• CENTO DI QUESTI ORWELL - Un ricordo dello scrittore nel centenario della nascita. Di ILARIA MARIA SALA, Il Diario della Settimana, 20/26 giugno 2003.
  • «Un secolo fa nasceva il geniale scrittore britannico che si batté contro franchismo e totalitarismo sovietico. Ma che ancora oggi difficilmente viene ricordato per la sua intelligenza eretica.»

     
  • MACCHINE DA INDOTTRINAMENTO - I media sono strumenti informativi o strumenti indottrinanti? Di NOAM CHOMSKY, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, settembre 1999
  • «Uno di questi studi, nella fattispecie è un lavoro di Herman, mirava a raffrontare il modo in cui i media americani avevano presentato le elezioni in Nicaragua e in Salvador, elezioni che erano state più o meno concomitanti. Il governo americano aborriva le elezioni in Nicaragua, e voleva impedirle; adorava peraltro le elezioni in Salvador e le presentava come un avvenimento straordinario. I due casi venivano dunque trattati secondo criteri differenti. In Salvador, l'intervento dei guerriglieri veniva presentato come qualcosa d'orribile, in Nicaragua, l'intervento dei guerriglieri ( i "Contras") significava la libertà...»

     
  • LAVAGGIO DEL CERVELLO ALL'AMERICANA - La polizia delle idee è anche l'arte della menzogna per omissione... A tale obiettivo collaborano attivamente una miriade di analisti e di fabbricanti di informazioni... - di HERBERT I. SCHILLER, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, settembre 1999.
  • «La brutale espansione della potenza degli Stati uniti a livello internazionale può essere largamente spiegata dal modo in cui viene costruito il consenso interno. Pubblicità onnipresente; martellamento ideologico, orchestrato da molteplici istituzioni che, finanziate dalle imprese, respingono l'idea stessa di politiche sociali o di bene comune; ignoranza del resto del mondo; protezionismo culturale senza pari: questo è il pesante tributo che gli americani devono pagare all'egemonia del business.»

     
  • L'EUROPA DI FRONTE AL CASO BERLUSCONI - Ezio Mauro su Silvio Berlusconi. La Repubblica, 30 giugno 2003.
  • «Anche chi ha un'idea dell'Italia radicalmente diversa da quella oggi dominante, riassunta e rappresentata dalla destra berlusconiana al potere, prova un forte disagio nel vedere il nostro Paese che torna sulle prime pagine dei giornali di tutt'Europa come una clamorosa eccezione continentale da mettere sotto osservazione e tenere sotto controllo. Qualcosa di allarmante perché fuori dalla norma europea, atipico e preoccupante, addirittura pericoloso come fattore di possibile contagio e modello negativo. Tutto ciò, nel nome di Silvio Berlusconi.»

     
  • IL FATTORE B CHE CI ALLONTANA DAL RESTO D'EUROPA - Ancora Ezio Mauro su Silvio Berlusconi. La Repubblica, 3 luglio 2003.
  • «Nella sua deriva ogni giorno più tragica e inarrestabile, Silvio Berlusconi ieri è andato a sbattere contro lo scoglio dell'Europa, trascinato dalla sua mancanza di cultura istituzionale, da quel dilettantismo che tanto piace in Italia, con i muscoli che sostituiscono la competenza, dall'incapacità politica e più ancora morale di rispondere alle accuse che riguardano il clamoroso conflitto d'interessi di cui è insieme prigioniero e beneficiario. È come se tutto il castello posticcio costruito in questi anni attorno a una leadership fortissima sul piano elettorale, e fragilissima sul piano politico, fosse crollato di colpo, appena investito dal vento dell'opinione pubblica europea, fuori dalla campana di vetro domestica, dentro la quale il dominio proprietario sui media e su pezzi interi di società politica consente alla realtà virtuale del berlusconismo di galoppare all'apparenza indisturbata.»

     
  • BENVENUTO IN SPAGNA, GENERALE - La decisione della giustizia britannica di estradare il generale Pinochet. Di LUIS SEPULVEDA, La Repubblica, 9 ottobre 1999
  • «Mezzogiorno dell'8 ottobre: tutte le persone decenti erano in trepidante attesa dell'ultima sentenza della giustizia britannica, in attesa di sapere una volta per tutte se Pinochet sarebbe finalmente stato estradato in Spagna dove deve rispondere di crimini terribili contro tutta l'umanità. Aspettavo anch'io, ma in un luogo libero da ogni tensione, perché in compagnia dei miei amici, i Modena City Ramblers, stavo registrando un videoclip nella mia città, Gijon. Detesto parlare di me, ma in questa occasione non posso farne a meno. »

     
  • IL TIRANNO E L'OMERTÀ - Riflessioni sul ritorno del dittatore Pinochet in Cile. Di LUIS SEPULVEDA, La Repubblica, 3 marzo 2000
  • «Mentre scrivo queste righe un Boeing 707 delle forze aeree cilene si allontana dall'Europa con un carico di spazzatura di ritorno al proprio paese d'origine. La giustizia universale è stata, una volta ancora, violata, burlata, per ragioni che conosceremo con certezza solo quando, tra molti anni, Jack Straw scriverà le proprie memorie giustificando la liberazione di un tiranno. »

     
  • DAL WEB ALLA PIAZZA - Si organizzano grazie a Internet, ma protestano nelle strade delle città che accolgono i summit internazionali. Lottano contro la globalizzazione, i cibi transgenici e le multinazionali. E dopo Seattle e Davos... Di Andrea Benvenuti, L'Espresso 21 marzo 2000

  • «Secondo il settimanale inglese L’Economist, lo zoccolo duro della protesta a livello internazionale poggerebbe su oltre 29 mila Ong (le Organizzazioni Non Governative). Ma il dato, fornito dalle Nazioni Unite, rappresenta solo un primo tentativo di censire la protesta organizzata sul web, visto che soltanto negli Stati Uniti, se si considerano anche le piccole organizzazioni, la cifra supera i 2 milioni. Il network è ben organizzato tra chat, mailing-list e newsgroup. Ma i risultati si vedono nelle piazze delle città dove governanti, scienziati e imprenditori si incontrano in nome della globalizzazione.»

     
  • VOGLIO LIBERARE MIA FIGLIA, È SOLA IN BALIA DELL'INFERNO - Eluana, in coma irreversivile da 8 anni. Il padre chiede di lasciarla morire con dignità e si appella al Presidente della Repubblica, "che è il garante di tutti, anche di chi non ha più parole". Di Piero Colaprico, La Repubblica, 14 giugno 2000

  • «Devono salvare la vita ed entrano nel sistema degli atti dovuti, nel fondamentalismo delle procedure. Il resto non importa più. Non importa per esempio che Eluana aveva un amico, Alessandro, e nel '90 questo ragazzo abbia avuto anche lui un terribile incidente. Mia figlia era andata a trovarlo in rianimazione. Poi, uscendo, era passata dalla chiesa, per accendere una candela e pregare che morisse»

     
  • GIOVENTÙ VIOLENTA IN GIAPPONE - Quando la società chiede troppo. Di DAVID ESNAULT, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto settembre 1999.
  • «Delitti atroci, suicidi, prostituzione: l'escalation criminale delle giovani generazioni scuote la società nipponica. È mai possibile che, mentre per alcuni «tutto sembra funzionare alla perfezione», i videogiochi e i serial televisivi abbiano instillato nei giovani questa micidiale inclinazione alla violenza? O, piuttosto, questa violenza estrema non sarà forse la conseguenza delle pressioni di una società troppo esigente, in cui sono svaniti i tradizionali punti di riferimento familiari, il denaro è diventato il valore sovrano e corruttore e il sistema scolastico, estremamente selettivo, non tollera alcuna debolezza?»

     
  • MENO CAUSE CONTRO I CRONISTI - Intervista a Massimo Fini. Di PAOLO MARTINI, L'Espresso, 30 marzo 2000.
  • «Diciamo la verità: la diffamazione dovrebbe proteggere soltanto i pincopallino, cioè quei soggetti deboli ai quali noi giornalisti possiamo fare danni pazzeschi. Ma sui personaggi pubblici dovrebbe valere una sorta di franchigia, perché si possono difendere in modo straordinario e, soprattutto nel caso degli uomini di potere, hanno già il controllo di tutti i mezzi di informazione che vogliono.»

     
  • PILLOLA DEL GIORNO DOPO - Intervista a Vincenzo Donvito, presidente di Audc - tratto da Veneto Internet Press
  • «I vantaggi di prevedere l'interruzione di gravidanza anche con metodi farmacologici, non sarebbero solo economici, ma anche umani e sanitari, perché senza ospedalizzazione si eviterebbe una tortura psicologica: oggi le donne che decidono di abortire vengono ospedalizzate in reparti e camere dove ci sono donne in attesa di partorire: non crediamo esista una donna che non senta imbarazzo in una situazione del genere, proprio perché la scelta dell'aborto è sempre sofferta, culturalmente e fisicamente. »

     
  • IL DIRITTO ALLA RICERCA - Ricerca scientifica a nuovo oscurantismo. Di Miriam Mafai, La Repubblica, 14 febbraio 2001.
  • «In altri paesi europei, governati da partiti e coalizioni autenticamente riformisti, come la Francia la Germania o l’Inghilterra, questi paletti e questi ritardi sono sconosciuti, e la ricerca scientifica, come nella migliore tradizione del pensiero riformista e laico, gode di grande prestigio. Da qui la decisione di sostenere la ricerca con finanziamenti adeguati. (In Italia gli stanziamenti per la ricerca non raggiungono l’1% del Pil, meno della metà degli stanziamenti dei nostri partner europei). Ma a nostro avviso, il tasso di riformismo e di laicità di un partito, di uno schieramento politico e di un paese si misura anche su questo, sulla sua apertura o meno alla ricerca scientifica. »

     
  • NESSUN LUCCHETTO AL CERVELLO - Intervista al Premio Nobel Rita Levi Montalcini sulle limitazioni che il ministro verde Pecorario Scanio (e la sua collega di partito Francescato) vorrebbe porre alla ricerca scientifica. La Repubblica, 14 febbraio 2001.
  • «Comprimere la libertà di ricerca è un errore che in passato ha causato danni enormi. Penso alla genetica di Lysenko imposta dal regime, che costrinse l’Unione sovietica a importare grano; e, all’estremo opposto, il cappio messo alla scienza "non ariana" da Hitler e Mussolini, che ha fatto un gran regalo agli Stati Uniti (i quali mostrarono peraltro grande generosità accogliendo tanti profughi del sapere). L’uomo tende per sua natura a indagare liberamente. Non si può mettere il lucchetto al cervello.»

     
  • NEL CERVELLO C'È DIO - Nuove scoperte scientifiche. L'Espresso, 24 maggio 2001.
  • «Fervore mistico. Senso del sacro. Illuminazione... Ogni stato spirituale si riflette in un fenomeno cerebrale. Che gli scienziati fotografano. Per spiegare perché la nostra mente cerca l'infinito.»

     
  • VERSO UNA ITALIA MULTIETNICA E MULTI RELIGIOSA - 29 ottobre 1999, la prima grande manifestazione Islamica a Torino. Raccolta di articoli da La Repubblica e il Manifesto.
  • «Saremo in grado di affrontare una auspicabile integrazione, nel rispetto dei diritti di ognuno? Ovvero: come nel nome del relativismo culturale, e di un malinteso principio di "tolleranza", non si debba mai arriviare a giustificare imposizioni inaccettabili.»

     
  • LE GUERRE AL TEMPO DELLA PACE - Dossier pubblicato da La Repubblica il 3 luglio 1999 sui conflitti "dimenticati", con un articolo di BARBARA ARDÙ.
  • «Quello di contare le guerre è un esercizio difficile. Alcune, anche se non fanno più morti, sono ancora latenti, con il rischio che il conflitto si riaccenda in ogni momento. Altre sono guerriglie interne che non fanno troppe vittime. Di sicuro il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda non hanno portato a quell'epoca di pace che le opinioni pubbliche occidentali si attendevano.»

     
  • MORIRE PER L'UCK - Ricordo di Francesco Bider: cattolico, poeta, antimilitarista. Eppure pronto a imbracciare un fucile e a correre nel Kosovo - di ROBERTO DI CARO. L'Espresso 15 luglio 1999. 
  • «Doveva partire, Francesco Bider. Subito. A costo di perdere il lavoro di operaio e di litigare con le poche persone care. A costo di non tornare, perché questo aveva messo in conto. Gli bruciava dentro un'urgenza incomprensibile persino a chi, come Enue Dalle Nogare, l'organizzatrice del gruppo biellese "Amici di Goradze", per anni aveva fatto con lui la spola tra Biella e Sarajevo a portare viveri e indumenti, soldi e medicine.» 

     
  • FRANCESKO, L'ITALIANO DEL KOSOVO - I compagni dell'Uck raccontano la fine di Bider, arrivato da Biella per fare il tiratore scelto contro i serbi e morto sotto i colpi di un cecchino. di PIETRO VERONESE, La Repubblica 30 luglio 1999. 

  • «Non era un buon cristiano Francesco Bider, l'italiano caduto per il Kosovo sui monti al confine dell'Albania. Era un credente musulmano. Non era un pacifista, ma un combattente esperto, un uomo che da otto anni imbracciava il fucile per le cause in cui credeva. Nemmeno un fucile qualunque: Francesco era un tiratore scelto, questa è la sua specialità.»

     
  • UN DALAI LAMA IN LOTTA PER LA LIBERTÀ - Di FILIPPO GENTILONI, Il Manifesto 24 ottobre 1999 
  • « [...] Che la apoliticità non sia autentica è proprio l'impegno politico del Dalai Lama a confermarlo: una non violenza tutt'altro che apolitica, come era tutt'altro che apolitico Gandhi. Una presenza assolutamente impegnativa nella storia. E, con la storia, nelle angosce degli uomini. Non a caso uno dei concetti - non è il termine esatto, ma ci è familiare - fondamentali del buddismo è proprio la compassione: piena coscienza delle sofferenze storiche di tutti e ciascuno, piena assunzione dell'impegno di alleviarle. Niente evasioni né isolamenti: il caso Tibet "docet".»

     
  • METTI UN DRUSO IN BICICLETTA - In viaggio attraverso una misteriosa confessione musulmana che non "arruola" più dal 1043 e perciò si sta avviando verso l'estinzione, ma che non ha smesso di guardare al futuro. Di CARLA DODI. Diario della Settimana, Anno V numero 9 – 1/7 marzo 2000
  • «Un uomo con la testa coperta di bianco e un grosso paio di pantaloni neri a sbuffo, molto larghi, fila via in bicicletta lungo la strada che porta a Jeramana, quartiere periferico della capitale siriana. Nella palazzina dove abita ci sono due famiglie cristiane di rito greco ortodosso al primo piano, quattro musulmane sunnite ai piani alti e poi lui, la sua famiglia e quella del fratello al piano terra. Due gocce d'acqua, se non fosse che il fratello, medico specialista in cardiologia, ha una giacca grigia, una cravatta rossa elegante e un telefono a tastiera professionale appoggiato sulla scrivania... »

     
  • KOSOVO O BANGLADESH TURISTI NON PER CASO - Quando la vacanza è anche altruismo - Costruire ospedali, aprire scuole, aiutare popoli del terzo mondo: sempre più persone scelgono viaggi impegnati. Senza rimpianti. Di CORRADO ZUNINO, La Repubblica 8 luglio 1999
  • «Il fenomeno - recente e crescente, censito da "Vacanze contromano", guida edita dal mensile di strada "Terre di mezzo" - ha un nome impegnativo: turismo responsabile.»

     
  • TI SGOZZO IN NOME DEL DIO TURISMO - Nel tempio della dea Kali si sacrificano animali. Alla presenza di migliaia di visitatori. Per alimentare l'industria dell'horror. Di Gianfranco Corino, L'Espresso 19 ottobre 2000.
  • «Grazie allo sviluppo di questa inusuale forma di turismo, intorno al tempio sono sorte negli ultimi anni numerose case da tè e si affollano i venditori ambulanti di souvenir e cianfrusaglie. E troppo spesso i visitatori dimenticano che non si tratta di un gioco sanguinario organizzato a loro beneficio ma di una cerimonia religiosa dalle origini antichissime.»

     
  • A PROPOSITO DI SAN FRANCESCO E PADRE PIO - Materiali per un sonetto del Belli. Un Vetro Soffiato di EUGENIO SCALFARI, L'Espresso 13 maggio 1999.
  • «Per un paio di giorni la beatificazione di Padre Pio ha rubato le aperture dei giornali italiani alla guerra di Serbia. Perfino il distaccato "Herald Tribune" ha dovuto darne conto con un cospicuo tassello di prima pagina. In realtà l'evento è stato notevole da vari punti di vista, esteriori e anche interiori.»

     
  • ATTENZIONE: QUESTA BUSTINA È DELIRANTE - Riflessioni su alcuni rituali linguistici - Una Bustina di Minerva di UMBERTO ECO, L'Espresso 3 giugno 1999.
  • «A ogni accenno di terrorismo l'opinione pubblica reagisce in modo isterico. Nulla di strano, perché il terrorismo è un nemico strisciante, non si capisce mai quale potrebbe essere il suo prossimo obiettivo, il terrorista potrebbe sederci accanto al ristorante, e pertanto nascono inquietudine e senso di instabilità. Che è poi quello che il terrorista vuole - destabilizzare.»

     
  • BASTA CON GLI INTELLETTUALI! - Quelli cattivi, non avendo più libri da scrivere, discutono sulla morte del libro. E del proprio ruolo. Di UMBERTO ECO, L'Espresso, 25 gennaio 2001
  • «Il cattivo intellettuale introverso è colui che non sa nulla sui buchi neri, non sa come indurre una classe a studiare meglio, non sa leggere un testo, e persino ha poche idee su chi possa essere il futuro presidente della Repubblica. Per giustificare la sua presenza al mondo (e lucrare compensi per i suoi interventi pubblicistici) discute sulla situazione degli intellettuali. »

     
  • QUEL RAM DEL LAGODI.COM - Temi svolti per la scuola di domani. Eravamo proprio un bel newsgroup. Una banda larga. E l'altavista era davvero Unix. Di Umberto Eco, L'Espresso 13 aprile 2000.
  • «TEMA: Raccontate la gita scolastica ai luoghi manzoniani. svol- GIMENTO : Il 3/31/00 il Provider agli Studi ha org.anizzato, per ragioni di edu.cazione, un transfer per un path che ci ha routato verso il lagodi.Com. Eravamo proprio un bel newsgroup, una banda larga. L'altavista di cui abbiamo goduto era unix! Il nostro Virgilio era una .prof amazon, Arianna. Ci ha fatto fare un surf online su quei tipic.it battelli che erano alla modem ai tempi di L.uk/ia e vedere i (link) monti sorgenti dall'acque (che se vuoi li tiscali in un webshot) è stato proprio un url. WWW! Sembrava di udire un'arpanet. »

     
  • LO STRANO CASO DEGLI ACQUEDOTTI - Che cosa dobbiamo insegnare ai bambini. Nei primi anni, invece di opprimere con le date, bisogna far comprendere gli snodi delle culture. Di Umberto Eco, La Bustina di Minerva, L'Espresso 30 marzo 2000.

  • «Mi è accaduto di esprimere alcune idee sulle scuole elementari e medie di domani, in un convegno a Roma. I giornali hanno riportato le mie opinioni in forma corretta, ma fatalmente succinta. Mario Pirani, sulla "Repubblica" del 13 marzo, riferendosi a riassunti giornalistici, si è detto "titubante" rispetto a una mia presunta idea: che i ragazzi delle elementari e delle medie potrebbero anche non dover memorizzare subito la data della battaglia di Zama, ma imparare in cambio come funzionavano gli acquedotti.»

     
  • ADDIO A T.A. SEBEOK, SCETTICO E CURIOSO - Umberto Eco ricorda il grande studioso di semiotica scomparso alla fine del 2001. La Bustina di Minerva, L'Espresso, 10 gennaio 2002.

    «Però quest'uomo, che talora si innamorava di certi problemi, è sempre stato il primo a invitarci ad affrontarli col dovuto scetticismo. Credeva certamente che esistessero sistemi di comunicazione tra animali, ma l'ho sempre udito esprimere dubbi fortissimi sui rapporti comunicativi tra animali e uomini, sia a proposito di cavalli calcolatori che delle più celebri scimmie intelligenti degli ultimi decenni. E una volta questo suo prudentissimo scetticismo lo ha esercitato anche nei confronti dei sistemi di comunicazione umana, a cui si era pure dedicato dalla giovinezza. La storia è andata così.»

     
  • O LITIGARE BENE, O NON LITIGARE - Riflessioni di Umberto Eco. La Bustina di Minerva, L'Espresso, 15 maggio 2003.

    «Come litigare bene. Amici francesi di case editrici, giornali, università mi dicono di aver ricevuto, subito nei giorni caldi della frattura tra Chirac e Bush, messaggi di amicizia dai colleghi americani, scandalizzati perché nel loro paese i francesi venivano di nuovo definiti mangiatori di rane e accusati di aver smarrito ogni senso di riconoscenza nei confronti dei loro liberatori di cinquant'anni fa. Ovviamente tutti quei messaggi intendevano dire: le divergenze politiche contingenti possono essere quel che sono, ma il nostro affetto per la cultura francese rimane immutato. »

     
  • GLI ITALIANI NELLE "BUSTINE DI MINERVA" - Luna Park Eco - Malcostume. Invadenza tv... Dalla rubrica dell'Espresso, un libro. Con un ritratto gaudente e sovvertitore del Belpaese. Di Enzo Golino, L'Espresso 9 marzo 2000.

  • «Ma quanti sono gli Eco che, macinando realtà diverse, si affacciano nei pezzi, divisi in otto sezioni, del caleidoscopico volume? Il sociologo rende commestibili le più arcigne statistiche sull'immigrazione e sulla crescita zero demografica. Il linguista ammannisce un delizioso manualetto per dire le parolacce in società e inventa un epistolario fra un professore d'italiano e un idraulico per mimare la Babele della lingua nazionale. Il narratore dialoga argutamente con un cormorano delle isole Shetland impregnato di petrolio (satira impietosa dei disastri ecologici e dell'ecologia massmediatica) e spreme comicità romanzesca dalla esilarante riscrittura della fiaba di Cappuccetto Rosso secondo le norme del "politically correct" made in Usa.»

     

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