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L'Airbus 400M, aereo da trasporto medio-pesante, è stato richiesto da una decina di Paesi (Belgio, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Lussemburgo, Turchia, Portogallo, sperando di non aver dimenticato nessuno) mentre l'Italia, dopo anni di parteicpazioni a progetti, si è tirata indietro di fronte a una spesa calcolata in 2 milioni di € per avviare il programma. In questa pagina non si parlerà dei dati dell'aereo, in quanto esso è ancora un progetto su carta e non esistono nemmeno prototipi, ma della scelta politica italiana in merito alla sua mancata acquisizione.

                                            

Spero che alla fine sull'A 400M ci sia un ripensamento, sia perchè sennò avrei fatto una pagina web di troppo, sia perchè (ed è questo il motivo più importante) esso potrebbe rappresentare un valido programma per l'industria italiana e potrebbe garantire dei benefici in termini di export; infatti il mezzo è più grande del C-130 Hercules (di cui tuttavia sarà il principale avversario), ha caratteristiche nettamente migliori e all'avanguardia e potrebbe trovare posto in numerose forze aeree che non intendono rinnovare la fiducia all'Hercules e che necessitano di qualcosa di pià grande e di prestazioni migliori, mantenendo però bassi costi di mantenimento.

Così detto sembrerebbe che il governo di Roma si stia lasciando scappare un'opportunità clamorosa, tuttavia bisgona sottolineare come i costi di sviluppo e di acquisto siano del tutto non trascurabili: infatti 2 milioni di € per la fase finale del programma di fronte a una necessità per l'Italia di 16 mezzi sui 200 circa ordinati e una partecipazione dell'idustria nazionale, se non ricordo male, del 16%, danno una vaga idea dei costi totali richiesti per lanciare l'A 400M; a questi costi stratosferici si accompagna la normale quantità di rischio che segue ogni programma aeronautico, creando forti dubbi negli investitori che potrebbero perdere il denaro nel caso in cui l'aereo non avesse un forte appeal sul mercato internazionale. L'incognita sull'utilità e il gradimento all'estero del mezzo quindi rimane e trattiene non solo l'Italia, ma gran parte degli altri Paesi partecipanti, che, pur avendo alla fine aderito, hanno manfestato i loro dubbi e più volte causato la quasi sospensione del progetto (Germania su tutti). Tuttavia l'Italia, dopo aver per una decina d'anni appoggiato l'A-400M, avrebbe dovuto sostenere l'ultimo sforzo economico invece di scegliere la ben più facile e disonorevole soluzione dell'abbandono,del ripiegamento, che tanto l'ha resa famosa nella storia.

L'altro punto importante che ha spinto Roma a distaccarsi dal consorzio Airbus Military (temporanemente è stato detto, ma a parer mio la decisione è definitiva) è l'utilità di un tale mezzo per l'Aeronautica nazionale. Con 22 C-130J e 12 C-27J e i più lontani nel tempo B767 T/T essa sarà in grado di soddisfare tutte le richieste del Paese in termini di trasporto militare, come già ieri accadeva con C-130H e G-222. Dove sarebbe l'utilità dell' A-400M, che ha un prezzo unitario superiore ai 60 milioni di € e costi di mantenimento che, per quanto bassi, pesano, dato che possiede una stiva sì più grande ma non in grado di caricare cingolati e corazzati??Sarebbe come un C-130 ancora un po' allungato, con autonomia e prestazioni maggiori, ma con un' utilità (per l'A.M.) scarsa; altro discorso sarebbe stato se i 12 C-130H fossero stati sotituiti non con i gemelli della seconda serie bensì proprio con l'A-400M, ma la scelta è stata presa già numerosi anni fa e a questo punto si può solo giungere ad una conclusione: per quanto anti-economica e dispendiosa, la decisione di supportare il progetto andava presa per i seguenti motivi:

  • il distaccamento dal consorzio Airbus doveva avvenire ancora anni fa, quando nulla era sicuro e il progetto era allo stadio di    base: si sarebbe evitata la figuraccia invece poi puntualmente fatta, tirandosi indietro nel momento critico.
  • l'industria della Difesa nazionale è gia stata vittima di uno scarso appoggio politico (oggi va un po' meglio, ma c'è molto da    fare ancora) e questa decisione provoca un'ulteriore preferenza dall'estero (soprattutto in Europa) verso prodotti non italiani,    guardati con distacco per via delle scelte politiche nazionali .

  • dimostrare l'affidabilità e la determinazione del governo italiano nei progetti internazionali per favorire uno sviluppo    tecnologico comune dal quale l'industria itlaiana possa ricavare ingenti benefici.

    In secondo luogo, ma di una certa rilevanza, con la firma sul contratto per l'A-400M si sarebbe evitata l'ennesima figuraccia che tanto rende noi italiani famosi all'estero.