Nel mese di luglio 1999 il governo cinese ha messo al bando il gruppo "Falun Gong", ritenendolo una setta pericolosa. Il gruppo, fondato da Li Hongzi, ora residente negli Stati Uniti, afferma di avere 100 milioni di seguaci nel mondo, di cui circa 80 milioni nella sola Cina. Se questo numero corrispondesse a realtà sarebbero più numerosi i cinesi seguaci di Hongzhi degli iscritti al partito comunista.

Si tratta di una ennesima violazione dei diritti umani da parte del governo cinese, o esistono veramente motivi di preoccupazione? Per quanto mi riguarda, ritengo probabili entrambe le ipotesi.

Ho raccolto, e in certi casi tradotto, numerosi articoli apparsi sulla stampa mondiale.

Alessia

 

Rassegna Stampa:

  • Prima pagina - articoli dal 25 aprile al 14 luglio 1999.
     
  • Seconda pagina - articoli dal 23 al 27 luglio 1999
     
  • Terza pagina - articoli dal 27 luglio al 12 agosto 1999
     
  • Quarta pagina - articoli dal 21 settembre 1999
     
  • CHI HA PAURA DI FALUN - Un culto che promette miracolose guarigioni. Un guru in esilio. Cento milioni di discepoli innocui. Ma il regime si sente minacciato. Come da un irresistibile contropotere. Di GIANNI PERRELLI. L'Espresso 12 agosto 1999
  • «Il Falun Gong (Forza del ciclo del kharma) è un fritto misto di credenze buddiste e taoiste e riti salutisti incentrati intorno alla pratica del Qi Gong (energia interiore), tecnica simile allo yoga indiano. Dal suo orizzonte filosofico sono totalmente assenti le implicazioni politiche. Una bufala mistica, secondo i più seri studiosi della spiritualità orientale. Una sorta di massoneria dedita a una innocua ginnastica da giardino, per il pensiero più laico. Ma con almeno due imperdonabili pecche agli occhi dei governanti di Pechino: un'organizzazione ramificata nel territorio (chi dice ottanta, chi cento milioni di aderenti, comunque quasi il doppio degli iscritti al partito comunista) e la capacità di manovrare ingenti capitali con le terapie alternative e il commercio dei sacri testi che racchiudono il pensiero del capo supremo, Li Hongzi, un ex militare di 48 anni riparato negli Usa.»

     
  • KAIGEN: TRA I SEPOLTI VIVI DEL DISSENSO - Marco Lupis visita in carcere i seguaci del gruppo cinese Falun Gong sopravvissuti all'immolazione del 2001.

    «Erano le cinque e venti quando cinque giovani si misero a correre fino al centro della piazza, di fronte al grande ritratto di Mao, mentre qualche turista infreddolito, in quella vigilia di Capodanno cinese, li osservava distratto. Il gruppetto si sedette per terra e, in un attimo, tirņ fuori da sotto le giacche a vento alcune piccole taniche di plastica. I cinque, all'unisono, dopo essersi versati addosso il contenuto di ogni tanica, in assoluto silenzio fecero scattare cinque accendini "usa e getta", di quelli che si comprano dal tabaccaio, e che sono uguali in tutto il mondo, anche in Cina. Le cinque piccole fiammelle si piegarono soltanto un momento, percorse da un soffio di aria gelida. Poi il fuoco avvolse in un attimo i cinque, immobili, mentre un odore terribile di carne bruciata si diffondeva nella piazza, trasportato dal vento gelato.»

     
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  • servizio CNN (in inglese)
     
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