[1]C'era un uomo di Ramatàim, uno Zufita
delle montagne di E`fraim, chiamato E`lkana, figlio di Ierocàm, figlio di
Eliàu, figlio di Tòcu, figlio di Zuf, l'Efraimita.
[2]Aveva due mogli, l'una chiamata Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli
mentre Anna non ne aveva.
[3]Quest'uomo andava ogni anno dalla sua
città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti in Silo, dove
stavano i due figli di Eli Cofni e Pìncas, sacerdoti del Signore.
[4]Un giorno E`lkana offrì il sacrificio. Ora
egli aveva l'abitudine di dare alla moglie Peninna e a tutti i figli e le
figlie di lei le loro parti.
[5]Ad Anna invece dava una parte sola; ma egli amava Anna, sebbene il Signore
ne avesse reso sterile il grembo.
[6]La sua rivale per giunta l'affliggeva con durezza a causa della sua
umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo.
[7]Così succedeva ogni anno: tutte le volte che salivano alla casa del Signore,
quella la mortificava.
Anna dunque si mise a piangere e non voleva
prendere cibo.
[8]E`lkana suo marito le disse: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché
è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?».
[9]Anna, dopo aver mangiato in Silo e bevuto,
si alzò e andò a presentarsi al Signore. In quel momento il sacerdote Eli stava
sul sedile davanti a uno stipite del tempio del Signore.
[10]Essa era afflitta e innalzò la preghiera al Signore, piangendo amaramente.
[11]Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la
miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua
schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore
per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo».
[12]Mentre essa prolungava la preghiera davanti
al Signore, Eli stava osservando la sua bocca.
[13]Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non
si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca.
[14]Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Lìberati dal vino che hai
bevuto!».
[15]Anna rispose: «No, mio signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto
né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogandomi davanti al Signore.
[16]Non considerare la tua serva una donna iniqua, poiché finora mi ha fatto
parlare l'eccesso del mio dolore e della mia amarezza».
[17]Allora Eli le rispose: «Và in pace e il Dio d'Israele ascolti la domanda
che gli hai fatto».
[18]Essa replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la
donna se ne andò per la sua via e il suo volto non fu più come prima.
[19]Il mattino dopo si alzarono e dopo
essersi prostrati davanti al Signore tornarono a casa in Rama. E`lkana si unì a
sua moglie e il Signore si ricordò di lei.
[20]Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò
Samuele. «Perché - diceva - dal Signore l'ho impetrato».
[21]Quando poi E`lkana andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di
ogni anno al Signore e a soddisfare il voto,
[22]Anna non andò, perché diceva al marito: «Non verrò, finché il bambino non
sia divezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là
per sempre». [23]Le rispose E`lkana suo marito: «Fà pure quanto ti sembra
meglio; rimani finché tu l'abbia divezzato; soltanto adempia il Signore la tua
parola». La donna rimase e allattò il figlio, finché l'ebbe divezzato.
[24]Dopo averlo divezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni,
un'efa di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il
fanciullo era con loro.
[25]Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli [26]e Anna disse: «Ti
prego, mio signore. Per la tua vita, signor mio, io sono quella donna che era
stata qui presso di te a pregare il Signore.
[27]Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che
gli ho chiesto. [28]Perciò anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i
giorni della sua vita egli è ceduto al Signore». E si prostrarono là davanti al
Signore.
[1]Allora Anna pregò:
Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io godo del beneficio che mi hai
concesso.
[2]Non c'è santo come il Signore,
non c'è rocca come il nostro Dio.
[3]Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
[4]L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
[5]I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
[6]Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
[7]Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.
[8]Solleva dalla polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del
popolo
e assegnar loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini
della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
[9]Sui passi dei giusti Egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua
forza.
[10]Il Signore... saranno abbattuti i suoi
avversari!
L'Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà gli estremi confini
della
terra;
darà forza al suo re
ed eleverà la potenza del suo Messia».
[11]Poi E`lkana tornò a Rama, a casa sua, e
il fanciullo rimase a servire il Signore alla presenza del sacerdote Eli.
[12]Ora i figli di Eli erano uomini
depravati; non tenevano in alcun conto il Signore,
[13]né la retta condotta dei sacerdoti verso il popolo. Quando uno si
presentava a offrire il sacrificio, veniva il servo del sacerdote mentre la
carne cuoceva, con in mano un forchettone a tre denti,
[14]e lo introduceva nella pentola o nella marmitta o nel tegame o nella
caldaia e tutto ciò che il forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé.
Così facevano con tutti gli Israeliti che venivano là a Silo.
[15]Prima che fosse bruciato il grasso, veniva ancora il servo del sacerdote e
diceva a chi offriva il sacrificio: «Dammi la carne da arrostire per il
sacerdote, perché non vuole avere da te carne cotta, ma cruda».
[16]Se quegli rispondeva: «Si bruci prima il grasso, poi prenderai quanto
vorrai!», replicava: «No, me la devi dare ora, altrimenti la prenderò con la
forza».
[17]Così il peccato di quei giovani era molto grande davanti al Signore perché
disonoravano l'offerta del Signore.
[18]Samuele prestava servizio davanti al
Signore per quanto lo poteva un fanciullo e andava cinto di efod di lino.
[19]Sua madre gli preparava una piccola veste e gliela portava ogni anno,
quando andava con il marito a offrire il sacrificio annuale.
[20]Eli allora benediceva E`lkana e sua moglie ed esclamava: «Ti conceda il
Signore altra prole da questa donna per il prestito che essa ha fatto al
Signore». Essi tornarono a casa [21]e il Signore visitò Anna, che partorì
ancora tre figli e due figlie. Frattanto il fanciullo Samuele cresceva presso
il Signore.
[22]Eli era molto vecchio e gli veniva
all'orecchio quanto i suoi figli facevano a tutto Israele e come essi si
univano alle donne che prestavano servizio all'ingresso della tenda del
convegno.
[23]Perciò disse loro: «Perché dunque fate tali cose? Io sento infatti da parte
di tutto il popolo le vostre azioni empie!
[24]No, figli, non è bene ciò che io odo di voi, che cioè sviate il popolo del
Signore.
[25]Se un uomo pecca contro un altro uomo,
Dio potrà intervenire in suo favore,
ma se l'uomo pecca contro il Signore,
chi potrà intercedere per lui?».
Ma non ascoltarono la voce del padre, perché
il Signore aveva deciso di farli morire.
[26]Invece il giovane Samuele andava
crescendo in statura e in bontà davanti al Signore e agli uomini.
[27]Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e
gli disse: «Così dice il Signore: Non mi sono forse rivelato alla casa di tuo
padre, mentre erano in Egitto, in casa del faraone?
[28]Non l'ho scelto da tutte le tribù d'Israele come mio sacerdote, perché
salga l'altare, bruci l'incenso e porti l'efod davanti a me? Alla casa di tuo
padre ho anche assegnato tutti i sacrifici consumati dal fuoco, offerti dagli
Israeliti. [29]Perché dunque avete calpestato i miei sacrifici e le mie offerte
che io ho ordinato per sempre e tu hai avuto maggior riguardo ai tuoi figli che
a me e vi siete pasciuti in tal modo con le primizie di ogni offerta di Israele
mio popolo?
[30]Ecco dunque l'oracolo del Signore, Dio d'Israele: Avevo promesso alla tua
casa e alla casa di tuo padre che avrebbero sempre camminato alla mia presenza.
Ma ora - oracolo del Signore - non sia mai! Perché chi mi onorerà anch'io
l'onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di disprezzo.
[31]Ecco verranno giorni in cui io taglierò via il tuo braccio e il braccio
della casa di tuo padre, sì che non vi sia più un anziano nella tua casa.
[32]Guarderai sempre angustiato tutto il bene che farò a Israele, mentre non si
troverà mai più un anziano nella tua casa.
[33]Qualcuno dei tuoi tuttavia non lo strapperò dal mio altare, perché ti si
consumino gli occhi e si strazi il tuo animo: ma chiunque sarà nato dalla tua
famiglia morirà per la spada degli uomini. [34]Sarà per te un segno quello che
avverrà ai tuoi due figli, a Cofni e Pìncas: nello stesso giorno moriranno tutti
e due.
[35]Dopo, farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele che agirà secondo il
mio cuore e il mio desiderio. Io gli darò una casa stabile e camminerà alla mia
presenza, come mio consacrato per sempre.
[36]Chiunque sarà superstite nella tua casa, andrà a prostrarsi davanti a lui
per una monetina d'argento e per un pezzo di pane e dirà: Ammettimi a qualunque
ufficio sacerdotale, perché possa mangiare un tozzo di pane».
[1]Il giovane Samuele continuava a servire il
Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni,
le visioni non erano frequenti.
[2]In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano
a indebolirsi e non riusciva più a vedere. [3]La lampada di Dio non era ancora
spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di
Dio.
[4]Allora il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli rispose: «Eccomi»,
[5]poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non
ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire.
[6]Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da Eli
dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo: «Non ti ho
chiamato, figlio mio, torna a dormire!».
[7]In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli
era stata ancora rivelata la parola del Signore.
[8]Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò
ancora e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese
che il Signore chiamava il giovinetto.
[9]Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai:
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al
suo posto.
[10]Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le
altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo
servo ti ascolta».
[11]Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco io sto per fare in Israele una
cosa tale che chiunque udirà ne avrà storditi gli orecchi.
[12]In quel giorno attuerò contro Eli quanto ho pronunziato riguardo alla sua
casa, da cima a fondo.
[13]Gli ho annunziato che io avrei fatto vendetta della casa di lui per sempre,
perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha puniti.
[14]Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata l'iniquità
della casa di Eli né con i sacrifici né con le offerte!».
[15]Samuele si coricò fino al mattino, poi aprì i b
ttenti della casa del Signore. Samuele però
non osava manifestare la visione a Eli.
[16]Eli chiamò Samuele e gli disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi».
[17]Proseguì: «Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio
agisca con te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha
detto».
[18]Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. Eli disse: «Egli
è il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene».
[19]Samuele acquistò autorità poiché il
Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.
[20]Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato
costituito profeta del Signore.
[21a]In seguito il Signore si mostrò altre volte a Samuele, dopo che si era
rivelato a Samuele in Silo,
[c. 4] [1a]e la parola di Samuele giunse a tutto Israele [c. 3] [21b]come
parola del Signore.
[1b]La parola di Samuele si rivolse a tutto
Israele.
In quei giorni i Filistei si radunarono per combattere
contro Israele. Allora Israele scese in campo a dar battaglia ai Filistei. Essi
si accamparono presso Eben-E`zer mentre i Filistei s'erano accampati in Afèk.
[2]I Filistei si schierarono per attaccare Israele e la battaglia divampò, ma
Israele ebbe la peggio di fronte ai Filistei e caddero sul campo, delle loro
schiere, circa quattromila uomini.
[3]Quando il popolo fu rientrato
nell'accampamento, gli anziani d'Israele si chiesero: «Perché ci ha percossi
oggi il Signore di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a
Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici».
[4]Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio degli eserciti che
siede sui cherubini: c'erano con l'arca di Dio i due figli di Eli, Cofni e
Pìncas.
[5]Non appena l'arca del Signore giunse all'accampamento, gli Israeliti
elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra.
[6]Anche i Filistei udirono l'eco di quell'urlo e dissero: «Che significa il
risuonare di quest'urlo così forte nell'accampamento degli Ebrei?». Poi vennero
a sapere che era arrivata nel loro campo l'arca del Signore.
[7]I Filistei ne ebbero timore e si dicevano: «E` venuto il loro Dio nel loro
campo!», ed esclamavano: «Guai a noi, perché non è stato così né ieri né prima.
[8]Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste divinità così potenti?
Queste divinità hanno colpito con ogni piaga l'Egitto nel deserto.
[9]Risvegliate il coraggio e siate uomini, o Filistei, altrimenti sarete
schiavi degli Ebrei, come essi sono stati vostri schiavi. Siate uomini dunque e
combattete!».
[10]Quindi i Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fu
costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte
d'Israele caddero tremila fanti. [11]In più l'arca di Dio fu presa e i due
figli di Eli, Cofni e Pìncas, morirono.
[12]Uno della tribù di Beniamino fuggì dalle
file e venne a Silo il giorno stesso, con le vesti stracciate e polvere sul
capo.
[13]Mentre giungeva, ecco Eli stava sul sedile presso la porta e scrutava la
strada di Mizpa, perché aveva il cuore in ansia per l'arca di Dio. Venne dunque
l'uomo e diede l'annuncio in città e tutta la città alzò lamenti. [14]Eli,
sentendo il rumore delle grida, si chiese: «Che sarà questo grido di tumulto?».
Intanto l'uomo si avanzò in gran fretta e narrò a Eli ogni cosa. [15]Eli era
vecchio di novantotto anni, aveva gli occhi rigidi e non poteva più vedere.
[16]Disse dunque quell'uomo a Eli: «Sono giunto dal campo. Sono fuggito oggi
dalle schiere dei combattenti». Eli domandò: «Che è dunque accaduto, figlio
mio?».
[17]Rispose il messaggero: «Israele è fuggito davanti ai Filistei e nel popolo
v'è stata grande strage; inoltre i tuoi due figli Cofni e Pìncas sono morti e
l'arca di Dio è stata presa!».
[18]Appena ebbe accennato all'arca di Dio, Eli cadde all'indietro dal sedile
sul lato della porta, battè la nuca e morì, perché era vecchio e pesante. Egli
aveva giudicato Israele per quarant'anni.
[19]La nuora di lui, moglie di Pìncas,
incinta e prossima al parto, quando sentì la notizia che era stata presa l'arca
di Dio e che erano morti il suocero e il marito, s'accosciò e partorì, colta
dalle doglie.
[20]Mentre era sul punto di morire, le dicevano quelle che le stavano attorno:
«Non temere, hai partorito un figlio». Ma essa non rispose e non ne fece caso.
[21]Ma chiamò il bambino Icabod, cioè: «Se n'è andata lungi da Israele la
gloria!» riferendosi alla cattura dell'arca di Dio e al suocero e al marito.
[22]La donna disse: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria», perché era
stata presa l'arca di Dio.
[1]I Filistei, catturata l'arca di Dio, la
portarono da Eben-E`zer ad Asdod.
[2]I Filistei poi presero l'arca di Dio e la introdussero nel tempio di Dagon.
[3]Il giorno dopo i cittadini di Asdod si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la
faccia a terra davanti all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero
al suo posto.
[4]Si alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Dagon con la faccia a
terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le palme delle
mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a Dagon.
[5]A ricordo di ciò i sacerdoti di Dagon e quanti entrano nel tempio di Dagon
in Asdod non calpestano la soglia fino ad oggi.
[6]Allora incominciò a pesare la mano del Signore sugli abitanti di Asdod, li
devastò e li colpì con bubboni, Asdod e il suo territorio.
[7]I cittadini di Asdod, vedendo che le cose si mettevano in tal modo, dissero:
«Non rimanga con noi l'arca del Dio d'Israele, perché la sua mano è troppo dura
contro Dagon nostro dio!».
[8]Allora, fatti radunare presso di loro tutti i principi dei Filistei,
dissero: «Che cosa si deve fare dell'arca del Dio d'Israele?». Dissero: «Si
porti a Gat l'arca del Dio d'Israele». E portarono a Gat l'arca del Dio
d'Israele.
[9]Ma ecco, dopo che l'ebbero trasportata, la mano del Signore si fece sentire
sulla città con terrore molto grande, colpendo gli abitanti della città dal più
piccolo al più grande e provocando loro bubboni.
[10]Allora mandarono l'arca di Dio ad Ekron; ma all'arrivo dell'arca di Dio ad
Ekron, i cittadini protestarono: «Mi hanno portato qui l'arca del Dio
d'Israele, per far morire me e il mio popolo!».
[11]Fatti perciò radunare tutti i capi dei Filistei, dissero: «Mandate via
l'arca del Dio d'Israele!». Infatti si era diffuso un terrore mortale in tutta
la città, perché la mano di Dio era molto pesante.
[12]Quelli che non morivano erano colpiti da bubboni e i lamenti della città
salivano al cielo.
[1]Rimase l'arca del Signore nel territorio
dei Filistei sette mesi.
[2]Poi i Filistei convocarono i sacerdoti e gli indovini e dissero: «Che dobbiamo
fare dell'arca del Signore? Indicateci il modo di rimandarla alla sua sede».
[3]Risposero: «Se intendete rimandare l'arca del Dio d'Israele, non rimandatela
vuota, ma pagate un tributo in ammenda della vostra colpa. Allora guarirete e
vi sarà noto perché non si è ritirata da voi la sua mano».
[4]Chiesero: «Quale riparazione dobbiamo pagarle?». Risposero: «Secondo il
numero dei capi dei Filistei, cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro, perché
unico è stato il flagello per tutto il popolo e per i vostri capi.
[5]Fate dunque immagini dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che
infestano la terra e datele in omaggio al Dio d'Israele, sperando che sia tolto
il peso della sua mano da voi, dal vostro dio e dal vostro paese.
[6]Perché ostinarvi come si sono ostinati gli Egiziani e il faraone? Dopo
essere stati colpiti dai flagelli, non li lasciarono forse andare, cosicché
essi partirono?
[7]Dunque fate un carro nuovo, poi prendete due vacche allattanti sulle quali
non sia mai stato posto il giogo e attaccate queste vacche al carro, togliendo
loro i vitelli e riconducendoli alla stalla.
[8]Quindi prendete l'arca del Signore, collocatela sul carro e ponete gli
oggetti d'oro che dovete pagarle in riparazione in una cesta appesa di fianco.
Poi fatela partire e lasciate che se ne vada.
[9]E state a vedere: se salirà a Bet-Sèmes per la via che porta al suo
territorio, essa ci ha provocato tutti questi mali così grandi; se no, sapremo
che non ci ha colpiti la sua mano, ma per puro caso abbiamo avuto questo
incidente».
[10]Quegli uomini fecero in tal modo. Presero due vacche allattanti, le
attaccarono al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli. [11]Quindi
collocarono l'arca del Signore sul carro con la cesta e i topi d'oro e le immagini
dei bubboni.
[12]Le vacche andarono diritte per la strada di Bet-Sèmes percorrendo sicure
una sola via e muggendo continuamente, ma
on piegando né a destra né a sinistra. I capi
dei Filistei le seguirono sino al confine con Bet-Sèmes.
[13]Gli abitanti di Bet-Sèmes stavano facendo
la mietitura del grano nella pianura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed
esultarono a quella vista.
[14]Il carro giunse al campo di Giosuè di Bet-Sèmes e si fermò là dove era una
grossa pietra. Allora fecero a pezzi i legni del carro e offrirono le vacche in
olocausto al Signore.
[15]I leviti avevano tolto l'arca del Signore e la cesta che vi era appesa,
nella quale stavano gli oggetti d'oro, e l'avevano posta sulla grossa pietra.
In quel giorno gli uomini di Bet-Sèmes offrirono olocausti e immolarono vittime
al Signore.
[16]I cinque capi dei Filistei stettero ad osservare, poi tornarono il giorno
stesso ad Ekron.
[17]Sono questi i bubboni d'oro che i Filistei pagarono in ammenda al Signore:
uno per Asdod, uno per Gaza, uno per Ascalon, uno per Gat, uno per Ekron.
[18]Invece i topi d'oro erano pari al numero delle città filistee appartenenti
ai cinque capi, dalle fortezze sino ai villaggi di campagna. A testimonianza di
tutto ciò rimane oggi nel campo di Giosuè a Bet-Sèmes la grossa pietra, sulla
quale avevano deposto l'arca del Signore.
[19]Ma il Signore percosse gli uomini di
Bet-Sèmes, perché avevano guardato l'arca del Signore; colpì nel popolo
settanta persone su cinquantamila e il popolo fu in lutto perché il Signore
aveva inflitto alla loro gente questo grave castigo.
[20]Gli uomini di Bet-Sèmes allora
esclamarono: «Chi mai potrà stare alla presenza del Signore, questo Dio così
santo? La manderemo via da noi; ma da chi?».
[21]Perciò inviarono messaggeri agli abitanti di Kiriat-Iearìm con questa
ambasciata: «I Filistei hanno ricondotto l'arca del Signore. Scendete e
portatela presso di voi».
[1]Gli abitanti di Kiriat-Iearìm scesero a
prendere l'arca del Signore e la introdussero nella casa di Abinadàb, sulla
collina; consacrarono suo figlio Eleazaro perché custodisse l'arca del Signore.
[2]Erano trascorsi molti giorni da quando era
stata collocata l'arca a Kiriat-Iearìm, erano passati venti anni, quando tutta
la casa d'Israele alzò grida di lamento verso il Signore.
[3]Allora Samuele si rivolse a tutta la casa d'Israele dicendo: «Se è proprio
di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dei
stranieri e le Astàrti; fate in modo che il vostro cuore sia indirizzato al
Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà dalla mano dei Filistei».
[4]Subito gli Israeliti eliminarono i Baal e le Astàrti e servirono solo il
Signore.
[5]Disse poi Samuele: «Radunate tutto Israele a Mizpa, perché voglio pregare il
Signore per voi».
[6]Si radunarono pertanto in Mizpa, attinsero acqua, la sparsero davanti al
Signore e digiunarono in quel giorno, dicendo: «Abbiamo peccato contro il
Signore!». A Mizpa Samuele fu giudice degli Israeliti.
[7]Udirono anche i Filistei che gli Israeliti si erano radunati a Mizpa e i
capi filistei mossero contro Israele. Quando gli Israeliti lo seppero, ebbero
paura dei Filistei. [8]Dissero allora gli Israeliti a Samuele: «Non cessar di
supplicare per noi il Signore Dio nostro perché ci liberi dalle mani dei
Filistei».
[9]Samuele prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al
Signore; lo stesso Samuele alzò grida al Signore per Israele e il Signore lo
esaudì.
[10]Mentre Samuele offriva l'olocausto, i
Filistei si accostarono in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno il
Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li disperse ed essi furono
sconfitti davanti a Israele.
[11]Gli Israeliti uscirono da Mizpa per inseguire i Filistei e li batterono fin
sotto Bet-Car.
[12]Samuele prese allora una pietra e la pose tra Mizpa e Iesana e la chiamò
Eben-E`zer, dicendo: «Fin qui ci ha soccorso il Signore».
[13]Così i Filistei furono umiliati e non invasero più il territorio d'Israele:
la mano del Signore fu contro i Filistei per tutto il periodo di Samuele.
[14]Tornarono anche in possesso d'Israele le città che i Filistei avevano
sottratto agli Israeliti, da Ekron a Gat: Israele liberò il loro territorio dal
dominio dei Filistei. Ci fu anche pace tra Israele e l'Amorreo.
[15]Samuele fu giudice d'Israele per tutto il
tempo della sua vita.
[16]Ogni anno egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e Mizpa, esercitando
l'ufficio di giudice d'Israele in tutte queste località. [17]Poi ritornava a
Rama, perché là era la sua casa e anche là giudicava Israele. In quel luogo
costruì anche un altare al Signore.
[1]Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici
di Israele i suoi figli.
[2]Il primogenito si chiamava Ioèl, il secondogenito Abià; esercitavano
l'ufficio di giudici a Bersabea.
[3]I figli di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro
il lucro, accettavano regali e sovvertivano il giudizio.
[4]Si radunarono allora tutti gli anziani d'Israele e andarono da Samuele a
Rama.
[5]Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non ricalcano le tue orme.
Ora stabilisci per noi un re che ci governi, come avviene per tutti i popoli».
[6]Agli occhi di Samuele era cattiva la proposta
perché avevano detto: «Dacci un re che ci governi». Perciò Samuele pregò il
Signore.
[7]Il Signore rispose a Samuele: «Ascolta la voce del popolo per quanto ti ha
detto, perché costoro non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io
non regni più su di essi.
[8]Come si sono comportati dal giorno in cui li ho fatti uscire dall'Egitto
fino ad oggi, abbandonando me per seguire altri dei, così intendono fare a te.
[9]Ascolta pure la loro richiesta, però annunzia loro chiaramente le pretese
del re che regnerà su di loro».
[10]Samuele riferì tutte le parole del
Signore al popolo che gli aveva chiesto un re.
[11]Disse loro: «Queste saranno le pretese del re che regnerà su di voi:
prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà
correre davanti al suo cocchio,
[12]li farà capi di migliaia e capi di cinquantine; li costringerà ad arare i
suoi campi, a mietere le sue messi, ad apprestargli armi per le sue battaglie e
attrezzature per i suoi carri.
[13]Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e
fornaie.
[14]Si farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti
più belli e li regalerà ai suoi ministri.
[15]Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai
suoi consiglieri e ai suoi ministri.
[16]Vi sequestrerà gli schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i
vostri asini e li adopererà nei suoi lavori.
[17]Metterà la decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi.
[18]Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore
non vi ascolterà».
[19]Il popolo non diede retta a Samuele e rifiutò di ascoltare la sua voce, ma
gridò: «No, ci sia un re su di noi.
[20]Saremo anche noi come tutti i popoli; il nostro re ci farà da giudice,
uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie».
[21]Samuele ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all'orecchio del
Signore.
[22]Rispose il Signore a Samuele: «Ascoltali; regni pure un re su di loro».
Samuele disse agli Israeliti: «Ciascuno torni alla sua città!».
[1]C'era un uomo di Beniamino, chiamato Kis -
figlio di Abièl, figlio di Zeròr, figlio di Becoràt, figlio di Afìach, figlio
di un Beniaminita -, un prode.
[2]Costui aveva un figlio chiamato Saul, alto e bello: non c'era nessuno più
bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del
popolo.
[3]Ora le asine di Kis, padre di Saul, si smarrirono e Kis disse al figlio
Saul: «Su, prendi con te uno dei servi e parti subito in cerca delle asine».
[4]I due attraversarono le montagne di E`fraim, passarono al paese di Salisa,
ma non le trovarono. Si recarono allora nel paese di Saàlim, ma non c'erano;
poi percorsero il territorio di Beniamino e anche qui non le trovarono.
[5]Quando arrivarono nel paese di Zuf, Saul disse al compagno che era con lui:
«Su, torniamo indietro, perché non vorrei che mio padre avesse smesso di
pensare alle asine e ora fosse preoccupato di noi».
[6]Gli rispose: «Ecco in questa città c'è un
uomo di Dio, tenuto in molta considerazione: quanto egli dice, di certo si
avvera. Ebbene, andiamoci! Forse ci indicherà la via che dobbiamo battere».
[7]Rispose Saul: «Sì, andiamo! Ma che daremo a quell'uomo? Il pane nelle nostre
sporte è finito e non abbiamo alcun dono da portare all'uomo di Dio; infatti
che abbiamo?».
[8]Ma il servo rispondendo a Saul soggiunse: «Guarda: mi son trovato in mano un
quarto di siclo d'argento. Dallo all'uomo di Dio e ci indicherà la nostra via».
[9]In passato in Israele, quando uno andava a consultare Dio, diceva: «Su,
andiamo dal veggente», perché quello che oggi si dice profeta allora si diceva
veggente.
[10]Disse dunque Saul al servo: «Hai detto bene; su, andiamo» e si diressero alla
città dove era l'uomo di Dio.
[11]Mentre essi salivano il pendio della
città, trovarono ragazze che uscivano ad attingere acqua e chiesero loro: «E`
qui il veggente?».
[12]Quelle risposero dicendo: «Sì, c'è; ecco, vi ha preceduto di poco: ora, proprio
ora è rientrato in città, perché oggi il popolo celebra un sacrificio
sull'altura.
[13]Entrando in città lo troverete subito, prima che salga all'altura per il
banchetto, perché il popolo non si mette a mangiare, finché egli non sia
arrivato; egli infatti deve benedire la vittima, e dopo gli invitati mangiano.
Presto, salite e lo troverete subito».
[14]Salirono dunque alla città. Mentre essi giungevano in mezzo alla porta,
ecco, Samuele usciva in direzione opposta per salire all'altura.
[15]Il Signore aveva detto all'orecchio di Samuele, un giorno prima che
giungesse Saul:
[16]«Domani a quest'ora ti manderò un uomo della terra di Beniamino e tu lo
ungerai come capo del mio popolo Israele. Egli libererà il mio popolo dalle
mani dei Filistei, perché io ho guardato il mio popolo, essendo giunto fino a
me il suo grido». [17]Quando Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: «Ecco
l'uomo di cui ti ho parlato; costui avrà potere sul mio popolo».
[18]Saul si accostò a Samuele in mezzo alla porta e gli chiese: «Vuoi indicarmi
la casa del veggente?». [19]Samuele rispose a Saul: «Sono io il veggente.
Precedimi su all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò domani
mattina e ti manifesterò quanto pensi;
[20]riguardo poi alle tue asine smarrite tre giorni fa, non stare in pensiero,
perché sono state ritrovate. A chi del resto appartiene il meglio d'Israele, se
non a te e a tutta la casa di tuo padre?».
[21]Rispose Saul: «Non sono io forse un Beniaminita, della più piccola tribù
d'Israele? E la mia famiglia non è forse la più piccola fra tutte le famiglie
della tribù di Beniamino? Perché hai voluto farmi questo discorso?».
[22]Ma Samuele prese Saul e il suo servo e li fece entrare nella sala e assegnò
loro il posto a capo degli invitati che erano una trentina.
[23]Quindi Samuele disse al cuoco: «Po
tami la porzione che ti avevo dato dicendoti:
Conservala presso di te».
[24]Il cuoco portò la coscia e la coda e le pose davanti a Saul, mentre Saul
diceva: «Ecco, ciò che è avanzato ti è posto davanti, mangia, perché proprio
per te è stato serbato, perché lo mangiassi con gli invitati». Così quel giorno
Saul mangiò con Samuele.
[25]Scesero poi dall'altura in città; fu
allestito un giaciglio per Saul sulla terrazza [26]ed egli vi si coricò.
Al sorgere dell'aurora Samuele chiamò Saul
che era sulla terrazza, dicendo: «Alzati, perché devo congedarti». Saul si alzò
e i due, cioè lui e Samuele, uscirono.
[27]Quando furono scesi alla periferia della città, Samuele disse a Saul:
«Ordina al servo che ci oltrepassi e vada avanti» e il servo passò oltre. «Tu
fermati un momento, perché io ti faccia intendere la parola di Dio».
[1]Samuele prese allora l'ampolla dell'olio e
gliela versò sulla testa, poi lo baciò dicendo: «Ecco: il Signore ti ha unto
capo sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu lo
libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno. Questo ti sarà il segno
che proprio il Signore ti ha unto capo sulla sua casa:
[2]oggi, quando sarai partito da me, troverai due uomini presso il sepolcro di
Rachele sul confine con Beniamino in Zelzach. Essi ti diranno: Sono state
ritrovate le asine che sei andato a cercare. Ecco tuo padre non bada più alla
faccenda delle asine, ma è preoccupato di voi e va dicendo: Che devo fare per
mio figlio?
[3]Passerai in fretta di là e andrai oltre; quando arriverai alla quercia del
Tabor, vi troverete tre uomini in viaggio per salire a Dio in Betel: uno
porterà tre capretti, l'altro porterà tre pani rotondi, il terzo porterà un
otre di vino. [4]Ti domanderanno se stai bene e ti daranno due pani, che tu
prenderai dalle loro mani.
[5]Giungerai poi a Gàbaa di Dio, dove c'è una guarnigione di Filistei e mentre
entrerai in città, incontrerai un gruppo di profeti che scenderanno dall'altura
preceduti da arpe, timpani, flauti e cetre, in atto di fare i profeti.
[6]Lo spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profeta
insieme con loro e sarai trasformato in un altro uomo. [7]Quando questi segni
che ti riguardano saranno accaduti, farai come vorrai, perché Dio sarà con te.
[8]Tu poi scenderai a Gàlgala precedendomi. Io scenderò in seguito presso di te
per offrire olocausti e immolare sacrifici di comunione. Sette giorni
aspetterai, finché io verrò a te e ti indicherò quello che dovrai fare».
[9]Ed ecco, quando quegli ebbe voltato le
spalle per partire da Samuele, Dio gli mutò il cuore e tutti questi segni si
verificarono il giorno stesso.
[10]I due arrivarono là a Gàbaa ed ecco, mentre una schiera di profeti avanzava
di fronte a loro, lo spirito di Dio lo investì e si mise a fare il profeta in
mezzo a loro.
[11]Allora quanti lo avevano conosciuto
prima, vedendolo d'un tratto fare il profeta con i profeti, si dissero l'un l'altro
fra la gente: «Che è accaduto al figlio di Kis? E` dunque anche Saul tra i
profeti?».
[12]Uno del luogo disse: «E chi è il loro padre?». Per questo passò in
proverbio l'espressione: «E` dunque anche Saul tra i profeti?». [13]Quando ebbe
terminato di profetare andò sull'altura.
[14]Lo zio di Saul chiese poi a lui e al suo servo: «Dove siete andati?».
Rispose: «A cercare le asine e, vedendo che non c'erano, ci siamo recati da
Samuele».
[15]Lo zio di Saul soggiunse: «Suvvia, raccontami quello che vi ha detto
Samuele».
[16]Saul rispose allo zio: «Ci ha assicurato che le asine erano state
ritrovate». Ma non gli riferì il discorso del regno, che gli aveva tenuto
Samuele.
[17]Samuele radunò il popolo davanti a Dio in
Mizpa [18]e disse a tutti gli Israeliti: «Dice il Signore Dio d'Israele: Io ho
fatto uscire Israele dall'Egitto e l'ho liberato dalla mano degli Egiziani e
dalla mano di tutti i regni che vi opprimevano.
[19]Ma voi oggi avete ripudiato il vostro Dio, il quale solo vi salva da tutti
i vostri mali e da tutte le angosce. E avete detto: No, costituisci un re sopra
di noi! Ora presentatevi a Dio distinti per tribù e per famiglie».
[20]Samuele fece accostare ogni tribù d'Israele e fu sorteggiata la tribù di
Beniamino.
[21]Fece poi accostare la tribù di Beniamino distinta per famiglie e fu
sorteggiata la famiglia di Matri. Fece allora venire la famiglia di Matri per
singoli individui e fu sorteggiato Saul figlio di Kis. Si misero a cercarlo ma
non si riuscì a trovarlo. [22]Allora consultarono di nuovo il Signore: «E`
venuto qui l'uomo o no?». Rispose il Signore: «Eccolo nascosto in mezzo ai
bagagli».
[23]Corsero a prenderlo di là e fu presentato al popolo: egli sopravanzava
dalla spalla in su tutto il popolo.
[24]Samuele disse a tutta la folla: «Vedete dunque che l'ha proprio eletto il
Signore, perché non c'è nessuno in tutto il popolo come lui». Tutto il popolo
proruppe in un grido: «Viva il re!».
[25]Samuele espose a tutto il popolo i diritti del regno e li scrisse in un libro
che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò tutto il popolo perché
andasse ognuno a casa sua. [26]Anche Saul tornò a casa in Gàbaa e con lui si
accompagnarono uomini valenti ai quali Dio aveva toccato il cuore.
[27]Ma altri, individui spregevoli, dissero: «Potrà forse salvarci costui?».
Così lo disprezzarono e non vollero portargli alcun dono.
[1]Circa un mese dopo, Nacas l'Ammonita si
mosse e pose il campo contro Iabes di Gàlaad. Tutti i cittadini di Iabes di
Gàlaad dissero allora a Nacas: «Vieni a patti con noi e ti saremo sudditi».
[2]Rispose loro Nacas l'Ammonita: «A queste condizioni mi alleerò con voi:
possa io cavare a tutti voi l'occhio destro e porre tale gesto a sfregio di
tutto Israele».
[3]Di nuovo chiesero gli anziani di Iabes: «Lasciaci sette giorni per inviare
messaggeri in tutto il territorio d'Israele. Se nessuno verrà a salvarci,
usciremo incontro a te».
[4]I messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole davanti
al popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse.
[5]Or ecco Saul veniva dalla campagna dietro l'armento. Chiese dunque Saul:
«Che ha il popolo da piangere?». Riferirono a lui le parole degli uomini di
Iabes.
[6]Lo spirito di Dio investì allora Saul ed egli, appena udite quelle parole,
si irritò molto.
[7]Poi prese un paio di buoi, li fece a pezzi e ne inviò in tutto il territorio
d'Israele mediante messaggeri con questo proclama: «Se qualcuno non uscirà
dietro Saul e dietro Samuele, la stessa cosa avverrà dei suoi buoi». Si sparse
lo spavento del Signore nel popolo e si mossero come un sol uomo.
[8]Saul li passò in rassegna a Bèzek e risultarono trecentomila Israeliti e
trentamila di Giuda.
[9]Dissero allora ai messaggeri che erano giunti: «Direte ai cittadini di Iabes
di Gàlaad: Domani, quando il sole comincerà a scaldare, avverrà la vostra
salvezza».
I messaggeri partirono e riferirono agli
uomini di Iabes, che ne ebbero grande gioia.
[10]Allora gli uomini di Iabes diedero risposta a Nacas: «Domani usciremo
incontro a voi e ci farete quanto sembrerà bene ai vostri occhi».
[11]Il giorno dopo Saul divise il grosso in tre schiere e irruppe in mezzo al
campo nemico sul far del mattino; batterono gli Ammoniti finché il giorno si
fece caldo. Quelli che scamparono furono dispersi talmente che non ne rimasero
due insieme.
[12]Il popolo allora disse a Samuele: «Chi ha
detto: Dovrà forse regnare Saul su di noi? Consegnaci costoro e li faremo
morire».
[13]Ma Saul disse: «Oggi non si deve far morire nessuno, perché in questo
giorno il Signore ha operato una liberazione in Israele».
[14]Samuele ordinò al popolo: «Su, andiamo a Gàlgala: là inaugureremo il
regno».
[15]Tutto il popolo si portò a Gàlgala e là davanti al Signore in Gàlgala
riconobbero Saul come re; qui ancora offrirono sacrifici di comunione davanti
al Signore e qui fecero grande festa Saul e tutti gli Israeliti.
[1]Allora Samuele disse a tutto Israele:
«Ecco ho ascoltato la vostra voce in tutto quello che mi avete chiesto e ho
costituito su di voi un re.
[2]Da questo momento ecco il re procede davanti a voi. Quanto a me sono
diventato vecchio e canuto e i miei figli eccoli tra di voi. Io ho vissuto
dalla mia giovinezza fino ad oggi sotto i vostri occhi.
[3]Eccomi, pronunciatevi a mio riguardo alla presenza del Signore e del suo
consacrato. A chi ho portato via il bue? A chi ho portato via l'asino? Chi ho
trattato con prepotenza? A chi ho fatto offesa? Da chi ho accettato un regalo
per chiudere gli occhi a suo riguardo? Sono qui a restituire!».
[4]Risposero: «Non ci hai trattato con prepotenza, né ci hai fatto offesa, né
hai preso nulla da nessuno».
[5]Egli soggiunse loro: «E` testimonio il Signore contro di voi ed è testimonio
oggi il suo consacrato, che non trovate niente in mano mia?». Risposero: «Sì, è
testimonio».
[6]Allora Samuele disse al popolo: «E`
testimonio il Signore che ha stabilito Mosè e Aronne e che ha fatto uscire i
vostri padri dal paese d'Egitto.
[7]Ora state qui raccolti e io voglio discutere
con voi davanti al Signore a causa di tutti i benefici che il Signore ha
operato con voi e con i vostri padri.
[8]Quando Giacobbe andò in Egitto e gli Egiziani li oppressero e i vostri padri
gridarono al Signore, il Signore mandò loro Mosè e Aronne che li fecero uscire
dall'Egitto e li ricondussero in questo luogo.
[9]Ma poiché avevano dimenticato il Signore loro Dio, li abbandonò in potere di
Sisara, capo dell'esercito di Cazor e in potere dei Filistei e in potere del re
di Moab, che mossero loro guerra.
[10]Essi gridarono al Signore: Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il
Signore e abbiamo servito i Baal e le Astàrti! Ma ora liberaci dalle mani dei
nostri nemici e serviremo te.
[11]Allora il Signore vi mandò Ierub-Baal e Barak e Iefte e Samuele e vi liberò
dalle mani dei nemici che vi circondavano e siete tornati a vita tranquilla.
[12]Eppure quando avete visto che Nacas re degli Ammoniti muoveva contro di
voi, mi avete detto: No, vogliamo che un re regni sopra di noi, mentre il
Signore vostro Dio è vostro re.
[13]Ora eccovi il re che avete scelto e che avevate chiesto. Vedete che il
Signore ha costituito un re sopra di voi.
[14]Dunque se temerete il Signore, se lo servirete e ascolterete la sua voce e
non sarete ribelli alla parola del Signore, voi e il re che regna su di voi
vivrete con il Signore vostro Dio.
[15]Se invece non ascolterete la voce del Signore e sarete ribelli alla sua
parola, la mano del Signore peserà su di voi, come pesò sui vostri padri.
[16]Ora, state attenti e osservate questa
grande cosa che il Signore vuole operare sotto i vostri occhi.
[17]Non è forse questo il tempo della mietitura del grano? Ma io griderò al
Signore ed Egli manderà tuoni e pioggia. Così vi persuaderete e constaterete
che grande è il peccato che avete fatto davanti al Signore chiedendo un re per
voi». [18]Samuele allora invocò il Signore e il Signore mandò subito tuoni e
pioggia in quel giorno. Tutto il popolo fu preso da grande timore del Signore e
di Samuele.
[19]Tutto il popolo perciò disse a Samuele: «Prega il Signore tuo Dio per noi
tuoi servi che non abbiamo a morire, poiché abbiamo aggiunto a tutti i nostri
errori il peccato di aver chiesto per noi un re».
[20]Samuele rispose al popolo: «Non temete: voi avete fatto tutto questo male,
ma almeno in seguito non allontanatevi dal Signore, anzi servite lui, il
Signore, con tutto il cuore.
[21]Non allontanatevi per seguire vanità che non possono giovare né salvare,
perché appunto sono vanità.
[22]Certo il Signore non abbandonerà il suo popolo, per riguardo al suo nome
che è grande, perché il Signore ha cominciato a fare di voi il suo popolo.
[23]Quanto a me, non sia mai che io pecchi contro il Signore, tralasciando di
supplicare per voi e di indicarvi la via buona e retta.
[24]Vogliate soltanto temere il Signore e servirlo fedelmente con tutto il
cuore, perché dovete ben riconoscere le grandi cose che ha operato con voi.
[25]Se invece vorrete fare il male, voi e il vostro re sarete spazzati via».
[1]Saul aveva trent'anni quando cominciò a
regnare e regnò vent'anni su Israele...
[2]Egli si scelse tremila uomini da Israele: duemila stavano con Saul in Micmas
e sul monte di Betel e mille stavano con Giònata a Gàbaa di Beniamino; rimandò
invece il resto del popolo ciascuno alla sua tenda.
[3]Allora Giònata sconfisse la guarigione dei Filistei che era in Gàbaa e i
Filistei lo seppero subito. Ma Saul suonò la tromba in tutta la regione
gridando: «Ascoltino gli Ebrei!».
[4]Tutto Israele udì e corse la voce: «Saul ha battuto la guarnigione dei
Filistei e ormai Israele s'è urtato con i Filistei». Il popolo si radunò dietro
Saul a Gàlgala.
[5]Anche i Filistei si radunarono per combattere Israele, con tremila carri e
seimila cavalieri e una moltitudine numerosa come la sabbia che è sulla spiagga
del mare. Così si mossero e posero il campo a Micmas a oriente di Bet-A`ven.
[6]Quando gli Israeliti si accorsero di essere in difficoltà, perché erano
stretti dal nemico, cominciarono a nascondersi in massa nelle grotte, nelle
macchie, fra le rocce, nelle fosse e nelle cisterne.
[7]Alcuni Ebrei passarono oltre il Giordano nella terra di Gad e Gàlaad.
15 Saul restava in Gàlgala e tutto il popolo
che stava con lui era impaurito.
[8]Aspettò tuttavia sette giorni secondo il tempo fissato da Samuele. Ma
Samuele non arrivava a Gàlgala e il popolo si disperdeva lontano da lui.
[9]Allora Saul diede ordine: «Preparatemi l'olocausto e i sacrifici di
comunione». Quindi offrì l'olocausto.
[10]Ed ecco, appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul
gli uscì incontro per salutarlo.
[11]Samuele disse subito: «Che hai fatto?». Saul rispose: «Vedendo che il
popolo si disperdeva lontano da me e tu non venivi al termine dei giorni
fissati, mentre i Filistei si addensavano in Micmas,
[12]ho detto: ora scenderanno i Filistei contro di me in Gàlgala mentre io non
ho ancora placato il Signore. Perciò mi sono fatto ardito e ho offerto
l'olocausto».
[13]Rispose Samuele a Saul: «Hai agito da stolto, non osservando il comando che
il Signore Dio tuo ti aveva imposto, perché in questa occasione il Signore
avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre.
[14]Ora invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è gia scelto un uomo
secondo il suo cuore e lo costituirà capo del suo popolo, perché tu non hai
osservato quanto ti aveva comandato il Signore».
[15]Samuele poi si alzò e salì da Gàlgala per andarsene per la sua strada. Il
resto del popolo salì dietro a Saul incontro ai guerrieri e vennero da Gàlgala
a Gàbaa di Beniamino; Saul contò la gente che era rimasta con lui: erano
seicento uomini.
[16]Saul e Giònata e la gente rimasta con
loro stavano a Gàbaa di Beniamino e i Filistei erano accampati in Micmas.
[17]Dall'accampamento filisteo uscì una pattuglia d'assalto divisa in tre
schiere: una si diresse sulla via di Ofra verso il paese di Suàl;
[18]un'altra si diresse sulla via di Bet-Coron; la terza schiera si diresse
sulla via del confine che sovrasta la valle di Zeboìm verso il deserto.
[19]Allora non si trovava un fabbro in tutto il paese d'Israele: «Perché -
dicevano i Filistei - gli Ebrei non fabbrichino spade o lance».
[20]Così gli Israeliti dovevano sempre scendere dai Filistei per affilare chi
il vomere, chi la zappa, chi la scure o la falce.
[21]L'affilatura costava due terzi di siclo per i vomeri e le zappe e un terzo
l'affilatura delle scuri e dei pungoli.
[22]Nel giorno della battaglia, in tutta la gente che stava con Saul e Giònata,
non si trovò in mano ad alcuno né spada né lancia. Si potè averne solo per Saul
e suo figlio Giònata.
[23]Intanto una guarnigione di Filistei era uscita verso il passo di Micmas.
[1]Un giorno Giònata, figlio di Saul, disse
al suo scudiero: «Su vieni, portiamoci fino all'appostamento dei Filistei che
sta qui di fronte». Ma non disse nulla a suo padre.
[2]Saul se ne stava al limitare di Gàbaa sotto il melograno che si trova in
Migròn; la sua gente era di circa seicento uomini.
[3]Achià figlio di Achitùb, fratello di Icabòd, figlio di Pìncas, figlio di
Eli, sacerdote del Signore in Silo, portava l'efod e il popolo non sapeva che
Giònata era andato.
[4]Tra i varchi per i quali Giònata cercava di passare, puntando
sull'appostamento dei Filistei, vi era una sporgenza rocciosa da una parte e
una sporgenza rocciosa dall'altra parte: una si chiamava Bòzez, l'altra Sène.
[5]Una delle rocce sporgenti era di fronte a Micmas a settentrione, l'altra era
di fronte a Gàbaa a meridione.
[6]Giònata disse allo scudiero: «Su, vieni, passiamo all'appostamento di questi
non circoncisi; forse il Signore ci aiuterà, perché non è difficile per il
Signore salvare con molti o con pochi».
[7]Lo scudiero gli rispose: «Fà quanto hai in animo. Avvìati e và! Eccomi con
te: come il tuo cuore, così è il mio».
[8]Allora Giònata disse: «Ecco, noi passeremo verso questi uomini e ci
mostreremo loro. [9]Se ci diranno: Fermatevi finché veniamo a raggiungervi,
restiamo in basso e non saliamo da loro.
[10]Se invece ci diranno: Venite su da noi!, saliamo, perché il Signore ce li
ha messi nelle mani e questo sarà per noi il segno». [11]Quindi i due si
lasciarono scorgere dall'appostamento filisteo e i Filistei dissero: «Ecco gli
Ebrei che escono dalle caverne dove si erano nascosti». [12]Poi gli uomini
della guarnigione dissero a Giònata e al suo scudiero: «Salite da noi, che
abbiamo qualche cosa da dirvi!». Giònata allora disse al suo scudiero: «Sali
dopo di me, perché il Signore li ha messi nelle mani di Israele».
[13]Giònata saliva aiutandosi con le mani e con i piedi e lo scudiero lo
seguiva; quelli cadevano davanti a Giònata e, dietro, lo scudiero li finiva.
[14]Questa fu la prima strage nella quale Giònata e il suo scudiero
olpirono una ventina di uomini, entro quasi
metà di un campo arabile.
[15]Si sparse così il terrore
nell'accampamento, nella regione e in tutto il popolo. Anche la guarnigione e i
suoi uomini d'assalto furono atterriti e la terra tremò e ci fu un terrore
divino.
[16]Le vedette di Saul che stavano in Gàbaa
di Beniamino guardarono e videro la moltitudine che fuggiva qua e là.
[17]Allora Saul ordinò alla gente che era con lui: «Su, cercate e indagate chi
sia partito da noi». Cercarono ed ecco non c'erano né Giònata né il suo
scudiero.
[18]Saul disse ad Achia: «Avvicina l'efod!» - egli infatti allora portava
l'efod davanti agli Israeliti -.
[19]Mentre Saul parlava al sacerdote, il tumulto che era sorto nel campo
filisteo andava propagandosi e crescendo. Saul disse al sacerdote: «Ritira la
mano».
[20]A loro volta Saul e la gente che era con lui alzarono grida e mossero
all'attacco, ma ecco trovarono che la spada dell'uno si rivolgeva contro
l'altro in una confusione molto grande. [21]Anche quegli Ebrei che erano con i
Filistei da qualche tempo e che erano saliti con loro all'accampamento, si
voltarono, per mettersi con Israele che era là con Saul e Giònata.
[22]Inoltre anche tutti gli Israeliti che si erano nascosti sulle montagne di
E`fraim, quando seppero che i Filistei erano in fuga, si unirono a inseguirli e
batterli.
[23]Così il Signore in quel giorno salvò Israele e la battaglia si estese fino
a Bet-A`ven.
[24]Gli Israeliti erano sfiniti in quel
giorno e Saul impose questo giuramento a tutto il popolo: «Maledetto chiunque
gusterà cibo prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici». E
nessuno del popolo gustò cibo.
[25]Tutta la gente passò per una selva dove c'erano favi di miele sul suolo.
[26]Il popolo passò per la selva ed ecco si vedeva colare il miele, ma nessuno
stese la mano e la portò alla bocca, perché il popolo temeva il giuramento.
[27]Ma Giònata non aveva saputo che suo padre aveva fatto giurare il popolo,
quindi allungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel favo di
miele, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si rischiararono.
[28]Uno del gruppo s'affrettò a dire: «Tuo padre ha fatto fare questo solenne
giuramento al popolo: Maledetto chiunque toccherà cibo quest'oggi!, sebbene il
popolo fosse sfinito».
[29]Rispose Giònata: «Mio padre vuol rovinare il paese! Guardate come si sono
rischiarati i miei occhi, perché ho gustato un poco di questo miele.
[30]Dunque se il popolo avesse mangiato oggi qualche cosa dei viveri presi ai
nemici, quanto maggiore sarebbe stata ora la rotta dei Filistei!».
[31]In quel giorno percossero i Filistei da
Micmas fino ad Aialon e il popolo era sfinito.
[32]Quelli del popolo si gettarono sulla preda e presero pecore, buoi e vitelli
e li macellarono e li mangiarono con il sangue.
[33]La cosa fu annunziata a Saul: «Ecco il popolo pecca contro il Signore,
mangiando con il sangue». Rispose: «Avete prevaricato! Rotolate subito qui una
grande pietra».
[34]Allora Saul soggiunse: «Passate tra il popolo e dite a tutti: Ognuno
conduca qua il suo bue e il suo montone e li macelli su questa pietra, poi
mangiatene; così non peccherete contro il Signore, mangiando le carni con il
sangue». In quella notte ogni uomo del popolo condusse a mano ciò che aveva e
là lo macellò.
[35]Saul innalzò un altare al Signore. Fu questo il primo altare che egli
edificò al Signore.
[36]Quindi Saul disse: «Scendiamo dietro i
Filistei questa notte stessa e deprediamoli fino al mattino e non lasciamo
scampare uno solo di loro». Gli risposero: «Fà quanto ti sembra bene». Ma il
sacerdote disse: «Accostiamoci qui a Dio».
[37]Saul dunque interrogò Dio: «Devo scendere dietro i Filistei? Li consegnerai
in mano di Israele?». Ma quel giorno non gli rispose.
[38]Allora Saul disse: «Accostatevi qui voi tutti capi del popolo. Cercate ed
esaminate da chi sia stato commesso oggi il peccato, [39]perché per la vita del
Signore salvatore d'Israele certamente costui morirà, anche se si tratta di
Giònata mio figlio». Ma nessuno del popolo gli rispose.
[40]Perciò disse a tutto Israele: «Voi state da una parte: io e mio figlio
Giònata staremo dall'altra». Il popolo rispose a Saul: «Fà quanto ti sembra
bene».
[41]Saul parlò al Signore: «Dio d'Israele, fà conoscere l'innocente». Furono
designati Giònata e Saul e il popolo restò libero.
[42]Saul soggiunse: «Tirate a sorte tra me e mio figlio Giònata». Fu
sorteggiato Giònata.
[43]Saul disse a Giònata: «Narrami quello che hai fatto». Giònata raccontò:
«Realmente ho assaggiato un pò di miele con la punta del bastone che avevo in
mano. Ecco, morirò».
[44]Saul disse: «Faccia Dio a me questo e anche di peggio, se non andrai a
morte, Giònata!».
[45]Ma il popolo disse a Saul: «Dovrà forse morire Giònata che ha ottenuto
questa grande vittoria in Israele? Non sia mai! Per la vita del Signore, non
cadrà a terra un capello del suo capo, perché in questo giorno egli ha agito
con Dio». Così il popolo salvò Giònata che non fu messo a morte.
[46]Saul cessò dall'inseguire i Filistei e questi raggiunsero il loro paese.
[47]Saul si assicurò il regno su Israele e
mosse contro tutti i nemici all'intorno: contro Moab e gli Ammoniti, contro
Edom e i re di Zoba e i Filistei e dovunque si volgeva aveva successo.
[48]Compì imprese brillanti, battè gli Amaleciti e liberò Israele dalle mani
degli oppressori.
[49]Figli di Saul furono Giònata, Isbàal e Malkisùa; le sue due figlie si
chiamavano Merab la maggiore e Mikal la più piccola.
[50]La moglie di Saul si chiamava Achinòam, figlia di Achimàaz. Il capo delle
sue milizie si chiamava Abner figlio di Ner, zio di Saul.
[51]Kis padre di Saul e Ner padre di Abner erano figli di Abièl.
[52]Durante tutto il tempo di Saul vi fu guerra aperta con i Filistei; se Saul
scorgeva un uomo valente o un giovane coraggioso, lo prendeva al suo seguito.
[1]Samuele disse a Saul: «Il Signore ha
inviato me per consacrarti re sopra Israele suo popolo. Ora ascolta la voce del
Signore.
[2]Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto A`malek
a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto.
[3]Và dunque e colpisci A`malek e vota allo sterminio quanto gli appartiene,
non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne,
bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».
[4]Saul convocò il popolo e passò in rassegna le truppe in Telaìm: erano
duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda.
[5]Saul venne alla città di A`malek e tese un'imboscata nella valle.
[6]Disse inoltre Saul ai Keniti: «Andate via, ritiratevi dagli Amaleciti prima
che vi travolga insieme con loro, poiché avete usato benevolenza con tutti gli
Israeliti, quando uscivano dall'Egitto». I Keniti si ritirarono da A`malek.
[7]Saul colpì A`malek da A`vila procedendo verso Sur, che è di fronte
all'Egitto.
[8]Egli prese vivo Agag, re di A`malek, e passò a fil di spada tutto il popolo.
[9]Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e
grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non vollero
sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e
patito.
[10]Allora fu rivolta a Samuele questa parola
del Signore:
[11]«Mi pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non
ha messo in pratica la mia parola». Samuele rimase turbato e alzò grida al
Signore tutta la notte.
[12]Al mattino presto Samuele si alzò per
andare incontro a Saul, ma fu annunziato a Samuele: «Saul è andato a Carmel, ed
ecco si è fatto costruire un trofeo, poi è tornato passando altrove ed è sceso
a Gàlgala».
[13]Samuele raggiunse Saul e Saul gli disse: «Benedetto tu davanti al Signore;
ho eseguito gli ordini del Signore».
[14]Rispose Samuele: «Ma che è questo belar di pecore, che mi giunge
all'orecchio, e questi muggiti d'armento che odo?».
[15]Disse Saul: «Li hanno condotti qui dagli Amaleciti, come il meglio del
bestiame grosso e minuto, che il popolo ha risparmiato per sacrificarli al
Signore, tuo Dio. Il resto l'abbiamo votato allo sterminio». [16]Rispose
Samuele a Saul: «Basta! Lascia che ti annunzi ciò che il Signore mi ha rivelato
questa notte». E Saul gli disse: «Parla!».
[17]Samuele cominciò: «Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché piccolo ai
tuoi stessi occhi? Non ti ha forse il Signore consacrato re d'Israele?
[18]Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota allo
sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai
distrutti.
[19]Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al
bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?».
[20]Saul insistè con Samuele: «Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho
fatto la spedizione che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag re di
A`malek e ho sterminato gli Amaleciti. [21]Il popolo poi ha preso dal bottino
pecore e armenti, primizie di ciò che è votato allo sterminio per sacrificare
al Signore tuo Dio in Gàlgala». [22]Samuele esclamò:
«Il Signore forse gradisce gli olocausti e i
sacrifici
come obbedire alla voce del Signore?
Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
essere docili è più del grasso degli arieti.
[23]Poiché peccato di divinazione è la
ribellione,
e iniquità e terafim l'insubordinazione.
Perché hai rigettato la parola del Signore,
Egli ti ha rigettato come re».
[24]Saul disse allora a Samuele: «Ho peccato
per avere trasgredito il comando del Signore e i tuoi ordini, mentre ho temuto
il popolo e ho ascoltato la sua voce.
[25]Ma ora, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché mi prostri al
Signore».
[26]Ma Samuele rispose a Saul: «Non posso ritornare con te, perché tu stesso
hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato perché tu non
sia più re sopra Israele». [27]Samuele si voltò per andarsene ma Saul gli
afferrò un lembo del mantello, che si strappò.
[28]Samuele gli disse: «Il Signore ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha
dato ad un altro migliore di te.
[29]D'altra parte la Gloria di Israele non mentisce né può ricredersi, perché
Egli non è uomo per ricredersi».
[30]Saul disse: «Ho peccato sì, ma onorami davanti agli anziani del mio popolo
e davanti a Israele; ritorna con me perché mi prostri al Signore tuo Dio».
[31]Samuele ritornò con Saul e questi si prostrò al Signore.
[32]Poi Samuele disse: «Conducetemi Agag, re
di A`malek». Agag avanzò verso di lui tutto tremante, dicendo:
«Certo è passata l'amarezza della morte!».
[33]Samuele l'apostrofò:
«Come la tua spada ha privato di figli le
donne,
così sarà privata di figli tra le donne tua
madre».
Poi Samuele trafisse Agag davanti al Signore
in Gàlgala.
[34]Samuele andò quindi a Rama e Saul salì a casa sua a Gàbaa di Saul.
[35]Né Samuele tornò a rivedere Saul fino al giorno della sua morte, ma Samuele
piangeva per Saul, perché il Signore si era pentito di aver fatto regnare Saul
su Israele.
[1]E il Signore disse a Samuele: «Fino a
quando piangerai su Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele?
Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il
Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re».
[2]Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà».
Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per
sacrificare al Signore.
[3]Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti indicherò quello che
dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò».
[4]Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme;
gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «E` di
buon augurio la tua venuta?».
[5]Rispose: «E` di buon augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore.
Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio». Fece purificare
anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio.
[6]Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «E` forse davanti al
Signore il suo consacrato?».
[7]Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza
della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda
l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore». [8]Iesse fece
allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su
costui cade la scelta del Signore».
[9]Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui cade la scelta
del Signore».
[10]Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: «Il
Signore non ha scelto nessuno di questi».
[11]Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane
ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a
Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia
venuto qui».
[12]Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e
gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!».
[13]Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l
unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo
spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si
alzò e tornò a Rama.
[14]Lo spirito del Signore si era ritirato da
Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore.
[15]Allora i servi di Saul gli dissero: «Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti
turba.
[16]Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno intorno e noi
cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il sovrumano spirito
cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra e ti sentirai meglio».
[17]Saul rispose ai ministri: «Ebbene cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo
venire da me».
[18]Rispose uno dei giovani: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita:
egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di
bell'aspetto e il Signore è con lui».
[19]Saul mandò messaggeri a Iesse con quest'invito: «Mandami Davide tuo figlio,
quello che sta con il gregge».
[20]Iesse preparò un asino e provvide pane e un otre di vino e un capretto,
affidò tutto a Davide suo figlio e lo inviò a Saul.
[21]Davide giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. Saul gli si
affezionò molto e Davide divenne suo scudiero.
[22]E Saul mandò a dire a Iesse: «Rimanga Davide con me, perché ha trovato
grazia ai miei occhi».
[23]Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano
la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si
ritirava da lui.
[1]I Filistei radunarono di nuovo l'esercito
per la guerra e si ammassarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e
Azeka, a Efes-Dammìm.
[2]Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del
Terebinto e si schierarono a battaglia di fronte ai Filistei.
[3]I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele sul monte dall'altra
parte e in mezzo c'era la valle.
[4]Dall'accampamento dei Filistei uscì un
campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo.
[5]Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre,
il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo.
[6]Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle.
[7]L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta
pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero.
[8]Egli si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: «Perché siete
usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di
Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me.
[9]Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri
schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri
schiavi e sarete soggetti a noi».
[10]Il Filisteo aggiungeva: «Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere
d'Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme». [11]Saul e tutto Israele
udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande paura.
[12]Davide era figlio di un Efratita da
Betlemme di Giuda chiamato Iesse, che aveva otto figli. Al tempo di Saul,
quest'uomo era anziano e avanti negli anni.
[13]I tre figli maggiori di Iesse erano andati con Saul in guerra. Di questi
tre figli, che erano andati in guerra, il maggiore si chiamava Eliab, il
secondo Abìnadab, il terzo Samma.
[14]Davide era ancor giovane quando i tre maggiori erano partiti dietro Saul.
[15]Egli andava e veniva dal seguito di Saul e badava al gregge di suo padre in
Betlemme.
[16]Il Filisteo avanzava mattina e sera;
continuò per quaranta giorni a presentarsi.
[17]Ora Iesse disse a Davide suo figlio: «Prendi su per i tuoi fratelli questa
misura di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi
fratelli nell'accampamento.
[18]Al capo di migliaia porterai invece queste dieci forme di cacio. Informati
della salute dei tuoi fratelli e prendi la loro paga.
[19]Saul con essi e tutto l'esercito di Israele sono nella valle del Terebinto
a combattere contro i Filistei». [20]Davide si alzò di buon mattino: lasciò il
gregge alla cura di un guardiano, prese la roba e partì come gli aveva ordinato
Iesse. Arrivò all'accampamento quando le truppe uscivano per schierarsi e
lanciavano il grido di guerra. [21]Si disposero in ordine Israele e i Filistei:
schiera contro schiera. [22]Davide si tolse il fardello e l'affidò al custode
dei bagagli, poi corse tra le file e domandò ai suoi fratelli se stavano bene.
[23]Mentre egli parlava con loro, ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo
di Gat, uscì dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e
Davide le intese. [24]Tutti gli Israeliti, quando lo videro, fuggirono davanti
a lui ed ebbero grande paura.
[25]Ora un Israelita disse: «Vedete
quest'uomo che avanza? Viene a sfidare Israele. Chiunque lo abbatterà, il re lo
colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo
padre da ogni gravame in Israele».
[26]Davide domandava agli uomini che stavano attorno a lui: «Che faranno dunque
all'uomo che eliminerà questo Filisteo e farà cessare la vergogna da Israele? E
chi è mai questo Filisteo non circonciso per insultare le schiere del Dio
vivente?».
[27]Tutti gli rispondevano la stessa cosa: «Così e così si farà all'uomo che lo
eliminerà».
[28]Lo sentì Eliab, suo fratello maggiore, mentre parlava con gli uomini, ed
Eliab si irritò con Davide e gli disse: «Ma perché sei venuto giù e a chi hai
lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco la tua boria e la malizia
del tuo cuore: tu sei venuto per vedere la battaglia».
[29]Davide rispose: «Che ho dunque fatto? Non si può fare una domanda?».
[30]Si allontanò da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda e tutti
gli diedero la stessa risposta.
[31]Sentendo le domande che faceva Davide,
pensarono di riferirle a Saul e questi lo fece venire a sé.
[32]Davide disse a Saul: «Nessuno si perda
d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo
Filisteo».
[33]Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a
batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua
giovinezza».
[34]Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e
veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge.
[35]Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se
si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo
uccidevo.
[36]Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non
circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del
Dio vivente».
[37]Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e
dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul
rispose a Davide: «Ebbene và e il Signore sia con te». [38]Saul rivestì Davide
della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la
corazza.
[39]Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di
camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso
camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò.
[40]Poi prese in mano il suo bastone, si
scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore
che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il
Filisteo.
[41]Il Filisteo avanzava passo passo,
avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva.
[42]Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo,
perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto.
[43]Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a
me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei.
[44]Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli
uccelli del cielo e alle bestie selvatiche».
[45]Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e
con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle
schiere d'Israele, che tu hai insultato.
[46]In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti
abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito
filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà
che vi è un Dio in Israele. [47]Tutta questa moltitudine saprà che il Signore
non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro
della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani».
[48]Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse
prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo.
[49]Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con
la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di
lui che cadde con la faccia a terra.
[50]Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra
e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada.
[51]Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò
e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro
eroe era morto e si diedero alla fuga.
[52]Si levarono allora gli uomini d'Israele e
di Giuda alzando il grido di guerra e inseguirono i Filistei fin presso Gat e
fino alle porte di Ekron. I Filistei caddero e lasciarono i loro cadaveri lungo
la via fino a Saaràim, fino a Gat e fino ad Ekron.
[53]Quando gli Israeliti furono di ritorno dall'inseguimento dei Filistei,
saccheggiarono il loro campo. [54]Davide prese la testa del Filisteo e la portò
a Gerusalemme. Le armi di lui invece le pose nella sua tenda.
[55]Saul, mentre guardava Davide uscire
incontro al Filisteo, aveva chiesto ad Abner capo delle milizie: «Abner, di chi
è figlio questo giovane?». Rispose Abner: «Per la tua vita, o re, non lo so».
[56]Il re soggiunse: «Chiedi tu di chi sia figlio quel giovinetto».
[57]Quando Davide tornò dall'uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo
condusse davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo.
[58]Saul gli chiese: «Di chi sei figlio, giovane?». Rispose Davide: «Di Iesse
il Betlemmita, tuo servo».
Di
Davide.
[1]Quando Davide ebbe finito di parlare con
Saul, l'anima di Giònata s'era gia talmente legata all'anima di Davide, che
Giònata lo amò come se stesso.
[2]Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo
padre.
[3]Giònata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso.
[4]Giònata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse
i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura.
[5]Davide riusciva in tutti gli incarichi che Saul gli affidava, così che Saul
lo pose al comando dei guerrieri ed era gradito a tutto il popolo e anche ai
ministri di Saul.
[6]Al loro rientrare, mentre Davide tornava
dall'uccisione del Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d'Israele a
cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i timpani, con
grida di gioia e con sistri.
[7]Le donne danzavano e cantavano alternandosi:
«Saul ha ucciso i suoi mille,
Davide i suoi diecimila».
[8]Saul ne fu molto irritato e gli parvero
cattive quelle parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno
dato mille. Non gli manca altro che il regno».
[9]Così da quel giorno in poi Saul si ingelosì di Davide.
[10]Il giorno dopo, un cattivo spirito sovrumano s'impossessò di Saul, il quale
si mise a delirare in casa. Davide suonava la cetra come i giorni precedenti e
Saul teneva in mano la lancia.
[11]Saul impugnò la lancia, pensando: «Inchioderò Davide al muro!». Ma Davide
gli sfuggì davanti per due volte.
[12]Saul cominciò a sentir timore di fronte a Davide, perché il Signore era con
lui, mentre si era ritirato da Saul.
[13]Saul lo allontanò da sé e lo fece capo di migliaia e Davide andava e veniva
alla testa del suo gruppo.
[14]Davide riusciva in tutte le sue imprese, poiché il Signore era con lui.
[15]Saul, vedendo che riusciva proprio sempre, aveva timore di lui.
[16]Ma tutto Israele e Giuda amavano Davide, perché egli si muoveva alla loro
testa.
[17]Ora Saul disse a Davide: «Ecco Merab, mia
figlia maggiore. La do in moglie a te. Tu dovrai essere il mio guerriero e
combatterai le battaglie del Signore». Saul pensava: «Non sia contro di lui la
mia mano, ma contro di lui sia la mano dei Filistei».
[18]Davide rispose a Saul: «Chi sono io e che importanza ha la famiglia di mio
padre in Israele, perché io possa diventare genero del re?».
[19]Ma ecco, quando venne il tempo di dare Merab, figlia di Saul, a Davide, fu
data invece in moglie ad Adriel di Mecola.
[20]Intanto Mikal, l'altra figlia di Saul, s'invaghì
di Davide; ne riferirono a Saul e la cosa gli piacque.
[21]Saul diceva: «Gliela darò, ma sarà per lui una trappola e la mano dei
Filistei cadrà su di lui». E Saul disse a Davide: «Oggi hai una seconda
occasione per diventare mio genero».
[22]Quindi Saul ordinò ai suoi ministri: «Dite di nascosto a Davide: Ecco, tu
piaci al re e i suoi ministri ti amano. Su, dunque, diventa genero del re».
[23]I ministri di Saul sussurrarono all'orecchio di Davide queste parole e
Davide rispose: «Vi pare piccola cosa divenir genero del re? Io sono povero e
uomo di bassa condizione».
[24]I ministri di Saul gli riferirono: «Davide ha risposto in questo modo».
[25]Allora Saul disse: «Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo
nuziale, ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei
nemici del re». Saul pensava di far cadere Davide in mano ai Filistei.
[26]I ministri di lui riferirono a Davide queste parole e piacque a Davide tale
condizione per diventare genero del re. Non erano ancora passati i giorni
fissati,
[27]quando Davide si alzò, partì con i suoi uomini e uccise tra i Filistei
duecento uomini. Davide riportò i loro prepuzi e li contò davanti al re per
diventare genero del re. Saul gli diede in moglie la figlia Mikal.
[28]Saul si accorse che il Signore era con Davide e che Mikal figlia di Saul lo
amava.
[29]Saul ebbe ancor più paura nei riguardi di Davide; Saul fu nemico di Davide
per tutti i suoi giorni.
[30]I capi dei Filistei facevano sortite, ma Davide, ogni volta che uscivano,
riportava successi maggiori di tutti i ministri di Saul e in tal modo si
acquistò grande fama.
[1]Saul comunicò a Giònata suo figlio e ai
suoi ministri di aver deciso di uccidere Davide. Ma Giònata figlio di Saul
nutriva grande affetto per Davide.
[2]Giònata informò Davide dicendo: «Saul mio padre cerca di ucciderti. Stá in
guardia da domani all'alba, stá fermo in un luogo nascosto e non farti vedere.
[3]Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e
parlerò in tuo favore a mio padre. Vedrò ciò che succede e te lo farò sapere».
[4]Giònata parlò difatti a Saul suo padre in favore di Davide e gli disse: «Non
si macchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non si è macchiato
contro di te, che anzi ti ha reso un servizio molto grande.
[5]Egli ha esposto la vita, quando sconfisse il Filisteo, e il Signore ha
concesso una grande vittoria a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque,
perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?».
[6]Saul ascoltò la voce di Giònata e giurò: «Per la vita del Signore, non
morirà!».
[7]Giònata chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse
presso Saul Davide, che rimase al suo seguito come prima.
[8]La guerra si riaccese e Davide uscì a
combattere i Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, sicché si dettero
alla fuga davanti a lui.
[9]Ma un sovrumano spirito cattivo si impadronì di Saul. Egli stava in casa e
teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. [10]Saul tentò di
colpire Davide con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul, che
infisse la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte fu salvo.
[11]Saul mandò messaggeri alla casa di Davide
per sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo. Mikal moglie di Davide lo avvertì
dicendo: «Se non metti al sicuro la tua vita questa notte, domani sarai
ucciso».
[12]Mikal calò Davide dalla finestra e quegli partì di corsa e si mise in
salvo.
[13]Mikal prese allora i terafim e li pose presso il letto. Mise dalla parte
del capo un tessuto di pelo di capra e coprì il letto con una coltre.
[14]Saul mandò dunque messaggeri a prendere Davide ma essa disse: «E` malato».
[15]Saul rimandò i messaggeri a vedere Davide con questo ordine: «Portatelo qui
da me nel suo letto, perché lo faccia morire».
[16]Tornarono i messaggeri ed ecco presso il letto c'erano i terafim e il
tessuto di pelo di capra dalla parte del capo.
[17]Saul disse a Mikal: «Perché mi hai ingannato a questo modo e hai fatto
fuggire il mio nemico, perché si mettesse in salvo?». Rispose Mikal a Saul:
«Egli mi ha detto: Lasciami fuggire, altrimenti ti uccido».
[18]Davide dunque fuggì e si mise in salvo.
Andò da Samuele in Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e
Samuele andarono ad abitare a Naiot.
[19]La cosa fu riferita a Saul: «Ecco, Davide sta a Naiot presso Rama».
[20]Allora Saul spedì messaggeri a catturare Davide, ma quando videro profetare
la comunità dei profeti, mentre Samuele stava in piedi alla loro testa, lo
spirito di Dio investì i messaggeri di Saul e anch'essi fecero i profeti.
[21]Annunziarono a Saul questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma
anch'essi fecero i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta,
ma anch'essi fecero i profeti.
[22]Allora venne egli stesso a Rama e si portò alla grande cisterna che si
trova a Secu e domandò: «C'è qui forse Samuele con Davide?». Gli risposero:
«Eccoli: sono a Naiot di Rama». [23]Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma
cadde anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta
finché giunse a Naiot di Rama. [24]Anch'egli si tolse gli abiti e continuò a
fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nudo tutto quel giorno e
tutta la notte. Da qui è venuto il detto: «Anche Saul è tra i profeti?».
[1]Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama,
si recò da Giònata e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che
colpa ho avuto nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?».
[2]Rispose: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o
di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è
possibile!».
[3]Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi
occhi e dice: Giònata non deve sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma,
per la vita del Signore e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la morte».
[4]Giònata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?».
[5]Rispose Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il
re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla
terza sera. [6]Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi ha chiesto di
lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché vi si celebra il
sacrificio annuale per tutta la famiglia.
[7]Se dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in
collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua.
[8]Mostra la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo
servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per qual
motivo dovresti condurmi da tuo padre?».
[9]Giònata rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre
è stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?».
[10]Davide disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde
duramente?».
[11]Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in campagna».
Uscirono tutti e due nei campi.
[12]Allora Giònata disse a Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani o il
terzo giorno a quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno
favorevoli a Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio,
[13]tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà
bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti
farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con
mio padre.
[14]Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se
sarò morto, [15]non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il
Signore avrà sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide,
[16]non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne
chiederà conto ai nemici di Davide».
[17]Giònata volle ancor giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava
come se stesso.
[18]Giònata disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà
notata perché si guarderà al tuo posto.
[19]Aspetterai il terzo giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo
dove ti sei nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella
collinetta.
[20]Io tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per mio
conto. [21]Poi manderò il ragazzo gridando: Và a cercare le frecce! Se dirò al
ragazzo: Guarda, le frecce sono più in qua da dove ti trovi, prendile!, allora
vieni, perché tutto va bene per te; per la vita del Signore, non ci sarà niente
di grave.
[22]Se invece dirò al giovane: Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti
trovi!, allora và perché il Signore ti fa partire.
[23]Riguardo alle parole che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il
Signore tra me e te per sempre».
[24]Davide dunque si nascose nel campo.
Arrivò la luna nuova e il re sedette a tavola per mangiare.
[25]Il re sedette come al solito sul sedile contro il muro; Giònata stette di
fronte, Abner si sedette al fianco del re e il posto di Davide rimase vuoto.
[26]Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà successo un
inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo».
[27]Ed ecco l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide
era ancora vuoto. Saul disse allora a Giònata suo figlio: «Perché il figlio di
Iesse non è venuto a tavola né ieri né oggi?».
[28]Giònata rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo
andare a Betlemme.
[29]Mi ha detto: Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di
famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia
ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo
non è venuto alla tavola del re».
[30]Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: «Figlio d'una donna perduta,
non so io forse che tu prendi le parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a
vergogna della nudità di tua madre?
[31]Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai
sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da
me, perché deve morire».
[32]Rispose Giònata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?».
[33]Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che
l'uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre.
[34]Giònata si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel
secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide perché
suo padre ne violava i diritti.
[35]Il mattino dopo Giònata uscì in campagna,
per dare le indicazioni a Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo.
[36]Egli disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il
ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui.
[37]Il ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirata
e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di te?».
[38]Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e non fermarti!». Il ragazzo
di Giònata raccolse le frecce e le portò al suo padrone.
[39]Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto Giònata e Davide sapevano la
cosa.
[40]Allora diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: «Và e
riportale in città».
[41]Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la
faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e piansero
l'uno insieme all'altro, finché per Davide si fece tardi.
[42]Allora Giònata disse a Davide: «Và in pace, ora che noi due abbiamo giurato
nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia discendenza e
con la tua discendenza per sempre».
[1]Davide si alzò e partì e Giònata tornò in
città.
[2]Davide si recò a Nob dal sacerdote
Achimelech. Achimelech, turbato, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché
sei solo e non c'è nessuno con te?».
[3]Rispose Davide al sacerdote Achimelech: «Il re mi ha ordinato e mi ha detto:
Nessuno sappia niente di questa cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato
incarico. Ai miei uomini ho dato appuntamento al tal posto.
[4]Ora però se hai a disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si
possa trovare».
[5]Il sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani
sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete
mangiarne».
[6]Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle donne ci siamo astenuti da tre
giorni. Come sempre quando mi metto in viaggio, i giovani sono mondi, sebbene
si tratti d'un viaggio profano; tanto più oggi essi sono mondi».
[7]Il sacerdote gli diede il pane sacro, perché non c'era là altro pane che
quello dell'offerta, ritirato dalla presenza del Signore, per essere sostituito
con pane fresco nel giorno in cui si toglie. [8]Ma era là in quel giorno uno
dei ministri di Saul, trattenuto presso il Signore, di nome Doeg, Idumeo, capo
dei pastori di Saul.
[9]Davide disse ad Achimelech: «Non hai per caso sottomano una lancia o una
spada? Io non ho preso con me né la lancia né altra arma, perché l'incarico del
re era urgente».
[10]Il sacerdote rispose: «Guarda, c'è la spada di Golia, il Filisteo che tu
hai ucciso nella valle del Terebinto; è là dietro l'efod, avvolta in un manto.
Se vuoi, portala via, prendila, perché qui non c'è altra spada che questa».
Rispose Davide: «Non ce n}è una migliore; dammela».
[11]Quel giorno Davide si alzò e si allontanò
da Saul e giunse da Achis, re di Gat.
[12]I ministri di Achis gli dissero: «Non è costui Davide, il re del paese? Non
cantavano in coro in onore di lui:
Ha ucciso Saul i suoi mille
e Davide i suoi diecimila?».
[13]Davide si preoccupò di queste parole e
temette molto Achis re di Gat.
[14]Allora cominciò a fare il pazzo ai loro occhi, a fare il folle tra le loro
mani; tracciava segni sui battenti delle porte e lasciava colare la saliva
sulla barba.
[15]Achis disse ai ministri: «Ecco, vedete anche voi che è un pazzo. Perché lo
avete condotto da me? Non ho abbastanza pazzi io perché mi conduciate anche
costui per fare il folle davanti a me? Dovrebbe entrare in casa mia un uomo
simile?».
[1]Davide partì di là e si rifugiò nella
grotta di Adullàm. Lo seppero i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre e
scesero là.
[2]Si radunarono allora con lui quanti erano in strettezze, quelli che avevano
debiti e tutti gli scontenti, ed egli diventò loro capo. Stettero così con lui
circa quattrocento uomini.
[3]Davide partì di là e andò a Mizpa di Moab e disse al re di Moab: «Permetti
che restino con voi mio padre e mia madre, finché sappia che cosa Dio vuol fare
di me».
[4]Li presentò al re di Moab e rimasero con lui finché Davide rimase nel
rifugio.
[5]Il profeta Gad disse a Davide: «Non restare più in questo rifugio. Parti e
và nel paese di Giuda». Davide partì e andò nella foresta di Cheret.
[6]Saul venne a sapere che era stato
avvistato Davide con gli uomini che erano con lui. Saul era seduto in Gàbaa,
sotto il tamarisco sull'altura, con la lancia in mano e i ministri intorno.
[7]Saul disse allora ai ministri che gli stavano intorno: «Ascoltate, voi
Beniaminiti, voi tutti che siete qui. Forse il figlio di Iesse darà a tutti voi
campi e vigne, vi farà capi di migliaia e capi di centinaia,
[8]perché voi tutti siate d'accordo contro di me? Nessuno mi avverte
dell'alleanza di mio figlio con il figlio di Iesse, nessuno di voi si interessa
di me e nessuno mi confida che mio figlio ha sollevato il mio servo contro di
me per ordire insidie, come avviene oggi».
[9]Rispose Doeg l'Idumeo, che stava con i ministri di Saul: «Ho visto il figlio
di Iesse quando venne a Nob da Achimelech figlio di Achitub [10]e costui ha
consultato il Signore per lui, gli ha dato da mangiare e gli ha consegnato la
spada di Golia il Filisteo».
[11]Il re subito convocò il sacerdote Achimelech figlio di Achitub e tutti i
sacerdoti della casa di suo padre che erano in Nob ed essi vennero tutti dal
re.
[12]Disse Saul: «Ascolta, figlio di Achitub». Rispose: «Eccomi, signor mio».
[13]Saul gli disse: «Perché vi siete accordati contro di me, tu e il figlio di
Iesse, dal momento che gli hai fornito pane e spada e hai consultato l'oracolo
di Dio per lui, allo scopo di sollevarmi oggi un nemico?».
[14]Achimelech rispose al re: «E chi è come Davide tra tutti i ministri del re?
E` fedele, è genero del re, capo della tua guardia e onorato in casa tua.
[15]E` forse oggi la prima volta che consulto Dio per lui? Lungi da me! Non
getti il re questa colpa sul suo servo né su tutta la casa di mio padre, poiché
il tuo servo non sapeva di questa faccenda cosa alcuna, né piccola né grande».
[16]Ma il re disse: «Devi morire, Achimelech, tu e tutta la casa di tuo padre».
[17]Il re disse ai corrieri che stavano attorno a lui: «Accostatevi e mettete a
morte i sacerdoti del Signore, perché hanno prestato mano a Davide e non mi
hanno avvertito pur sapendo che
gli fuggiva». Ma i ministri del re non
vollero stendere le mani per colpire i sacerdoti del Signore.
[18]Allora il re disse a Doeg: «Accostati tu e colpisci i sacerdoti». Doeg
l'Idumeo si fece avanti e colpì di sua mano i sacerdoti e uccise in quel giorno
ottantacinque uomini che portavano l'efod di lino.
[19]Saul passò a fil di spada Nob, la città dei sacerdoti: uomini e donne,
fanciulli e lattanti; anche buoi, asini e pecore passò a fil di spada.
[20]Scampò un figlio di Achimelech, figlio di Achitub, che si chiamava Ebiatar,
il quale fuggì presso Davide.
[21]Ebiatar narrò a Davide che Saul aveva trucidato i sacerdoti del Signore.
[22]Davide rispose ad Ebiatar: «Quel giorno sapevo, data la presenza di Doeg
l'Idumeo, che avrebbe riferito tutto a Saul. Io devo rispondere di tutte le
vite della casa di tuo padre.
[23]Rimani con me e non temere: chiunque vorrà la tua vita, vorrà la mia,
perché tu starai presso di me come un deposito da custodire».
[1]Riferirono a Davide: «Ecco i Filistei
assediano Keila e saccheggiano le aie».
[2]Davide consultò il Signore chiedendo: «Devo andare? Riuscirò a battere
questi Filistei?». Rispose il Signore: «Và perché sconfiggerai i Filistei e
libererai Keila».
[3]Ma gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco, noi abbiamo gia da temere qui in
Giuda, tanto più se andremo a Keila contro le forze dei Filistei».
[4]Davide consultò di nuovo il Signore e il Signore gli rispose: «Muoviti e
scendi a Keila, perché io metterò i Filistei nelle tue mani».
[5]Davide con i suoi uomini scese a Keila, assalì i Filistei, portò via il loro
bestiame e inflisse loro una grande sconfitta. Così Davide liberò gli abitanti
di Keila.
[6]Quando Ebiatar figlio di Achimelech si era rifugiato presso Davide, l'efod
era nelle sue mani e con quello era sceso a Keila.
[7]Fu riferito a Saul che Davide era giunto a Keila e Saul disse: «Dio l'ha
messo nelle mie mani, perché si è messo in una trappola venendo in una città
con porte e sbarre».
[8]Saul chiamò tutto il popolo alle armi per scendere a Keila e assediare
Davide e i suoi uomini.
[9]Quando Davide seppe che Saul veniva contro di lui macchinando disegni
iniqui, disse al sacerdote Ebiatar: «Porta qui l'efod».
[10]Davide disse: «Signore, Dio d'Israele, il tuo servo ha sentito dire che
Saul cerca di venire contro Keila e di distruggere la città per causa mia.
[11]Mi metteranno nelle sue mani i cittadini di Keila? Scenderà Saul, come ha
saputo il tuo servo? Signore, Dio d'Israele, fallo sapere al tuo servo». Il
Signore rispose: «Scenderà». [12]Davide aggiunse: «I cittadini di Keila mi
consegneranno nelle mani di Saul con i miei uomini?». Il Signore rispose: «Ti
consegneranno».
[13]Davide si alzò e uscì da Keila con la truppa, circa seicento uomini, e andò
vagando senza mèta. Fu riferito a Saul che Davide era fuggito da Keila ed egli
rinunziò all'azione.
[14]Davide andò a dimorare nel deserto in
luoghi impervii, in zona montuosa, nel deserto di Zif e Saul lo ricercava
sempre; ma Dio non lo mise mai nelle sue mani.
[15]Davide sapeva che Saul era uscito a
cercare la sua vita. Intanto Davide stava nel deserto di Zif, a Corsa.
[16]Allora Giònata figlio di Saul si alzò e andò da Davide a Corsa e ne
rinvigorì il coraggio in Dio.
[17]Poi gli disse: «Non temere: la mano di Saul mio padre non potrà
raggiungerti e tu regnerai su Israele mentre io sarò a te secondo. Anche Saul
mio padre lo sa bene».
[18]Essi strinsero un patto davanti al Signore. Davide rimase a Corsa e Gionata
tornò a casa.
[19]Ma alcuni uomini di Zif vennero a Gàbaa
da Saul per dirgli: «Non sai che Davide è nascosto presso di noi fra i dirupi?
[20]Ora, atteso il tuo desiderio di scendere, o re, scendi e sapremo metterlo
nelle mani del re».
[21]Rispose Saul: «Benedetti voi nel nome del Signore, perché vi siete presi a
cuore la mia causa.
[22]Andate dunque, informatevi ancora, accertatevi bene del luogo dove muove i
suoi passi e chi lo ha visto là, perché mi hanno detto che egli è molto astuto.
[23]Cercate di conoscere tutti i nascondigli nei quali si rifugia e tornate a
me con la conferma. Allora verrò con voi e, se sarà nel paese, lo ricercherò in
tutti i villaggi di Giuda».
[24]Si alzarono e tornarono a Zif precedendo Saul. Davide e i suoi uomini erano
nel deserto di Maon, nell'Araba a meridione della steppa.
[25]Saul andò con i suoi uomini per ricercarlo. Ma la cosa fu riferita a
Davide, il quale scese presso la rupe, rimanendo nel deserto di Maon. Lo seppe
Saul e seguì le tracce di Davide nel deserto di Maon.
[26]Saul procedeva sul fianco del monte da una parte e Davide e i suoi uomini
sul fianco del monte dall'altra parte. Davide cercava in ogni modo di sfuggire
a Saul e Saul e i suoi uomini accerchiavano Davide e i suoi uomini per
prenderli.
[27]Ma arrivò un messaggero a dire a Saul: «Vieni in fretta, perché i Filistei
hanno invaso il paese».
[28]Allora Saul cessò di inseguire Davide e andò contro i Filistei. Per questo
chiamarono quel luogo: Rupe della separazione.
[1]Davide da quel luogo salì ad abitare nel
deserto di Engàddi.
[2]Quando Saul tornò dall'azione contro i Filistei, gli riferirono: «Ecco,
Davide è nel deserto di Engàddi».
[3]Saul scelse tremila uomini valenti in tutto Israele e partì alla ricerca di
Davide di fronte alle Rocce dei caprioli.
[4]Arrivò ai recinti dei greggi lungo la strada, ove c'era una caverna. Saul vi
entrò per un bisogno naturale, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in
fondo alla caverna.
[5]Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice:
Vedi, metto nelle tue mani il tuo nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e
tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere.
[6]Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver
tagliato un lembo del mantello di Saul.
[7]Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio
signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è
il consacrato del Signore».
[8]Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si
avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via.
[9]Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì
dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e
Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò.
[10]Davide continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice:
Ecco Davide cerca la tua rovina?
[11]Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva
messo oggi nelle mie mani nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho
avuto pietà di te e ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli
è il consacrato del Signore.
[12]Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho
staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, vedi che non ti ho
ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c'è in me alcun disegno iniquo né
ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita
per sopprimerla.
[13]Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei
tuoi confronti, poiché la mia mano non si stenderà su di te.
[14]Come dice il proverbio antico:
Dagli empi esce l'empietà
e la mia mano non sarà contro di te.
[15]Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi
insegui? Un cane morto, una pulce.
[16]Il Signore sia arbitro e giudice tra me e te, veda e giudichi la mia causa
e mi faccia giustizia di fronte a te». [17]Quando Davide ebbe finito di
pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «E` questa la tua voce,
Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. [18]Poi continuò verso Davide:
«Tu sei stato più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho
reso il male.
[19]Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me, che il Signore mi aveva
messo nelle tue mani e tu non mi hai ucciso.
[20]Quando mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare per la sua strada in
pace? Il Signore ti renda felicità per quanto hai fatto a me oggi.
[21]Or ecco sono persuaso che, certo, regnerai e che sarà saldo nelle tue mani
il regno d'Israele.
[22]Ma tu giurami ora per il Signore che non sopprimerai dopo di me la mia
discendenza e non cancellerai il mio nome dalla casa di mio padre».
[23]Davide giurò a Saul. Saul tornò a casa, mentre Davide con i suoi uomini
salì al rifugio.
[1]Samuele morì, e tutto Israele si radunò e
lo pianse. Lo seppellirono presso la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese
al deserto di Paran.
[2]Vi era in Maon un uomo che possedeva beni
a Carmel; costui era molto ricco, aveva un gregge di tremila pecore e mille
capre e si trovava a Carmel per tosare il gregge.
[3]Quest'uomo si chiamava Nabal e sua moglie Abigail. La donna era di buon
senso e di bell'aspetto, ma il marito era brutale e cattivo; era un Calebita.
[4]Davide nel deserto sentì che Nabal era alla tosatura del gregge.
[5]Allora Davide inviò dieci giovani; Davide disse a questi giovani: «Salite a
Carmel, andate da Nabal e chiedetegli a mio nome se sta bene.
[6]Voi direte così a mio fratello: Pace a te e pace alla tua casa e pace a
quanto ti appartiene!
[7]Ho sentito appunto che stanno tosando le tue pecore. Ebbene, quando i tuoi
pastori sono stati con noi, non li abbiamo molestati e niente delle loro cose
ha subito danno finché sono stati a Carmel.
[8]Interroga i tuoi uomini e ti informeranno. Questi giovani trovino grazia ai
tuoi occhi, perché siamo giunti in un giorno lieto. Dá, ti prego, quanto puoi
dare ai tuoi servi e al tuo figlio Davide».
[9]Gli uomini di Davide andarono e fecero a Nabal tutto quel discorso a nome di
Davide e attesero. [10]Ma Nabal rispose ai servi di Davide: «Chi è Davide e chi
è il figlio di Iesse? Oggi sono troppi i servi che scappano dai loro padroni.
[11]Devo prendere il pane, l'acqua e la carne che ho preparato per i tosatori e
darli a gente che non so da dove venga?».
[12]Gli uomini di Davide rifecero la strada,
tornarono indietro e gli riferirono tutto questo discorso.
[13]Allora Davide disse ai suoi uomini: «Cingete tutti la spada!». Tutti
cinsero la spada e Davide cinse la sua e partirono dietro Davide circa
quattrocento uomini. Duecento rimasero a guardia dei bagagli.
[14]Ma Abigail, la moglie di Nabal, fu
avvertita da uno dei servi, che le disse: «Ecco Davide ha inviato messaggeri
dal deserto per salutare il nostro padrone, ma egli ha inveito contro di essi.
[15]Veramente questi uomini sono stati molto buoni con noi; non ci hanno
molestati e non ci è venuto a mancare niente finché siamo stati con loro,
quando eravamo in campagna.
[16]Sono stati per noi come un muro di difesa di notte e di giorno, finché
siamo stati con loro a pascolare il gregge. [17]Sappilo dunque e vedi ciò che
devi fare, perché pende qualche guaio sul nostro padrone e su tutta la sua
casa. Egli poi è troppo cattivo e non gli si può dire una parola».
[18]Abigail allora prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque
arieti preparati, cinque misure di grano tostato, cento grappoli di uva passa e
duecento schiacciate di fichi secchi e li caricò sugli asini.
[19]Poi disse ai servi: «Precedetemi, io vi seguirò». Ma non disse nulla al
marito Nabal.
[20]Ora, mentre essa sul dorso di un asino
scendeva lungo un sentiero nascosto della montagna, Davide e i suoi uomini
scendevano di fronte a lei ed essa s'incontrò con loro.
[21]Davide andava dicendo: «Ho dunque custodito invano tutto ciò che appartiene
a costui nel deserto; niente fu danneggiato di ciò che gli appartiene ed egli
mi rende male per bene.
[22]Tanto faccia Dio ai nemici di Davide e ancora peggio, se di tutti i suoi io
lascerò sopravvivere fino al mattino un solo maschio!».
[23]Appena Abigail vide Davide, smontò in fretta dall'asino, cadde con la
faccia davanti a Davide e si prostrò a terra.
[24]Cadde ai suoi piedi e disse: «Sono io colpevole, mio signore. Lascia che
parli la tua schiava al tuo orecchio e tu dègnati di ascoltare le parole della
tua schiava.
[25]Non faccia caso il mio signore di quell'uomo cattivo che è Nabal, perché
egli è come il suo nome: stolto si chiama e stoltezza è in lui; io tua schiava
non avevo visto i tuoi giovani, o mio signore, che avevi mandato.
[26]Ora, mio signore, per la vita del Signore e per la tua vita, poiché il
Signore ti ha impedito di venire al sangue e farti giustizia con la tua mano,
siano appunto come Nabal i tuoi nemici e coloro che cercano di fare il male al
mio signore.
[27]Quanto a questo dono che la tua schiava porta al mio signore, fà che sia
dato agli uomini che seguono i tuoi passi, mio signore.
[28]Perdona la colpa della tua schiava. Certo il Signore concederà a te, mio
signore, una casa duratura, perché il mio signore combatte le battaglie del
Signore, né si troverà alcun male in te per tutti i giorni della tua vita.
[29]Se qualcuno insorgerà a perseguitarti e a cercare la tua vita, la tua
anima, o mio signore, sarà conservata nello scrigno della vita presso il
Signore tuo Dio, mentre l'anima dei tuoi nemici Egli la scaglierà come dal cavo
della fionda.
[30]Certo, quando il Signore ti avrà concesso tutto il bene che ha detto a tuo
riguardo e ti avrà costituito capo d'Israele,
[31]non sia di angoscia o di rimorso al tuo cuore questa cosa: l'aver ve
sato invano il sangue e l'aver fatto
giustizia con la tua mano, mio signore. Il Signore ti farà prosperare, mio
signore, ma tu vorrai ricordarti della tua schiava».
[32]Davide esclamò rivolto ad Abigail: «Benedetto il Signore, Dio d'Israele,
che ti ha mandato oggi incontro a me.
[33]Benedetto il tuo senno e benedetta tu che mi hai impedito oggi di venire al
sangue e di fare giustizia da me.
[34]Viva sempre il Signore, Dio d'Israele, che mi ha impedito di farti il male;
perché se non fossi venuta in fretta incontro a me, non sarebbe rimasto a Nabal
allo spuntar del giorno un solo maschio».
[35]Davide prese poi dalle mani di lei quanto gli aveva portato e le disse:
«Torna a casa in pace. Vedi: ho ascoltato la tua voce e ho rasserenato il tuo
volto».
[36]Abigail tornò da Nabal: questi teneva in
casa un banchetto come un banchetto da re. Il suo cuore era allegro ed egli era
ubriaco fradicio. Essa non gli disse né tanto né poco fino allo spuntar del
giorno.
[37]Il mattino dopo, quando Nabal ebbe smaltito il vino, la moglie gli narrò la
faccenda; il cuore gli si tramortì nel petto ed egli rimase come una pietra.
[38]Dieci giorni dopo il Signore colpì Nabal ed egli morì.
[39]Quando Davide sentì che Nabal era morto, esclamò: «Benedetto il Signore che
ha fatto giustizia dell'ingiuria che ho ricevuto da Nabal; ha trattenuto il suo
servo dal male e ha rivolto sul capo di Nabal la sua iniquità». Poi Davide
mandò messaggeri e annunziò ad Abigail che voleva prenderla in moglie.
[40]I servi di Davide andarono a Carmel e le dissero: «Davide ci ha mandati a
prenderti perché tu sia sua moglie».
[41]Essa si alzò, si prostrò con la faccia a terra e disse: «Ecco, la tua
schiava sarà come una schiava per lavare i piedi ai servi del mio signore».
[42]Abigail si preparò in fretta poi salì su un asino e, seguita dalle sue
cinque giovani ancelle, tenne dietro ai messaggeri di Davide e divenne sua
moglie.
[43]Davide aveva preso anche Achinoàm da Izreèl e furono tutte e due sue mogli.
[44]Saul aveva dato Mikal sua figlia, gia moglie di Davide, a Palti figlio di
Lais, che abitava in Gallìm.
[1]Gli abitanti di Zif si recarono da Saul in
Gàbaa e gli dissero: «Non è forse Davide nascosto sull'altura di Cachilà, di
fronte al deserto?».
[2]Saul si mosse e scese al deserto di Zif conducendo con sé tremila uomini
scelti di Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif. [3]Saul si accampò sull'altura
di Cachilà di fronte al deserto presso la strada mentre Davide si trovava nel
deserto. Quando si accorse che Saul lo inseguiva nel deserto,
[4]Davide mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero.
[5]Allora Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò
il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di lui.
Saul riposava tra i carriaggi e la truppa era accampata all'intorno.
[6]Davide si rivolse ad Achimelech, l'Hittita e ad Abisài, figlio di Zeruià,
fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol scendere con me da Saul
nell'accampamento?». Rispose Abisài: «Scenderò io con te».
[7]Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco Saul giaceva nel
sonno tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra a capo del suo
giaciglio mentre Abner con la truppa dormiva all'intorno.
[8]Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico.
Lascia dunque che io l'inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non
aggiungerò il secondo».
[9]Ma Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul
consacrato del Signore ed è rimasto impunito?».
[10]Davide soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore lo toglierà di
mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in battaglia e
sarà ucciso.
[11]Il Signore mi guardi dallo stendere la mano sul consacrato del Signore! Ora
prendi la lancia che sta a capo del suo giaciglio e la brocca dell'acqua e
andiamocene».
[12]Così Davide portò via la lancia e la brocca dell'acqua che era dalla parte
del capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne
accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un
torpore mandato d
l Signore.
[13]Davide passò dall'altro lato e si fermò
lontano sulla cima del monte; vi era grande spazio tra di loro.
[14]Allora Davide gridò alla truppa e ad Abner, figlio di Ner: «Non
risponderai, Abner?». Abner rispose: «Chi sei tu che gridi verso il re?».
[15]Davide rispose ad Abner: «Non sei un uomo tu? E chi è come te in Israele? E
perché non hai fatto guardia al re tuo signore? E` venuto infatti uno del
popolo per uccidere il re tuo signore.
[16]Non hai fatto certo una bella cosa. Per la vita del Signore, siete degni di
morte voi che non avete fatto guardia al vostro signore, all'unto del Signore.
E ora guarda dov'è la lancia del re e la brocca che era presso il suo capo».
[17]Saul riconobbe la voce di Davide e gridò: «E` questa la tua voce, Davide,
figlio mio?». Rispose Davide: «E` la mia voce, o re mio signore».
[18]Aggiunse: «Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che ho fatto? Che
male si trova in me?
[19]Ascolti dunque il re mio signore la parola del suo servo: se il Signore ti
eccita contro di me, voglia accettare il profumo di un'offerta. Ma se sono gli
uomini, siano maledetti davanti al Signore, perché oggi mi scacciano lontano,
impedendomi di partecipare all'eredità del Signore. E` come se dicessero: Và a
servire altri dei. [20]Almeno non sia versato sulla terra il mio sangue lontano
dal Signore, ora che il re d'Israele è uscito in campo per ricercare una pulce,
come si insegue una pernice sui monti».
[21]Il re rispose: «Ho peccato, ritorna, Davide figlio mio. Non ti farò più del
male, perché la mia vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da
sciocco e mi sono molto, molto ingannato».
[22]Rispose Davide: «Ecco la lancia del re, passi qui uno degli uomini e la
prenda!
[23]Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà,
dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto
stendere la mano sul consacrato del Signore.
[24]Ed ecco, come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sia
preziosa la mia vita agli occhi del Signore e
egli mi liberi da ogni angoscia».
[25]Saul rispose a Davide: «Benedetto tu sia, Davide figlio mio. Certo saprai
fare e riuscirai in tutto». Davide andò per la sua strada e Saul tornò alla sua
dimora.
[1]Davide pensò: «Certo un giorno o l'altro
perirò per mano di Saul. Non ho miglior via d'uscita che cercare scampo nel
paese dei Filistei; Saul rinunzierà a ricercarmi in tutto il territorio
d'Israele e sfuggirò dalle sue mani».
[2]Così Davide si mosse e si portò, con i seicento uomini che aveva con sé,
presso Achis, figlio di Moach, re di Gat. [3]Davide rimase presso Achis in Gat,
lui e i suoi uomini, ciascuno con la famiglia; Davide con le due mogli,
Achinoàm di Izreèl e Abigail, gia moglie di Nabal da Carmel.
[4]Fu riferito a Saul che Davide si era rifugiato in Gat e non lo cercò più.
[5]Davide disse ad Achis: «Se ho trovato
grazia ai tuoi occhi, mi sia concesso un luogo in una città del tuo territorio
dove io possa abitare. Perché dovrà stare il tuo servo presso di te nella tua
città reale?».
[6]E Achis quello stesso giorno gli diede Ziklàg; per questo Ziklàg è rimasta
in possesso di Giuda fino a oggi.
[7]La durata del soggiorno di Davide nel territorio dei Filistei fu di un anno
e quattro mesi.
[8]Davide e i suoi uomini partivano a fare razzie contro i Ghesuriti, i
Ghirziti e gli Amaleciti: questi appunto sono gli abitanti di quel territorio
che si estende da Telam verso Sur fino al paese d'Egitto.
[9]Davide batteva quel territorio e non lasciava in vita né uomo né donna;
prendeva greggi e armenti, asini e cammelli e vesti, poi tornava indietro e
veniva da Achis.
[10]Quando Achis chiedeva: «Dove avete fatto scorrerie oggi?», Davide
rispondeva: «Contro il Negheb di Giuda, contro il Negheb degli Ierahmeeliti,
contro il Negheb dei Keniti». [11]Davide non lasciava sopravvivere né uomo né
donna da portare a Gat, pensando: «Non vorrei che riferissero contro di noi:
Così ha fatto Davide». Tale fu la sua condotta finché dimorò nel territorio dei
Filistei.
[12]Achis faceva conto su Davide, pensando: «Certo si è attirato l'odio del suo
popolo, di Israele e così sarà per sempre mio servo».
[1]In quei giorni i Filistei radunarono
l'esercito per combattere contro Israele e Achis disse a Davide: «Tieni bene a
mente che devi uscire in campo con me insieme con i tuoi uomini».
[2]Davide rispose ad Achis: «Tu sai gia quello che farà il tuo servo». Achis
disse: «Bene! Ti faccio per sempre mia guardia del corpo».
[3]Samuele era morto e tutto Israele aveva
fatto il lamento su di lui; poi l'avevano seppellito in Rama sua città. Saul
aveva bandito dal paese i negromanti e gl'indovini.
[4]I Filistei si radunarono, si mossero e
posero il campo in Sunàm. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gelboe.
[5]Quando Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore
tremò di paura.
[6]Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose né attraverso sogni,
né mediante gli Urim, né per mezzo dei profeti.
[7]Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi una negromante, perché voglio
andare a consultarla». I suoi ministri gli risposero: «Vi è una negromante
nella città di Endor».
[8]Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna
di notte. Disse: «Pratica la divinazione per me con uno spirito. Evocami colui
che io ti dirò».
[9]La donna gli rispose: «Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato
dal paese i negromanti e gli indovini e tu perché tendi un tranello alla mia
vita per uccidermi?».
[10]Saul le giurò per il Signore: «Per la vita del Signore, non avrai alcuna
colpa per questa faccenda». [11]Essa disse: «Chi devo evocarti?». Rispose:
«Evocami Samuele».
[12]La donna vide Samuele e proruppe in un
forte grido e disse quella donna a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei
Saul!».
[13]Le rispose il re: «Non aver paura, che cosa vedi?». La donna disse a Saul:
«Vedo un essere divino che sale dalla terra».
[14]Le domandò: «Che aspetto ha?». Rispose: «E` un uomo anziano che sale ed è
avvolto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e si
inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò.
[15]Allora Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato e costretto a
salire?». Saul rispose: «Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono
guerra e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei
profeti, né per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perché tu mi manifesti
quello che devo fare».
[16]Samuele rispose: «Perché mi vuoi consultare, quando il Signore si è
allontanato da te ed è divenuto tuo nemico? [17]Il Signore ha fatto nei tuoi
riguardi quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappato da te il
regno e l'ha dato al tuo prossimo, a Davide. [18]Poiché non hai ascoltato il
comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira contro A`malek, per
questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo.
[19]Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con te nelle mani dei
Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore consegnerà anche
l'accampamento d'Israele in mano ai Filistei».
[20]All'istante Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le
parole di Samuele; inoltre era gia senza forze perché non aveva mangiato niente
tutto quel giorno e la notte. [21]Allora la donna si accostò a Saul e vedendolo
tutto spaventato, gli disse: «Ecco, la tua serva ha ascoltato i tuoi ordini. Ho
esposto al pericolo la vita per obbedire alla parola che mi hai detto.
[22]Ma ora ascolta anche tu la voce della tua serva. Ti ho preparato un pezzo
di pane: mangia e riprenderai le forze, perché devi rimetterti in viaggio».
[23]Egli rifiutava e diceva: «Non mangio». Ma i suoi servi insieme alla donna
lo costrinsero e accettò di
angiare. Si alzò da terra e sedette sul
letto.
[24]La donna aveva in casa un vitello da ingrasso; si affrettò a ucciderlo, poi
prese la farina, la impastò e gli fece cuocere pani azzimi. [25]Mise tutto
davanti a Saul e ai suoi servi. Essi mangiarono, poi si alzarono e partirono
quella stessa notte.
[1]I Filistei avevano concentrato tutte le
forze in Afek, mentre gli Israeliti erano accampati presso la sorgente che si
trova in Izreèl.
[2]I capi dei Filistei marciavano con le loro centinaia e le migliaia. Davide e
i suoi uomini marciavano alla retroguardia con Achis.
[3]I capi dei Filistei domandarono: «Che cosa fanno questi Ebrei?». Achis
rispose ai capi dei Filistei: «Non è forse costui Davide servo di Saul re
d'Israele? E` stato con me un anno o due e non ho trovato in lui nulla da
ridire dal giorno della sua venuta fino ad oggi».
[4]I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e gli intimarono: «Rimanda
quest'uomo: torni al luogo che gli hai assegnato. Non venga con noi in guerra,
perché non diventi nostro nemico durante il combattimento. Come riacquisterà
costui il favore del suo signore, se non con la testa di questi uomini?
[5]Non è costui quel Davide a cui cantavano tra le danze:
«Saul ha ucciso i suoi mille
e Davide i suoi diecimila?».
[6]Achis chiamò Davide e gli disse: «Per la
vita del Signore, tu sei leale e io vedo con piacere che tu vada e venga con me
in guerra, perché non ho trovato in te alcuna malizia, da quando sei arrivato
fino ad oggi. Ma non sei gradito agli occhi dei capi.
[7]Quindi torna indietro, per non passare come nemico agli occhi dei capi dei
Filistei».
[8]Rispose Davide ad Achis: «Che cosa ho fatto e che cosa hai trovato nel tuo
servo, da quando sono venuto alla tua presenza fino ad oggi, perché io non
possa venire a combattere contro i nemici del re mio signore?».
[9]Rispose Achis a Davide: «So bene che tu mi sei prezioso come un inviato di
Dio; ma i capi dei Filistei mi hanno detto: Non deve venire con noi a
combattere.
[10]Alzatevi dunque domani mattina tu e i servi del tuo signore che sono venuti
con te. Alzatevi presto e allo spuntar del giorno partite».
[11]Il mattino dopo Davide e i suoi uomini si alzarono presto per partire e
tornarono nel territorio dei Filistei. I Filistei salirono ad Izreèl.
[1]Quando Davide e i suoi uomini arrivarono a
Ziklàg il terzo giorno, gli Amaleciti avevano fatto una razzia nel Negheb e a
Ziklàg. Avevano distrutto Ziklàg appiccandole il fuoco.
[2]Avevano condotto via le donne e quanti vi erano, piccoli e grandi; non
avevano ucciso nessuno, ma li avevano fatti prigionieri e se n'erano andati.
[3]Tornò dunque Davide e gli uomini che erano con lui ed ecco la città era in
preda alle fiamme; le loro donne, i loro figli e le loro figlie erano stati
condotti via.
[4]Davide e la sua gente alzarono la voce e piansero finché ne ebbero forza.
[5]Le due mogli di Davide, Achinoàm di Izrèel e Abigail, gia moglie di Nabal da
Carmel, erano state condotte via.
[6]Davide fu in grande angoscia perché tutta
quella gente parlava di lapidarlo. Tutti avevano l'animo esasperato, ciascuno
per i suoi figli e le sue figlie. Ma Davide ritrovò forza e coraggio nel
Signore suo Dio.
[7]Allora Davide disse al sacerdote Ebiatar figlio di Achimelech: «Portami
l'efod». Ebiatar accostò l'efod a Davide.
[8]Davide consultò il Signore e chiese: «Devo inseguire questa banda? La
raggiungerò?». Gli rispose: «Inseguila, la raggiungerai e libererai i
prigionieri».
[9]Davide e i seicento uomini che erano con lui partirono e giunsero al
torrente di Besor, dove quelli rimasti indietro si fermarono.
[10]Davide continuò l'inseguimento con quattrocento uomini: si fermarono invece
duecento uomini che erano troppo affaticati per passare il torrente di Besor.
[11]Trovarono nella campagna un Egiziano e lo portarono a Davide. Gli diedero
da mangiare pane e gli diedero da bere acqua.
[12]Gli diedero anche una schiacciata di fichi secchi e due grappoli di uva
passa. Mangiò e si sentì rianimato, perché non aveva preso cibo e non aveva
bevuto acqua da tre giorni e da tre notti. [13]Davide gli domandò: «A chi
appartieni tu e di dove sei?». Rispose: «Sono un giovane egiziano, schiavo di
un Amalecita. Il mio padrone mi ha abbandonato perché tre giorni fa mi sono
ammalato.
[14]Noi abbiamo depredato il Negheb dei Cretei, quello di Giuda e il Negheb di
Caleb e abbiamo appiccato il fuoco a Ziklàg».
[15]Davide gli disse: «Vuoi tu guidarmi verso quella banda?». Rispose: «Giurami
per Dio che non mi ucciderai e non mi riconsegnerai al mio padrone e ti
condurrò da quella banda».
[16]Così fece da guida ed ecco, erano sparsi sulla distesa di quella regione a
mangiare e a bere e a far festa con tutto l'ingente bottino che avevano preso
dal paese dei Filistei e dal paese di Giuda.
[17]Davide li battè dalle prime luci dell'alba fino alla sera del giorno dopo e
non sfuggì alcuno di essi, se non quattrocento giovani, che montarono sui
cammelli e fuggirono.
[18]Davide liberò tutti coloro che gli Amaleciti avevano preso e in part
colare Davide liberò le sue due mogli.
[19]Non mancò nessuno tra di essi, né piccolo né grande, né figli né figlie, né
la preda né ogni altra cosa che era stata presa loro: Davide ricuperò tutto.
[20]Davide prese tutto il bestiame minuto e grosso: spingevano davanti a lui
tutto questo bestiame e gridavano: «Questo è il bottino di Davide».
[21]Davide poi giunse ai duecento uomini che
erano troppo sfiniti per seguire Davide e aveva fatto rimanere al torrente di
Besor. Essi andarono incontro a Davide e a tutta la sua gente: Davide con la
truppa si accostò e domandò loro come stavano le cose.
[22]Ma tutti i cattivi e gli iniqui tra gli uomini che erano andati con Davide
si misero a dire: «Poiché non sono venuti con noi, non si dia loro niente della
preda, eccetto le mogli e i figli di ciascuno; li conducano via e se ne
vadano».
[23]Davide rispose: «Non fate così, fratelli miei, con quello che il Signore ci
ha dato, salvandoci tutti e mettendo nelle nostre mani quella torma che era
venuta contro di noi. [24]Chi vorrà seguire questo vostro parere? Perché quale
la parte di chi scende a battaglia, tale è la parte di chi fa la guardia ai
bagagli: insieme faranno le parti».
[25]Da quel giorno in poi stabilì questo come regola e statuto in Israele fino
ad oggi.
[26]Quando fu di ritorno a Ziklàg, Davide mandò parte del bottino agli anziani
di Giuda suoi amici, con queste parole: «Eccovi un dono proveniente dal bottino
dei nemici del Signore»:
[27]a quelli di Betel
e a quelli di Rama nel Negheb,
a quelli di Iattìr,
[28]a quelli di Aroer,
a quelli di Sifmòt,
a quelli di Estemoà,
[29]a quelli di Ràcal,
a quelli delle città degli Ieracmeeliti,
a quelli delle città dei Keniti,
[30]a quelli di Cormà,
a quelli di Bor-Asàn,
a quelli di Atach,
[31]a quelli di Ebron e a quelli di tutti i
luoghi
per cui era
passato Davide con i suoi uomini.
[1]I Filistei vennero a battaglia con
Israele, ma gli Israeliti fuggirono davanti ai Filistei e ne caddero trafitti
sul monte Gelboe.
[2]I Filistei si strinsero attorno a Saul e ai suoi figli e colpirono a morte
Giònata, Abinadàb e Malkisuà, figli di Saul.
[3]La lotta si aggravò contro Saul: gli arcieri lo presero di mira con gli
archi ed egli fu ferito gravemente dagli arcieri.
[4]Allora Saul disse al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggimi, prima che
vengano quei non circoncisi a trafiggermi e a schernirmi». Ma lo scudiero non
volle, perché era troppo spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò
sopra.
[5]Quando lo scudiero vide che Saul era morto, si gettò anche lui sulla sua
spada e morì con lui.
[6]Così morirono insieme in quel giorno Saul e i suoi tre figli, lo scudiero e
ancora tutti i suoi uomini.
[7]Quando gli Israeliti che erano dall'altra parte della valle e quelli che
erano oltre il Giordano, videro che l'esercito d'Israele era in fuga ed erano
morti Saul e i suoi figli, abbandonarono le loro città e fuggirono. I Filistei
vennero e vi si stabilirono.
[8]Il giorno dopo, quando i Filistei vennero per depredare i cadaveri,
trovarono Saul e i suoi tre figli caduti sul monte Gelboe.
[9]Essi tagliarono la testa di lui, lo spogliarono dell'armatura e inviarono
queste cose nel paese dei Filistei, girando dovunque per dare il felice
annunzio ai templi dei loro idoli e a tutto il popolo.
[10]Posero poi le sue armi nel tempio di Astàrte e appesero il suo corpo alle
mura di Beisan. [11]I cittadini di Iabes di Gàlaad vennero a sapere quello che
i Filistei avevano fatto a Saul.
[12]Allora tutti gli uomini valorosi si mossero: partirono nel pieno della
notte e sottrassero il corpo di Saul e i corpi dei suoi figli dalle mura di
Beisan, li portarono a Iabes e qui li bruciarono. [13]Poi presero le loro ossa,
le seppellirono sotto il tamarisco che è in Iabes e fecero digiuno per sette
giorni.