Pensieri

Dal 1994 al... non vi resta che sperare.


PREMESSA

A ben riflettere, non frega niente a nessuno dei miei pensieri.

Riflettendo ancor meglio, non frega niente a me che non freghi niente a nessuno dei miei pensieri. Questo è un bel pensiero. Ma, a parte ciò, cosa penso di tanto profondo, intelligente o, a mio avviso, divertente per aver ritenuto necessario aprire una rubrica pomposamente intitolata "Pensieri"? Al momento niente. Ci penserò e quando mi verrà in mente qualche pensiero, sempre a parer mio, profondo ecc. lo riverserò in questa rubrica, senza la pretesa di insegnare al mondo ma solo per vedere più chiaro in me stesso, per passare il tempo e, in confidenza, per divertirmi.

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Se l'intelligenza, la conoscenza e la bontà fossero tanto diffusi quanto la stupidità, l'ignoranza e la cattiveria, saremmo già nel 31994 dopo Cristo e, certamente, non avremmo avuto un CRISTO. Invece siamo ancora nel 1994 e... c'è stato Cristo.

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Qualcuno tempo fa, certamente un grande pensatore, ha detto che in natura la perfezione, e quindi la felicità, è rappresentata dall'ERMAFRODITISMO, cioè l'essere maschio e femmina (o uomo e donna) al tempo stesso, completo e autonomo. Dal che si arguisce facilmente che, così come ora, l'uomo senza donna è incompleto, quindi imperfetto, per cui infelice; e che la donna senza uomo è incompleta, quindi imperfetta, per cui infelice; la soluzione logica per completarsi, per essere perfetti e quindi felici è quella di accoppiarsi, cioè diventare in due ciò che l'ermafrodito è in "uno". Accoppiatevi gente, accoppiatevi! ... e raccontatemi poi la vostra felicità.

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Guardando in TV le stupende TOP MODEL che sfilano indossando gli abiti degli stilisti di grido, mi viene da pensare che non ce n'è una sola che butterei dalla finestra. Ma se fossi costretto a sceglierne una con cui passare una notte di fuoco, senz'altro sceglierei NAOMI CAMPBELL. "E questo ti sembra un pensiero?" Si, questo è un pensiero; solo un pensiero, purtroppo!

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L'attuale società c'insegna ad essere sessuofobi, talmente bene che tutta la vita degli uomini e delle donne ne è per sempre condizionata. Siamo abituati a considerare il sesso una cosa sporca (tant'è vero che, vedendo due ragazzi che pomiciano, diciamo che fanno le "porcherie"), eppure quest'umanità esiste grazie all'incontro di due organi sessuali ("per questo è una schifezza", direbbe il sessuofobo). Ma l'esempio più evidente del disprezzo che proviamo verso un organo, che pure ci da piacere, lo vediamo entrando in una toilette d'autogrill sull'autostrada. Dopo due o tre ore di guida, sudati, le mani sporche per il contatto col volante, con la leva del cambio e del freno a mano, con i soldi e tante altre sozzerie, ce ne andiamo a far pipì e con le sù descritte mani afferriamo il "poverino", che è certamente più pulito delle mani che lo toccano, e, fatta la pipì, andiamo di corsa a lavarcele, quasi fosse "LUI" ad aver contaminato le mani e non viceversa. Sarebbe più logico e normale lavarsele prima le mani; ma non siamo né logici né normali. Siamo sessuofobi.

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La solitudine non fa bene a nessuno, ma è certo che una compagnia non gradita è peggio della solitudine stessa. A me piacciono le TOP MODEL ma io non le posso avere perché senza potere politico, senza i necessari miliardi o almeno lo charme della gioventù di me non saprebbero cosa farsene, le TOP MODEL. "Tu pretendi troppo! ti devi accontentare". Se mi accontento mi deprimo e se mi deprimo muoio. Stando da solo non godo ma, almeno, non soffro. Lasciatemi nel mio LIMBO, je vous en prie!

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Viste da lontano le stelle, che riempiono il cielo in una notte serena, brillano, scintillano, fanno l'occhiolino, ispirano i poeti e fanno sospirare gli innamorati ma, se ti ci avvicini troppo, t'inceneriscono con il loro calore di milioni di gradi. "Scusa, gradi Celsius o Fahrenheit?"

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Un uomo diceva che la donna che avrebbe sposato doveva essere ECONOMA in cucina, una SIGNORA in salotto e una PUTTANA a letto; la donna che sposò aveva queste qualità, solo che era ECONOMA a letto, una SIGNORA in cucina e una PUTTANA in salotto.

Non so perché ma questa storiella, non mia, mi fa venire in mente i mutamenti che subisce l'uomo, nel corso della sua vita. Infatti ha:

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A volte, non sempre (per fortuna!), quando penso, penso che ciò che penso altri lo hanno già pensato; e allora mi vien da pensare: "ma che c... penso a fare?"

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Rileggendo il pensiero di sopra, penso che è un pensiero del c... È difficile ma cercherò di non pensare più cazzate o, almeno, di non scriverle in questa rubrica.

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"Figlio mio, quanta ingratitudine da parte tua! E dire che mi sono tolto il pane di bocca, per darti da mangiare!". "Che schifo!" (Non ho mantenuto fede al pensiero n. 9).

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"L'uomo dovrebbe nascere vecchio e morire bambino". Intanto nasce bambino e muore rimbambito.

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Dicono i Francesi che, anche se spesso antipatici, sono intelligenti o, almeno, umoristici: "Le CORNA sono come i DENTI, fanno male quando spuntano ma poi servono per... mangiare".

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Spesso proviamo rimpianto per ciò che non abbiamo saputo apprezzare ed abbiamo apprezzato ciò che poi ci ha delusi. Morale: siamo coglioni.

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21 Agosto 1994. L'8 Settembre prossimo il Papa andrà a Sarajevo. In quanto Papa deve farlo, anche se l'attuale situazione politica di quel paese sconsiglierebbe questo viaggio, teso a portare a quei popoli martoriati il conforto del verbo di Cristo ed una speranza di pace. Può non accadergli niente e passare alla storia, come un grande Papa coraggioso e pieno d'amore per l'umanità. Potrebbe restare ucciso, diventando un martire della fede, dando esca ad una guerra più estesa e sanguinosa di quella attuale che vuol sedare, passando alla storia come un Papa ancor più grande. Ma quale prezzo dovrà pagare quella stessa Umanità cui vuol portare pace?

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Quando siamo alla fine, pensiamo che tutto finisca con noi. Tutto finisce per noi; il mondo continua.

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Quando sei giovane te li rompono; quando sei vecchio li rompi. Giusta (e involontaria) rivincita, anche se poi li rompi a chi non te li ha rotti.

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(E' tutta una scusa del mio amico Vittorio, che non vuole ammettere di avere saltato la numerazione. ndr)

Questi erano proprio dei bei pensieri: tanto belli che me li sono voluti tenere per me. E che diamine!

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A volte un odore, un sapore, un suono, un volto, un luogo mai visto prima ci riportano indietro nel tempo, risvegliando ricordi, sopiti e colorati di esuberante e lontana giovinezza, che si accalcano alla mente con nostro grande e meravigliato stupore, ed una dolorosa nostalgia ci coglie per quel tempo felice. Ma solo per un attimo; poi tutto svanisce e si torna a calpestare la terra.

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Se non ci fossero i sogni ci sarebbe solo la realtà; e la realtà non è certo un sogno.

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Da tempo è sfumata "Venere" (almeno il tipo di Venere che mi andrebbe); mi restano solo "Bacco" e "Tabacco" a tenermi compagnia e a ridurmi in cenere. Però con un nemico in meno ho più probabilità di vincere. O no?

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Se sai poco o niente sei un ignorante; se sai molto o moltissimo sei istruito o erudito; se quel poco, molto o moltissimo che sai non l'hai solo immagazzinato ma lo hai assimilato e fatto tuo, ampliando così la tua capacità di comprendere te stesso, gli altri e ciò che ti circonda, allora sei un uomo colto e certamente un uomo migliore. Però se sei ignorante sei un uomo felice; o no?

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Non è importante diventare importante per essere importante. L'importante è ESSERE. Per piccolo che tu sia o per quanto potente tu possa esser diventato, se non SEI più non ha più importanza.

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È più facile spellare un polipo vivo che togliere la "corchia" ad un tamarro. (Corchia = Buccia molto dura... quasi una corazza; Tamarro = Cafone. Qui, a Cosenza, per definire un maleducato molesto gli diciamo "Si nu tamarru cu ra corchia" che equivale a "sei un cafone corazzato").

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Il credente crede ad un'altra vita dopo la morte. L'ateo non lo crede. Io sono ateo. E' certo che avrò una bella sorpresa se dopo la morte trovassi un'altra vita: ma ora mi diverte moltissimo pensare alla faccia che farà il credente se dovesse scoprire d'aver preso una fregatura.

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L'egoismo è solo autodifesa e istinto di conservazione. L'altruismo è una latente tendenza suicida ed una stupida rinuncia a favore dell'egoismo altrui. Non sono molti i suicidi e gli stupidi rinunciatari, ma ce ne "siamo" a sufficienza, tanti da garantire la "istintiva conservazione degli autodifensivisti".

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Oh viandante che, stanco, faticosamente percorri i sentieri della tua vita, se incroci uno "stronzo" non calpestarlo; scansalo! Ne sentirai comunque il fetore ma, almeno, non te lo porterai dietro.

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Se è vero che dicendo la verità dimostriamo di avere il coraggio delle nostre idee e delle nostre azioni e che, così facendo, affermiamo la nostra personalità ed il nostro carattere, deve anche essere vero che quando diciamo una bugia è perché ci vergogniamo di noi stessi.

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E' più coraggioso un vigliacco che affronta un topo al buio, non sapendo che è un topo, di un coraggioso che lotta contro un leone alla luce del sole.

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Colui che ha un'opinione troppo alta di sè stesso si ritrova sempre ad essere il solo a crederci e, cosa più triste, non trova mai nessuno che si dia la pena di disilluderlo. Il peggio è che, se anche lo trovasse, non gli darebbe credito. Questo è il "TOGO". (In realtà il TOGO nel dialetto cosentino è un tipo in gamba che se la cava in qualunque occasione o situazione meglio degli altri, ma non ne mena vanto. Il guaio è che si sente, a torto, Togo anche colui che crede di sapere tutto, che pensa di essere più intelligente degli altri, che crede di saper fare tutto meglio, che si compiace di sentirsi qualificare come "gran figlio di puttana", salva restando l'onorabilità della sua genitrice, che spesso ignora di aver dato vita a tanto portento).

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Vorrei essere capace di condurre una vita da cani!

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Non è vero che signori si nasce. Signori si può diventare. E per questo i soldi non aiutano; anzi!

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Quando mi chiedono come sto, se rispondo che ho "un sacco di malattie" mi sento veramente più malato di quanto non sia; ma se rispondo che "verso in uno stato polipatologico" non solo mi sento meglio al pensiero di saper dire una frase così ricercata ma, quasi quasi, guarisco per non dover affrontare la difficoltà di ridirla.

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Oggi nessun pensiero. Il non aver pensieri viene, normalmente, considerato una fortuna.

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Per consolarlo, quando un uomo diventa vecchio e decrepito, gli dicono che ha raggiunto l'età della saggezza; se così fosse dovrebbero ascoltarlo e seguire i suoi consigli. In realtà, mentre in sua presenza manifestano apprezzamento per quanto dice, allontanandosi mormorano: "che rincoglionito!"

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Quando incominci a raccontare il tuo passato, vivendo dello stesso, è segno evidente che il presente non ti offre più niente e che non ti aspetti più niente dal tuo futuro.

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"E' inutile stare a rivangare il passato; tanto le cose non cambiano", dice Walter. E ha ragione. Ma, se il presente è zero ed il futuro non esiste, se rinunci anche al passato cosa ti resta? Oddio! non che il passato sia stato sempre glorioso ma, ricordare e raccontare i pochi momenti eroici aiuta. O no?

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Quando non hai più sogni, non hai più progetti nè voglia di farne, quando dal tuo futuro non attendi un cambiamento possibile, allora è il momento di chiedere scusa, alzarsi e prendere congedo guadagnando discretamente l'uscita. Almeno così dovrebbe essere.

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Che senso ha vivere se non si ha più la capacità di innamorarsi, se si ha paura di esserlo o non si vuole più tentare?

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Eleganza vuol dire invitare a cena due volte la stessa donna; la prima per convincerla a venire a letto e la seconda per ringraziarla, almeno questo, d'essersi lasciata convincere.

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E va bene, e la cicogna che porta i bambini; ma dove trova, la cicogna, le salviette in cui avvolge i bambini che trasporta?

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La gelosia è una malattia, dicono. E' un'idiozia io dico e mi spiego.

Per incominciare, ad essere gelosi ci si stanca, si vive male, si soffre, non si dorme e se si dorme si hanno gli incubi, chiaramente pieni di corna; in più si vive nel dubbio e nel continuo sospetto per tutto ciò che riguarda la nostra donna, per tutti i suoi atteggiamenti anche i più normali, per tutto il tempo che non l'abbiamo sotto gli occhi; insomma non è vita, per cui non conviene essere gelosi.

Già, sembra facile detto così, ma come fai a non essere geloso se uno lo è per natura? Basta ragionarsi e ragionarci sopra. Ho detto ragionare, quindi usare il cervello e non altro.

Tu conosci una donna che ti piace e che ami; la domanda è: "perché l'ami?" "perché è bella"; "solo perché è bella o anche perché è intelligente, buona, onesta ed anche a lei tu piaci?" "si anche e soprattutto per questo"; "allora una donna con queste qualità è degna di stima e di fiducia oltre che d'amore, quindi perché sospetti di lei?"; "si, si mi ama ma potrebbe anche piacerle qualcun altro"; "e allora perché resterebbe con te?"; "per la sicurezza che io le offro"; "allora non ti ama e non è la persona degna di stima e di fiducia di cui parlavamo, per cui lasciala!" "ma io l'amo"; "no, tu ami la femmina non la donna, perciò amala col c... e non con il cuore e accontentati di quello che ti dà. Soffrire per una donna così, o che tu pensi che sia così, non vale la pena. D'altra parte perché un altro uomo dovrebbe essere meglio di te? se così fosse se ne andrebbe con lui; se sta con te è perché ti preferisce e perché sei quanto di meglio ci sia alla sua portata; quindi sei tu a non avere fiducia in te stesso e ti diminuisci ad essere geloso. E poi, quando mai la gelosia ha impedito le corna se corna debbono esserci? Il mondo è pieno di gelosi cornuti e se è scritto che tu debba essere cornuto, almeno non rovinarti la vita a soffrire di gelosia e a voler sapere a tutti i costi di esserlo. Vivi sereno e rendi serena e felice la tua donna, non angustiarla con sospetti assurdi, che magari le faranno venire la voglia di giustificarli, e diminuirai di molto le possibilità di portare le corna".

Questa è la teoria; il difficile, lo ammetto, è porla in pratica. Auguri!

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Le vallette televisive le preferisco quando sono ancora sconosciute; infatti più cresce la notorietà più le gonne si allungano.

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Nella vita ho dato e ricevuto schiaffi.

Mi rammarico per i pochi che ho dato; i molti ricevuti cerco di dimenticarli.

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Un tempo per piangere...

"Un tempo per piangere, un tempo per amare".

Cantava così una vecchia canzone degli anni sessanta; cantava l'amore ma ne cantava anche la fine, perché tutto ciò che comincia è destinato a finire; anche l'amore più vero o che crediamo eterno ed indistruttibile.

Chiunque, incautamente, imbocchi la strada dell'amore dovrebbe avere l'intelligenza o l'estrema prudenza di non pronunciare parole definitive ed impegnative come "mai", "per sempre", "per tutta la vita"; dovrebbe limitarsi a vivere il momento e goderne; quel che sarà non appartiene al presente e bisogna essere pronti ad accettare il futuro per come sarà.

In amore vivi quindi il momento e non pensare al futuro; "Carpe diem", raccomandava Orazio, che di queste cose se ne intendeva; vivilo intensamente e con pienezza, come se fosse l'ultima cosa che fai; pensa ad oggi, al domani penserai quando verrà; oggi ci sei, domani non lo sai.

Quando un amore muore è tempo di piangere; piangere su quel che fu e che non sarà più; ma non tutto va perduto perché resta, insieme al rimpianto, il ricordo di quanto di bello c'è stato e che il dolore per la fine non potrà mai cancellare.

Il ricordo almeno, fortunatamente, si salva.

Ma come comincia e come finisce un amore?

Comincia per caso e finisce per una causa.

Il caso si presenta sotto mille aspetti diversi e tutti inaspettati; meno ci pensi e più si presenta.

Le cause sono poche ma sempre definitive; noia, calo dell'interesse e stanchezza, causata dalla ripetitività; tutte le altre non sono che varianti di queste tre, che a ben vedere sono la stessa cosa.

Magari si continua a stare insieme ma non c'è più gusto, non è più amore; è solo abitudine e quando c'è questa si verifica un terzo tempo non citato tra i primi due: il tempo delle corna.

Solo che l'amore non finisce contemporaneamente per i due componenti la coppia; uno smette di amare e l'altro continua ed è quest'ultimo che soffre, ma soffre anche l'altro che deve sopportare la compagnia di quest'ultimo.

E ad insistere a restare insieme in questi stati d'animo si finisce per provare rancore e, non di rado, anche odio; ed a questo punto si rischia di cancellare i bei ricordi.

E allora?

Allora meglio spremere il foruncolo e far uscire tutto il pus; avere il coraggio di dare un taglio netto e, se si vuole rischiare una nuova avventura e riprovare una nuova delusione, ricominciare con altri partner.

Ci deluderanno lo stesso ma, almeno, porteranno una ventata nuova nella nostra vita, e potremo poi ritornare a cantare: "Un tempo per piangere, un tempo per amare".

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