• LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO - Testo integrale approvato dall'assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948

  • «L'Assemblea generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo come l'ideale comune da raggiungere da tutti i popoli e da tutte le nazioni affinché tutti gli individui e tutti gli organi della società, tenendo sempre presente lo spirito tale dichiarazione, si sforzino, attraverso l'insegnamento e l'educazione, di sviluppare il rispetto di tali diritti e libertà e di assicurarne, attraverso misure progressive di ordine nazionale e internazionale, il riconoscimento e la applicazione universale ed effettiva, sia fra le popolazioni degli Stati-Membri stessi, sia fra quelle dei territori riposti sotto la loro giurisdizione.»

     
  • C'È ANCHE IL LAVORO TRA I DIRITTI DELL'UOMO -La dichiarazione dell'Onu festeggia cinquanta anni tra conquiste piccole e grandi - di ANTONIO CASSESE. La Repubblica 10 dicembre 1998.
  • «Parafrasando Rousseau, si potrebbe dire che oggi tutti parlano di diritti umani e tuttavia mai come ora quei diritti sono violati in tanti paesi del mondo. In realtà anche nel passato quei diritti erano calpestati su larga scala e spesso in modo anche più grave: però non esisteva ancora nelle vittime la consapevolezza che la loro dignità umana veniva offesa: gli abusi, l'arbitrio, il disprezzo per i diseredati, venivano considerati un fatto naturale, non un fenomeno storico contro cui bisognava lottare.»

     
  • IO NELLE MANI DEGLI SCHIAVISTI - L'odissea di Abdul l'egiziano -Di ATTILIO BOLZONI e FRANCESCO VIVIANO, La Repubblica, 21 giugno 2003.
  • «Questo è il racconto di un ragazzo egiziano sull'inferno di Al Zuwara. È una testimonianza drammatica sulla nuova "capitale" del traffico di esseri umani nel Mediterraneo, il quartiere generale degli schiavisti libici che stanno trasportando migliaia di clandestini in Italia.»

     
  • I BAMBINI HANNO DIRITTO DI VEDERE GARANTITI I LORO BISOGNI - Torna a casa la bimba tolta ai genitori vegetariani - Milano, i giudici dei minori: a 7 mesi era alimentata senza proteine animali. Stava male. La Repubblica, 9 ottobre 1999
  • «La nomina del curatore temporaneo è decaduta, i genitori hanno accettato le indicazioni dei medici e il pericolo sembra passato. «Questa - commenta ancora il medico - è una storia educativa: i genitori devono capire che i figli non sono una loro proprietà. Se vogliono sperimentare diete particolari, possono farlo, ma i bimbi hanno il diritto di vedere garantiti i loro bisogni». »

     
  • I BAMBINI DELLO STEINHOF - Austria: Il primo processo per crimini nazisti dopo 25 anni - Si apre a Vienna il processo contro Heinrich Gross, lo psichiatra a capo del programma di eutanasia infantile nell'Austria nazista. Nel dopoguerra, una carriera di successo. Di ANGELA MAYR, Il Manifesto, 21 marzo 2000
  • Friedrich Zawrel è tra i testimoni del processo contro Heinrich Gross che si apre oggi a Vienna, presumibilmente l'ultimo contro un medico nazista, il primo in Austria contro crimini nazisti dopo 25 anni. Altri due ex bambini dello "Spiegelgrund" testimonieranno in tribunale; Alois Kaufmann, che ha raccontato la sua sofferenza in un libro, "Spiegelgrund - padiglione 18", e Johann Gross, trattato dal suo omonimo con iniezioni di zolfo che lo costrinsero per giorni a strisciare per terra.

     
  • LA CACCIA AI BAMBINI IN BELGIO - Dopo la terribile denuncia dell'eurodeputato Olivier Dupuis al congresso radicale, «Diario» è andato a vedere che c'è di vero riguardo ai minori inseguiti e uccisi a fucilate per divertimento. Di GIANLUCA PAOLUCCI, Il Diario, 12/18 aprile 2000
  • A parlare per la prima volta delle cacce ai bambini è invece una ragazza che oggi ha 31 anni, Regina Leuf, durante una delle interminabili audizioni alle quali è stata sottoposta per lunghi mesi...Regina inizia a parlare in seguito all'onda emozionale suscitata dal caso di Julie e Melissa. Racconta della sua vita ed è un viaggio nell'orrore. Racconta di come ancora bambina venisse venduta dalla nonna ai ricchi pensionati di Knokke, località balneare del Mare del Nord e buen retiro di anziani facoltosi.

     
  • BAMBINI IN GUERRA: STORIE DI INFANZIA RUBATA - 300 mila. In sessanta paesi. Costretti a uccidere, torturare, bere il sangue del nemico. Vittime della follia degli adulti. Anche nel civile Occidente. di DINA NASCETTI, L'Espresso 15 giugno 2000
  • «Utilizzati in sessanta paesi, da eserciti regolari, guerriglia, ribelli, milizie. Impegnati in interminabili guerre etniche, religiose, regionali. Sono bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni, costretti spesso con la forza, talvolta con false promesse, a lasciare la vita normale per cominciare ad adoperare un fucile mitragliatore. E ci sono anche le bambine soldato. Smentendo così il luogo comune che vuole i maschietti amanti della guerra. In alcuni casi come in Salvador, Uganda, Etiopia, le ragazze costituiscono un terzo dei minori che combattono nei conflitti armati. Spesso vengono rapite per essere assegnate come "mogli" ai comandanti o avviate alla prostituzione "militare". Usate anche in combattimento come spie. »

     
  • SIERRA LEONE: COL SEGNO DEL DIAVOLO - Viaggio tra i bambini-soldato rapiti e marchiati a fuoco. Di RENATA PISU, D-Donna, 7 maggio 2002.

    «Sono marchi a fuoco, tatuaggi profondi, lettere incise sulla pelle di bambini terrorizzati con coltelli, rasoi, schegge acuminate di vetro: sono il segno della vergogna, cicatrici che si volevano indelebili ma che ora si cerca di cancellare da questi toraci, da queste braccia, da queste fronti di ragazzi e ragazze che sono stati costretti a diventare "bambini-soldato", arruolati a forza dai ribelli del Revolutionary United Front che per dieci anni ha seminato il terrore in Sierra Leone.»

     
  • LA MALEDIZIONE DI NASCERE BAMBINE - L'eccidio silenzioso: Storie di infanzia violata. Tratto da Panorama, 30 marzo 2001.
  • «A loro non è concesso giocare, studiare, divertirsi. Costrette a sposarsi a nove anni, quando non servono più come madri vengono uccise o torturate. Dall'India alla Cina, dall'Africa al Brasile, venire al mondo femmina spesso è un dramma. Come testimoniano gli ultimi, scioccanti rapporti Unicef.»

     
  • INCONTRO CON ANA VASCONCELOS - Meninas da rua: le ragazzine brasiliane che vivono in strada, spesso avviate o costrette alla prostituzione. Incontro con Ana Vasconcelos, fondatrice della "Casa de Passagem" per il recupero dell'infanzia brasiliana abbandonata. Di Paolo Baffi.
  • Appartenente alla buona borghesia, un ceto solitamente favorevole alla "soluzione finale" di questa infanzia disgraziata, ha iniziato la sua attività di volontariato nel modo più temerario: nascondendo in casa sua le ragazzine di strada, solitamente prostitute, che gli squadroni della morte volevano uccidere. Ben presto casa sua fu insufficiente per affrontare un problema che è figlio di una piaga, la miseria, che colpisce il 45% della popolazione del Pernambuco, lo stato brasiliano di cui Recife è la capitale. Grazie alla sua tenacia, Ana riuscì a fondare la Casa de Passagem, un centro d'accoglienza in cui le meninas de rua in difficoltà trovavano ospitalità, cibo, assistenza medica e un'istruzione di base. Soprattutto trovavano un sostegno psicologico in grado di guidarle lungo un percorso finalizzato alla ricostruzione della personalità.

     
  • LA FABBRICA DEL SESSO - Più di 100 mila prostitute nelle città-bordello delle Filippine. Trentamila sotto i sei anni. E un piccolo esercito di figli illegittimi. Nati dai rapporti mercenari coi marines americani o coi turisti. E messi al bando dalla società. Di Renata Pisu, L'Espresso, 10 ottobre 2002.
  • «[...] i turisti del sesso, per lo più europei ma anche australiani, neozelandesi, giapponesi. Mettono incinta le ragazze che non sanno come proteggersi perché sono ignare di tutto, vengono da villaggi sperduti, non sanno che rapporto ci sia tra ciclo mestruale e fecondità. E le ragazze non se li vogliono tenere questi bambini di sangue misto perché sono il segno evidente della loro colpa, li considerano una maledizione.»

     
  • DOVE I DIRITTI UMANI SONO PAROLE SENZA SENSO - In Iran assassinato un poeta e giornalista dissidente, In Venezuela detenuti uccisi in una rivolta in carcere. La Repubblica, 10 dicembre 1998
  • «Diritti umani calpestati, ignorati e derisi, nella giornata del cinquantesimo anniversario della Carta del 1948: in un carcere venezuelano dieci detenuti sono stati uccisi dalle guardie durante una rivolta, in Iran uno scrittore dissidente, scomparso da alcuni giorni, è stato trovato strangolato in un sobborgo di Teheran.»

     
  • GRAND'HOTEL DEI DANNATI: IL DRAMMA MONDIALE DEI RIFUGIATI - Sono 22 milioni, come l'intera popolazione dell'Australia e dell'Irlanda insieme. L'ottanta per cento sono donne e bambini. Tutti obbligati a lasciare le loro case perché in pericolo di vita. Di PAOLA BONCOMPAGNI, L'Espresso 5 aprile 2000.
  • «Sono solo alcune delle testimonianze raccolte nei campi profughi, tra quella marea di gente di un inarrestabile esodo. L'Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati) assicura ai profughi la protezione internazionale, li divide in categorie: quelle dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei rimpatriati (persone che, col supporto dell'agenzia dell'Onu, tornano nel loro paese). Oltre a 22 milioni di questi, l'Unhcr stima nel mondo altri 30 milioni di "sfollati interni", persone che sono state costrette a lasciare la loro casa, restando però entro i confini del paese di origine. Sono quindi almeno 50 milioni le persone che non sono in condizioni di poter ritornare nel proprio paese.»

     
  • MORIRE, FUCILATA SOTTO IL BURQA - L' unica parità concessa dai taleban alle donne afghane è quella di poter essere condannate a morte. Il Manifesto, 17 novembre 1999.
  • «Martedì, migliaia di persone hanno potuto assistere alla prima esecuzione pubblica di una donna. Zareena, identificata solo con il nome e senza volto - nascosto sotto il velo di colore azzurro pallido - era stata portata allo stadio, dove avvengono settimanalmente le condanne sommarie e le esecuzioni....»

     
  • INFIBULAZIONE - Il dramma dell'infibulazione - In Italia il primato europeo di mutilazioni sessuali. Di MAGDI ALLAM, La Repubblica 12 febbraio 2000.
  • «L'Italia è ormai il primo paese in Europa per il più alto numero di donne infibulate. Tra le 20 e le 30 mila donne immigrate hanno subito una mutilazione genitale e circa 5 mila bambine rischiano la stessa sorte.»

    • DALLA PARTE DI EVA - Escissione, infibulazione, clitoridectomia: queste forme cruente di "circoncisione" femminile colpiscono 130 milioni di donne in tutto il mondo, soprattutto nel continente africano. Ma con l'ondata di immigrazione sta diventando un fenomeno che interessa anche le strutture sanitarie e l'ordinamento giuridico delle nazioni europee. Di Marina Marrazzi, 22 agosto 1998.
    • INFIBULAZIONE, RETAGGIO AFRICANO - Sono ormai diverse migliaia (40 mila secondo dati Unicef) le donne immigrate in Italia da Paesi che praticano l’infibulazione, cioè la mutilazione degli organi genitali femminili. Tratto dal sito del Centro Federico Peirone dell'Arcidiocesi di Torino.

    • IL VILLAGGIO DELLE DONNE LIBERE - A Deir El Barsha, in Egitto, una ragazza si ribellò alle mutilazioni sessuali. E tutte l'hanno seguita. Di Gabriele Romagnoli, La Repubblica, 21 giugno 2003.
     
  • LA CITTÀ DELLE VEDOVE D'INDIA CHE RIFIUTANO IL SUICIDIO - A Vrindavan si rifugiano le donne che non accettano di togliersi la vita alla morte del marito come impone la tradizione. Di RAIMONDO BULTRINI, La Repubblica, 13 maggio 1999
  • «In molte regioni dell'India la donna che perde il marito dice addio per sempre ai diritti di un essere umano. Non ha più proprietà, perché le pretendono i figli, non può comprare né vendere, perché nel peggiore dei casi viene dichiarata la loro morte presunta. Un tempo si davano fuoco sulla stessa pira dell'uomo. Oggi, per fortuna sempre meno spesso, restano vittime di misteriosi incidenti domestici, il più delle volte provocati dai parenti del marito che non vogliono più avere a che fare con loro.»

     
  • NON MI VENDO PER UN MATRIMONIO - Nuova Delhi: sposa denuncia la futura suocera, avida di dote. Di RAIMONDO BULTRINI, La Repubblica, 17 maggio 2003.

    «Il matrimonio era già iniziato e mancava solo il cibo in tavola per gli oltre duemila invitati. Ma invece del sacerdote hindu per la cerimonia, nel cortile del grande albergo di Delhi addobbato a festa è arrivata la polizia a contestare una delle più antiche e discutibili pratiche della tradizione indiana, il dowry (dauri), una sorta di esosa dote in soldi e oggetti che le famiglie delle spose versano a quelle dei mariti da tempo immemorabile. »

     
  • IL FILM DELLE EBREE RIPUDIATE - Mia nonna portava la parrucca. Non perché fosse calva, anzi. Ma portava la parrucca perché da ebrea osservante era stata obbligata a tagliare i capelli cortissimi... Di Miriam Mafai, La Repubblica, 15 aprile 2000
  • «A Mea Shearim dove i bambini chiusi nelle palandrane nere sembrano dei vecchietti e dove le donne nascondono i capelli dentro un foulard o un turbante di velluto, si respira un'aria soffocante. È l'aria del ghetto: una sensazione inquietante perché non ci sono mura attorno al quartiere. O meglio le mura ci sono, anche se invisibili ma le hanno costruite, deliberatamente, gli stessi ebrei che sono sfuggiti alle persecuzioni e i loro figli. In questo clima si svolge la tragica storia delle due giovani donne, vittime del Kadosh, del Sacro, di una ortodossia religiosa che si declina tutta al maschile. »

     
  • DONNE DIMENTICATE DEL CONTINENTE NERO. LE MILLE, INVISIBILI MANI DELL'AFRICA - Secondo il Bureau international du travail l'Africa subsahariana è una delle regioni del mondo in cui le donne, di tutte le età, lavorano di più. Di ELISABETH LEQUERET, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, gennaio 2000.
  • «Ovviamente una differenza enorme separa le ricche donne d'affari del Togo o della Nigeria dalle piccole commercianti dei marciapiedi di Dakar. La minoranza che ha conquistato, spesso a caro prezzo, la propria autonomia non può nascondere la situazione di precarietà e di dipendenza dell'immensa maggioranza delle africane né il fossato che separa il loro reale ruolo economico dal loro potere sociale e politico.»

  • IL PREZZO DELLE SCHIAVE - Sudan: ogni anno migliaia di donne e bambini vengono rapiti e venduti come schiavi. Reportage di D. Ammann, D-Donna, 3 aprile 2001.

    «OChe cosa rimane dopo un attacco della milizia lo vediamo con i nostri occhi in un villaggio che dista una paio d'ore da Yargot, colpito alcuni giorni prima. Delle capanne non restano in piedi che i muri di fango, l'unica cosa che le fiamme non sono riuscite a divorare. I granai con le scorte di sorgo (una varietà di cereale che costituisce l'alimento-base dei dinka) sono stati rasi al suolo, i campi dati alle fiamme e il pozzo interrato. Quello che non hanno distrutto, i murahalee l'hanno portato via, persino le stoviglie si sono presi. »

     
  • VERSO UNA ITALIA MULTIETNICA E MULTI RELIGIOSA - 29 ottobre 1999, la prima grande manifestazione Islamica a Torino. Raccolta di articoli da La Repubblica e il Manifesto.
  • «Saremo in grado di affrontare una auspicabile integrazione, nel rispetto dei diritti di ognuno? Ovvero: come nel nome del relativismo culturale, e di un malinteso principio di "tolleranza", non si debba mai arriviare a giustificare imposizioni inaccettabili.»

     
  • IL RATTO DELLE PROMESSE SPOSE, INCUBO PAKISTANO A LONDRA - Mille ragazze all'anno compiono il viaggio nuziale contro la loro volontà. Ora la legge di Sua Maestà ha deciso di aiutarle. Di ANTONIO POLITO, La Repubblica 15 agosto 1999.
  • «Per decenni la civile Gran Bretagna ha lasciato correre. Era il suo modo di convivere con l'immigrazione, di rispettare le comunità asiatiche evitando di impicciarsi nelle loro tradizioni, di districarsi in una società multirazziale. Una versione pilatesca e ipocrita della "tolleranza".»

     
  • L'ETÀ PERDUTA - Quando sui giovani scende la notte. Di FURIO COLOMBO. La Repubblica, 14 agosto 1999.
  • «È stato calcolato che nel mondo in tumulto, oggi, c'è almeno mezzo milione di bambini armati, usati come soldati, bambini combattenti e assassini dalla Cambogia allo Afghanistan. Come se fosse in corso un misterioso piano o un'influenza malefica, bambini uccidono altri bambini (o fanno parte del progetto omicida) a Ostia, nelle strade di Chicago, a New York, a Giakarta, a Kabul, nel Ruanda, nei Balcani. La partecipazione dei bambini maschi alle lapidazioni, nei villaggi islamici governati dal fanatismo della sharìa (in versione alterata e barbara) stranamente richiama la follia bene organizzata del profeta Koresh, saltato in aria nel santuario-fortino di Waco, in Texas. Koresh aveva cento bambini, fra i suoi miliziani, e li ha portati tutti con sé alla morte.»

     
  • GENOCIDIO, UNA QUESTIONE UNIVERSALE - di AMOS OZ, La Repubblica 26 maggio 1999.
  • «L'unico aspetto positivo della tragedia in Kosovo è che il genocidio non è più considerato una faccenda interna del paese in cui viene consumato. Questo è un cambiamento e un progresso rispetto a cinquant'anni fa, quando la maggior parte delle nazioni ritenevano il genocidio una questione interna: al massimo protestavano, ma non interferivano mai.»

     

    Links Utili:

    • Cittadini di Carta - Scioccante inchiesta sulla realtà dei "meninos de rua", i bambini brasiliani trucidati dagli squadroni della morte. Un sentito ringraziamento a Paolo Baffi che ha tradotto in italiano il saggio di Gilberto Dimenstein.
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    • Lo Sterminio dei Bambini - Dello stesso autore, inchiesta sull'assassinio dei meninos de rua in Brasile. Vincitore del Premio Maria Moor Cabot, categoria Menzione d'Onore patrocinato dalla Facoltà di Giornalismo della Columbia University, USA.
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    • Le Bambine della Notte - dello stesso autore, inchiesta sulla prostituzione delle ragazze-schiave in Brasile. Dimenstein ha investigato sulla tratta delle ragazze in Amazzonia, addentrandosi nell'inferno della prostituzione infantile. Il libro ha dato origine a una Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla prostituzione minorile.
       

    • Bambini Scomparsi - Il nuovo sito del Ministero dell'Interno dedicato alla ricerca dei bambini che ogni anno, nel nostro paese, scompaiono nel nulla.
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    • Amnesty International - Italia
     
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