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                  Concorso per le olimpiadi di Atene 2004    

 

Studio:                 Stipa Architettura

Architetto:       Andrea Stipa

Collaboratori: Alessandro Casciotti, Francesca Giosi, Francesca Luciano

 

Cronologia:    Ottobre-Novembre 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tempio greco ha un carattere fortemente centripeto e ancora oggi mantiene un forte potere attrattivo. La sua staticità contrasta pertanto con la dinamica che si genera nel suo intorno enfatizzata dal peristilio di colonne che inducono un movimento rotatorio.

Il nostro progetto si confronta con il tema del movimento intorno al tempio proponendo l’inversione delle direttrici dinamiche e la definizione di uno spazio centrifugo.

Mentre gli elementi architettonici si allontanano dal centro questo viene ad essere occupato dalle persone.

Alcuni elementi tipici del tempio greco sono astratti dal contesto storico-ambientale e utilizzati come strumenti progettuali.

In particolare una superficie piana, astrazione della pianta del tempio,  piegata per accogliere le varie funzioni, diventa il luogo dell’evento mentre le colonne intorno necessarie per sostenere gli impianti, ne costituiscono il margine.

Analogamente alla cella del tempio, lo spazio degli eventi sarà un vuoto nel mezzo di una foresta di colonne che tenderanno ad invadere lo spazio della città.

 L’esigenza di perimetrare lo spazio e mantenere al contempo il carattere effimero del luogo ci porta a introdurre un terzo elemento; una serie di nastri in tessuto sintetico si avvolgono intorno alle colonne individuando alcune direttrici che collegano idealmente il luogo alla città e definiscono alcuni spazi funzionali  che lo caratterizzano: l’entrata, la zona per il ballo, la platea inclinata.

L’uso dei nastri e delle traiettorie rinvia anche alle tecnologie tipiche per lo svolgimento di alcune discipline sportive. (ginnastica, atletica, pallavolo, box, tennis, etc)

Alcuni nastri saranno luminosi in modo da enfatizzare anche di notte la presenza delle traiettorie e del movimento che la struttura genera nella città.

Tratto dalla relazione di progetto -  Andrea  Stipa 

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TAV. 1                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TAV. 2