MARIA
Maria
una giovane ragazza egiziana, mostra il suo fragile polso sulla cui carne è
impresso un turpe braccialetto di cicatrici.
Questo
sfregio porta la muta prova del brutale rapimento, dello stupro e dei nove mesi
di schiavitù che lei ha sopportato nelle mani dei rapitori islamici.
Come
parte del loro programma per trasformare Maria in una musulmana, i suoi
sequestratori hanno versato acido solforico sul suo polso per cancellare il
tatuaggio della croce che lei portava come espressione della sua fede.
Maria
è una dei 6.000.000 di cristiani copti dell'Egitto, una comunità minoritaria
che deve far fronte al crescente maltrattamento da parte dei fanatici
musulmani.
Un
giorno, in visita a casa di amici, aveva diciotto anni, fu sequestrata da un
gruppo di radicali di un'organizzazione islamica.
Dopo
averla stuprata; i rapitori la spostavano da un nascondiglio all'altro in
periferia. Insieme con questi abusi sessuali, pretendevano che Maria facesse i
digiuni, le preghiere (islamiche) e imparasse a memoria versetti del Corano.
All'inizio,
Maria cercò di rifiutarsi di indossare il tradizionale velo.
"Essi
mi avvertirono che se io lo avessi tolto mi avrebbero buttato dell'acido sulla
faccia", riferisce oggi la ragazza.
Alla
fine, non essendo più in grado di opporsi alle pretese dei suoi rapitori, firmò
il documento ufficiale di conversione all'islam.
Mentre
Maria era sotto sequestro, suo padre andò alla polizia del Cairo.
Lì
gli dissero di dimenticare Maria, che era al sicuro nelle mani dell'islam. A
quell'uomo sconvolto, per la verità, fu ordinato di firmare un impegno secondo
cui avrebbe cessato di cercare sua figlia.
Insieme
con gli altri membri della famiglia, egli fu avvisato che coloro i quali
avessero interferito nella vita di Maria e le avessero nuociuto, avrebbero
dovuto risponderne. Fortunatamente Maria
riuscì a scappare.
Le
fu dato aiuto da un gruppo clandestino chiamato "Servi della Croce",
che la misero ai sicuro. Sebbene la conversione al cristianesimo dall'Islam sia
considerato apostasia in Egitto, e la legge della Sharia invochi una sentenza
di morte, i Servi l'aiutarono a riconvertirsi (ufficialmente, dal punto di
vista dello Stato, N.d.A.) al cristianesimo.
Nella
società egiziana, le vittime di violenza carnale sono spesso considerate
responsabili di ciò che è accaduto loro, e vengono talvolta ammazzate. Pensando
a questo, l'organizzazione ha anche aiutato Maria a trovare un marito
Cristiano.
I
Servi della Croce hanno procurato a Maria un tatuatore per rifare la croce sul
polso, esattamente sopra le cicatrici che l'hanno sfregiata.
Uno
dei rappresentanti dell'organizzazione spiega: "lo mi occupo ogni mese di
un numero di riconversioni che varia da 30 a 35.
In
tutto l'Egitto abbiamo da 7.000 a 10.000 casi di forzata conversione all'Islam.
È nostro dovere salvarli".
"The
Observer", 5 giugno 1994 (cit. in Paul Marshall-Lela Gilbert, Their blood
cries out)