Uahed!

"la notte, la notte e il suo traffico: voci di guardiani notturni: si rincorrevano, venivano, s'allontanavano: Uahed!..., ritornavano Uahed!..., ogni quarto d'ora, rifatto il giro intorno al mio orecchio infantile.

Era il primo percepire dell'infinito, d'un infinito cerchio, come già gli antichi Egiziani usavano rappresentarlo nel mordersi la coda di un serpente"

(Ungaretti, "Nota introduttiva", Vita di un Uomo, Mondadori, 1992, pag. 498)

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