MONITORAGGI DISCONTINUI DI INQUINANTI CHIMICI (1993-1997)

 

   Premessa

In questa parte sono presentate le principali attività di rilevamento, effettuate prevalentemente dall'attuale ARPA in alcune aree del territorio regionale, ai fini di integrare il monitoraggio dei parametri in precedenza esaminato e di sviluppare le conoscenze sulla qualità dell’aria.

Le campagne predisposte e realizzate, riferite prevalentemente al quinquennio 1993-1997, riflettono la necessità di ottenere informazioni relative a:

Si tratta chiaramente di indagini che si possono ritenere solamente preliminari. E’ inoltre evidente che se per qualche parametro (quali idrocarburi aromatici, acidità in continuo delle deposizioni atmosferiche) la tecnologia ha predisposto strumenti in grado di operare in continuo e integrabili nelle reti di monitoraggio, per la maggior parte dei parametri il prelievo discontinuo e la successiva analisi chimica convenzionale in laboratorio, anche se sofisticata, rimangono l'unica via percorribile.

I temi da sviluppare al riguardo sono molti e di notevole significato ambientale, fra i quali si citano:

Considerato che gli aspetti ignoti sono decisamente preponderanti rispetto a quelli conosciuti, è pensabile che questo sia un settore da sviluppare a latere con la gestione delle reti di monitoraggio. E’ evidente tuttavia che un tale obiettivo si potrà concretizzare solo potenziando le risorse umane disponibili, sia perché fortemente "time demanding", in fase di prelievo e in fase analitica, sia perchè richiede una fase interpretativa particolarmente delicata, essendo in genere i rilevamenti limitati a serie temporali circoscritte.

Vedere deposizioni atmosferiche per una trattazione delle attuali conoscenze

 

   Città di Torino

(A cura di Paolo Natale – Dip.to ARPA Torino, Area Aria)

Idrocarburi aromatici

Sono disponibili dati relativi alla città’ di Torino in quattro siti .

In due di tali siti i rilevamenti sono attuati attraverso l’utilizzo di uno spettrofotometro OPSIS DOAS, in grado di fornire misure di benzene e toluene su un cammino ottico di 300 metri (area centrale V. Verdi-Teatro Regio, area periferica sulle sponde del torrente Stura). Nel primo sito le misure sono state effettuate nel periodo luglio 1995-maggio 1997 anche se con varie interruzioni; nel secondo da maggio 1997 in avanti. Negli altri due siti le misure sono state ottenute mediante l’utilizzo di un gascromatografo automatico operante in continuo, in grado di fornire misure di benzene, toluene, paraxilene, etilbenzene (P.zza Rivoli da gennaio ‘95-a giugno ‘96, successivamente in V. della Consolata da luglio ‘96 in avanti). Infine in Via della Consolata è stata condotta una campagna della durata di un anno mediante campionamento su fiale di carbone attivo e con durata di prelievo pari a 24 ore. Vedere i dati di benzene per i 4 siti.

Alcune valutazioni del tutto generali per fornire un quadro di massima delle informazioni disponibili:

In altri termini questa famiglia di sostanze rappresenta al momento, unitamente agli ossidi di azoto, lo zoccolo duro sul quale rischiano di infrangersi i tentativi per una completa regolarizzazione dei fenomeni di inquinamento atmosferico.

Aldeide formica

Si tratta di un inquinante ancora poco studiato sul quale tuttavia sta crescendo l’attenzione, sia perché sospetto cancerogeno sia per le caratteristiche broncoirritanti. Probabilmente si tratta di una molecola di origine varia: in parte diretta da emissione veicolare, in parte indiretta da conversione fotochimica (sono note reazioni fotochimiche di degradazione di olefine e diolefine il cui prodotto finale e’ appunto la formaldeide).

Nel ‘95-’96 sono stati effettuati rilevamenti attraverso uno spettrofotometro DOAS OPSIS con un cammino ottico di circa 300 metri, posizionato a Torino nelle collocazioni già indicate per la misura degli idrocarburi aromatici. Il metodo citato, per quanto interessante, al momento non e’ ancora ufficialmente certificato almeno per questo parametro. I valori riportati vanno quindi considerati "tentative" (secondo la dizione americana). Le indicazioni che emergono sono in ogni modo utili, soprattutto per inquadrare il profilo degli andamenti e gli ordini di grandezza. A titolo informativo sono riportati gli inviluppi medi di diverse tipologie di giornate (lavorativo, festivo, prefestivo) nel ‘96.

Da questi dati, e da altri qui non riportati, emergono le seguenti considerazioni:

Acido nitroso

Per l’acido nitroso valgono considerazioni simili a quelle espresse per la formaldeide, in relazione alla disponibilità delle misure, ai siti e ai periodi nei quali queste sono state raccolte, alle caratteristiche e ai limiti della tecnica strumentale utilizzata.

L’interesse per questo inquinante non è tanto legato ai suoi effetti tossici diretti, viste le modestissime concentrazioni evidenziate, ma piuttosto alla possibilità che essa interagisca con altri prodotti determinando la formazione di nitrosoderivati degli stessi.

Tali prodotti derivati, almeno per alcune categorie di idrocarburi, hanno attività biologica nettamente superiore a quelli dei composti tal quali.

Le indicazioni strumentali ottenute confermano i dati reperiti in letteratura: si tratta di misure effettuate a Parigi (41 mcg/mc) e in California al di fuori dell’area di Los Angeles (38 mcg/mc).

La massima concentrazione individuata a Torino nel corso del biennio 1995-1996 è pari a 13 mcg/mc su base oraria, a 6.8 mcg/mc su base giornaliera e a 4.2 mcg/mc su base mensile.

La molecola è fotolabile, come risulta evidente dagli andamenti medi giornalieri nel primo semestre del 1996 nel sito RAI-Regio (zona centrale di Torino). E’ immediato notare come il picco del mattino arretri dalle ore 11 ca. dei mesi invernali alle ore 9, 8, 6 ca. nei mesi primaverili ed estivi.

In pratica appena l'altezza del sole supera il valore di 20°-25°, la radiazione solare è sufficiente a degradare rapidamente la molecola; le concentrazioni raggiungono nuovamente i livelli mattutini solo nella tarda serata.

Si tratta di uno dei pochissimi casi, tra i vari inquinanti studiati, in cui la concentrazione media delle ore notturne supera, se riferita a tutto l’anno, quella delle ore diurne; ciò è dovuto alla fotolabilità della molecola, che tende a ridursi verso valori quasi nulli durante le ore di massima insolazione.

Piombo

Indagini relative alla valutazione del piombo in aria sono state condotte sino dagli anni ’70 nell’area centrale di Torino (Via della Consolata). I valori riscontrati sono risultati rientrare gradualmente nella norma e in modo molto soddisfacente, a seguito della progressiva riduzione del tenore di additivi piombo-alchilici usati con funzione antidetonante nelle benzine.

Dall'elaborazione dei dati per il ventennio 1973-1993 relativi al mese di dicembre, quello statisticamente peggiore dell’anno, si evince come i valori sono ormai inferiori al limite di 2.0 mcg/mc previsto per la concentrazione media annuale (D.P.C.M. 28/3/’83).

Le frecce, in figura, indicano le concentrazioni medie dei periodi nei quali è stata utilizzata benzina con tenori costanti di additivi piombo-alchilici. E’ immediato notare che il procedere per gradini del grafico corrisponde ai periodi in cui sono state introdotte sul mercato benzine con caratteristiche diverse.

L’inviluppo poliannuale del piombo a Torino evidenzia chiaramente, nello stesso ventennio, il contrarsi delle concentrazioni medie annue.

Di fatto il problema del piombo può dirsi definitivamente superato.

E’ fondamentale comunque segnalare che il mantenimento delle proprietà antidetonanti delle benzine è stato ottenuto con la sostituzione dei derivati piombo-alchilici con un'elevata frazione di idrocarburi aromatici, tra i quali il benzene; questo fatto ha modificato, ma non risolto, il problema delle emissioni di sostanze tossiche di origine veicolare "a latere" degli usuali ossidi di carbonio, ossidi di azoto e composti organici volatili.

Una politica di riduzione progressiva del tenore di benzene nella benzina, analoga a quella in passato messa in opera per i composti piombo-alchilici, dovrebbe consentire entro qualche anno di risolvere anche questo problema.

 

   Provincia di Torino (escluso il capoluogo)

(A cura di Francesco Lollobrigida – Dip.to ARPA Grugliasco, Area Aria)

Idrocarburi policiclici aromatici e composti organici volatili

Come già visto esistono, dal ’96, 3 stazioni fisse deputate al rilevamento anche di benzo(a)pirene nel particolato (cfr. par. provincia di Torino).

Inoltre negli anni 1993-1996 l’attuale Dipartimento ARPA di Grugliasco ha effettuato - in concomitanza con le campagne di rilevamento della qualità dell’aria effettuate mediante la stazione mobile sulla parte del territorio della provincia di Torino esterno al capoluogo - una serie di misure discontinue, estese a 24 ore, di composti organici volatili (COV) e di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) in atmosfera.

Ogni serie di misure ha comportato la determinazione quantitativa di 15 composti per quanto riguarda i COV e di 16 composti per quanto riguarda gli idrocarburi policiclici aromatici.

I siti considerati sono assimilabili a stazioni di tipo C, cioè soggette ad elevato traffico autoveicolare. I dati riguardano complessivamente 23 campagne distribuite in 11 comuni, per una popolazione complessiva residente di circa 280.000 persone.

L’esame di tali categorie di inquinanti va effettuato sia dal punto di vista della tossicità intrinseca di alcuni di essi - in particolare il benzene e il benzo(a)pirene ,classificati a livello internazionale rispettivamente come accertato cancerogeno e sospetto cancerogeno per l’uomo - sia da quello dell’inquinamento fotochimico, in quanto i COV nel loro complesso sono precursori di inquinanti secondari ed in particolare di ozono.

Prendendo in esame il primo aspetto, l’obiettivo di qualità per il benzene – quale rappresentante la categoria dei COV - è, in base alla normativa vigente, di 15 mcg/mc su base annuale e dovrà essere portato a 10 mcg/mc a partire dal 1/1/’99. Per il benzo(a)pirene, che è stato scelto dalla normativa italiana come tracciante della globalità degli idrocarburi policiclici aromatici, tali valori sono rispettivamente pari a 2.5 ng/mc e 1 ng/mc.

Il confronto con le misure in esame, estese a intervalli temporali di 24 ore, non può essere effettuato in termini formali di rispetto della normativa ma risulta certamente utile per una prima lettura generale della situazione di inquinamento da benzene e benzo(a)pirene dell’area della provincia di Torino esterna al capoluogo.

L’esame dei dati di benzene mostra che più della metà delle misure è superiore all’obiettivo di qualità vigente, mentre più dell’80% è superiore a quello che entrerà in vigore dal 1999; per il benzo(a)pirene tali valori sono rispettivamente il 30% circa e il 50% circa, testimoniando per entrambi gli inquinanti una certa criticità in relazione all’esposizione della popolazione.

Va notato per il benzo(a)pirene che i valori rilevati sono in linea ( in particolare per quanto riguarda il superamento dell’obiettivo di qualità più restrittivo che entrerà in vigore nel 1999) a quelli provenienti dalle due stazioni fisse di raccolta del particolato appartenenti alla rete della provincia di Torino e ubicate nei comuni di Carmagnola e Buttigliera Alta, delle quali si è già riferito (cfr. tabelle nel par. "Principali inquinanti rilevati in continuo dalle reti pubbliche fisse e mobili" - provincia di Torino).

Per quanto riguarda la formazione di inquinanti secondari, il riferimento normativo è pari a 200 mcg/mc ed è riferito agli idrocarburi totali; i valori dei COV totali rilevati si situano - nel semestre caldo dell’anno, più significativo in relazione all’inquinamento fotochimico - costantemente al di sopra di tale valore ,confermando quanto emerso per la provincia di Torino riguardo all’inquinamento da ozono misurato mediante la stazione mobile.

Si riportano le percentuali di frequenza degli intervalli di concentrazione rilevati, cioè le distribuzioni di frequenza elaborate per benzene e benzo(a)pirene.

 

    Composti organici volatili in aree extraurbane delle province di Torino e di Cuneo

(Con il contributo di Paola Boschetti – ARPA, Area Ricerca e Studi)

Nell’ambito del progetto regionale "Indagini e rilevamento sul territorio extraurbano dell’inquinamento derivante da traffico veicolare", conclusosi nel 1996 e coordinato da I.P.L.A. spa (Torino), è stata realizzata una serie di campagne di rilevamento dei composti organici volatili (COV) in Valle di Susa (prov. di Torino) e in Valle Vermenagna (prov. di Cuneo), aree che in base ad un preventivo studio di fattibilità risultavano tra le più interessate, in ambito extraurbano, da consistenti flussi autoveicolari anche di natura transfrontaliera.

Nel corso delle campagne sono stati effettuati – ad opera degli attuali Dipartimenti ARPA di Grugliasco e di Cuneo - prelievi diretti di aeriforme in sacchetti di Tedlar ; la successiva determinazione dei COV è stata condotta mediante adsorbimento su trappola fredda e criofocalizzazione, in testa a un sistema gascromatografico dotato di sistema di rivelazione a ionizzazione di fiamma. I prelievi sono stati distribuiti in ambiti stagionali diversi per aumentare il grado di rappresentatività del complesso dei dati.

I principali risultati delle campagne di monitoraggio COV evidenziano una situazione analoga nelle due aree ad esclusione della stazione di Caselette, che presumibilmente risente dei contributi inquinanti dell’area metropolitana torinese. Occorre sottolineare che anche nelle stazioni remote i valori misurati sono significativi, a testimoniare la presenza di fenomeni di trasporto degli inquinanti, a partire dalle zone di emissione veicolare, anche a elevate distanze e innalzandosi di quota rispetto al fondovalle.

Causa la natura discontinua dei prelievi, il confronto con gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa (D.M. 25.11.1994) non può rivestire valore formale ma permette comunque di trarre alcune prime considerazioni generali; va sottolineato che, per la stessa ragione, il confronto con i dati rilevati da analizzatori in continuo - come quello installato nella città di Torino - va effettuato con molta cautela.

In ogni caso le tabelle riassuntive citate consentono di effettuare un confronto relativo tra i diversi siti e di fornire una descrizione generale dell’inquinamento da COV nelle due aree vallive interessate dal progetto. Si evidenzia per il benzene che, in entrambe le aree, l’obiettivo di qualità attualmente in vigore e’ rispettato in circa il 70% delle misurazioni effettuate, mentre tale quota scende a ca. il 40% per la valle di Susa e a ca. il 55% per la Valle Vermenagna se si considera l’obiettivo di qualità più restrittivo che verrà applicato dal 1999.

Da un confronto tra i dati elaborati nell’ambito di questo progetto per la Valle di Susa e quelli riscontrati nello stesso periodo sull’insieme del territorio della provincia di Torino esterno al capoluogo, si segnala che la situazione nella valle risulta complessivamente meno critica in riferimento ad entrambi gli obiettivi di qualità per il benzene: tale fenomeno e’ presumibilmente da imputarsi non solo a una differenza di carico autoveicolare, ma anche a una diversa situazione meteorologica generale. L’intensità del vento in ambito vallivo, infatti, risulta mediamente più elevata che nella zona di pianura; ciò favorisce da un lato una maggiore dispersione degli inquinanti, dall’altro il trasporto degli stessi in aree remote, come descritto in precedenza. Si precisa in proposito che la stazione remota individuata in Valle di Susa (Alpe Le Selle) è ubicata a ca. 1950 m s.l.m., rispetto al fondovalle sito a ca. 1010 m s.l.m..

Metalli aerodispersi

Negli anni 1993-96 l’attuale Dipartimento ARPA di Grugliasco, in concomitanza con le campagne di rilevamento della qualità dell’aria effettuate mediante la stazione mobile della Provincia di Torino, ha effettuato una serie di misure discontinue dei seguenti metalli nel particolato atmosferico: piombo, cadmio e nichel.

Complessivamente i siti esaminati sono 24, corrispondenti ad altrettanti comuni; i dati riguardano globalmente 48 campagne, distribuite nei 24 comuni che equivalgono ad una popolazione di ca. 425.000 abitanti. I siti considerati sono assimilabili a stazioni di tipo C, cioè soggette ad elevato traffico autoveicolare.

Le concentrazioni di cadmio più elevate sono dell’ordine di 0.003 mcg/mc e si assestano quindi attorno al limite inferiore dell’intervallo di concentrazione individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) come tipico delle aree urbane e industriali europee.

Per quanto riguarda il piombo, i valori rilevati sono tutti cinque-dieci volte inferiori allo standard di qualità previsto dalla normativa, pari a 2 mcg/mc e, come per il cadmio, all’interno dell’intervallo di valori individuato dall’O.M.S. come tipico delle aree urbane.

Per questi due metalli, la situazione generale appare quindi decisamente positiva.

Più critica è la situazione riguardante il nichel. L’intervallo tipico di un’area urbana, secondo l’O.M.S., va da 0.003 a 0.1 mcg/mc ; circa il 30% dei valori rilevati si situa al di fuori di tale intervallo, con punte sino a 0.4 mcg/mc.

A titolo esemplificativo si riportano i valori di riferimento (Linee Guida) per piombo e vanadio e gli intervalli tipici di concentrazione per cadmio, piombo, nichel e vanadio nell’aria, in funzione della tipologia di area, indicati dall’O.M.S.

Linee Guida e concentrazioni tipiche di metalli in atmosfera

 

Cadmio (mcg/mc)

Piombo (mcg/mc)

Nichel (mcg/mc)

Vanadio (mcg/mc)

Linee Guida (*)

(Nota 3)

0.5 -1.0 (Nota 2)

(Nota 3)

1 (Nota 1)

Concentrazioni tipiche in area urbana

0.001 - 0.05

0.5 - 3

0.003 - 0.1

0.007 - 0.2

Concentrazioni tipiche in area industriale

0.001 - 0.1

--

0.008 - 0.2

0.01 - 0.07

Concentrazioni tipiche in area remota

0.0001 - 0.001

0.1 - 0.3

0.0001 - 0.0007

0 - 0.003

 

(*) valori di concentrazione volti a fornire una base per la protezione della salute rispetto agli aspetti negativi dell’inquinamento atmosferico

Nota 1: media di 24 ore

Nota 2: media annuale

Nota 3: sostanza cancerogena

Fonte: elaborazione ARPA Piemonte da O.M.S. – Linee Guida per la Qualità dell’Aria in Europa - 1987

 

    Provincia di Cuneo

(A cura di Silvio Cagliero – Dip.to ARPA Cuneo, Area Aria)

Idrocarburi aromatici

Dalla primavera del 1995 sono state organizzate dall’attuale Dipartimento ARPA di Cuneo, a seguito del D.M.Ambiente 25/11/1994, campagne mensili di monitoraggio atmosferico finalizzate alla determinazione dei composti aromatici: questi costituiscono la base dei combustibili per veicoli a motore nella città di Cuneo.

Cuneo può essere considerata , per la sua localizzazione, un sito rappresentativo di molte conurbazioni pedemontane di media dimensione. Con ca. 55.000 abitanti, è sita sull'altopiano alluvionale nella zona in cui la pianura padana raggiunge le massime quote, è circondata dalle Alpi Marittime e si trova a circa 550 metri s.l.m.. Il carattere generale del territorio in oggetto comporta caratteristiche meteoclimatiche locali piuttosto costanti: leggere brezze di monte, clima generalmente secco, assenza di fenomeni particolari legati all'inversione termica e nebbie infrequenti; in generale è possibile affermare che si è in presenza di una buona capacità di dispersione delle emissioni inquinanti.

Dei tre siti abitualmente esaminati per l’aria a Cuneo, con la stazione mobile, è stato scelto Corso IV Novembre dove viene convogliato il traffico della S.S. 20 (in attraversamento Nord-Sud del centro urbano). La postazione di prelievo è prospiciente l'asse viario, a ca. 8 metri dal bordo stradale, e i prelievi sono stati condotti ad una altezza tra 2 e 3 metri da terra. L'intensità del traffico - valutata in occasione della riorganizzazione di viabilità della zona nell'autunno 1993 - consta di circa 2000 veicoli/ora nelle ore centrali della giornata, con una componente di veicoli pesanti tra il 5% e il 10%.

Anche sulla base delle concentrazioni rilevate per gli inquinanti inorganici, e al fine di evidenziare le situazioni potenzialmente critiche, si è scelto come abituale periodo di prelievo l'intervallo ore 9 - 13 dei giorni lavorativi (i prelievi sono stati condotti su matrice assorbente in carbone attivo e l’analisi è stata condotta con tecnica gascromatografica, rivelatore a ionizzazione di fiamma, dopo desorbimento con solfuro di carbonio).

Dai risultati emergono evidenti variazioni stagionali, per tutte le sostanze prese in considerazione, e in generale la costanza del rapporto in concentrazione tra le singole molecole. Il componente presente in maggiore quantità è il toluene, seguito dagli xileni con prevalenza dell’isomero meta e, invece, limitate quantità dell'isomero para; il benzene segue l'andamento rilevato per gli altri composti aromatici, con valori paragonabili al meta-xilene, mentre è bassa la concentrazione di etilbenzene.

A titolo di esempio si riporta l’andamento degli idrocarburi aromatici riscontrato nel novembre 1997.

Dei composti esaminati solamente il benzene è attualmente considerato dalla normativa italiana: come già visto, il D.M. 25/11/1994 prevede come obiettivo di qualità 15 mcg/mc (dal 1/1/’96 al 31/12/’98), che scenderà a 10 mcg/mc dal 1/1/’99.

In base ai dati sinora ottenuti è possibile concludere, in relazione alle caratteristiche meteoclimatiche locali ed al fatto che i prelievi tendono a rappresentare concentrazioni critiche riferite alle maggiori intensità di traffico e ad ore di buona stabilità atmosferica, che il sito in esame è soggetto a limitati scostamenti dal vigente obiettivo di qualità. 

Piombo

L’efficacia di norme specifiche atte a limitare l’immissione nell’ambiente di particolari elementi o molecole è evidenziata dall’andamento della concentrazione in aria del piombo rilevato nella frazione particellare.

Come già visto, nelle campagne effettuate con il laboratorio mobile nel cuneese attualmente si utilizza, per le particelle totali sospese, una metodica con apparecchiatura automatica T.E.O.M. comportante l’uso di una bilancia a frequenza di oscillazione. Al fine di ottenere ulteriori informazioni sono periodicamente condotte, per mezzo di un campionatore sequenziale, indagini con il metodo ufficiale gravimetrico già utilizzato a partire dal 1983; sul particolato prelevato è determinata la concentrazione del piombo (dopo attacco acido in forno a microonde, con analisi in spettrofotometria ad assorbimento atomico).

Le polveri totali sospese sono dovute sia ad attività antropiche che all'azione del vento. Sono più elevate in vicinanza delle arterie ad alta densità di traffico, a causa del sollevamento da parte dei veicoli a loro volta alimentati anche con benzina contenente piombo tetraetile che, degradato, tende ad essere adsorbito sulle polveri stesse (nelle forme metallo, ossidi e cloruri).

Le concentrazioni di piombo rilevate nell’aria sono in costante diminuzione, come evidenziato dalle indagini effettuate sul territorio provinciale torinese, a conferma dell’efficacia dei provvedimenti di limitazione della concentrazione di additivi nelle benzine.

A titolo di esempio si riportano i confronti fra concentrazioni rilevate in passato ed in tempi più recenti in due siti, rappresentativi di realtà caratterizzate da una rilevante intensità di traffico veicolare: le concentrazioni di piombo nei comuni di Cuneo e di Bra. Come estensione dei singoli grafici è stato fatto riferimento al limite compreso nel D.P.C.M. 30 del 28/3/1983, fissato in 2 mcg/mc.

 

Monitoraggio della qualità dell’aria in Valle Bormida

I problemi legati all’insediamento industriale ACNA di Cengio, azienda chimica storicamente basata su processi di sintesi organica di molecole a base aromatica ed eterociclica, sono stati oggetto di contese - a tutt’oggi non concluse - con fenomeni di inquinamento che hanno riguardato acqua, aria e suolo con conseguenti ricadute, oltre che sul sito industriale medesimo collocato sul confine ligure, sui territori piemontesi interessati dal corso del fiume Bormida nelle provincie di Cuneo, Asti ed Alessandria.

Per quel che riguarda il problema dell’inquinamento dell’aria il Dipartimento ARPA di Cuneo continua i rilievi con periodici monitoraggi, utilizzando sia il mezzo mobile in dotazione, per la valutazione di alcuni parametri inorganici, sia tecniche specifiche al fine di valutare la presenza di molecole organiche.

La Valle Bormida è una valle piuttosto profonda; questa topografia ha determinato una difficile diluizione delle emissioni prodotte, causando per anni una costante caratteristica della zona: una netta percezione nell’aria di un odore "fenolico". Il fiume entrava in Piemonte fortemente inquinato, l’acqua era di colore bruno violaceo e il sommovimento naturale delle acque, dovuto agli ostacoli fisici e al carattere torrentizio, costituiva a sua volta fonte di rilascio della componente organica. Con il tempo, l’abbandono di molte produzioni e la depurazione degli effluenti da parte dell’azienda - attualmente in liquidazione - hanno comportato delle sostanziali variazioni ai rilasci in atmosfera.

Si reputa quindi interessante proporre, nel quadro del presente rapporto sullo stato dell’ambiente piemontese, un confronto fra i primi dati disponibili e la situazione attuale nell’area in oggetto.

L’attuale Dipartimento ARPA di Cuneo ha effettuato le prime indagini nel 1983, finalizzate alla determinazione delle molecole organiche nell'aria. Dal mese di settembre 1983 sono stati infatti condotti appositi prelievi, utilizzando come supporto fiale assorbenti in carbone attivo; le analisi sono sempre state effettuate, dopo desadsorbimento con solfuro di carbonio, con tecnica gascromatografica e rivelatore a ionizzazione di fiamma seguite da conferme con spettrometria di massa.

Si riportano alcuni dati relativi a molecole organiche caratteristiche della produzione ACNA, da prelievi effettuati nel settembre 1983 a Saliceto, comune immediatamente a valle dell’insediamento industriale; i campioni sono stati prelevati nel centro urbano, a circa 4 chilometri dallo stabilimento.

I valori evidenziavano concentrazioni tutt’altro che indifferenti ed erano chiaramente percettibili a livello olfattivo. Avendo rilevato delle differenze di concentrazione in relazione alla direzione delle brezze prevalenti, in seguito furono condotti prelievi distinti in notturni, quando la brezza prevalente indirizza le emissioni prodotte dalla Liguria verso il Piemonte, e diurni, con brezza prevalente contraria.

I dati del luglio 1987 registrarono concentrazioni tipiche dell’epoca successiva a cambiamenti aziendali, comprensivi di adozione di sistemi di abbattimento.

Risulta evidente la diminuzione dei valori, concentrati prevalentemente nel solo periodo notturno a dimostrazione della rilevanza del trasporto eolico nel periodo in cui i venti prevalenti si dispongono da monte verso valle; minore risultava il contributo dovuto al rilascio causato dal sommovimento torrentizio delle acque del fiume, a loro volta migliorate in qualità dal sistema di trattamento dei reflui.

Di analoghi ordini di grandezza furono i dati rilevati nell’ottobre 1990 in Saliceto – località Bergalli, sito equidistante tra lo stabilimento ed il centro urbano; in questa occasione venne evidenziata la presenza dell’isomero 1,4 diclorobenzene.

Valori quantizzabili di 1,4 diclorobenzene e di naftalene sono stati registrati ancora nel giugno 1992; a partire dal 1993 le analisi non hanno più evidenziato la presenza, in concentrazioni superiori al limite di sensibilità analitica, di molecole caratteristiche delle attività produttive dell'azienda ACNA di Cengio. Attualmente le indagini della componente organica sono effettuate in concomitanza con le campagne di monitoraggio condotte con il mezzo mobile; le analisi evidenziano la sola presenza di alcune molecole aromatiche ormai ubiquitarie e presenti in tutte le zone abitate. Le molecole dosate, caratteristiche componenti delle benzine commerciali, sono benzene, toluene, etilbenzene e i vari isomeri dello xilene (dimetilbenzene); di queste sostanze furono rilevate le concentrazioni in aria nell’agosto 1997 in Saliceto (il limite di rilevabilità, riferito alle condizioni di prelievo, è pari a 0,1 mcg/mc).

 

    Provincia di Novara

(A cura di Pietro Girò – Dip.to ARPA di Novara, Area Aria-Rumore-Vibrazioni-Ambienti di lavoro)

Monitoraggio della qualità dell’aria a seguito del "blow-up" di un pozzo petrolifero

Nel ’94 si è verificato il "blow-up" del pozzo T24 sito nel polo di estrazione petrolifera AGIP a Trecate. Lo sversamento di greggio ha provocato, su un’area di una certa estensione, contaminazione del terreno circostante – prevalentemente agricolo e adibito a risaia - , delle acque sotterranee e delle acque superficiali, oltre naturalmente a un inquinamento atmosferico dovuto al rilascio in atmosfera delle frazioni volatili della massa oleosa.

L’incidente ha comportato onerosi monitoraggi e studi, attuati sin dalle primissime fasi successive al "blow-up", attraverso un apposito gruppo di lavoro a partecipazione mista. Attualmente la bonifica dell’area è quasi completata.

I dati del monitoraggio atmosferico effettuato dalle stazioni mobili dopo l’incidente nel territorio comunale di Trecate non sono significativi rispetto all’incidente stesso e sono riferiti ad un’area prettamente agricola, ubicata in prossimità di un esteso polo industriale. Le elaborazioni sono state effettuate sulla base dei dati grezzi, pervenuti dall’AGIP Petroli all’attuale Dipartimento ARPA di Novara nel periodo di sorveglianza ambientale durante la fase di bonifica dell’area contaminata.

Si possono esprimere le seguenti sintetiche osservazioni:

    Provincia di Biella

(A cura di Paolo Natale – Dip.to ARPA Torino, Area Aria)

Di seguito si commentano brevemente, per idrocarburi aromatici e piombo, gli esiti della già citata campagna di monitoraggio a Biella, Cossato e Trivero/Ponzone, realizzata a cura della Provincia di Biella nel bimestre febbraio-marzo ’97, mediante stazione mobile.

Idrocarburi aromatici (benzene, toluene, xileni)

Generalmente in area urbana l'andamento di questi inquinanti è legato molto strettamente a quello del monossido di carbonio, rivelando un’origine comune, con un rapporto tra toluene e benzene di circa 3/1. In nessuno dei siti in esame si evidenziano rapporti simili, anzi il benzene supera il toluene di un fattore due. Escludendo che la causa di una difformità così palese dipenda da sorgenti impreviste di benzene, è possibile che la maggiore reattività del toluene e degli xileni rispetto al benzene possa ridurre la concentrazione del toluene medesimo se il tempo trascorso, tra il momento in cui è stato emesso l'inquinante e quello in cui è giunto nel sito di misura, è sufficientemente ampio.

Si tratta comunque di verificare i dati con analisi più mirate. Tenuto conto del fatto che l’obiettivo di qualità per il benzene è 15 mcg/mc e dal 1999 sarà 10 mcg/mc, e considerato che i mesi in cui si è svolta l'indagine sono tra quelli caratterizzati da maggiore stabilità atmosferica e dunque più critici, è praticamente certo - sulla base dei risultati emersi - che l’obiettivo venga rispettato.

Come nel caso del monossido di carbonio, la località caratterizzata dai valori più elevati è Cossato; seguono Biella e Ponzone. E' probabile però che a Biella il sito studiato nella campagna in oggetto non risulti, in realtà, l'area più critica della città.

Piombo

Le concentrazioni di piombo rilevate nelle polveri totali sospese sono così contenute, in tutte e tre le località, da consentire un ampio rispetto del limite di legge, come del resto ormai si verifica anche nelle aree a più intensa circolazione viaria. Il valore più elevato è circa 0.2 mcg/mc, contro un valore medio annuo accettabile di 2 mcg/mc. Le concentrazioni riscontrate a Cossato sono, come già visto nel caso degli altri inquinanti di esclusiva o preminente origine veicolare, maggiori rispetto a Biella e a Ponzone.