FRONTE SOCIALE NAZIONALE

di Adriano Tilgher

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Il Fronte Nazionale (di Adriano Tilgher: per distinguerlo dalle omonime esperienze del comandante Borghese e di Franco Freda) – oggi Fronte Sociale nazionale - nasce da una scissione della Fiamma Tricolore nel settembre 1997, ma rappresenta a tutti gli effetti la continuità storica di un'esperienza politica e organizzativa, quella di Avanguardia nazionale, che, attraverso innumerevoli rigenerazioni, vanta ormai 40 anni di storia.

Dopo il fallimento dell'esperienza organizzativa della Lega nazionalpopolare- Alternativa nazionalpopolare, un gruppo di avanguardisti storici, guidati da Tilgher, e affiancati dall'ex parlamentare missino Tomaso Staiti di Cudia, partecipa al processo di rifondazione missina e acquisisce notevoli posizioni di potere all'interno del MS-Fiamma Tricolore. Pino Rauti espelle entrambi a metà luglio, seguono le dimissioni a catena di tutti i quadri della componente.

Ai primi di settembre 1997, mentre si accentuano i contatti interni alla Fiamma Tricolore di Rauti, un gruppo di giornalisti della destra radicale, riuniti attorno all'Uomo Libero - Mario Consoli, Pietro Sella, Sergio Gozzoli - forte di un rapporto diretto con Jean Marie Le Pen, decidono la costituzione dell'omologo italiano, il Fronte Nazionale (sigla resa disponibile dalla decisione della magistratura che ha appena sciolto l'omonima organizzazione di Franco Freda).

L'operazione è ghiotta e così Tilgher decide di bruciare i tempi e annuncia il 28 settembre la nascita del Fronte Nazionale.

Il giorno dopo, san Michele Arcangelo, patrono della Guardia di Ferro, il neocattolico Roberto Fiore, fonda Forza Nuova che coagula il dissenso giovanile della Fiamma, giunto al punto di rottura dopo la decisione di Rauti di commissariare il movimento giovanile e proibire la diffusione di Foglio di lotta, il giornale di movimento egemonizzato dall'ex leader di Terza Posizione e dal suo socio Massimo Morsello.

Nel Fronte Nazionale confluiscono le esperienze, inizialmente transitate nella Fiamma, di Alternativa Nazional Popolare e della rivista La spina nel fianco (il cui primo animatore, Marcello De Angelis, ex portavoce degli esuli di Terza Posizione, è poi passato nei ranghi della destra sociale di Gianni Alemanno e Francesco Storace).

Il programma privilegia la “lotta all’immigrazione” e alla “società multirazziale”, e in opposizione al “mondialismo”, invoca un’”Europa unificata” e l’uscita dell’Italia dalla NATO.

Il Fronte, quasi inesistente al nord, riesce a raccogliere 25 mila voti alle elezioni provinciali di Roma nel 1998 (18 mila nella sola capitale ). Nel 1999 subisce la scissione della componente “nazionalcomunista” che si aggrega attorno alla rivista Rosso è Nero di Carlo Terracciano e Maurizio Neri.

In occasione dell'anniversario della strage di Acca Larentia (il 7 gennaio 1978: due militanti del Fronte della Gioventù furono uccisi da un commando dell'ultrasinistra e un terzo nei successivi scontri con i carabinieri), nel 2000, viene distrutta in un attentato incendiario la sede nazionale del Fronte di via Taranto, a Roma.

Leader del Fronte Nazionale incontrastato è Adriano Tilgher, delfino storico di Stefano Delle Chiaie, che nel movimento mantiene un ruolo defilato, prima alla testa dell’agenzia di stampa Publicondor e in seguito impegnato nella costruzione e gestione di un'emittente televisiva in Calabria.

Altre figure conosciute del Fronte sono: Paolo Signorelli (tra i massimi dirigenti di Ordine Nuovo, più volte inquisito per omicidio: tre ergastoli annullati in successivi gradi di giudizio e nove anni di carcere preventivo), Enzo Erra (il leader della prima corrente giovanile evoliana nel MSI dei primi anni '50, Imperium) e Rutilio Sermonti (autore, insieme a Rauti, di una Storia del fascismo in sei volumi).

A inizio giugno 2000 si svolge a Roma quello che gli organizzatori hanno definito «un forum nazionale per la costruzione del movimento unitario antagonista». Partecipano un po' tutti, eccetto Forza Nuova. Stefano Delle Chiaie, su Publicondor, così presenta l'iniziativa in cui il Fronte Nazionale ha un ruolo centrale: «Quella che pareva ai soliti disfattisti una scommessa impossibile sta diventando realtà. Sappiamo che ci vuole tempo... Ma è il momento di credere e costruire».

L'obiettivo è la Cosa nera, una Margherita della destra che possa dialogare col Polo.

In attesa di quel giorno, il Fronte Nazionale organizza in Molise il “campo dei ribelli” dove i giovani del movimento possono vivere una vita sana e marziale: alzabandiera, tecniche di marcia e di movimento, con tanto di rompete le righe finale.

A dicembre 2000 la Conferenza Programmatica per “discutere di unità e di elezioni”,convocata dalla Direzione nazionale del Fronte, prende atto del sostanziale fallimento del progetto unitario. Enzo Erra rivisita le tappe del percorso «che avrebbe dovuto condurre alla costruzione del nuovo soggetto politico alternativo per il quale si era impegnato il Segretario nazionale del MS Fiamma Tricolore, Pino Rauti».

Erra constata con amarezza «dopo un'ennesima recentissima proposta avanzata dalla Presidenza collegiale del Fronte Nazionale intesa a realizzare il processo unitario, la mancanza di volontà concreta da parte della dirigenza del MS-FT a convenire sulla creazione del Movimento di alternativa antagonista al sistema di potere nazionale e sovranazionale».

Dal Piaz e Silvestri, esponenti dell'opposizione interna al MS-FT, dichiarano la loro disponibilità futura ad aderire ad un eventuale nuovo soggetto politico, privilegiando al momento l'azione giudiziaria da loro promossa nei confronti della dirigenza del Partito. Aderiscono, invece, subito al Fronte Nazionale i dirigenti siciliani del MSFT, Maltese e Rao, a nome delle Federazioni di Palermo, Trapani ed Enna e poi Di Salvo, Melchiorre e Pecchioli, rispettivamente per le Federazioni di Isernia, Benevento e di Genova.

Il Fronte Nazionale, pur non riuscendo ad attingere al ruolo complessivo di polo unitario della destra radicale, finisce per rappresentare il catalizzatore della continua diaspora missina: tra i transfughi di Rauti, spicca la personalità di Clemente Manco, già deputato del MSI e infine presidente del disciolto Movimento Sociale Europeo, il gruppo nato nell'inverno 2000 intorno all'europarlamentare della Fiamma, Roberto Bigliardo (poi rientrato nell'estate 2001 in Alleanza Nazionale).

Dopo l'11 settembre, il FN ha accentuato i toni antiamericani e filoislamici. Il congresso costituente dell'autunno 2001, che ha trasformato il movimento in Fronte Sociale Nazionale, confermando la leadership di Adriano Tilgher, è stato criticato da altre componenti dell'area nazionalrivoluzionaria perché ha bruciato le aspettative di un processo unitario che è ambito e rivendicato da tanti gruppi e individui, ma che continua a scontrarsi con la naturale rissosità e spirito di scissione dell'ambiente.

Nel gruppo dirigente che emerge dal congresso hanno visibilità i fuoriusciti della Fiamma, come Silvestri e Del Piaz, ma anche vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Manlio Portolan, già fiduciario di Ordine Nuovo nel Friuli-Venezia Giulia e indicato da Vincenzo Vinciguerra come componente della rete di sicurezza atlantica e come Alfredo Graniti (un avanguardista, arrestato nell'aprile 1981 mentre tentava di espatriare con due latitanti dei NAR, Massimo Carminati (poi assolto in primo grado dall'accusa di essere stato il killer di Mino Pecorelli) e Mimmo Magnetta, recentemente coinvolto nelle indagini per l'omicidio di Alessandro Alvarez, un ex militante di Alternativa nazionalpopolare, ucciso nel marzo 2000 nel Milanese). 

 

FONTE:    MISTERI DI ITALIA