SUOR MARIA LAURA MAINETTI
È nata a Colico (SO) – Italia il 20 agosto 1939. Ha
studiato a Parma, presso l’Istituto Magistrale “Laura Sancitale”, e ha conseguito
gli studi di maestra elementare.
Ha iniziato la sua formazione nella Congregazione
delle Figlie della Croce nell’agosto 1957. Ha emesso i primi voti nel 1959 e i
voti perpetui nel 1964.
Ha esercitato come insegnante a:
· Vasto (CH) dal 1960 al 1962;
·
Chiavenna (SO) dal 1963 al 1969;
·
Roma dal 1969 al 1973;
·
Chiavenna (SO) dal 1973 al 1979;
·
Parma dal 1979 al 1984;
·
Chiavenna (SO) dal 1984 al 1997.
E’ stata per molti anni educatrice dei giovani
studenti della scuola alberghiera.
A CHIAVENNA,
LA NOTTE DEL 6 GIUGNO 2000, SUOR MARIA
LAURA MAINETTI E’ USCITA DI CASA
PER RISPONDERE
AD UNA RICHIESTA URGENTE DI
AIUTO.
..ERA UN AGGUATO.
SOLO LORO?
(don Agostino Clerici)
Maria Laura
Mainetti lascia sconcertati: tre ragazzine di diciassette anni hanno confessato
di aver massacrato la suora di Chiavenna senza un movente preciso, per gioco,
per noia, per voglia di protagonismo. Si resta senza parole di fronte a questo
abisso del male. Si apre il grande spazio della preghiera, quello che sant’Agostino
stupendamente tratteggiava come il momento in cui «più che parlare loro di Dio,
si parla a Dio di loro ». Ci dicessero almeno che le tre ragazze non hanno
agito da sole, che qualcuno le ha plagiate... staremmo meglio.
«C'è davvero
da rabbrividire, se fossero state solo loro», è stato detto in questi giorni da
più parti. La stessa ipotesi di una setta satanica alle loro spalle, in veste
di «regista» del delitto, ci appare già consolante. Ebbene, satana sicuramente
ha avuto un ruolo con l'omicidio di suor Maria Laura, ma non è necessariamente
il satanismo da copertina con individui incappucciati che compiono i loro
orrendi riti. E’vero, non sono state «solo loro»: con le tre ragazzine, quella
notte del 6 giugno scorso, c'era anche lui, il «serpente antico», il diavolo, l’istigatore
del peccato. Quel male concreto che purtroppo trova sempre più spazio nel cuore
dell’uomo, mano a mano che esso diventa impermeabile al bene.
Il nostro «recipiente»
è fatto così, non è adatto a stare vuoto: se non vi fruttificano i valori,
l'infesta la mala erba dei disvalori; se non si apre al bene, il male prima o
poi trova il terreno idoneo ad attecchire. E’ una legge impietosa di cui
vediamo l'applicazione quotidiana nel campo dell’educazione. La neutralità è
una chimera. Diceva un vecchio - prete: “Chi non si forma, si sforma.”
Inutile
cercare scorciatoie: il satanismo trova spazio laddove vien meno la religiosità;
la maleducazione troneggia dove manca l’educazione, il male serpeggia quando
gli spazi del bene sono ridotti al lumicino. La cultura del nulla è un’atroce
utopia: il nulla, infatti, non esiste; quando c’è il nulla, di fatto c’è già il
male.
Tutto è ancora
più drammatico in quell’età in cui ai “lutti” dell’infanzia dovrebbero
sostituirsi le “nascite” della vita adulta. L’adolescente ha bisogno di essere
amorevolmente e tenacemente educato al sacrificio. Solo il sacrificio
partorisce il bene. Oggi lo si rifugge, in una sazietà dell’avere che lascia
trasparire sempre più la povertà dell’essere. E se il sacrificio non conduce ai
valori, il suo posto è preso fatalmente da un protagonismo malsano. La noia
occupa il vuoto di ideali. E il gioco è un gioco …di morte.