il guardarobe ricchezza e libertà nominare le differenze io, te, noi mi sento più me stessa.. la madre, l'amore, i soldi L'eredità delle donne - home page

Sono nata alle 6.59 del 31 dicembre 1965 nella clinica delle "Charmettes" di Losanna in Svizzera. Mi aspettavano per il 2 gennaio dell'anno dopo, ma mia mamma, pochi giorni prima del parto, portò un pò troppo a lungo i pesanti pacchi della spesa e così sono scesa. Questo è quello che mi racconta mia mamma.Dice anche che avevo un'incontenibile voglia di nascere tanto che quando sono uscita fuori si è sentito uno schioppo simile a quello di un tappo di champagne, chissà forse sapevo che era Capodanno.

Mio papà era presente, si vede che era maturato perché quando nacque mia sorella, sette anni prima, rimase tutto il tempo fuori dalla porta a fare le parole incrociate. Bisogna anche dire che la nascita di mia sorella è stata tutt'altro che facile, mentre la mia, a quanto pare, è stata "spumeggiante": tre spinte e via, eccomi quà.

natadidonna... Cristina racconta

"Bianca come il latte, rossa come il sangue", così mi pensava la mia mamma mentre stavo nella sua pancia. Mi voleva come Biancaneve, con la pelle bianca come il latte e le labbra rosse come il sangue. Quando mi ha vista, avevo gli occhi chiusi stretti stretti, un ciuffone di capelli neri corvini ribelli, una boccuccia rossa rossa e la pella bianchissima.

Dice che ero proprio come mi aveva sognata e quando mi descrive rifà con il dito il gesto che deve avere fatto scoprendo i lineamenti del mio viso, prima l'arco delle sopraciglia, poi giù fino alla punta del naso. Da lì deve essere scesa sulle labbra per disegnarne il contorno, un piccolo cerchio sul mento e poi è tornata verso l'alto, lungo la mascella, per arrivare all'orecchio e anche lì, con delicatezza, sfiorando appena soltanto, ha seguito le linee del suo labirinto.

Se chiudo gli occhi mi sembra di sentirle ancora queste carezze, lievi, piene di stupore e di ammirazione di fronte a quel miracolo che ero io! Sono stati i suoi primi gesti per fare la mia conoscenza. So anche che poi si è preoccupata di contare le dita delle mie mani e dei piedi per assicurarsi che tutto era a posto. La sera sono arrivati degli amici, quelli che poi chiamerò Much (pronunciando Mush con la u francese) e Marraine cioè mia madrina. Deve essere stata una serata allegra, hanno brindato al nuovo anno e al mio arrivo. Poi mia mamma si è fatta un bel sonno, mentre mio papà è andato a festeggiare con loro. Non gli ho mai chiesto però dove, e neanche mia mamma credo.

Quando mio papà è andato a iscrivermi all'anagrafe, ha chiesto se potevo essere iscritta il 1° gennaio 1966. In fondo non aveva tutti i torti, il 1965 era passato ed io lo avevo visto proprio poco. Era carino mio papà, voleva togliermi un anno, pensava già di ringiovanirmi un pò... Ma, strano a dirsi, non aveva fatto i conti con la precisione svizzera. E infatti si è sentito rispondere: "Eh ma se tutti facessero come lei, non nascerebbero più bambini l'ultimo giorno dell'anno". E così, anche per gli altri, sono nata il 31 dicembre. Qualcosa dell'esperienza cocente di mio padre mi deve essere rimasta, perché quando mi chiedono di che anno sono, tengo sempre a precisare anche il giorno, nel timore che la persona che ho di fronte mi dia un anno in più...

Laura racconta ...

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