]Salutate Maria, che ha
faticato molto per voi.
[7]Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia;
sono degli apostoli insigni che erano in Cristo gia prima di me.
[8]Salutate Ampliato, mio diletto nel Signore.
[9]Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro
Stachi. [10]Salutate
Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di Aristòbulo. [11]Salutate
Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcìso che sono nel
Signore. [12]Salutate
Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima
Pèrside che ha lavorato per il Signore. [13]Salutate
Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia.
[14]Salutate
Asìncrito, Flego\'sìnte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con
loro.
[15]Salutate
Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono
con loro.
[16]Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte
le chiese di Cristo.
[17]Mi raccomando poi, fratelli, di ben
guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che
avete appreso: tenetevi lontani da loro.
[18]Costoro,
infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un
parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.
[19]La fama della vostra obbedienza è giunta
dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e
immuni dal male.
[20]Il Dio della
pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor
nostro Gesù Cristo sia con voi.
[21]Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e
con lui Lucio, Giasone, Sosìpatro, miei parenti.
[22]Vi saluto nel Signore anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. [23]Vi
saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere
della città, e il fratello Quarto.
[25]A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio e il
messaggio di
Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero taciuto
per secoli
eterni,
[26]ma rivelato ora e annunziato mediante le
scritture
profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
[27]a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.