• AMERICANI: PERCHÉ HANNO DETTO SÌ ALLA GUERRA - Ma era tutto già deciso prima dell'11 settembre. Di Vittorio Zucconi e Attilio Giordano, Il Venerdì, 11 aprile 2003.

    «Ti ripetono: remember Manhattan, ricorda l'11 settembre. Tutto si spiega nel lampo di quel Boeing che svegliò il gigante addormentato nel sonno della propria invulnerabilità. Certamente. Remember Manhattan, lo spartiacque della storia, ma, come tutti gli slogan e le verità che diventano formule, anche questa non dice tutta la verità.»

     
  • LE GUERRE SANTE, PASSIONE E RAGIONE - Bisogna ricordare che fa parte della cultura occidentale anche Hitler che bruciava i libri e condannava l'arte degenerata. Di Umberto Eco, La Repubblica, 5 ottobre 2001. 
  • «Tutte le guerre di religione che hanno insanguinato il mondo per secoli sono nate da adesioni passionali a contrapposizioni semplicistiche, come Noi e gli Altri, buoni e cattivi, bianchi e neri. Se la cultura occidentale si è dimostrata feconda (non solo dall'Illuminismo a oggi ma anche prima, quando il francescano Ruggero Bacone invitava a imparare le lingue perché abbiamo qualcosa da apprendere anche dagli infedeli) è anche perché si è sforzata di "sciogliere", alla luce dell'indagine e dello spirito critico, le semplificazioni dannose.»

     
  • GLI INDIOS E LE BRICIOLE D'OCCIDENTE - «Se volete salvare il mondo dovete ascoltare la nostra voce». Di Rigoberta Menchù, La Repubblica, 6 agosto 2001. 
  • «Nell'ultimo decennio, la marcia del nostro pianeta è stata segnata da un accelerato processo di globalizzazione che ha generato nuovi ambiti, nuove sfide e nuove espressioni di resistenza, articolate da nuovi attori sociali. È tempo di sederci a riflettere sul mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli. La globalizzazione non deve continuare ad essere la mondializzazione delle finanze e della speculazione di Borsa, del narcotraffico, della povertà, dello sterminio della natura e della fine della speranza nel nostro pianeta.»

     
  • CROAZIA: SCAMPOLI DI DITTATURE - Le vicende del Kosovo fanno dimenticare le pulizie etniche croate. Tre articoli di GIACOMO SCOTTI, Il Manifesto 11-17 agosto 1999. 
  • «Il Tribunale internazionale per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia ha già stilato l'atto di accusa contro il presidente croato Franjo Tudjman per i crimini contro la popolazione civile commessi nell'ex Krajina durante le operazioni "Lampo" del maggio e "Tempesta" dell'agosto 1995, ma anche per le stragi compiute dalle milizie croate dell'Hvo contro i musulmani nella Bosnia-Erzegovina. »

     
  • DIARIO UMANITARIO IN DIRETTA - Quasi quattro mesi fa, in Kosovo, moriva in un incidente aereo la portavoce italiana dell’Onu che distribuiva aiuti alimentari d’emergenza. Ha lasciato una cronaca intelligente e coraggiosa. Di PAOLA BIOCCA, Il Diario, 1/7 marzo 2000.
  • «C’erano jeep e Toyota bianche degli umanitari, con loghi e sigle impronunciabili stampigliati su cofani e sportelli; le Toyota arancioni dell’Ocse abbondanti e vistose come papaveri in un campo, e le Land Rover color sabbia della stampa. C’erano anche diversi camion, per il trasporto di aiuti o macchinari. Il colpo d’occhio diceva che a Pristina la vita civile era lontana. La guerra aveva già dispiegato le sue truppe.Truppe umanitarie. »

     
  • NO AL TURISMO IN BIRMANIA
  • L'appello del Premio Nobel per la Pace 1991, Aum Sang Suu Kyi, eletta democraticamente alla carica di Primo Ministro nel 1990 e da allora posta agli arresti domiciliari dal regime militare che governa il paese calpestando i diritti umani ed esercitando una feroce dittatura. 

     
  • BIRMANIA, IL BASTONE DELLA REPRESSIONE E LA CAROTA DEL NARCOTRAFFICO - Soluzioni estreme ai problemi etnici. Di ANDRÉ E LOUIS BOUCAUD, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, Novembre 1998. 

  • «Villaggi vuoti, abbandonati, talvolta saccheggiati e bruciati dove rimangono solo i resti di donne e bambini... L'esercito spara a vista su coloro che si allontanano dalle piste, rifiutano di obbedire o non abbandonano abbastanza in fretta il proprio villaggio, centinaia di vittime cui si aggiungono coloro che sono morti di fame, malattia o sfinimento lungo le strade e nei campi di raccolta....»

     
  • MATRIMONIO MISTO IN ORIENTE - In attesa di altre, più globali nozze occidentali (tra Fiat e Daimler-Chrysler?) l'Avvocato si è alleato con il Reverendo Moon. Produrrà auto in Corea del Nord. Di GABRIELE ROMAGNOLI. Diario della Settimana, anno V numero 9. 1-7 marzo 2000.
  • «Il nuovo alleato della Fiat è più sorprendente, esotico e vicino a Dio. Il suo nome è Sun Myung Moon, più conosciuto semplicemente come "il Reverendo Moon", fondatore della Chiesa dell'Unificazione.»

     
  • DOSSIER CINA - A.A.V.V., Panorama 15 ottobre 1999.
  • « Venerdì 1 ottobre un miliardo e 250 milioni di cinesi, un quinto della popolazione mondiale, hanno assistito in diretta televisiva alla più grande e dispendiosa cerimonia d'incoronazione della storia. Dopo Mao e Deng Xiaoping, Il Mandato del cielo è stato ufficialmente conferito al terzo imperatore rosso sul rostro della porta della Pace celeste, dove esattamente mezzo secolo prima il Grande Timoniere aveva proclamato la fondazione della Repubblica popolare.»

     
  • VIAGGIO,ISTRUZIONI PER L'USO - Siamo davvero all'altezza della nostra frenesia estiva di cambiare orizzonte e cielo e terra, o siamo solo dei turisti diretti a una meta che si muovono per arrivare e non per viaggiare? Di UMBERTO GALIMBERTI, La Repubblica 7 luglio 1999. 
  • «Sono queste alcune domande che nascono spontanee di fronte a quegli spostamenti estivi che impropriamente chiamiamo "viaggi", ma che non hanno nulla del viaggio, perché non ci offrono davvero l'esperienza dello spaesamento che, facendoci uscire dall'abituale, e quindi dalle nostre abitudini, ci espongonoall'insolito...»

     
  • KOSOVO O BANGLADESH TURISTI NON PER CASO - Quando la vacanza è anche altruismo - Costruire ospedali, aprire scuole, aiutare popoli del terzo mondo: sempre più persone scelgono viaggi impegnati. Senza rimpianti. Di CORRADO ZUNINO, La Repubblica 8 luglio 1999
  • «Il fenomeno - recente e crescente, censito da "Vacanze contromano", guida edita dal mensile di strada "Terre di mezzo" - ha un nome impegnativo: turismo responsabile.» 

     
  • URALI, VIAGGIO NELL'INCUBO ECOLOGICO - La Russia resta impotente davanti alla pesante eredità lasciata dai vecchi «kombinat» siderurgici d'epoca sovietica. Il vento diffonde micidiali particelle di arsenico, cadmio, nichel e zolfo.Di FABRIZIO DRAGOSEI, Corriere della Sera, 25 luglio 1999 
  • «Benvenuti in quello che fu uno dei cuori siderurgici del paradiso in terra dei lavoratori. Dove la vita è breve, come lo era allora, ma più difficile, dopo il crollo dell'Urss. E dove bisogna sempre sperare che il vento continui a soffiare verso est, sopra il fiume Ural, sopra i due giganteschi e nerboruti uomini di bronzo che rappresentano, uno con in mano una spada e l'altro con un martello, il popolo che difese il Paese dall'invasore occidentale e quello che costruì la poderosa macchina bellica nelle retrovie.»

     
  • ANGOLA: LA PACE MINATA - 1997: La fine della decennale guerra nel paese africano lascia il territorio disseminato di ordigni. Di Pietro Veronese, D-Donna 30 settembre 1997. Per non dimenticare.

    «Di due cose abbonda l'Angola: di petrolio e di mine. Settecentomila barili di petrolio al giorno; dodici milioni di mine, più o meno una per ogni abitante, retaggio di vent'anni di guerra civile e di guerra fredda.»

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  • TORNA LA MALARIA, FLAGELLO POCO COMBATTUTO - una malattia non redditizia per l'industria farmaceutica. Di MOHAMED LARBI BOUGUERRA, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, giugno 1998 
  • «Non bisogna affidarsi ai giganti dell'industria farmaceutica per ottenere vaccini o farmaci che combattano malattie le cui vittime siano poco o nulla solvibili. E' il caso della malaria, che, pur provocando milioni di vittime ogni anno, è trascurato dalla ricerca e dalle imprese private.»

     
  • IL BRASILE DIMENTICATO - Perché noi Sem-Terra stiamo marciando su Brasilia. Raccolta di articoli da Il Manifesto, 17 agosto 1999.
  • «La Commissione pastorale della Terra, un organismo che emana dalla Cnbb, la Conferenza episcopale dei vescovi brasiliani, ha diffuso durante l'assemblea nazionale di Goiania del 2-6 agosto, i dati relativi ai conflitti nelle campagne nel 1998, constatando un forte aumento nel loro numero e anche della violenza praticata contro i lavoratori rurali.»

     
  • IL PRETE ITALIANO CHE FU AMICO E LOTTÒ CON CHICO MENDES - Don Luigi Ceppi, in Acre dall'84, lavora con seringueiros e indios. E chiede aiuto. Di Daniele Barbieri, Reggio Emilia. Il Manifesto, 24 settembre 1999.
  • «Viviamo sempre nel dramma ma abbiamo oggi tre motivi di speranza in più, racconta Luiz: "Nel nostro Stato siamo riuscirti a eleggere un governatore degno al posto del precedente che era persino accusato di narco-traffico; stiamo portando avanti molti progetti di sviluppo sostenibile, non solo per quel che riguarda gomma e castagne, ma in tutta la gamma della ricchezza della foresta amazzonica e il lavoro dei popoli che l'abitano; ciò ci aiuta a rinnovare la mentalità di chi ostinatamente crede che una vera democrazia possa esistere anche qui...".»

     
  • PIANETA INDONESIA - Non facciamone una guerra di religione. Raccolta di articoli da Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, settembre 1998 - settembre 1999.
  • «Durante una recente audizione parlamentare, Wiranto in persona ha sostenuto che investigare sulle violazioni dei diritti umani a Aceh aprirebbe il vaso di Pandora delle lamentele contro l'eredità del regime di Suharto, minerebbe il morale dei militari e metterebbe a repentaglio l'ordine. Né Wiranto è il solo a parlare di "effetto domino": il presidente della commissione nazionale per i diritti umani (organismo ufficiale), Marzuki Darusman, si è detto preoccupato che il referendum sull'indipendenza concesso a Timor Est possa alimentare altre rivendicazioni di indipendenza. Ma ha anche aggiunge che "ristabilire la giustizia" è l'unico modo di evitare la disintegrazione nazionale (luglio 1999).»

    • TIMOR EST: L'ORRORE E L'AMNESIA - A un anno dal referendum per l'indipendenza, un ricordo dei massacri perpetrati per 25 anni, nell'indifferenza della comunità internazionale. Di NOAM CHOMSKY, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, ottobre 1999.
    • «Non è facile scrivere delle vicende di Timor est con toni pacati e senza farsi trascinare dalla passione. L'orrore e la vergogna sono resi ancora più forti dalla constatazione che da tempo ormai la comunità internazionale avrebbe potuto facilmente porre fine ai crimini commessi. Nel dicembre del 1975 l'Indonesia invade il territorio di Timor est. Ciò avviene con la complicità, sul piano diplomatico, degli Stati uniti, e anche grazie alle armi americane utilizzate illegalmente, ma con un patto segreto stretto con Washington entrate nel paese aggirando l'embargo decretato ufficialmente.»

    • MOLUCCHE: NEL CUORE DELL'ODIO ETNICO - La situazione esplosiva nell'arcipelago indonesiano. Di GUIDO RAMPOLDI, La Repubblica, 22 agosto 2000.
    • «Nell'aeroporto ci sono più militari che passeggeri, ma nessun soldato o poliziotto sente il bisogno di domandare ai sette che cosa abbiano combinato nelle Molucche. Dopotutto è stata proprio la Jihad a massacrare, il mese scorso, 173 cristiani nell'atollo di Duma, estremo nord dell'arcipelago. Dunque, perché siete venuti quaggiù? "Per impedire ai cristiani la secessione", racconta il capo-manipolo con un sorriso furbo. E cosa avete fatto? "Raccolto la mondezza ad Ambon (il capoluogo delle Molucche) e insegnato il Corano: i musulmani ci sono riconoscenti".»

     
  • GUERRESANTE - Legittima difesa: questo il principio invocato dal governo degli Stati uniti per giustificare l'attacco contro i "campi di addestramento di terroristi" in Afghanistan e contro una fabbrica di prodotti farmaceutici nel Sudan. Di ALAIN GRESH, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, settembre 1998.
  • «In un sistema internazionale in cui gli stati hanno ricusato la legge della giungla, il dipartimento di stato aveva bisogno di trovare una copertura giuridica per i bombardamenti del 20 agosto 1998, che hanno violato la sovranità di diversi paesi; e hanno quindi invocato l'articolo 51 della Carta delle Nazioni unite. Questo testo però prevede il ricorso alla legittima difesa solo in caso di "aggressione armata", e "finché il Consiglio di sicurezza non abbia adottato le misure necessarie per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali". Gli Stati uniti hanno davvero subito un'"aggressione armata"? Si sono veramente "difesi" in attesa che il Consiglio di sicurezza prendesse "le misure necessarie"?»

     
    SE DIO ARMA LA MANO - Intervista al sociologo Mark Juergensmeyer sul terrorismo religioso.

    «Nel 1980 nell'elenco dei gruppi terroristici internazionali stilato dal Dipartimento di Stato americano figurava solo una organizzazione religiosa. Vent'anni dopo quando Madeleine Albright aggiornò quella lista per Bill Clinton, fra i trenta gruppi più pericolosi a livello mondiale la maggior parte erano religiosi. Perché gli attentati di questa matrice si sono moltiplicati negli ultimi decenni?

     
  • VIETNAM FILMATO: PER NON DIMENTICARE - Venticinque anni fa, il 30 aprile 1975, finiva la guerra del Vietnam. Quale canale televisino penserà a proporre gli straordinari documentari che, ancor meglio dei lungometraggi di fiction, hanno testimoniato l'incredibile crudeltà di uno scontro che ha provocato la morte di 58.000 americani e di oltre 3 milioni di vietnamiti? Di IGNACIO RAMONET, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, aprile 2000.
  • «La guerra del Vietnam è stato il tema più ampiamente trattato in tutta la storia dell'informazione televisiva americana. Il sociologo George Bayley ha condotto uno studio molto attento sul modo in cui le tre grandi reti televisive americane (Abc, Cbs, Nbc) hanno raccontato la guerra nel periodo 1965-1970. Quasi la metà delle informazioni riguardavano le azioni della fanteria sul territorio e le attività dell'aviazione; di esse circa il 12% erano dichiarazioni ufficiali dei due governi (Saigon e Washington). Il punto di vista del "nemico" era dato solo dal 3% dell'insieme delle notizie diffuse. Una tale percentuale indica in modo molto esplicito quanto fosse parziale la televisione americana.»

     
  • UNA TIGRE ASIATICA DELUSA DALLA GLOBALIZZAZIONE - Il nazionalismo corrotto della Malesia - Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, febbraio 1999.
  • «Mahathir Mohamad, primo ministro e uomo forte della Federazione della Malesia dal 1981, è uno dei pochi dirigenti politici della regione che non sia stato allontanato dal potere quando la crisi finanziaria ha investito l'Asia orientale nel luglio 1997. L'introduzione del controllo dei cambi e il licenziamento del vice primo ministro e responsabile delle finanze, Anwar Ibrahim, poi incarcerato e processato in seguito ad accuse costruite ad arte dimostrano quanto siano profonde le contraddizioni messe in luce dalla recessione. In particolare la contrapposizione tra controllo nazionale dell'economia e sottomissione ai rischi della globalizzazione.»

     
  • PIRATI ALL'ARREMBAGGIO NEI MARI DELL'ASIA - Malgrado la sua spettacolarità, il sequestro dei ventuno ostaggi nell'isola di Jolo (Filippine) da parte del gruppo islamista di Abu Sayyaf, è solo la conseguenza più vistosa dell'instabilità che colpisce il sud-est asiatico. Di SOLOMON KANE e LAURENT PASSICOUSSET, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, giugno 2000.
  • «Il 5 gennaio 2000, la compagnia di trasporti marittimi indonesiana Pelni ha sospeso il servizio verso il porto di Ternate, capitale della provincia delle Molucche del Nord. Da allora, i passeggeri che vogliono recarsi in quella regione ad est dell'Indonesia sono costretti ad utilizzare navi militari. L'interruzione dei collegamenti è stata decisa all'indomani dell'aggressione di una nave da parte di profughi in fuga dai combattimenti tra musulmani e cristiani[...] »

     
  • L'INDIA NELLE MANI DEL NAZIONALISMO INDÙ - Una grande democrazia alla ricerca di stabilità. Di CRISTOPHE JAFFRELOT, Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, giugno 1998  
  • «La ricerca della stabilità politica: questo il tema che ha dominato le dodicesime elezioni generali della storia dell'India, tenutesi dal 23 febbraio al 7 marzo scorso. Si è trattato in effetti di un voto anticipato. Del resto, non restava altro che andare alle urne, dopo la decisione del Partito del Congresso, nel novembre del '97, di ritirare l'appoggio parlamentare che, dalla primavera del 1996, forniva alla coalizione di governo del Fronte unito un'alleanza alquanto eterogenea comprendente 14 partiti, dai comunisti ai socialisti del Janata Del, passando per una miriade di formazioni regionali.»

     
  • LA GIOVENTÙ ARIANA MARCIA SU DELHI - Viaggio tra gli ultranazionalisti hindu che negli anni '30 ammiravano Hitler. Di MARINA FORTI, Il Manifesto 3 marzo 2000.
  • «È ancora buio quando il gruppo si riunisce nei giardinetti di un quartiere piccolo borghese della città. Uomini sulla quarantina, altri più giovani, anche un bambino di otto anni.[...] Il gruppo si allinea sull'attenti [...] poi un saluto militaresco - mano tesa e braccio piegato davanti al petto. È una shakha, la più piccola sezione del Rashtriya Swayamsevak Sangh, o "Forum dei volontari per la nazione", meglio noto con l'acronimo Rss: il movimento fascistoide che da tre quarti di secolo costituisce una forza sovversiva sotterranea della politica indiana.»

     

    Links Utili:

  • Le Monde Diplomatique (in francese)
  • Diario da Belgrado di Biljana Srbljanovic.
     
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