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Giacomo Balla

Studio di Balla sul movimento

E' il punto di approdo delle ricerche fondamentali di Balla sul movimento. Ma prima di giungere alla definizione di movimento in termini decisamente astratti egli compie numerose ricerche in campo figurativo.  

Balla parte dalla realizzazione del movimento come sequenza e ripetizione dell'immagine, rivelandosi più vicino al lavoro di Antonio Bragaglia nel campo della fotodinamica  che non a quello di altri futuristi. In Dinamismo di un Cane al guinzaglio  e in Mani di un violinista Balla studia un particolare inquadrandolo con una tecnica fotografica più che pittorica.  
Ma l'analisi del movimento è resa nel cagnolino e nella mano del violinista con una delicatezza di tocco con un lirismo che va al di là del carattere sperimentale dei dipinti, rivelando l'intenzione di spiritualizzare, come liberandola dal peso dalla materia.

"Il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi", questo per Balla significa rivelare l'essenza spirituale della realtà dell'arte stessa.  

In Volo di rondini  le traiettorie astratte sono portate in primo piano, sono strisce luminose che Balla chiama "linee andamentali".  
Queste linee corrispondono al moto che il pittore compie nel suo studio passeggiando avanti e indietro davanti alla finestra sul cui sfondo si staglia una grondaia e un pezzo di cielo. Le linee dei suoi passi si confondono con le rondini che il pittore vede passare. 
Non viene solo introdotta l'idea di movimento ma è contraddetta la fissità e l'unicità di un unico punto di vista, propri della pittura tradizionale. L'osservatore si muove assieme a ciò che sta osservando spaziando con i propri movimenti e la propria fantasia, il pittore si identifica con la libertà della rondine: è questo il pensiero poetico e congeniale di Balla.  


Tanto più rapido è lo spostamento di un corpo, tanto più astratta è la sua percezione.  
In plasticità di luci + velocità  Balla rende il velocissimo trascorrere di una automobile con un susseguirsi di triangolazioni che penetrano come cunei lo spazio, abbandonando la resa naturalistica dell'oggetto.  
Nella serie di Compenetrazioni iridescenti, dipinte nel 1912/14, Balla studia il rapporto fra movimento e scomposizione della luce e lo esprime con triangoli che si incastrano gli uni negli altri e si compenetrano.

Il triangolo è la forma geometrica che esprime il movimento e Balla già lo aveva impiegato nel suo primo quadro futurista Lampada ad arco del 1909/10  per rappresentare l'irradiarsi incandescente della luce come in tante punte di freccia. In questo dipinto il tema è piuttosto Marinettiano: Uccidiamo il chiaro di luna. L'avvento della luce elettrica, simbolo del progresso e del futurismo che fa impallidire e scomparire il chiaro di luna, simbolo del romantico "passatismo". Nelle compenetrazioni irridescenti invece l'uso del triangolo è puramente non figurativo e pone Balla tra i precursori dell'astrattismo.  

Poiché il movimento ha un aspetto particolare (spostamento dei corpi in velocità) e uno cosmico e universale, gli stessi simboli del triangolo e del cerchio usati per rappresentare un'automobile in corsa, servono ha rappresentare la meccanica dei celi. In Mercurio che passa davanti al sole  Balla ritrae un fenomeno astronomico, suggerendo anche qui la compenetrazione e il dinamismo delle forme geometriche. [geometria booleana]

La simultaneità dei colori è ciò che affascina Balla ed il suo luogo è l'iride.  
Nell'iride i colori sono presenti contemporaneamente ed esprimono una legge di fusione ed armonia che governa l'universo. Nell'iride i colori sono il simbolo di una legge universale e come tali assumono un valore magico.  

Da queste elaborazioni di Balla il pittore francese Delaunay sposta la sua attenzione della pittura cubista alla scomposizione dell'immagine grazie al colore. In questo studio il pittore francese non si allontana troppo dalla tematica trattata da Balla.