VENETO FRONTE SKINHEAD

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Il Veneto Fronte Skinhead è la prima realtà organizzata del movimento in Italia e si diffonde sul territorio della provincia veneta con notevole anticipo sulle realtà metropolitane di Roma e di Milano.

Il Fronte è fondato nel 1985 da Piero Puschiavo - reduce da un soggiorno in Inghilterra e dal festival di Suffolk di Rock aganist communism - e poi legalmente costituito con regolare statuto il 14 dicembre 1990 presso un notaio romano, come organizzazione senza fini di lucro, dedita alla promozione di iniziative culturali, musicali e sportive.

La sede sociale è la casa di Puschiavo, a Sorio di Gambellara, la sede legale è a Lonigo, la casella postale 12, (recapito delle fanzine Bliez Krieg, Risveglio Europeo, Azione Patavium). Uno dei punti di ritrovo pubblici è il circolo Evola di Bassano del Grappa. Pochi mesi prima si era tenuto a Bassano del Grappa il primo raduno internazionale.

Nell'89, dopo la spedizione a cittadini ebrei di lettere di minaccia in carattere runico, è aperta dal PM vicentino Antonino De Silvestri un'inchiesta che si conclude con l'archiviazione.

Il progetto del Veneto Fronte Skinhead cerca di penetrare negli ambiti giovanili e, pur provenendo in molti casi dalle "tifoserie ultras", fin da subito tenta di accreditarsi un volto meno spontaneista, utilizzando lo strumento della musica e dei concerti e rendendo evidente la matrice ideologica. La band che fa tendenza si chiama Peggior Amico, che porta l'eredità anche di precedenti esperienze nel trevigiano dove, negli anni '80, i naziskin si radunano attorno ai gruppi musicali quali: Legge Marziale, Guerriglia Urbana, Hope & Glory.

Quasi contemporaneamente nel '91, per iniziativa di un gruppo di bonehead, legati al circuito degli ultras del Verona calcio, nascono i Gesta bellica, composto da Alessandro Castorina, Andrea Miglioranzi, Fabio Bazzerla, Gabriele Cristiano che, assieme a Francesco Mancini, costituiscono il nucleo d'acciaio veronese del VFS. Un'altra figura di spicco è Massimo Menegatti, animatore dei Plastic Surgey e redattore di Avanguardia. VFS avvia imprese editoriali e musicali, compaiono riviste (fanzine) quali Groarrr, La Fenice, Blitz Krieg e la Tuono Records, una casa produttrice dei gruppi nazirock.

Il VFS lavora al progetto di riunificazione, promosso dal coordinamento nazionale Skinheads d'Italia. Sull'onda dell'ondata xenofoba in Germania, si contano numerose aggressioni e i primi atti violenti contro sedi delle associazioni e delle forze politiche della sinistra.

L'8 marzo 1991, è incendiato a Padova un rifugio per immigrati. A gennaio '92 brucia a Bassano un ricovero di extracomunitari. Nel Vicentino i bonehead arrivano all’omicidio: nel settembre 1992 uccidono a calci e pugni un tossicodipendente. Il giorno prima un’altra banda legata al VFS aveva assaltato una cascina abitata da extracomunitari: il leader del gruppo, Michael Lupatini, è figlio di emigrati in Belgio ed è stato schedato tra i partecipanti di Ritorno a Camelot, il campo estivo degli skin italiani, metà festival rock, metà raduno militante. Il primo è stato organizzato nell'estate 1991 a Bassano ed è qui che nasce il network di Basi autonome. Un cartello all'ingresso del campo avverte minaccioso: «Il cielo si oscura, il rumore si propaga,noi fascisti siamo pronti alla battaglia». La rivista riporta il diario del campo: «Giovedì29 (agosto) una bellissima giornata di sole ha facilitato il nostro risveglio (si faper dire) giusto in tempo per non perderci la sfilata delle nostre ausiliarie dirette alle docce». E il 31, dopo i dibattiti su “meccanismi del mercato mondialista, risveglio della coscienza etnica, degenerazione dei costumi e crisi della famiglia”, «un temporale ha annacquato il rancio ma non ha scoraggiato nessuno».

Suonano Gesta Bellica, Verde Bianco e Rosso, Peggior Amico (cantano: «Di nuove prostitute ne abbiamo già abbastanza, è ora di svegliarsi da questa indifferenza, roulettes e accampamenti peones e immigrati, fuori dall'Italia, fuori i parassiti»); i francesi Skinprost e Kontingent 88, gli inglesi Screwdriver.

Ai dibattiti partecipano i redattori dell'Uomo Libero, Sergio e Marzio Gozzoli e Lello Ragni.

Un'intervista collettiva pubblicata sullo skinzine Azione Patavium, indica come principali nemici dei popoli europei «il comunismo da una parte ed il capitalismo dall'altra, [che] hanno distrutto tradizioni e cultura di ogni popolo europeo. Proprio queste tradizioni e culture davano la forza e la potenza che fin dall'alba dei tempi hanno caratterizzato la vita dei nostri popoli. Anche l'azione terzomondiale ed il conseguente imbastardimento della nostra razza stanno sempre più indebolendo e distruggendo l'Europa bianca».

A giugno al convegno di Pacentro, sulla questione del rapporto con l'“Islam rivoluzionario” si consuma la rottura con la Comunità Politica di Avanguardia. Il 29 novembre il VFS tiene ad Oderzo (TV) un raduno in un club privato con la partecipazione di giovani provenienti dall'Austria e dall'Italia settentrionale.

A fine anno il Fronte ha presenze organizzate a Verona, Vicenza, Padova, Bolzano, Treviso, Gorizia, Udine, Trieste e Bassano.

 Il 29 gennaio 1993 sono emessi 15 avvisi di garanzia per ricostituzione del PNF contro il gruppo dirigente leader.

Il VFS è l'unico gruppo che mantiene in piedi un tessuto organizzativo anche dopo l'Operazione Runa del maggio 1993, che sbanda le altre organizzazioni skin.

Il 20 aprile 1994 14 militanti veronesi del VFS festeggiano a Monzambano (MN) l'anniversario di Hitler.

Il 24 aprile 1994 - sull'onda lunga della vittoria elettorale del centro-destra alle elezioni politiche - è indetta una manifestazione a Trieste per commemorare i martiri delle foibe, «per difendere l'italianità di queste terre dalla barbarie slavocomunista », ma il divieto e l'imponente schieramento di forze dell'ordine mandano tutto a monte.

Grande clamore desta la manifestazione del 14 maggio a Vicenza con 200 teste rasate, giubbotti neri e scarpe anfibie, fra cui 50 donne per protestare contro le “ingiustizie” lamentate dagli Skin. Al corteo, con bandiere rosse e nere e croci celtiche, prendono parte militanti provenienti da Milano, Roma, Bologna e da tutto il Veneto.

Proprio a Vicenza è in corso l'inchiesta giudiziaria per ricostituzione del PNF e Puschiavo, è fra la ventina di indagati. Il corteo è concluso da un comizio di Maurizio Boccacci.

Tra i promotori della manifestazione c'è Alessandro Ambrosini, detto “Ambro”, leader e cantante del gruppo rock I topi neri che, dopo la legge antiskin, ha lasciato il VFS per fondare il Fronte della Gioventù a Vicenza (oggi è dirigente di Forza Nuova). Al corteo partecipa anche Claudio Coppotelli, 41 anni, presidente del club cittadino di Forza Italia. La manifestazione - che costa il posto al prefetto De Feis e al questore Argenio - voleva essere anche una protesta contro aggressioni e attentati subiti, fra cui gli ordigni contro il Blues Bar a Solagna Valsugana (VC) e contro l'auto del n.2, Del Debbo, a Pieve di Soligo (Tv). Il bersaglio polemico prediletto sono i giornalisti.

Il 4 ottobre 1994 sono arrestati Pietro Puschiavo e altri sei componenti del direttivo, i veronesi Alfio Fiorante, Guglielmo Francesco Mancini, Alessandro Castorina, Paolo Rinaldi, Fabrizio Bazzerla e Luca Zambini per violazione della Legge Mancino.

56 le perquisizioni in varie città.

L'inchiesta parte dagli striscioni al Bentegodi per Italia-Uruguay il 22 aprile 1989. Tra gli episodi contestati il manifesto apparso nel 1990 a piazza Bra: «Siamo un gruppo di giustizieri nazifascisti. Rivendichiamo la nostra territorialità messa a dura prova con l'arrivo di questi cani negri che contaminano la nostra terra e che portano la loro droga nel sangue italiano».

Uno dei principali centri del VFS è proprio Verona, cento attivisti, una forte presenza tra le Brigate gialloblu.

Nel marzo 1996, a Mori, nei pressi di Rovereto, un commando lancia due molotov nella casa dove vivono cinque immigrati (due coppie e una bimba), dopo aver scritto sui muri «Via i negri, la muffa dell’Italia». A spegnere l’incendio un vicino italiano.

La frazione, Nomesino, è salita alla ribalta per un record di segno opposto: 100 abitanti,  18 immigrati, tutti con regolare permesso di soggiorno e contratti di lavoro.

Nell'ottobre 1996 ancora manette per due aggressioni, una nei pressi dello stadio, nell’agosto 1995, l’altra in un bar, nel luglio 1996: tra i protagonisti ancora i Gesta Bellica. Il gip contesta la violazione della legge Mancino sull’odio razziale. Mancini, Bazzerla e Castorina sono condannati a un anno, mentre Miglioranza, incensurato, se la cava con 10 mesi per aver aggredito due volte Enrico De Angelis, un redskin che aveva tentato di organizzare concerti antirazzisti, e sua moglie Alessia Avesani. I veronesi si sono limitati ad organizzare l'aggressione. Il pestaggio è stato compiuto da un manipolo di napoletani.

Nel Bassanese la magistratura scopre una organizzazione dedita a pratiche orgiasticoesoteriche.

Si tratta del Cerchio Satanico di Alberto Savio che pubblica, con tanto di sigillo, il medesimo libretto stampato ad uso interno e firmato da Sentiero Veneto- Fronte Skinheads, un altro segnale forte dei legami internazionale del gruppo veneto.

Negli USA, infatti, il Pagan Front, esprime sul terreno politico la sintesi tra nazionalsocialismo e satanismo, che ha la sua espressione di massa nella subcultura giovanile del black metal, una variante rozza di heavy rock, che influenza decine di gang di strada giovanili.

Il 13 dicembre 1996, Alessandro Ambrosini, il promotore della marcia di Vicenza, fonda con atto notarile il CUIB, articolazione territoriale degli Hammerskin. Anche a Verona la DIGOS individua una cellula del movimento internazionale, trovando collegamenti con i Charlemagne Hammerskin.

Negli anni 1994-96, i naziskin sembrano aver trovato rifugio nella Fiamma tricolore,  dove sono andati a costituire una fronda interna, organizzata intorno al Foglio di Lotta, che fa capo agli esuli londinesi Roberto Fiore e Massimo Morsello, testa di ponte della fondazione di Forza Nuova.

Molti i dirigenti che transitano da Rauti al nuovo gruppo clericofascista: Alex Cioni, Paolo Carattossidis, Ambrosini.

Nell’aprile 1997 una tanica di benzina e olio esplode sotto casa del sindaco patavino del PDS, Flavio Zanonato. La grande fiammata manda in frantumi la vetrata di ingresso.

La rivendicazione è generica, ma politicamente connotata: «La parte sana della gioventù di Padova si è svegliata e ha deciso di fermare il complotto giudeo e la marea rossa. La zecca comunista Zanonato è stato solo il primo. Boia chi molla. Sieg heil».

L’attentato corona una settimana di tensioni tra autonom e naziskin: il sabato precedente, dopo due cortei contrapposti, una bomba carta era stata lanciata contro la casa di un compagno del Centro sociale Pedro.

Nel 1997 a Verona i naziskin, assieme ai seccessionisti veneti, integralisti cattolici, leghisti, costituiscono il Comitato vittime dell'ingiustizia per protestare contro le inchieste che il magistrato Papalia ha aperto contro il VFS e contro le Guardie padane.

La mobilitazione in favore dei Serenissimi, responsabili dell'assalto al Campanile di San Marco, rappresenta un altro momento unitario, poi la componente che dà vita a Forza Nuova in Veneto prende le distanze dal movimento skin in nome di un settarismo

di organizzazione tipico del gruppo di Roberto Fiore.

Il 6 marzo 1999, il VFS partecipa a Verona al corteo promosso dalla Fiamma, assieme a militanti e stendardi della Lega Nord. Pochi giorni dopo i naziskin partecipano ad una messa "riparatoria" antislamica promossa dalle organizzazioni tradizionaliste.

Il 14 marzo il Comune scaligero concede l'utilizzo dell'Estravagario (il teatro tenda) e da il patrocinio al "concerto per l'Europa", suonano gruppi neonazisti quali Aurora, 270 bis, Rokaforte.

Il 6 maggio un lavoratore migrante, mentre svolge la sua attività di ambulante, viene aggredito da una decina di teste pelate e picchiato. Il 9 maggio viene picchiato un giovane di sinistra, mentre attacca manifesti per un concerto antirazzista.

Il 6 giugno 2000 Fascismo e Libertà, a cui ha aderito Gianfranco Foti, ex federale provinciale della Fiamma tricolore, convoca a Treviso una iniziativa contro l'immigrazione e il mondialismo, a cui interviene Piero Puschiavo.

A Verona, a giugno, l'Estravagario viene concesso ai Gesta Bellica per la Festa del Solstizio.

Il 4 novembre viene patrocinato dal Comune e Provincia la giornata "No Smog", e ancora una volta a suonare sono i Gesta Bellica. Il 16 dicembre, sempre all'Estravagario, con il patrocinio del Comune, si tiene uno dei più grandi meeting europei dei nazisti, suonano, tra grida e svastiche, i gruppi Ultima Thule svedesi, Condamned inglesi, i Front 82 trevigiani. Al raduno partecipano nazisti da Germania, Inghilterra, Francia. A fine dicembre, a Pordenone, un edile nigeriano viene insultato da un gruppo di naziskin, per fortuna arrivano i colleghi che mettono in fuga gli aggressori che gettano via spranghe di ferro e coltelli.

Il 4 febbraio, di ritorno da un altro concerto, tre macchine di naziskins, si fermano all'autogrill di Laimburg, tra Bolzano e Trento. Entrano nel bar e aggrediscono tre lavoratori immigrati. Un marocchino viene ferito gravemente da una coltellata. La polizia blocca due delle tre vetture nei pressi di Trento. Sono arrestati: Federico De Pieve, da Porcias, Giorgio Mazzon di Breugnera, Manuel Tassan Mangina di Aviano, Francesco Campanelle di Monfalcone, Matteo Appollonio di Trieste, Luca Fatigati, Markus Moretti, Andrea Spledore di Lignano, Hans Peressuri di Tovagnacco.

Tutti si dichiarano aderenti al Veneto Front Skinheads.

A Verona il 3 Marzo 2001 aderenti al VFS, esponenti di Forza Nuova, della Lega Nord, tradizionalisti cattolici, costituiscono pubblicamente, con il patrocinio della Regione Veneto, L'Osservatorio per la Giustizia giusta. "Moderatore" dell'iniziativa Andrea Miglioranzi del VFS, veri artefici dell'iniziativa il duo nero veronese: Luca Bajona di AN, Flavio Tosi della Lega nord.

Intanto la maxinchiesta veronese si è conclusa con 43 rinvii a giudizio per istigazione all'odio razziale.

Il primo processo è stato annullato per la decisione dell'allora presidente del tribunale Guglielmo Ascione di abbandonare la magistratura per abbracciare la professione forense.

Alla ripresa, nell'autunno 2000, in un documento diffuso a Verona, il VFS esprime «totale dissociazione» rispetto a «episodi di terrorismo» e preoccupazione per «la volontà di riesumare tensioni sociali di triste memoria con tutte le inquietanti e ben note conseguenze» .

Il 70 per cento degli imputati è difeso da un unico legale, l'avvocato Roberto Bussinello, dirigente veronese di Forza Nuova - e l'unico imputato presente in udienza è il leader riconosciuto, Pietro Puschiavo, 37 anni.

«Abbiamo sempre agito nella legalità» - afferma Puschiavo, “imprenditore del tormentato nordest” - «Siamo sempre gli stessi a parte qualche piccolo ricambio: del resto è difficile avvicinarsi a noi per le pressioni giudiziarie alle quali siamo sottoposti ». Sul credo ideologico Puschiavo non transige: «Crediamo nei valori morali e naturali legati alla famiglia - ha detto - al senso del dovere».

Si sente offeso se gli appartenenti al VFS vengono chiamati naziskin, “un'invenzione dei giornalisti”, e per quanto riguarda le accuse di razzismo specifica: «Dipende – ha aggiunto - da cosa si intende per razzismo. Noi siamo contro questa forma di immigrazione incontrollata che tende a cancellare la cultura millenaria europea che difendiamo; anche la manodopera chiamata nel nordest andrebbe garantita offrendo i posti di lavoro prima ai nostri meridionali. L'industrializzazione selvaggia ha favorito le condizioni di precarietà degli immigrati».

I militanti del VFS sono sempre sulla breccia: nel settembre 2000 il loro striscione apre la manifestazione di Cernobbio contro il mondialismo, indetta per l’annuale convegno degli industriali. Anche nell'estate del 2001, è intorno al VFS, che si aggrega il Coordinamento antimondialista, composto anche da Comunità Politica di Avanguardia, Circolo Tradizionale “Noi Stessi”, Comunità Politica Militante di Cremona, che a differenza di altre organizzazioni, come il Fronte Nazionale di Tilgher, scendere in piazza per manifestare contro il G8, anche se non a Genova.

«Questa decisione - spiega un documento unitario - deriva dal fatto di non voler assolutamente prestare il fianco a strumentalizzazioni del regime, riproponendo demenzialmente il deleterio scontro di piazza tra “forze antagoniste”, facilmente indotte dalla logica frazionistica dell' antifascismo e dell' anticomunismo, prestandoci di fatto al gioco di “ausiliari” delle forze di repressiome poliziesca a difesa dello stato imperialista delle multinazionali».

Oltre a tutte le componenti del Coordinamento Antimondialista, hanno aderito al documento, in occasione della riunione promossa dalla Comunità Politica di Avanguardia a Reggilo, il 23 giugno 2001: la Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, Vertice Primo di Viterbo; Alternativa antagonista di Verona; Avanguardia giovanile di Como.

La manifestazione si è svolta, in coincidenza con il vertice, sabato 21 luglio, a Treviso, con la partecipazione di circa 500 militanti. Il documento parla di un imperativo: «Ribellarsi al vertice neoliberista e capitalista del G8 di Genova è una priorità indispensabile per tutti coloro che non vogliono riporre i loro destini e il loro futuro nella farisaica logica di sfruttamento mercantilistico e nel predominio del denaro e dell’usurocrazia».

A fine agosto lo stesso schieramento partecipa al raduno internazionale di Ritorno a Camelot, risposta da destra alla manifestazione genovese G8 delle tute bianche. Il clima è teso dopo l'attentato al tribunale di Venezia, del quale sono sospettati due militanti locali dell'estrema destra (uno è arrestato nel gennaio 2002).

Il sindaco leghista di Vittorio Veneto, Giancarlo Scottà, decide di vietare il raduno nel suo territorio comunale, costringendo gli skins a traslocare nel campeggio Riva D'Oro di Revine Lago, un piccolo centro teatro di una rappresaglia nazista. Tra i promotori c'è Gianfranco Foti, noto per le sue iniziative, tutte all'insegna della ricomposizione dell'area nazional popolare.

Piero Puschiavo rassicura l'opinione pubblica spaventata dalla contromobilitazione della sinistra: «Una nostra componente si ispira al fascismo sociale, ma non siamo solo questo». Tra i relatori Palmarino Zoccatelli, responsabile di Famiglia Civiltà, organizzazione tradizionalista; Andrea Miglioranzi, leader del VFS e membro  dell'Associazione “Enzo Tortora" per la giustizia giusta (il periodico è diretto da Paolo Signorelli); Manuel Negri, redattore di Avanguardia; Umberto Malafronte, collaboratore delle Edizioni AR di Franco Freda. E infine Franco Franchi, già deputato del MSI, e scrittore di libri apologetici dell'esperienza repubblichina.

 

FONTE:    MISTERI DI ITALIA