I nuovi
perseguitati di don Giorgio Paximadi
http://www.caritas-ticino.ch/Riviste/elenco%20riviste/riv_0204/Rivista%20N4%202002.htm
Da
Caritas set.ott.02)
Martiri
nel XX secolo (1900-2000): 45 milioni e 400 mila.
Martiri
dal 1950: 13 milioni e 300 mila.
Media
annuale dei martiri dal 1950: 278 mila all'anno.
Martiri
degli anni recenti: 171 mila all'anno.
Martiri
del 2000 (l'ultimo anno del secolo): 160 mila.
Il
comunismo, con i suoi milioni di cristiani uccisi per la fede, è stato - ed è -
così sanguinario che risulta difficile negarlo anche ai minimalisti più
accaniti.
Ma certamente il capitolo di attualità più
scottante è quello delle persecuzioni nei confronti di cristiani attuate da
mani islamiche.
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Antonio
Socci: I nuovi perseguitati.
Indagine sull'intolleranza anticristiana
nel nuovo secolo del martirio.
Il
merito più grande del recente libro di Antonio Socci,
I nuovi perseguitati, ed PIEMME.
Indagine sull'intolleranza anticristiana nel nuovo secolo del
martirio, è quello di fare luce su una verità storica di grandissima importanza
che, tuttavia, viene ignorata totalmente dalla maggior parte delle persone.
Anche se forse si
dovrebbe dire abilmente nascosta.
Chi conosce il numero approssimativo dei
cristiani martirizzati nella storia del cristianesimo?
Chi quello dei cristiani uccisi nel XX
secolo solo per il fatto di essere cristiani?
Chi è a conoscenza del fatto che tutt'oggi
esiste un numero considerevole di cristiani perseguitati che pagano la fedeltà
alla loro fede con la vita?
Basta porre queste domande in giro, anche
tra quanti si dicono cristiani, per rendersi conto dell'ignoranza totale che
avvolge tali questioni.
Alcune cifre riportate possono fare intuire
la vastità del fenomeno e la gravità di tale ignoranza:
"se in due millenni sono stati calcolati circa 70.000.000 di
cristiani uccisi per la loro fede, ben 45.500.000 (circa il 65 per cento del
totale) sono martiri del XX secolo".
Si tratta di cifre che leggendole viene il
dubbio di trovarsi davanti ad errori di stampa, ad una svista, ma non è così,
come è dimostrato anche dal fatto che lo stesso libro di Socci non è stato in
alcun modo smentito.
Ma se queste cifre sono drammatiche, forse
ancora di più lo sono quelle relative alle condizioni dei cristiani nel mondo
di oggi: "attualmente circa 160.000 persone ogni anno trovano la morte a
causa della loro fede in Gesù Cristo […] attualmente, dai 200 ai 250.000.000 di
cristiani sono perseguitati a causa della loro fede in Cristo, e altri
400.000.000 subiscono restrizioni non piccole della loro libertà
religiosa".
A questi dati si possono aggiungere i 33
missionari cattolici uccisi nel 2001. L'ignoranza
su una tale tragica verità appare quindi come qualcosa di sconcertante e sorge
il sospetto che in qualche modo sia voluta:
"si tratta di un fenomeno di
dimensioni terribili, per questo sconcerta il poco interesse delle maggior
organizzazioni umanitarie, il silenzio dei Paesi liberi e dell'Onu (quando non
la sua azione favorevole a quei regimi illiberali) e la rimozione operata dai
mass media, infine l'indifferenza dei cristiani d'Occidente pronti a lanciare
campagne di solidarietà o veglie di preghiera per qualsiasi fatto sociale, ma
quasi mai per i cristiani perseguitati, occuparsi dei quali ritengono quasi
esecrabile in quanto andrebbe a minare il "dialogo ecumenico" o
costringerebbe a parlare di regimi e ideologie che pare non si debbano mai
criticare".
Non solo quindi troppo poco si fa per
recuperare la memoria storica di quel "grande macello" che è stato il
Novecento, ma si chiudono gli occhi anche davanti a quello che accade oggi in
più parti del mondo.
Spesso lo si fa finendo per attribuire agli
stessi cristiani colpe imperdonabili, ignorando invece totalmente l'apporto
decisivo della stessa storia cristiana.
Socci non manca di evidenziarlo attraverso
il commento di un intellettuale ebreo americano, Michael Horowitz:
"Armati della conoscenza dei peccati
commessi nel nome della cristianità e orrendamente inconsapevoli del ruolo
fondamentale del cristianesimo nella storia dell'Occidente, le elites dei
nostri giorni sono indotte a pensare ai cristiani come coloro che perseguitano,
non come le vittime".
Questo errore di prospettiva va corretto e
il libro di Socci si presenta come un validissimo e agile strumento per questo
scopo.
Infatti, in primo luogo permette di avere
un'idea complessiva di quel "grande macello" che fu il Novecento,
recuperando anche quelle dimensioni del martirio cristiano troppo spesso
confuse, o meglio, ridotte ideologicamente a conflitti di carattere politico,
come nel caso dei martiri spagnoli degli anni trenta.
Ma lasciamo anche in questo caso che siano
le stesse parole scritte da Socci a darcene un'idea più chiara: "Il caso
più terrificante è senz'altro la Spagna degli anni Trenta. […] Dal 17 e 18
Luglio 1936, data della sollevazione militare contro il governo repubblicano,
la carneficina si fa sistematica:
in agosto furono massacrati 2.077
ecclesiastici con una media di 70 al giorno.
Fu solo dopo questa strage, un anno dopo,
che il 1° luglio del 1937, uscì la lettera dei vescovi i quali si schierarono a
fianco dei "nazionali" e dopo quel documento il massacro andò a
scemare per virulenza.
Dunque la lettera come ha spiegato il cardinale
Tarancon fu la conseguenza di quelle morti e non il contrario.
Questione decisiva perché fa capire che si
trattò di un martirio inflitto per odio alla fede cristiana e non per
motivazioni politiche".
In secondo luogo, tale libro risulta di
fondamentale importanza per chiarire l'effettiva situazione di quei milioni di
cristiani ancora oggi perseguitati senza che i media ne diano notizia.
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Internazionale islamica? Religioni da sempre tollerate
e rispettate da più di un decennio non lo sono più, è in atto una violenza
senza precedenti nel mondo islamico tendente ad estirpare ogni minoranza
religiosa con metodi raccapriccianti e violenze psicologiche continue. Mi
chiedo se esista un progetto criminale finanziato dall'Arabia Saudita, che io
chiamo Internazionale Islamica?
Grumo, 11/08/02 prof.
Lorenzo Scarola
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A questo riguardo la persecuzione dei
cristiani nei paesi islamici è indubbiamente di gran lunga la più tragica,
anche se il libro non manca di evidenziare come la situazione sia tremenda pure
per i cristiani che vivono in quei paesi in cui è ancora oggi presente un
regime di matrice comunista, nonostante i più si ostinino a dire che il
comunismo non esista più. Nei paesi islamici la situazione è così dura che la
riduzione della popolazione cristiana è stata drastica:
"All'inizio del secolo i cristiani in
Turchia erano il 32 per cento della popolazione, mentre oggi sono appena lo 0,6
per cento. In Egitto i cristiani copti erano il 20 per cento nel 1975, oggi
poco più del 10 per cento.
In Siria dal 40 per cento erano precipitati al 10 per cento nei
primi anni Novanta e oggi sono al 7,8. In Iran dal 15 per cento siamo passati
al 2 per cento del 1993 e allo 0,5 attuale. In Iraq dal 35 al 5 e oggi al
3,2". Anche nei così detti paesi moderati la situazione dei cristiani non
è delle più rosee.
A titolo esemplificativo si prenda
l'Egitto: "si è svegliati dagli altoparlanti delle moschee che impongono
di pregare, la radio (come la TV) bombarda tutto il giorno esortazioni e
propaganda islamica anche in tram e in taxi (spesso con pesanti accuse ai
cristiani senza che questi possano difendersi), si è costretti a studiare il
Corano a scuola (comprese quelle cattoliche), un cristiano, che porta la croce
al collo rischia di essere picchiato o vedersela strappare per strada, così
come rischia un prete cristiano, nel lavoro statale i cristiani non possono
accedere a certi livelli, come pure nell'esercito e nella politica, talora alle
bambine cristiane è imposto il chador nelle scuole, è praticamente impossibile
costruire nuove chiese ed è difficilissimo avere il permesso di ripararle,
proibito anche annunciare il cristianesimo ad altri, davanti ai tribunali i
cristiani non sono considerati come i musulmani ed è proibito sposare un
cristiano per una donna, mentre una cristiana deve di fatto accettare l'Islam
per sposare un mussulmano".
Se questa è la situazione nei Paesi
moderati, essa raggiunge livelli inauditi nei paesi integralisti in cima ai
quali si trova sicuramente l'Arabia Saudita:
"La Costituzione è il
Corano stesso. La legge vieta ai cristiani ogni tipo di culto, catechesi o di
preghiera non solo pubblica, ma - di fatto - anche privata, nelle proprie case.
È vietato festeggiare le ricorrenze cristiane e perfino scambiarsi gli auguri
di Natale per telefono (mentre è obbligatorio rispettare il Ramadam), tanto più
è proibito anche solo avere in casa un Vangelo o portare addosso simboli
religiosi, come il crocefisso (perfino alla Croce Rossa in operazioni di
soccorso è stato imposto di cancellare il simbolo e non esporre la bandiera)
[…] Sono centinaia i casi documentati di cristiani arrestati per aver
partecipato clandestinamente a preghiere in case private".
Tuttavia non ci si è resi conto del livello a cui giunge
attualmente la persecuzione nei confronti dei cristiani, se non si leggono le
pagine che Socci dedica ai milioni di cristiani uccisi nel mondo: Timor Est, Pakistan,
Indonesia, Nigeria, Sudan, per citarne alcuni.
Il Sudan, ad esempio, che per i media non
esiste, è in guerra dagli anni Cinquanta, ma non se ne parla.
"Forse perché - suggerisce Socci - è
un jihad, una "guerra santa" contro i cristiani e coloro che non accettano
l'islamizzazione forzata".
Si parla di 2 milioni di morti causati dai
bombardamenti sui villaggi e sui campi di atterraggio dove arrivano gli aiuti
internazionali, compiuti per ridurre alla fame il sud del paese cristiano ed
animista.
Il colmo di tale situazione però è che nel
maggio del 1999 lo stesso Sudan "viene eletto membro della Commissione dei
diritti umani delle Nazioni Unite (insieme a campioni di libertà come Cina,
Cuba, Libia e Vietnam), mentre gli Stati Uniti vengono esclusi per la prima
volta in 50 anni".
Risulta pertanto di fondamentale importanza
leggere il libro di Socci, se si vuole incominciare avere uno sguardo critico
su quello che accade intorno a noi, recuperando la memoria e il significato
originario, nonché tutt'ora valido ed attuale, della parola martirio, secondo
la tradizione cristiana.
È infatti importante, in un periodo come
quello che stiamo vivendo, in cui vengono chiamati martiri uomini che
suicidandosi uccidono migliaia di persone, recuperare l'autentico significato
cristiano di martirio; ovvero, il dare la propria vita per un altro, per
affermare Gesù Cristo, per affermare l'amore infinito di Gesù per l'uomo, amore
che arriva a perdonare gli stessi carnefici.
È proprio di fronte all'esperienza tragica
di tanti cristiani del nostro tempo che, superata l'indifferenza del mondo, si
fa strada il Regno di Cristo:
"È impressionante
l'indifferenza con cui si accettano discriminazioni, persecuzioni, violenze e
morte inflitte alle popolazioni cristiane che sono normalmente pacifiche,
solidali, refrattarie alla violenza.
Ed è ancora più straordinario constatare come tanti cristiani del
nostro tempo, con le loro famiglie, siano disposti a correre rischi mortali o
ad accettare vessazioni quotidiane, persecuzioni e perfino il martirio per non
rinnegare Gesù Cristo". Giulio
Luporini