Una proposizione subordinata, che dovrebbe per sua natura avere l'indicativo ( relativa,
causale, temporale ), viene espressa col congiuntivo se:
Dipende da un infinito o da un congiuntivo | |
Sia parte integrante della reggente |
Tale sfumatura di congiuntivo serve ad esprimere:
Pensiero indiretto ( cong. OBLIQUO ): l'azione č riportata non come dato di fatto, ma come parole di persona diversa dall'autore | |
Eventualitā o possibilitā ( cong. Eventuale ) |
La subordinata non subisce l'attrazione modale se:
Esprime fatto reale | |
Non č parte integrante della reggente |
Regola di REUSCH: "Se una subordinata di secondo grado, retta da un infinito o da un congiuntivo perfetto, a loro volta dipendenti da tempo principale,ha il congiuntivo per attrazione modale, non segue le norme della consecutio temporum, ma conserva, trasposto al congiuntivo, lo stesso tempo che avrebbe se dipendesse dalla principale direttamente".
Esempi: Puto te laudatum esse quod verum dixeris ( e non dixisses ) - penso che tu sia stato lodato per aver detto il vero