Per una democrazia più vera

"Certo, ci vuole un gran coraggio, oggi in Italia, a dichiararsi "democratico". Quando la democrazia è ridotta a quel che è oggi in Italia (...)

Eppure la sfiducia profonda, incondizionata, sistematica, che sentiamo molti dell' "Unità" per quasi tutti gli uomini, che sventolano oggi nella camera, nel giornalismo, nelle associazioni politiche il bandierone della democrazia; il disgusto, che in questi ultimi anni è andato crescendo in noi, via via che i partiti della democrazia si rivelavano incosapevoli e indifferenti dinanzi a tutti i profondi problemi della vita italiana, e mal riuscivano a dissimulare il vuoto del loro programma e la ignoranza della nostra realtà nazionale col fragore dell'anticlericalismo massonico e bloccardo; il bisogno, che noi sentiamo, di una nuova azione politica, assolutamente diversa da quella in cui si sono disonorati e disfatti i tradizionali partiti democratici; - tutti questi sentimenti non ci impediscono di dirci "democratici", anzi, ci fanno sentire oggi più che mai il dovere e il diritto di affermarci, risolutamente e permanentemente, "democratici". (...)

(Gaetano Salvemini, in: Balbis, Cicchetti, Dellepiane, Storia e testi della letteratura italiana, Signorelli, vol. 4, pag. 437)

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