Esopo

Favole

 

La formica e la cicala

Testo originale

Durante la stagione invernale, le formiche facevano asciugare il grano inumidito. Ma la cicala, avendo fame, chiedeva loro nutrimento. Le formiche però dissero: “ per quale motivo durante l’estate non raccoglievi anche tu il cibo?”. Ed ella rispose: “non avevo tempo, ma cantavo soavemente”. Esse allora scoppiando a ridere dissero: “ma se cantavi durante le stagioni estive, ora danza d’inverno!”.

La favola mostra che non bisogna trascurare certe cose in ogni circostanza, per non dolersene, né essere in pericolo.

 

La formica e la colomba

Testo originale

Una formica assetata, essendo giunta ad una fonte e desiderando bere, stava affogando. Ma una colomba, appollaiata su un albero che si trovava vicino, scorse la formica e, avendo staccato una foglia dall’albero, la gettò nella fontana e la formica, salitavi sopra, si mise in salvo. Ma un cacciatore di uccelli, essendosi avvicinato ed avendo legato le canne, volle catturare la colomba. Ma la formica, quando vide la scena, morse il piede del cacciatore. E quello, gettate le canne per il dolore, fece fuggire la colomba.

La favola insegna che, se perfino gli animali senza ragione hanno la percezione del bene, perché mai noi non dovremmo ricambiare i benefattori?

 

Le due rane al pozzo

Testo originale

Due rane abitavano presso uno stagno. Ma d’estate, essendosi prosciugato lo stagno, dopo averlo abbandonato ne cercavano un altro. E allora capitarono presso un profondo pozzo; vedendolo, una disse all’altra: “ehi!, scendiamo insieme in questo pozzo!”. L’altra disse per replicare: “Se dunque l’acqua si seccasse anche qui, come risaliremo?”

La favola insegna che non bisogna prendere iniziative sconsideratamente.