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Centro Culturale - Università delle donne "Virginia Woolf"

Fondato a Roma nel maggio 1979 da: Sandra Begnoni, Alessandra Bocchetti, Anna Rita Buttafuoco, Pia Candinas, Susanna Menichini, Maria Grazia Minetti, Francesca Molfino, Maria Mosca, Michi Staderini, Roberta Tatafiore. Negli anni successivi entrano a farne parte Anna Stoppoloni, Anna Rossi Doria, Gabriella Frabotta, Bia Sarasini, Gabriela Marsili Marazzita, Manuela Fraire.

"L'intento del Centro è quello di riattraversare la cultura data, per produrre nuove interpretazioni a partire dall'esperienza femminile. Cultura, sapere, esperienza si intrecciano in questa ricerca. Donne diverse tra loro per età, classe sociale, cultura lavorano insieme con la stessa passione. Gli uomini non sono ammessi. Il lavoro è organizzato in seminari diversi." (Alessandra Bocchetti)
Durante i primi anni si vive l'ebbrezza di occuparsi di tutto, dal corso sul concetto del "Diverso e Altro nell'Islam" al seminari di danza-terapia, dal laboratorio di lettura e scrittura filmica al corso di falegnameria.
"Raffinate lettrici o donne comuni, per molte di loro il Virginia Woolf diventa "la vera scuola delle donne", il luogo in cui per la prima volta arrivano a prendere la parola". (Gabriela Marsili)
"Le meditazioni, le ruminazioni di un'intera vita silenziosa, che mi era sempre sembrata svolgersi sotto il segno della pigrizia, le pene cocenti - anche le pene d'amore perdute - che mi erano sembrate debolezze, gli entusiami scambiati per esaltazioni da frenare, le letture e riletture inesauribili considerate ... evasioni dalla realtà, la inespressa convinzione che il criterio di giudizio da usare per comprendere la vita non potesse essere quello della ragione universale, tutte queste cose e moltre altre ancora furono gettate in una specie di centrifuga, si ricombinarono e diventarono finalmente quello che erano, non vanità e trastulli con cui avevo ingannato il tempo, ma reale esperienza trasmissibile, patrimonio che ritrovavo, con specificità varie, in queste nuove donne che andavo conoscendo, simile e diverse da me, che mi era felicemente indispensabile capire, che mi capivano. Destavo il loro interesse." (Rita Tobia)

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