Questa
è una delle prime immagini di donne intente allo studio, accanto alle
loro collezioni librarie, immerse nella lettura di un libro o sedute allo scrittoio
.
Non si tratta di una raffigurazione usuale e forse, anzi, non se ne incontrano
affatto di questo genere prima del Seicento, il secolo in cui le donne cominciano
a dedicarsi alla scrittura oltre che alla lettura, e non soltanto le aristocratiche
,
nobili e regine, ma anche strati più ampi di popolazione femminile
,
sebbene appartenenti a classi certamente privilegiate. Prima del XVII secolo
sono madonne
o sante ad essere dipinte con un libro di preghiera tra le mani
;
nel Quattro e Cinquecento sono figlie di umanisti
,
donne di grande eccezione
,
veri e propri fenomeni.
È nel Seicento che per la prima volta questa immagine si laicizza ed
assume una dimensione più diffusa, sebbene resti sempre difficile delineare
le biografie intellettuali delle donne di cultura
,
dal momento che le
opere
seicentesche pubblicate a loro nomesono ancora molto poco numerose. Escluse
tradizionalmente dalle carriere
intellettuali e dai luoghi deputati all'istruzione
in base ad una concezione che fa dipendere la loro inferiorità dalla
stessa legge naturale, le donne partecipano della Repubblica delle lettere
del XVII secolo con modalità e strumenti loro propri. L'approccio delle
donne alla cultura si traduce così in una grande attenzione e sensibilità
per la divulgazione scientifica
e per il principio dell'universalità della ragione e del 'buon senso'.
L'istruzione delle donne: questa anzitutto l'istanza primaria
.
All'interno delle corti
e nei salotti
,
tra le mura claustrali
e nei 'recinti sacri' dei monasteri o nelle assemblee delle accademie
,
il dibattito sull'istruzione femminile assume toni di grande vivacità,
cui si associa la questione, altrettanto dibattuta, dei saperi, delle biblioteche
e dei generi di scrittura per le donne.